IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

giovedì 26 aprile 2012

Governo, nuovo bando per 4500 auto blu

auto blu
 
Il bando è ripartito in cinque diversi lotti: si va dalle 2.750 auto di servizio, alle 630 berline ad alimentazione tradizionale ed elettrica; dai 470 veicoli commerciali, alle 300 vetture a Gpl e alle 200 a metano. Per chi aderirà al bando, la durata del contratto sarà variabile da uno a sette anni.
Da uno studio fatto fare di recente proprio dal governo, è emerso che in Italia ci sono quasi 65mila vetture: 9.855 blu, 49.485 di servizio e 800 auto pubbliche. Appena insediato con gli altri colleghi, il ministro Filippo Patroni Griffi affermò che si sarebbe dovuto ridurre del 10% il parco con un risparmio di 300 milioni l’anno. Poco dopo, ecco il nuovo bando e la spesa pubblica, invece di diminuire, sale.
 
In questa corsa la fanno da padrone gli enti locali con il 46% di richieste; lo Stato segue con un 23% e i più in difficoltà sembrerebbero essere proprio i ministeri con 670 vetture. La regione più "bisognosa" è il Lazio con il 16% del totale, segue la Lombardia (11%).
 
Fonte:http://www.parmasera.it
 
Commento di Oliviero Mannucci: La notizia si commenta da sola. L'Italia che ha più di 600.000 auto blu in dotazione alla nostra classe politica, più di qualunque altro paese al mondo, mentre i cittadini non ce la fanno a pagare tasse sempre più inique e alcuni addirittura si suicidano, lo Stato spende altro denaro pubblico per altre auto blue. Caro presidente Napolitano, ieri diceva che è giusto ripulire la politica dal marcio, ma che non bisogna demonizzare la politica, subito dopo al TG hanno dato questa notizia, che credibilità ha una classe politica che si comporta così. Me lo dica lei! La gente è INKAZZATISSIMA con tutti voi, possibile che non avete ancora capito CHE LA FESTA E' FINITA, sono tempi di VACCHE MAGRE per tutti. E L' ESEMPIO DOVETE DARLO SOPRATTUTTO VOI. Altrimenti il popolo inferocito dalle vostre angherie verrà a togliervi dalle vostre poltrone a calci nel culo.  

venerdì 20 aprile 2012

Grillo fa tremare Bersani L'antipolitica è il terzo partito

Sondaggio Swg, boom del Movimento 5 Stelle. Salgono gli astensionisti, mentre Pdl e Pd vacillano. Bersani e Vendola contro Beppe Grillo

Bersani, guardati dagli amici. Da quelli "carne della carne" della sinistra, cresciuti all'ombra del partitone d'opposizione (Pds, Ds, ora Pd) ma con le mani slegate dai vincoli parlamentari e d'amministrazione. E che ora raccoglieranno i frutti dell'antipolitica che loro stesso hanno seminato. Il crollo di Silvio Berlusconi come quello del muro di Berlino: via tutti, indistintamente, i ruderi del passato. Il segretario democratico l0 ha capito, e le sue parole a Tgcom24 parevano un'invocazione di pietà: "Se c'è qualcuno che pensa di stare al riparo dall'antipolitica si sbaglia alla grande. Se non la contrastiamo, spazza via tutti".

Escalation - Parlava a ragione veduta, visto che un sondaggio Swg stava giusto giusto lanciando l'allarme: il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo oggi si attesterebbe al 7,2% nazionale nelle intenzioni di voto degli italiani. Risultato sbalorditivo, ma fino a un certo punto perché se sul web il M5s è una forza devastante in termini di mobilitazione e partecipazione, dai blog ai social network. E soprattutto perché il bacino dei possibili astensionisti aumenta giorno dopo giorno (un sondaggio di Demopolis parla di 23%, mentre per Ispo per Corriere della Sera se si votasse oggi non voterebbe il 49% degli intervistati) ed è da quello che attinge il comico-satirico-capopopolo genovese.

Antipolitico - Che tra l'altro, ricorda il Fatto quotidiano, il suo banco di prova elettorale, sia pure amministrativo, l'ha già superato ottenendo ottimi risultati nel 2010 in Emilia Romagna (7% alle Regionali 2010, terzo partito in assoluto) e in Piemonte (4%) e nel 2011 alle comunali a Bologna (9,5%) e Torino (5,4%). A Rimini, poi, arrivò addirittura in doppia cifra. Difficile ripetere un risultato di quel tipo alle politiche 2013, non impossibile invece centrare il podio. Per diventare il terzo partito italiano (il quarto, contando quello dell'astensione), in fondo, basta che Monti continui a tassare e che Pdl e Pd accettino di tenergli il bordone fino a fine legislatura. Anche perché la Lega rischia di venire affossata dagli scandali giudiziari, così come Sel inguaiato in Puglia. E se anche Nichi Vendola, sodale di Grillo in tante battaglie, inizia a definire Beppe "un fenomeno di populismo che non ha le caratteristiche per offrire una prospettiva al nostro paese. Considero il populismo un nemico", significa che il punto di svolta non è mai stato così vicina.

Fonte: http://www.liberoquotidiano.it

DA QUANDO IN QUA, IL DESIDERIO DEL POPOLO SOVRANO DI AVERE UNA CLASSE POLITICA ONESTA , EFFICIENTE E SENSIBILE AI VARI PROBLEMI SOCIALI, SI CHIAMA ANTIPOLITICA?

di Oliviero Mannucci

I nodi prima o poi arrivano al pettine, dice un vecchio proverbio. E quello che si sta verificando in questi giorni è un segnale chiaro ed inequivocabile. La gente, di tutti gli strati sociali e condizione, stanca di una politica iniqua e di continui scanadali che alla fine, nel corso del tempo hanno coinvolto tutti i partiti italiani, sia del passato che del presente, SI E' LETTERALMENTE ROTTA I COGLIONI, e visto che avere una classe politica onesta è praticamente un utopia, nasce il desiderio di detronizzare i ladroni che siedono in parlamento e in senato, per auto rappresentarsi. Chi lo dice che a governare un paese ci debbano essere per forza dei partiti politici? Non sta scritto da nessuna parte. Evitando sterili ideologie, che spesso portano ad altrettante sterili contrapposizioni tra chi governa e chi è all'opposizione che creano un immobilismo che danneggia il paese e i suoi cittadini, la gente ha capito che dei partiti ladroni se ne può benissimo fare a meno e vuole proclamare l'autogestione. Senza tanti fronzoli, senza tante gerarchie, e soprattutto mirata a risolvere i problemi reali del paese. La politica costa dicono i politici, ma non è necessaria dico io. Soprattutto se diventa autoreferenziale e non rispetta il desiderio di onesta, efficienza e sensibilità che i citadini vorrebbero vedere praticare ai loro rappresentanti. Bersani, e tutti coloro che ragionano come lui, vorrebbero mettere uno sbarramento del 10% di voti alle prossime elezioni per impedire ai partiti minori, compreso il movimento 5 stelle di entrate in parlamento, questa è la dimostrazione pratica che ai politici di quello che pensa la gente non importa niente. Invece di pensare, cazzo, qui tra poco arriva il popolo con i forconi vediamo di darci una regolata una volta per tutti, no si pensa ad uno sbarramento del 10%, che se venisse fatto, farebbe si che la gente voterebbe per il 5 stelle ancora di più e verrebbe probabilmente con i bastoni a Roma. Cari ( nel senso economico) politici, LA FESTA E' FINITA, possibile che non l'abbiate ancora capito!!!!!!! ORAMAI NON VI CREDE PIU' NESSUNO VERRETE SPAZZATI VIA DEFINITIVAMENTE PERCHE' IL POPOLO HA RAGIONI DA VENDERE PER ESSERE INCAZZATA NERA CON TUTTI VOI!!!!!! VI TOCCHERA' ANDARE A LAVORARE PER DAVVERO A MILLE EURO AL MESE, PENSATE CHE SCIAGURA PER VOI CHE NON FATE UN CAZZO DALLA MATTINA ALLA SERA! I veri antipolitici siete voi, che avete portato questo paese sul baratro per i vostri meschini interessi di partito avete allontanato la gente dalle urne. Avete tenuto questo paese bloccato per anni per le vostre inutili contrapposizioni. Vi siete comportati da irresponsabili e ancora oggi non avete capito un cazzo. Spero avrete il buon senso almeno di farvi da parte questa volta, altrimenti sarete spazzati via. Le prossime elezioni politiche, più del 50% degli italiani probabilmente non adranno a votare, i partiti non rappresentano più il popolo italiano ma solo i loro loschi interessi. MANDIAMOLI A CASA UNA VOLTA PER TUTTE!!!

giovedì 19 aprile 2012

Grazie a MONTI e ai signori della politica: 26 000 imprese chiuse negli ultimi 3 mesi

18/04/2012 17:23

ROMA - Sono 26mila in meno le imprese in Italia nel primo trimestre del 2012 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Tra gennaio e marzo 2012 si è allargata la forbice della vitalità delle imprese, 120.278 quelle entrare sul mercato con una nuova attività e 146.368 quelle che, al contrario, sono uscite. E' quanto emerge dai dati sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre dell'anno, fotografati da Movimprese e resi noti dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello.

"Oggi la brusca frenata della vitalità imprenditoriale è l'evidente risultato della fase di recessione avviatasi nella seconda metà dello scorso anno e dell'accresciuta e diffusa difficoltà ad entrare nel mercato". Il presidente Dardanello afferma anche che "c'è bisogno di politiche di sostegno dell'impresa più piccola, quella diffusa da cui dipende il destino di milioni di famiglie e di giovani. Oltre a credito e semplificazione servono azioni straordinarie sul fronte occupazionale e fiscale".

Le iscrizioni del primo trimestre 2012 costituiscono il risultato meno brillante degli ultimi dodici anni. Sul versante delle cessazioni, invece, il magro risultato dei primi tre mesi del 2012 viene dopo i più duri bilanci registrati, nell'ordine, dal 2007 al 2009. A fare le spese del cattivo inizio d'anno sono state soprattutto le imprese più piccole, in particolare quelle artigiane e quelle situate nel Mezzogiorno, diminuite di 10.491 unità, lo 0,52%, nei primi tre mesi dell'anno. Gli unici segnali positivi - anche se più attenuati rispetto allo scorso anno - continuano a venire dalle società di capitali, cresciute nei primi tre mesi dell'anno di 6.911 unità (+0,5%), e dalle "altre forme" (1.316 in più, di cui 1.005 cooperative), pari ad una crescita dello 0,63%.

Fonte: http://www.romagnanoi.it

domenica 15 aprile 2012

POLITICI ITALIANI COME I BLACK BLOCKS

Le cariche dello stato, condannano i violenti nelle manifestazioni e poi si comportano come loro contro chi manifesta pacificamente, è ora cari lettori che vi rendiate conto che viviamo in una dittatura mascherata da democrazia, facciamo sentire la nostra voce contro chi non rispetta il popolo sovrano , una classe politica che sta affamando il popolo sprecando i nostri soldi e tassando i cittadini con leggi inique, ecco cosa è accaduto il 14 Aprile al presidio di Gaetano Ferrieri che stava manifestando pacificamente dal 4 Giugno 2011 davanti a Montecitorio, un fatto grave che ci deve mettere in allarme

sabato 14 aprile 2012

SPECIALE PIAZZA MONTECITORIO - Oggi è accaduto di tutto !

Il FESTIVAL delle MINCHIATE è iniziato oggi con l'autorete di ALEMANNO


I maestri banderuole producono pessimi allievi.

Tutto inizia stamattina con la notifica della revoca della concessione del 22 giugno c.a. per lo stazionamento in piazza Monte Citorio di un gazebo per lo " SCIOPERO DELLA FAME "


A questo punto Gaetano aveva 7 giorni di tempo per ottemperare alla disposizione. Ma passati 20 minuti.............. qualche zelante esecutore degli ordini della CASTA ( di cui Alemanno è AFFINE D'ARTE ) recapita l'ordine di sgombero immediato. Alla presenza di una trentina di addetti fra Polizia di Stato, Digos e Vigili Urbani si inizia la distruzione di quello che per 300 giorni fu un covo di libertà..


Un automezzo dell'AMA è all'uopo pervenuto e su di esso finisce nella più gratuita rovina il gazebo, i pannelli solari, le batterie, le suppellettili oltrechè borse, indumenti, telecamere. Un danno assurdo di cui qualcuno dovrà rispondere. Tutto destinato alla discarica. Gaetano riesce a salvare il suo computer ed a lanciare l'allarme. Si precipitano al Presidio i fedelissimi più prossimi, più per un sostegno morale che per altro. A questo punto, depredato di libri, appunti e quant'altro, non resta che scrivere su un manifesto cosa ci stia a fare in quel posto GAETANO FERRIERI.
Dal cofano dell'auto al muretto..... questo è il tragitto che percorre
Patrizia; ma tanto basta per scatenare il Vice-Questore Alessandro Guisa, mi sembra sia questo il nome peraltro verificabile nella denuncia alla Procura della Repubblica che guadagnò con la " cravatta " al collo di Gaetano a Piazza S. Apostoli.

Tanto basta, mi dicono, per ravvisare la MANIFESTAZIONE NON AUTORIZZATA ! Tanto basta per tradurre 4 persone al Commissariato Trevi. Quando giungo al Presidio, verso le 16,00, stanno procedendo ad accompagnarvi la quinta: una spaventatissima ragazza.

Riepilogando......... se parli con Gaetano e gira un cartello che spiega perchè sta lì, ovvero contro gli sprechi e furti della CASTA, anche se a reggerlo è solo una persona.......... ne vengono fermate 5 !

Quello che accade poi ve lo racconterò domani......... dopodomani..... dopodomani l'altro......... poi lo diremo anche al magistrato. Perchè la storia non finisce qui.........siamo solo all'inizio dell'avventura in un paese che dice d'essere democratico!



giovedì 12 aprile 2012

Finanziamento ai partiti, il Consiglio d'Europa boccia il sistema italiano

Strasburgo, 11 apr. (Adnkronos) - Il Consiglio di Europa ha identificato nel sistema di finanziamento pubblico dei partiti in Italia delle "carenze critiche che devono essere affrontate con urgenza". E' quanto si legge in una nota della commissione del "Gruppo degli stati contro la corruzione " (Greco) in cui si riportano i risultati di un rapporto specifico condotto sul nostro paese che evidenzia, in particolare, come "i controlli condotti dalle autorita' pubbliche sui finziamenti dei partiti sia frammentario e puramente formale".


Nel rapporto quindi si esorta l'Italia a "migliorare la trasparenza nel finanziamento dei partiti". Il problema della mancanza di un controllo efficace, sottolinea ancora la commissione Greco, e' primario, dal momento che attualmente il controllo e' affidato a "tre differenti istituzioni con poteri limitati e nessun coordinamento tra di loro o con gli organismi giudiziari".

"Greco esorta - si legge ancora nella nota - i partiti politici a sviluppare propri sistemi di controllo interno e di sottoporre i propri conti a revisori indipendenti". Il rapporto di 32 pagine si conclude con una serie di raccomandazioni rivolte all'Italia, prima tra tutte quella di "avviare un processo di riforma" che stabilisca, tra l'altro, "una chiara definizione del periodo di riferimento finanziario e contabile per le campagne elettorali".

Inoltre viene chiesto di "adottare misure per aumentare la trasparenza" nella contabilita' in entrata e in uscita di "entita' legate in modo diretto o indiretto ai partiti politici o sotto il loro controllo". Infine, si raccomanda di "rivedere le attuali misure amministrative e penali relative alle violazioni delle regole del finanziamento dei partiti per assicurarsi che siano efficaci, proporzionate e dissuasive".

Fonte: http://www.adnkronos.com


Don Ciotti: ''I partiti usino i fondi di luglio per progetti sociali''

Il presidente di Libera difende il finanziamento pubblico ma dice: ''I soldi concessi sono troppi, vanno tagliati. Le forze politiche diano un segnale". E invita all'impegno contro la corruzione:"Il rinnovamento delle coscienze deve riguardare tutti''.

Intervista di Tiziana Testa

Riprese e montaggio Alberto Mascia

Clicca sul link per vedere il video:

http://video.repubblica.it/dossier/rimborsi-elettorali/don-ciotti-i-partiti-usino-i-fondi-di-luglio-per-progetti-sociali/92472/90866

IN GRECIA POLITICI LADRI COME IN ITALIA

Grecia, il parlamento si regala 29 milioni di euro per le elezioni del 6 maggio

I cinque maggiori partiti impegnati nella campagna elettorale per le prossime nazionali riceveranno un cospicuo finanziamento grazie al voto favorevole di 155 deputati. Soldi che invece servirebbero per dare fiato alle casse di uno stato ormai in asfissia

Nonostante il baratro del fallimento sia sempre dietro l’angolo, il parlamento greco è riuscito ad approvare un finanziamento di 29 milioni di euro ai cinque maggiori partiti impegnati nella campagna elettorale per le elezioni nazionali del prossimo 6 maggio. Una scelta a dir poco “discutibile” visto lo stato non solo delle casse del Paese, praticamente vuote, ma soprattutto delle condizioni della popolazione greca, colpita da licenziamenti, tagli a stipendi e pensioni e aumenti vertiginosi del costo della vita. Ma si sa, la politica costa.

Su 300 deputati (tanti se si pensa che i greci sono poco più di 11 milioni), 155 hanno votato a favore e 56 contro. Gli altri non erano nemmeno in aula. Insomma, una bella maggioranza che vedrà cinque partiti (il socialista Pasok, il conservatore Nuova democrazia, il partito comunista Kke, la Coalizione della Sinistra radicale Syriza e l’Unione popolare ortodossa) aggiudicarsi la bellezza di 29 milioni di euro per le imminenti spese elettorali. Una cifra irriverente se si pensa che la Grecia non ha nemmeno i soldi per pagare i dipendenti pubblici che saranno tagliati del 22 per cento entro il 2015 (150 mila licenziamenti), la disoccupazione galoppante (dal 7,7% del 2008 al 17% del 2011, e le previsioni del Fondo monetario internazionale indicano che salirà al 19,5% nel 2013), l’età pensionabile a 65 anni anche per le donne, le nuove tasse introdotte dal governo e l’Iva al 23 per cento.

A calmare gli animi ci ha provato il ministro degli Interni Tassos Yiannitsis, che ha detto che i soldi saranno usati “per pagare i dipendenti non retribuiti, i debiti, e quanto dovuto all’Ika, il principale fondo di sicurezza greco”. Ma non ci credono nemmeno alcuni deputati, come Anna Dalara, precedente ministro al lavoro del Pasok, che ha votato contro perché “è evidente che i partiti dovrebbero ridurre drasticamente i loro finanziamenti pubblici vista la situazione economica senza precedenti”. Anche Yiannis Ragousis, ministro ombra della difesa e sempre in quota Pasok, non se l’è sentita di votare a favore del finanziamento, attirandosi così le ire del suo leader, Evangelos Venizelos, appena eletto a capo del partito socialista, che lo ha minacciato di toglierlo dalle liste elettorali. Gli unici partiti apertamente contro questo finanziamento sono quelli più piccoli, che guarda caso non beneficeranno dei soldi pubblici.

A Bruxelles la notizia non è stata accolta con favore. Il più arrabbiato di tutti è stato Guy Verhofstadt, leader del gruppo dei liberali e democratici al Parlamento europeo, che ha scritto addirittura al presidente della Commissione europea José Barroso una lettera tutta ferro e fuoco. “Il costo della politica in Grecia è uno scandalo. Il finanziamento dei partiti greci è tra i più alti in Europa. Questi in teoria dovrebbero servire i propri cittadini e non strizzarne via i soldi”, si legge. “Pasok e Nuova Democrazia sono responsabili per tutti i problemi strutturali della Grecia, e come sanguisughe si stanno appropriando di milioni di euro pagati dai contribuenti”.

Inutile ricordare che proprio la Grecia ha ricevuto ben due tranche di aiuti internazionali dalla cosiddetta ‘Troika’, composta da Ue, Bce e Fmi, per un totale di 240 miliardi di euro (110 lo scorso luglio e altri 130 in questi mesi stanziati in modo graduale). E, come se non bastasse, la paura che nemmeno questo possa bastare a salvare la nave Grecia dal naufragio sta prendendo sempre più piede. Economisti e funzionari a Bruxelles parlano da settimane dell’inevitabilità di un terzo bailout o di un abbonamento fisso di Atene al nuovo fondo salva Stati Ems che entrerà in vigore il prossimo luglio. Ma per il momento le certezze restano due: i partiti greci si aggiudicano 29 milioni di euro. E il 6 maggio si va a votare.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it

venerdì 6 aprile 2012

PADANIA LADRONA: "Nelle casse della Lega soldi in nero"


Il dirigente amministrativo e responsabile del settore gadget della Lega, Nadia Dagrada, esce dal Palazzo di Giustizia di Milano


Le rivelazioni della segretaria amministrativa del Carroccio, Nadia Dagrada, interrogata dai pm di Milano e Napoli: "Tutto
precipitò con la malattia di Bossi"

milano

Nelle casse della Lega Nord sono entrati anche soldi in nero. Lo ha confermato ai pm di Milano e di Napoli la segretaria amministrativa del Carroccio, Nadia Dagrada, interrogata come testimone il 3 aprile.

La donna ha così spiegato ai magistrati quanto era emerso da alcune intercettazioni. - «Mi si chiede se siano entrati nelle casse della Lega Nord soldi in contante in nero. Sì - ha detto Dagrada ai pm -, mi ricordo che, alcuni anni fa, l’ex amministratore della Lega Nord, Balocchi, portò in cassa 20 milioni di lire in contante dopo essersi recato nell’ufficio di Bossi». Nell’interrogatorio la Dagrada ha affermato di aver appreso dall’ex tesoriere, Francesco Belsito, che questi aveva registrato un colloquio con Bossi nel quale gli aveva ricordato tutte le spese sostenute nell’interesse personale della famiglia del Senatùr con i soldi del finanziamento pubblico. «Non so - ha dichiarato Dagrada - se Belsito abbia effettuato tale registrazione. Mi disse di voler utilizzare tale registrazione come strumento di pressione dal momento che volevano farlo fuori».

«La situazione è precipitata dopo la malattia del segretario federale Umberto Bossi», ha affermata la segretaria amministrativa della Lega. «Dopo il 2003 - ha spiegato - c’è stato l’inizio della fine: si è cominciato con il primo errore, consistito nel fare un contratto di consulenza a Bruxelles a Riccardo Bossi, se non ricordo male da parte dell’onorevole Speroni. Dopodichè si sono cominciate a pagare, sempre con i soldi provenienti dal finanziamento pubblico, una serie di spese personali a vantaggio di Riccardo Bossi e degli altri familiari. In particolare, con i soldi della Lega venivano pagati i conti personali di Riccardo Bossi, per migliaia di euro, e degli altri familiari, come per esempio i conti dei medici sia per le cure dell’onorevole Bossi sia dei suoi figli. A tal riguardo mi risulta che Belsito paghi con i soldi della Lega tali conti».

Fonte: http://www3.lastampa.it

La Lega L' inchiesta Le intercettazioni

Case, Porsche, lauree La lista dei soldi ai Bossi

MILANO - È una fitta sequela di telefonate, intercettate dai carabinieri del Noe per la Procura di Napoli, a cogliere l' indagato tesoriere leghista Francesco Belsito mentre, sfogandosi al telefono in febbraio con la non indagata impiegata amministrativa leghista Nadia Dagrada, «rievoca tutte le elargizioni fatte ai Bossi e alla vicepresidente del Senato Rosy Mauro»; si vede consigliare di «fare tutte le copie dei documenti che dimostrano i pagamenti fatti a loro favore e di nascondere gli originali in una cassetta di sicurezza»; e «riferisce di essere in possesso di copiosa documentazione e di una registrazione compromettente per la Lega». Dillo a Bossi: se io parlo, voi finite in manette Il contesto delle conversazioni è la vigilia della convocazione che Belsito riceve da Bossi a Roma e che, anche sulla base del gelido commento di Rosy Mauro («la vedo brutta»), interpreta come anticipo della propria defenestrazione da tesoriere leghista, a causa delle spinte che dentro il partito (a suo dire specie da Castelli e Stiffoni) lo vorrebbero estromette in seguito alle prime notizie giornalistiche sui milioni di euro di imborsi elettorali investiti da Belsito in Tanzania. Ma altro che Tanzania, prospetta la responsabile leghista dei gadget nel suggerire a Belsito: «Gli dici (a Bossi, ndr): capo, guarda che è meglio sia ben chiaro: se queste persone mettono mano ai conti del Federale, vedono quelle che sono le spese di tua moglie, dei tuoi figli, e a questo punto salta la Lega (...). Papale papale glielo devi dire: ragazzi, forse non avete capito che, se io parlo, voi finite in manette o con i forconi appesi alla Lega». L' elenco che i due riassumono al telefono poco prima di mezzogiorno del 26 febbraio (e che viene riassunto dai carabinieri) comprende «i costi di tre lauree pagate con i soldi della Lega», «i soldi per il diploma (Renzo Bossi)»; «i 670.000 euro per il 2011 e Nadia dice che non ha giustificativi, oltre ad altre somme ingenti per gli altri anni»; «le autovetture affittate per Riccardo Bossi, tra cui una Porsche»; «i costi per pagare i decreti ingiuntivi di Riccardo Bossi»; «le fatture pagate per l' avvocato di Riccardo Bossi»; «altre spese pagate anche ai tempi del precedente tesoriere Balocchi»; «una casa in affitto pagata a Brescia»; «i 300.000 euro destinati alla scuola Bosina di Varese per Manuela Marrone (moglie di Bossi, ndr), che Belsito non sa come giustificare, presi nel 2011 per far fare loro un mutuo e che lui ha da parte in una cassetta di sicurezza». I «costi liquidi» dei ragazzi di Renzo In altre telefonate la lista si allunga con «l' ultima macchina del Principe, 50.000 euro...e certo che c' ho la fattura!». Oppure con «i costi liquidi dei ragazzi di Renzo» (forse gli uomini di scorta), che Belsito ricorda in «151.000» euro ma Dagrada corregge in «no, un momento, 251mila euro sono i ragazzi, ma sono fuori gli alberghi, che non ti riesco a scindere quando girano con lui, mi entrano nel cumulo e riprendere tutte le fatture è impossibile». Poi c' è la casa di Gemonio, e più precisamente «i soldi ancora da dare per le ristrutturazioni del terrazzo»: «Che io sappia, pare che siano 5-6.000 euro», ridimensiona Belsito alla Dagrada, che teme invece la somma sia molto più alta anche a causa di minacce di azioni legali dai fornitori, e che sprona Belsito: «Gli devi dire poi: capo (Bossi, ndr), c' è da aggiungere l' auto di tuo figlio». I franchi e gli euro per Rosy Mauro Spesso Belsito ironizza su chi nel partito lo avversa ma non sarebbe in condizione di farlo perché parimenti da lui beneficato: «Sai quanto gli ho dato l' altro giorno alla nera? (Rosy Mauro, ndr)? Quasi 29mila, 29.142 in franchi eh... vuoi che ti dica tutti gli altri di prima?»: ovvero quelle che poi gli inquirenti traducono come «altre somme che le dà mensilmente», e come i «200.000-300.000 euro dati al sindacato padano Sinpa» che avrebbe «bilanci truccati». La dipendente leghista Dagrada raccoglie lo spunto sull' atteggiamento di Rosy Mauro e rilancia, invitando Belsito a dire alla vicepresidente del Senato: «Se apro bocca io, il capo salta e se salta il capo tu sei morta...Perché se lei non c' ha il capo a difenderla, lei domani è in mezzo a una strada, e non è detto con le gambe intere». A Bossi, la donna auspica che il tesoriere dica chiaramente: «Gli devi dire: noi manteniamo tuo figlio Riccardo, tuo figlio Renzo, tu gli devi dire guarda che tu non versi i soldi, tuo figlio nemmeno, ed è da quando sei stato male. Gli devi dire: capo, io so queste cose e finché io sono qui io non tradirò mai, ma ricordati cosa c' è in ballo, perché se viene fuori lo capisci che cosa può succedere, altro che barbari sognanti». «Ho una registrazione e documenti come prova» Si prepara un ricatto al Senatur? No, questo no, almeno a sentire i due che parlano al telefono la notte dell' 8 febbraio. Nadia Dagrada suggerisce: «Non è che tu glielo metti come ricatto», piuttosto si tratterebbe di informare Bossi che «i militanti si spaventano di più se esce fuori Rosy che non la Tanzania». Belsito si prepara a giocare le proprie carte se il partito lo metterà al muro. E dice di poterlo provare : «Dico cosa mi volevano far fare, glielo dico della Fondazione e... che dovevo portargli dei soldi». Dagrada gli domanda: «Giusto! Ma tu quello poi ce l' hai registrato?». Belsito: «Sì». Dagrada: «Dopodiché si affrontano le due signore (Rosy Mauro e Manuela Marrone, ndr) ....altro che la Tanzania se vanno in mano ai militanti! Non vengono a prendere me, le dici eh, vengono a prendere voi! I conti Il 26 febbraio Belsito e Dagrada, intercettati, fanno il conto delle spese private pagate con i soldi pubblici destinati alla Lega: 3 Lauree e il diploma di Renzo Bossi 670 Mila euro pagati per il 2011 senza giustificativi. Più alberghi, auto (acquistate o affittate, come una Porsche), i decreti ingiuntivi di Bossi jr e il suo avvocato 300 Mila euro destinati alla scuola Bosina di Varese per Manuela Marrone «presi - annotano gli inquirenti - nel 2011 per far fare un mutuo» e che Belsito avrebbe da parte in una cassetta di sicurezza 251 Mila euro I costi liquidi dei «ragazzi» di Renzo (forse gli uomini di scorta o i collaboratori)

Ferrarella Luigi, Guastella Giuseppe

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(5 aprile 2012) - Corriere della Sera