IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

sabato 13 gennaio 2018

Scontrini gate, Marino condannato. Il Pd tace. Lui: «Sentenza politica»

Un «marziano», anche nelle aule di giustizia. La sentenza con la quale ieri la Corte d’Appello di Roma ha condannato per la vicenda degli scontrini, ribaltando l’assoluzione in primo grado, l’ex sindaco Ignazio Marino a due anni di carcere, altrettanti di interdizione dai pubblici uffici e al risarcimento dei danni nei confronti del Campidoglio (da quantificare in sede civile), fa del chirurgo che da due anni è tornato al suo lavoro di docente universitario a Philadelphia un outsider anche in questo campo. 

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Difficile infatti ricordare una vicenda giudiziaria simile per un altro amministratore comunale della Capitale.

Dopo due ore di camera di consiglio, i giudici della III Corte lo hanno riconosciuto colpevole di peculato e falso per aver speso con le carte di credito del Campidoglio 12 mila e 716 euro in 56 cene consumate, tra il 2013 e il 2015 a Roma e in altre città italiane, con commensali che secondo il verdetto non erano affatto interlocutori istituzionali, come sostenuto dall’allora sindaco. Accolta in sostanza la tesi della procura che nella richiesta d’appello aveva annoverato tra gli indizi di colpevolezza il fatto che «26 delle 54 cene avvennero in giorni festivi o prefestivi», circostanza che secondo i magistrati «porta a considerare che si trattò di incontri avvenuti in tempi liberi da impegni istituzionali».
Di qui anche il falso, di cui Marino si sarebbe macchiato per occultare le spese indebite impartendo disposizioni al personale della sua segreteria perché redigesse «atti pubblici attestanti fatti non veri e recanti la sua sottoscrizione apocrifa». Confermata invece l’assoluzione dall’accusa di truffa formulata dalla procura che aveva accusato l’ex sindaco dem di aver procurato un ingiusto profitto alla sua Onlus, Imagine.
«La Corte di Appello di Roma oggi condanna l’intera attività di rappresentanza del sindaco della Città eterna – ha commentato Marino che nel giudizio era rappresentato dall’avvocato Enzo Musco – In pratica i giudici sostengono che in 28 mesi di attività, il sindaco non abbia mai organizzato cene di rappresentanza ma solo incontri privati. Un dato che contrasta con la più ovvia realtà e la logica più elementare. Non posso non pensare che si tratti di una sentenza dal sapore politico proprio nel momento in cui si avvicinano due importanti scadenze elettorali per il Paese e per la Regione Lazio».
Marino, che ha assistito all’udienza e ha lasciato il tribunale senza aggiungere una parola, ha comunicato poi le sue riflessioni in uno nota nella quale si è detto «amareggiato anche se tranquillo con la mia coscienza perché so di non aver mai speso un euro pubblico per fini privati», e ha annunciato che con lo stesso Studio Musco continuerà la «battaglia per la verità e la giustizia in Cassazione».
Come si ricorderà, fu questa vicenda degli scontrini – scaturita dagli esposti presentati in procura dal M5S e da Fratelli d’Italia, ed esplosa nell’ottobre 2015 come caso mediatico di grande appeal – il grimaldello con il quale il Pd cominciò a scardinare la giunta capitolina di Ignazio Marino, scomoda perché troppo a sinistra (la prima testa che volò fu quella del vicesindaco Luigi Nieri, di Sel) e perché in rotta di collisione con troppi potentati cittadini. Marino però fu accusato dall’allora premier/segretario Matteo Renzi di inefficienza e per questo, dopo vari rimpasti e una campagna stampa senza precedenti, fu licenziato con un inedito atto di sfiducia di tutti i consiglieri dem concordato davanti a un notaio.
Ieri «il silenzio del #PDMagnaMagna», come lo ha battezzato il capogruppo del M5S in Campidoglio, Paolo Ferrara, è stato ovviamente notato con sarcasmo dal partito che ha tratto più benefici dalla rovinosa caduta della giunta Marino e che ieri ha colto l’occasione per alzare un po’ di fumo sui problemi giudiziari di casa propria.
Durante l’udienza, davanti ai giudici, Marino aveva voluto ribadire che «mai nella mia vita e nelle mie funzioni da sindaco ho utilizzato denaro pubblico per motivi personali». «Nel 2014 – ha riferito l’ex sindaco alla Corte – ho donato diecimila euro del mio salario alla città e non ho mai chiesto rimborsi per un incontro di lavoro con il presidente della Roma per la vicenda stadio e con il sindaco di New York Bill De Blasio». Il chirurgo, ricordando poi di aver rinunciato alla carica di senatore prima dell’elezione a sindaco e di aver lasciato «oltre ottantamila euro nelle casse pubbliche», ha concluso: «Se sono un ladro, sono uno scemo e incapace di intendere e di volere».

Eleonora Martini 

Fonte 

Via i vaccini, leggi e tasse. L'ironia del web sulle promesse elettorali

Questi buffoni vogliono eliminare le Fake news, poi ti promettono mari e monti per mantenere la loro ricca poltrona sotto il culo.


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 Mai più canone, tasse universitarie, Jobs Act e così via, fino a centinaia di leggi. La campagna elettorale 2018 si è aperta a suon di promesse sull'abolizione di imposte e provvedimenti inseriti dai precedenti governi. E gli annunci dei partiti, che si rincorrono quotidianamente, hanno scatenato l'insofferenza sul web. Che come sempre risponde con ironia: l'hashtag #aboliamoqualcosa su Twitter è diventato trend topic in poche ore. In una sorta di fai-da-te della cancellazione di ciò che è più sgradito, ognuno sogna scherzosamente di eliminare le abitudini, i comportamenti e gli obblighi più sgraditi degli Italiani.

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Ad aprire la "gara" era stato per primo il Partito Democratico, che alcuni giorni fa ha proposto l'abolizione del canone Rai nella prossima legislatura. Un annuncio che il neopartito 'Liberi e Uguali', guidato da Pietro Grasso, aveva criticato rilanciando a sua volta l'abolizione delle tasse universitarie.
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Matteo Salvini, uno dei leader della coalizione di centrodestra, si è scagliato invece contro l'obbligo dei vaccini e la legge Fornero, proponendone la cancellazione.

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Un rincorsa frenata da alcuni dietrofront: Silvio Berlusconi, il quale a sua volta si è detto d'accordo sull'eliminazione di alcune parti della legge Fornero, ha prima annunciato l'eliminazione del Jobs Act salvo poi ricredersi.

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Stop anche dal Movimento Cinque Stelle: Luigi Di Maio ha ufficializzato in tv il suo ripensamento sull'uscita dall'euro, uno dei cavalli di battaglia dei pentastellati, per poi rilanciare con una pioggia di abolizioni: ben 400 leggi da cassare e persino un sito www.leggidaabolire.it nel quale ci si prepara ad un lungo elenco di leggi a cui dare battaglia.

Fonte

Commento di Oliviero Mannucci: ABOLIAMO I POLITICI! NON VOTATE. ALTRIMENTI SARETE LORO COMPLICI!!!!!!


giovedì 4 gennaio 2018

Tutto quello che non va nelle casette di Amatrice (non solo topi e infiltrazioni)

Nelle zone colpite dal terremoto del 2016 è arrivato il gelo e la neve. E nelle strutture abitative le emergenze si accumulano. La denuncia del Comitato 3e36

 

 È appena arrivata la prima vera morsa del gelo di quest’inverno e nelle 'casette' di Amatrice e Accumuli si registrano già i primi problemi. Le persone che hanno visto consegnarsi le chiavi dei moduli abitativi molti mesi dopo il sisma, ora si ritrovano a fare i conti con topi, danni agli impianti e porte bloccate dalla neve. Gli sfollati, costretti “combattere quotidianamente con problemi piccoli e grandi” non hanno dubbi: “Le SAE – strutture abitative di emergenza – sono l’ennesimo esempio di come le soluzioni imposte dall’alto, senza l’indispensabile coinvolgimento delle popolazioni interessate, portano al disastro annunciato”, denuncia il Comitato 3e36 di Amatrice e Accumoli.

 

“Decisioni affrettate e dettate da inesperienza”


Lo scorso 19 novembre il Consiglio Comunale di Amatrice ha approvato all’unanimità il “Regolamento d’uso delle strutture abitative in emergenza (Sae) e regolamento di uso delle parti comuni”, che il 28 novembre è stato pubblicato sull'Albo Pretorio. “Sicuramente i cittadini avrebbero potuto fornire un importante contributo, supportato dalla loro esperienza diretta, finalizzato a individuare soluzioni capaci di agevolare la loro vita quotidiana e alla creazione di condivise modalità di utilizzo delle abitazioni, consegnate tra l’altro nella maggioranza dei casi in tempi molto recenti”, sostiene il Comitato. Ma così non è stato e ora gli amatriciani si ritrovano a fare i conti con i primi grandi problemi.


I 7 problemi più grandi delle casette dei terremotati
 

Le porte bloccate dalla neve: Tra gli errori più grossolani, denuncia il Comitato, ci sono le porte d’ingresso che si aprono verso l’esterno e non verso l’interno. Un particolare che fa davvero la differenza in un paese sorto a 955 metri sul livello del mare: “Ad agosto non è affatto un problema, ma lo è in questo periodo, o fra un mese, quando cadrà un metro di neve che di fatto impedirà alle persone di uscire di casa”.
Divieto di chiusura di pensiline e verande: Per lo stesso motivo, il Comitato si scontra contro il divieto posto dal Regolamento di chiudere verande e pensiline. “Ci sembra una scelta affrettata, perché non tiene conto delle particolari condizioni climatiche del territorio, e delle caratteristiche costruttive delle SAE. Tali strutture, infatti, se nella stagione estiva sono perlopiù elementi di protezione dall’irraggiamento solare, nella stagione invernale, soprattutto nelle zone di montagna, possono divenire fondamentale elemento di protezione dalle avverse condizioni climatiche (freddo/vento/pioggia e neve) ed essere elemento di filtro tra esterno ed interno, contribuendo anche ad un risparmio energetico”. 
Senza considerare, poi, che “avere una veranda fruibile in zone montane come quelle di Amatrice ed Accumoli, soggette a condizioni ambientali molto difficili, favorirebbe anche la socializzazione degli anziani che, riparati dalle intemperie ma presenti e visibili, avrebbero la possibilità di partecipare alla vita del villaggio, ricreando l’atmosfera sociale che è stata la caratteristica degli antichi borghi. Non dimentichiamo che gli anziani costituiscono, in alcune Frazioni, la maggioranza dei residenti nelle aree SAE”.
Le infiltrazioni: Le abitazioni presentano infiltrazioni di acqua piovana dalle coperture e perdite dalla rete idrica e di riscaldamento.
Vivere con i topi: I terremotati delle Sae hanno iniziato a dividere casa con i topi che si introducono in casa attraverso lo scarico delle cucine, bucano il materiale di isolamento delle condutture idriche danneggiano l’impianto. “E tocca ai cittadini intervenire per mettere in sicurezza le tubature. Privatamente”
Le vibrazioni che ricordano il sisma: L’elasticità strutturale dei fabbricati provoca vibrazioni molto fastidiose che ricordano il terremoto (da centrifughe delle lavatrici, camminamento ecc ). “Se non si avverte l’amico che abita due SAE più in là, si corre il rischio di farlo saltare dal letto ogni volta che si avvia una lavatrice perché l’effetto è quello di un “terremoto simulato".
Il liquido antigelo (non previsto): Negli impianti di riscaldamento delle casette, alle basse temperature, si attiva un sistema di ricircolo acqua alimentato elettricamente. In caso di assenza di energia elettrica e in zone con temperature invernali molto basse è comunque necessaria l’immissione di liquido antigelo nell’impianto. La fornitura di antigelo però, spiega il Comitato, non è stata prevista nelle SAE di Amatrice e Accumoli.
No a stufe e camini: In tuti i moduli è proibita l’installazione di stufe e camini. Ma “in caso di assenza di energia elettrica le caldaie, alimentate elettricamente, non potranno garantire il corretto riscaldamento. E non sono stati comunque previsti gruppi elettrogeni che assicurino almeno il regolare funzionamento delle caldaie”.

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Discorso fine anno, Mattarella: "Penso ai diciottenni che voteranno, i partiti guardino al futuro"

 Il presidente della Repubblica ha parlato dei giovani, dei diritti, del clima, ha lanciato un appello ai partiti, ha citato papa Francesco per poi affrontare temi sociali come il lavoro, ricordando infine le vittime del terremoto, della tragedia di Rigopiano, e dell'attentato terroristico di Barcellona

 ROMA - "Mi auguro una grande partecipazione al voto, che nessuno rinunci a concorrere a decidere le sorti del nostro Paese".  L'Italia "non è un Paese in presa al risentimento, io conosco un'Italia della solidarietà, generoso". I problemi ci sono, ma "possono essere superati, soprattutto con l'impegno di chi occupa i posti più alti ai vertici della Repubblica".

 
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Parla Sergio Mattarella, e, nel suo discorso di fine anno (commentato positivamente dal mondo della politica), manda un fiducioso abbraccio a tutti gli italiani che si preparano alla nuova tornata elettorale, da guardare con "serenità e con speranza". Da una "prova alta di democrazia" come appunto quella dell'esercizio del voto, il nostro Paese ne uscirà di sicuro rafforzato, migliore. "Le elezioni sono una pagina bianca, saranno gli elettori a scriverla". Se, come chiede e auspica il presidente della Repubblica, ci sarà "la più ampia partecipazione di tutti".


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Con il dovere di "proposte adeguate, richiesto fortemente dalla dimensione dei problemi del nostro Paese", chiede ai partiti. In un discorso di dieci minuti, a reti unificate dallo studio alla Vetrata, Mattarella in qualche modo ribalta allarmi e preoccupazioni che aleggiano sull'esito del test del 4 marzo, e spedisce al Paese una cartolina di auguri in positivo per il 2018. Ma non possiamo vivere "nella trappola di una sorta di eterno presente, bisogna guardare al futuro, anche se può evocare incertezze, ma i cambiamenti vanno governati per evitare che si creino diseguaglianze".


È proprio questo "il compito della politica, il dovere di proposte adeguate, concrete, come richiesto dal Paese. Non è mio compito formulare indicazioni ma il lavoro è la prima questione, soprattutto per i giovani".
n questi mesi di un secolo fa i diciottenni di allora - i ragazzi del '99 - vennero mandati in guerra, nelle trincee. "Molti vi morirono. 

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Questa è la "democrazia" in cui viviamo!

Oggi i nostri diciottenni vanno al voto, protagonisti della vita democratica. Propongo questa riflessione perché, talvolta, corriamo il rischio di dimenticare che, a differenza delle generazioni che ci hanno preceduto, viviamo nel più lungo periodo di pace del nostro Paese e dell'Europa. Non avviene lo stesso in tanti luoghi del mondo. Assistiamo, persino, al riaffacciarsi della corsa all'arma nucleare".

E aggiunge: "Non possiamo vivere nella trappola di un eterno presente, quasi in una sospensione del tempo, che ignora il passato e oscura l'avvenire, così deformando il rapporto con la realtà. La democrazia vive di impegno nel presente, ma si alimenta di memoria e di visione del futuro".

"Occorre preparare il domani. Interpretare, e comprendere, le cose nuove. La velocità delle innovazioni è incalzante; e ci conduce in una nuova era, che già cominciamo a vivere". Cambiano gli stili di vita, i consumi, i linguaggi. Mutano i mestieri, e la organizzazione della produzione. Scompaiono alcune professioni; altre ne appaiono. I cambiamenti, tuttavia, vanno governati per evitare che possano produrre "ingiustizie e creare nuove marginalità".


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Quindi, l'appello ai partiti che saranno impegnati nella campagna elettorale: "L'autentica missione della politica consiste, proprio, nella capacità di misurarsi con queste novità, guidando i processi di mutamento. Per rendere più giusta e sostenibile la nuova stagione che si apre".

"La cassetta degli attrezzi, per riuscire in questo lavoro, è la nostra Costituzione: ci indica la responsabilità nei confronti della Repubblica e ci sollecita a riconoscerci comunità di vita. L'orizzonte del futuro costituisce, quindi, il vero oggetto dell'imminente confronto elettorale". Con un augurio particolari agli italiani che nell'anno che si chiude hanno sofferto di più. "Tanti nostri concittadini vivono queste festività in condizioni di disagio, per le conseguenze dei terremoti, che hanno colpito larga parte dell'Italia centrale. A loro desidero far sentire la vicinanza di tutti".


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"Gli interventi per la ripresa e la ricostruzione proseguono e, talvolta, presentano difficoltà e lacune. L'impegno deve continuare in modo sempre più efficiente fino al raggiungimento degli obiettivi. Esprimo solidarietà ai familiari delle vittime di Rigopiano e della alluvione di Livorno; ai cittadini di Ischia, che hanno patito gli effetti di un altro sisma. E a tutti coloro che, nel corso dell'anno, hanno attraversato momenti di dolore come i nostri concittadini vittime dell'attentato di Barcellona".

Fonte

 Commento di Oliviero Mannucci: Caro Matterella non se la prenda se le dico che il suo discorso è stato un chiaro esempio che voi politici non vivete nella realtà! Il paese è agonizzante, la forbice fra chi è ricco e chi è povero è sempre più grande. La sanità è allo sfascio, la scuola pure, il debito pubblico fra un pò verrà espresso con l'esponente per quanti cifre ha. Si stanno creando i presupposti per una rivoluzione. Se vuole veramente che la gente torni a votare, lei e tutta la classe politica risolvete i problemi degli italiani veramente, non state dove state solo per scaldare le poltrone sulle quali sedete. Abbiate l'onestà di lavorare veramente per chi vi paga gli stipendi e i vitalizi e tutti i benefit che prendete. Tanti auguri caro presidente! Io non voto da più di trent'anni. Pensi a quanti giovani del '99 sono nelle zone terremotate abbandonate a se stesse, crede che quei ragazzi andranno a votare? Continuate a comportarvi come vi state comportando e vedrete che alle urne non ci verrà più nessuno! Seneca diceva: se la politica non si occupa di te, tu non ti occupare della politica. Si ricordi presidente: il voto di un cittadino è una cosa seria, un politico se lo deve guadagnare, non è una cosa a buon mercato, intesi!