IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

mercoledì 27 febbraio 2013

Per gli esclusi dal Parlamento vitalizi da urlo, mentre molti anziani vanno a raccogliere la frutta per terra nei mercati

Anche se delusi dal risultato elettorale, i parlamentari esclusi, a differenza di quelli nuovi, avranno un “premio di consolazione” che non è da poco. Infatti non solo prenderanno un vitalizio mensile a spese del Parlamento, ma riceveranno anche un assegno di fine mandato pari all’80% dell’indennità parlamentare lorda per ogni anno in cui sono stati in parlamento.
A tal proposito sul giornale Libero, Franco Bechis ha calcolato gli importi dei vitalizi dei politici vip esclusi. Ecco alcuni esempi:

Fini
Fini, ad esempio, a marzo percepirà una liquidazione da 260mila euro e pensione netta da 6.200 euro al mese.


Marini
Marini buonuscita da 188mila euro e un mensile da 5.300.



Di Pietro
Antonio Di Pietro che si è appena dimesso dalla presidenza di IDV, prenderà una liquidazione di circa 60.000 mila euro e potrà prendere un vitalizio di circa 4.300 euro al mese.



Emma Bonino
Emma Bonino presenza storica del partito dei Radicali, 60.000 euro di liquidazione e una pensione da 6.500 euro.

Fonte

martedì 26 febbraio 2013

THE DAY AFTER : La grande responsabilità di Grillo




Elezioni concluse! Aumenta l'astensionismo, pari a circa il 27% ( fra chi non ha votato e le schede bianche ) e se poi aggiungiamo il voto di protesta preso dal Movimento 5 Stelle, Si supera ampiamente il 50%. La gente ne ha le palle piene delle false promesse dei politici, delle loro ruberie, delle loro losche manovre. La gente vuole vedere i fatti, compreso io, che non ho votato per nessuno! I "partiti storici" quelli dei ladroni, per intenderci, hanno incassato il colpo. Hanno infatti, chi più chi meno perso un grande numero di elettori. Alcuni invece sono stati proprio trombati del tutto, e non vedremo più i loro reppresentanti scaldare le poltrone ne in Parlamento ne in Senato. Ma ora che è iniziato Il THE DAY AFTER", PD e PDL dovrebbero aver ricevuto il messaggio forte e chiaro. Se non manterrete le promesse fatte, i prossimi  trombati sarete voi!


 

Il messaggio è arrivato così bene, che, udite udite, forse i due schieramenti di ladroni, cercheranno di fare fronte comune contro Grillo e il suo Movimento 5 Stelle, che promette di fare una opposizione costruttiva ma dura. Sono proprio curioso di vedere cosa succederà nei prossimi mesi. Grillo ha una grande responsabilità, perchè se non manterrà quanto promesso, i voti raccolti dal suo movimento si trasformeranno automaticamente nelle prossime elezioni in non voti, e allora si arriverà alla famosa rivoluzione a calci nel sedere che da tanto tempo sto aspettando. Se invece Grillo e il suo movimento faranno fino in fondo quanto promesso, opposizione dura ma costruttiva, acquisirà sicuramente nuovi elettori, sopraTtutto dal serbatoio dell'astensionismo, che badate bene, non è formato da gente menefreghista o anarchica, ma bensì da gente intelligente, che non si accontenta di votare il meno peggio, come fa spesso la maggioranza degli elettori, ma che aspira a votare il meglio, cioè persone degne di rappresentare i cittadini che li eleggono. Se Grillo riuscirà in tutto questo, la prossima volta prenderà anche il mio voto, ma prima voglio vedere I FATTI, NON PAROLE!  In questo caso gli altri partiti hanno i mesi contati, a meno che anche loro non inizieranno a lavorare veramente per il bene del paese e del popolo sovrano, cosa che in più di 60 anni di Repubblica non hanno mai fatto. Il problema è che io non mi fido più di nessuno, neanche di Grillo & Casaleggio 5 Stelle, in quanto cè qualcosa dietro di loro che non mi convince affatto !


Oliviero Mannucci

Movimento Popolare di Liberazione Nazionale " Culo a Strisce"



HA VINTO L’INGOVERNABILITA’ PROGRAMMATA



di Gianni Lannes
Non c’è da gioire. Ora la fregatura è evidente anche a chi si è svegliato tardi dal letargo e ha votato in buona fede Grillo pensando al cambiamento, non rendendosi conto che il ragioniere (a sua volta controllato da Casaleggio) è un altro pupazzo (consapevole o  meno, non ha importanza) dello zio Sam.

Dunque, Italia allo sbaraglio calcolato a tavolino. Confusione, paralisi, compromessi di infimo profilo: ecco cosa si profila all’orizzonte tricolore. A Washington, però, hanno brindato al brillante risultato ben pianificato, ottenuto senza colpo ferire nel 51° Stato a stelle e strisce, annesso senza plebiscito, ma grazie agli accordi segreti di Cassibile ed al BIA del 1954. Casa Bianca, Di Dipartimento di Stato, Cia e Pentagono mantengono sotto le proprie grinfie lo Stivale, al pari delle multinazionali del crimine e dei mafiosi della finanza, a partire da Rockefeller e Rothshild.
Il comune denominatore generale: tutti fedeli servitori del padrone USA (e getta), a partire da mister Grillo che nel 2008 aveva segretamente incontrato l'ambasciatore Ronald Spogli (vedi rapporto a Washington). L’Europa dei banchieri che sta mettendo in ginocchio il Belpaese non si mette in discussione, alla stregua della Nato e dell’occupazione militare nordamericana della Penisola, imbottita di basi militari (compresi ordigni nucleari e chimici). Alcuni temi elusi: il signoraggio bancario (responsabile dell’enorme debito pubblico) e la giustizia sociale.
Vittoria di Pirro - Non stappa lo spumante il Partito democratico che si fa rimontare dall'impresentabile  piduista Berlusconi. I dati ufficiali nudi e crudi. Più di un quarto del popolo italiano non ha votato o ha consegnato scheda bianca e/o nulla. Al Senato senza maggioranza, mentre alla Camera grazie alla legge truffa, il centro-sinistra si aggiudica il “premio di maggioranza” (un centinaio di seggi in omaggio che però, non corrispondono ai voti reali).  

Il partito su misura di Beppe Grillo (M5S) raccoglie il voto di protesta: già pronto l’inciucio con Bersani, Monti e Vendola, più Casini (al governo con i decimali). Il 15 aprile si eleggerà il nuovo Presidente della Repubblica: vale a dire Giuliano Amato, responsabile in prima persona della svendita del patrimonio pubblico ai criminali della finanza speculativa anglo-americana-sionista (alla voce Britannia, anno 1992). L’unica buona notizia: rottamati Fini, Di Pietro, Buttiglione, Binetti e, qualche altro parassita della casta.
Il mantra del candidato premier Grillo: «Devono arrendersi e uscire dal Parlamento con le mani in alto. O si arrendono subito o fra sei mesi -1 anno. Siamo un movimento costituzionale. Io sono un portavoce, io sono un garante». Incredibile: uno che sproloquia di legalità e di onestà, quando - oltre a turlupinare tanti, troppi fessi - ha usufruito nel 2003 del condono tombale offerto da Berlusconi. Grillo non è stato eletto democraticamente garante di M5S, ma si è autonominato, anzi imposto senza discussione. E poi ha mentito sulla sua candidatura a premier: infatti si è candidato. Affidereste la spazzatura da buttare nel cassonetto ad un soggetto simile? Del resto i volenterosi parlamentari di M5S (“dilettanti allo sbaraglio”) rispondono al capo anche per uno sbadiglio, non contano nulla per volere del ventriloquo. In ogni caso, qualcuno li informi che il Parlamento è stato esautorato da parecchi lustri e il loro programma (un copia-incolla) è semplicemente ridicolo (Stiglitz o non premio Nobel).
Vendola, il gay trombato alle primarie del Pd, con lo striminziato Sel apre in tv alla perversa trattativa direttamente a Grillo, perché giustamente il Movimento 5 Stelle, è solo un paravento. Vale a dire al padrone notarile del nuovo partito della Casa Bianca. Se il primo obiettivo dichiarato e scritto è l'eliminazione dei partiti, M5S accetterà di entrare nel sistema dei vituperati partiti?
Male oscuro (l’analisi di Elio Rossi) - «Per offrire un bersaglio al malcontento e nello stesso tempo continuare a intercettare il voto popolare, i professionisti del potere si sono divisi in fazioni che si scambiano accuse reciproche sulle cause del cattivo funzionamento del sistema. In questo modo il gruppo evita la dispersione del voto e garantisce ai propri membri la sopravvivenza, alimentando ogni giorno il rimpallo di responsabilità in televisione per dividere gli elettori in due o tre grandi fazioni, ognuna convinta che tutti i mali siano causati dall’avversario. Mi sono sempre divertito a guardarli prima di andare in onda, questi nemici per professione: mi chiedo quali siano i loro pensieri in camerino, mentre chiacchierano amabilmente tra loro… I telespettatori si dividono e si arrabbiano con una parte o con l’altra, e a  nessuno viene in mente di cacciare via l’intero gruppo... Grazie a questa dinamica il voto popolare non è mai contro il sistema ma è sempre organico a esso. Per ottenere questo risultato, ogni giorno, il gruppo mette in scena una rissa al proprio interno e polarizza il consenso dell’elettorato. I toni della lite diventano sempre più offensivi e volgari, gli insulti più minacciosi, i contenuti oltraggiosi, affinché  gli elettori si confondano in un crescendo di indignazione e perdano di vista il quadro di insieme. Più lo scontro è violento e più gli elettori s’illudono che il loro voto sia decisivo per le sorti del sistema, mentre in realtà accade l’esatto contrario: il gruppo egemone blinda il sistema e impedisce la nascita di qualsiasi movimento politico che provenga dal basso, cioè dal popolo. Naturalmente   tra un turno elettorale e l’altro il gruppo torna a occuparsi di quel che gli sta più a cuore. Esso infatti è formato da commensali affamati pronti a darsi battaglia quando il nemico comune non è alle porte e quindi percorso da frequenti lotte intestine di varia intensità, perché ogni potente tenta di accaparrarsi nuove fette di ricchezza e di potere sottraendole ad altri. Se solamente si sollevasse la cortina fumogena formata da questo scontro alimentato ad arte, la realtà sarebbe sotto gli occhi di tutti. E sarebbe evidente il fatto che l’intero gruppo dei potenti è il principale responsabile del declino politico ed economico dell’Italia. A quel punto sarebbe cacciato via a furor di popolo perché le sue responsabilità sarebbero evidenti a tutti. E invece il ricambio ai vertici del potere non avviene, perché il sistema assegna un vantaggio smisurato a chi ha l’egemonia e costringe gli ultimi arrivati a rimanere in sala d’aspetto, in attesa di essere cooptati dal gruppo dei potenti. La classe dirigente è dunque selezionata dall’alto, mentre dal basso è soltanto legittimata. L’unica soluzione consiste nello spazzare via l’intero gruppo di potere e cambiare le regole. Ma per poter raggiungere questo risultato, gli elettori non dovrebbero farsi più ingannare dalle liti orchestrate da finte fazioni in lotta tra loro e, dovrebbero invece voltare le spalle a chi comanda. Dovrebbero trovare la forza di smascherare il gioco dei professionisti del potere compiendo una rivoluzione delle menti. E invece non accade nulla, perché gli elettori sono all’oscuro di quel che avviene dietro le quinte, sulla scena del potere».
Illusioni a caro prezzo - Serpeggia il malcontento. E allora cosa ti escogita il sistema di potere per difendersi? Colloca anzitempo sulla scena politica un "paladino" a chiacchiere morte e sepolte, un antisistema ad aria fritta, un finto salvatore della Patria. Ora lo spettacolo è ormai provvisto di personaggi che sono a pieno iscrivibili in un gioco di ruolo, quelli che hanno formato negli anni Casaleggio e che ora, il “messia” del M5S vuole riproporre nella finta competizione per il dominio dell'Italia. Beppe Grillo, artatamente plasmato dal suo burattinaio Casaleggio, ama il ruolo soteriologico del Redentore.  Un “Gesù Cristo” pop che non manca nessuna delle performances alle quali il ruolo di icona moderna si assoggetta. E' il duce sportivo, capace di forgiare il suo corpo per qualsiasi impresa, e così solca lo Stretto di Messina.  E' la nuova rock star che si getta sulla folla, è il predicatore furente che scansa qualsiasi contraddittorio pubblico per evitare di andare platealmente al tappeto. Prima o poi queste contraddizioni, incingruenze e falsità saranno evidenti anche ai ciechi.

Previsioni azzeccate - Il 17 febbraio avevo scritto su questo diario internautico, nell'approfondimento intitolato "Elezioni truccate", esattamente così: 

«Io, grillina responsabile penso a un governo stabile» titola La Repubblica (edizioni di Bologna) il 12 febbraio 2013. Così  mentre il capo comico Grillo arringa le folle e ne spara di tutti i colori, annunciando fuoco e fiamme contro gli avversari (per finta) , ecco l’apertura al dialogo di Michela Montevecchi, capolista al Senato del Movimento 5 Stelle. «Non credo che faremo cadere il governo». Secondo il predicatore affarista, invece, in caso di mancata maggioranza a palazzo Madama bisognerà tornare alle urne. Il testo dell’intervista non lascia spazio a dubbi. Ecco le dichiarazioni testuali:

«"Lei mi chiede se ci prenderemmo la responsabilità di far cadere oppure no un governo? Io credo di no, siamo tutte persone di buon senso". Così la capolista del Movimento 5 Stelle al Senato per l’Emilia Romagna, Michela Montevecchi, ai microfoni di Radio Città del Capo, nello stesso giorno in cui Silvio Berlusconi ha prefigurato un analogo scenario. "Larghe intese? Non credo che al Senato abbiano bisogno di noi - ha detto il Cavaliere a proposito di un futuro governo del PD, con una maggioranza risicata al Senato -. Nel Movimento 5 stelle la sinistra può trovare candidati di sostegno". Montevecchi, la cui elezione è praticamente scontata stando a tutti i sondaggi, potrebbe essere una di questi. Anche perché non crede affatto che il prossimo governo durerà poco, come invece sostiene il suo "leader" Beppe Grillo ("Tra sei mesi si torna a votare"). "Io mi aspetto una presa di responsabilità per fare in modo che il governo duri il più a lungo possibile - ha detto invece Montevecchi alla radio -. Siamo in una fase di crisi profonda, dovremo mettere da parte le nostre ideologie, sacrificare qualcosa tutti quanto e venirci incontro". Peraltro, aggiunge, "neanche Grillo ha mai detto di augurarsi che il governo cada"».
Il popolo sovrano solo sulla carta (la Costituzione infatti è stata congelata dal Trattato di Lisbona entrato in vigore il primo gennaio 2009), ancora una volta è stato ingannato ed illuso.

La farsa continua. Basta voti a perdere, traditori della patria e venduti al miglior offerente. Sveglia, prima che sia troppo tardi. Ci vuole una rivolta che parta realmente dal basso, senza piloti stranieri occulti o palesi.




il rapporto USA su Grillo (tenuto nascosto all'opinione pubblica):

http://www.lastampa.it/rw/Pub/Prod/PDF/4aprile2008.pdf 


Elezioni truccate (anticipazione del 17 febbraio 2013)

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/02/elezioni-truccate_5431.html 

Fonte


Commento di Oliviero Mannucci: Alla luce di quanto detto sopra e dei documenti qui sopra linkati, pubblico in data 13 Marzo 2013 l'articolo sottostante: 

Ambasciatore Usa: "Giovani, agite come il M5S", il Pd polemizza, "Inopportuno"  


(AGI) - Roma, 13 mar. - "Voi giovani siete il futuro dell'Italia. Voi potete prendere in mano il vostro Paese e agire, come il Movimento 5 Stelle, per le riforme e il cambiamento". Lo ha affermato l'ambasciatore Usa, David Thorne, parlando oggi a Roma agli studenti del Liceo Visconti di Roma in occasione della giornata dell'orientamento professionale. Le parole di Thorne sono state riprese dal blog di Beppe Grillo e hanno sollevato polemiche da parte del Pd. "Le mie parole hanno suscitato interesse - ha risposto in un tweet successivo Thorne -. L'uso dei new media e' positivo per il sistema politico italiano". "Quello che trovo interessante - ha aggiunto Thorne - e' vedere come influiranno i grillini, che non vogliono essere chiamati cosi': ne abbiamo incontrati molti, sono seri, giovani, si organizzano completamente sul web, non vogliono prendere soldi pubblici". L'ambasciatore americano ha richiamato quindi l'attenzione sul fatto che "il movimento di riforme non viene dall'alto ma dal basso, questo e' un segnale incoraggiante - ha aggiunto - non facile, ma e' positivo il fatto che i giovani italiani chiedano il cambiamento".
  Rivolgendosi agli studenti, l'ambasciatore ha ribadito che "voi giovani siete il futuro dell'Italia, tocca a voi agire per il cambiamento del vostro Paese". "So che ci sono problemi e sfide in questo momento - ha concluso - problemi con la meritocrazia, ma voi potete prendere in mano il vostro Paese e agire, come il movimento Cinque Stelle, per le riforme e il cambiamento".
  Immediata la reazione polemica da parte del Pd. "Stiamo vivendo giorni delicati e forieri di decisioni importanti per il futuro del nostro Paese - afferma il responsabile Esteri, Pistelli -.
  Di tutto si sente il bisogno fuorche' di parole francamente inappropriate, anche se pronunciate da amici del nostro Paese, come quelle dette stamani dall'ambasciatore americano".
  Pistelli prosegue: "I giovani sono sicuramente il fattore decisivo del futuro dell'Italia - conveniamo con lui - sia che abbiano votato Berlusconi, Monti o Movimento 5 Stelle, tutte soluzioni variamente auspicate, a seconda dei momenti e dei tempi, dalle parti di via Veneto. Sia pure che abbiano votato per il Partito Democratico, aggiungiamo noi. Ma in questi giorni sara' utile che parlino solo le forze politiche italiane e le istituzioni repubblicane, non gli osservatori stranieri che sono tenuti a svolgere un altro compito".




Fonte
 

lunedì 25 febbraio 2013

Elezioni 2013 affluenza alle urne: 75% alle 15


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L’affluenza alle urne per le elezioni 2013 è in calo rispetto ai dati della precedente consultazione elettorale. E’ il dato che emerge alla fine delle votazioni, con l’ultimo aggiornamento effettuato sulla base delle rilevazioni alle ore 15 di lunedì 25 febbraio, al termine delle elezioni. Con la chiusura dei seggi i numeri sono molto chiari e ci indicano un calo rispetto alle elezioni del 2008. Per la Camera dei Deputati ha votato il 74,98% degli aventi diritto, in calo rispetto alla volta precedente, quando la percentuale era dell’80,70%. Per quanto riguarda il Senato, il dato è molto simile, visto che l’affluenza alle ore 15 di oggi si attesta al 75,01%, contro l’80,65% delle precedenti elezioni. Un dato in calo, quindi, che ancora una volta fa pensare all’astensionismo sempre più diffuso in tutta Italia.
L’ultimo aggiornamento relativo alla giornata di domenica 24 febbraio sull’affluenza alle urne alle 22, con la chiusura dei seggi, indicava il 55,17% degli aventi diritto. Il dato conferma il netto calo di quasi 7 punti rispetto alle consultazioni del 2008 quando alla stessa ora votò il 62,55% degli aventi diritto: la tendenza era chiara anche dagli altri due aggiornamenti emessi nel corso della giornata dal Viminale.
Sul voto potrebbe aver pesato anche il maltempo che si è abbattuto sulla Penisola, ma non è certo l’unica causa: in Lombardia infatti, dove nevica dalle prime ore della domenica, il dato sul voto regionale è stato in netto aumento rispetto alle ultime consultazioni. Emilia Romagna e Veneto sono le regioni con la maggior affluenza alle urne (65,05% e 64,56%): fanalino di coda la Calabria dove ha votato il 40,57%, seguita da Campania 1 (43,35%) e Sardegna (43,57%).
Nel corso di tutta la prima giornata del voto i numeri sull’affluenza hanno visto un calo rispetto alle politiche del 2008. Il secondo aggiornamento dei dati sull’affluenza alle 19 indicava il 46,8 % degli aventi diritto, confermando il calo rispetto alle consultazioni del 2008 quando alla stessa ora si registrò il 49,21%. Quasi 3 punti percentuali in meno ma con numeri diversi da regione a regione. Alcune regioni mantengono un’affluenza in linea con i dati delle ultime politiche come il Piemonte (50,94% contro il 49,07%), il Veneto (nelle due circoscrizioni il dato è quasi identico al 2008) e l’Emilia Romagna che è la regione con la più alta affluenza (58,74%).
Bene le regioni dove ci sono state le regionali: la Lombardia per le politiche registra il 54,24% nella circoscrizione 1 ma con un netto calo rispetto al 2008, con punte di 7 punti percentuali in Monza e Brianza dove i votanti alle 19 sono il 52,85% contro il 59,33% del 2008. I dati di minor affluenza si registrano al Sud. La Calabria, la Campania (circoscrizione 1) e la Sicilia sono le regioni in cui si sta votando meno: il dato alle 19 è rispettivamente del 31,46%, del 33,66% e del 34,93%.
Il calo generale era già evidente dai primi dati dell’affluenza alle urne per le elezioni politiche 2013: alle 12 ha votato il 14,94% degli aventi diritto per la Camera (i dati del Senato si avranno solo a seggi chiusi). Il dato definitivo mostra un leggero calo rispetto alle politiche del 2008 quando, alle 12, si registrò l’affluenza del 16,51%.
Si votava per la Camera dei Deputati (scheda rosa) e per il Senato (scheda gialla). In tre regioni, Lombardia, Lazio e Molise, si votava anche per il rinnovo dei componenti del Consiglio regionale e per la scelta del Presidente. In questo caso gli elettori avevano a disposizione una terza scheda, di colore verde.
Domenica 24
ore 12
Domenica 24
ore 19
Domenica 24
ore 22
Lunedì 25
Camera ore 15
Italia 14,94%46,79 %55,17 %74,98%
Piemonte 1 15,40%50,94 %60,14 %78,26%
Piemonte 2 15,61%49,30%56,23 %75,99 %
Lombardia 1 17,76%53,53 %60,66 %80,14 %
Lombardia 2 17,79%52,83 %59,19 %79,95 %
Lombardia 3 17,27%52,86%60,49 %79,50 %
Trentino-Alto Adige 16,46%53,82%61,92 %80,96 %
Veneto 1 18,71%56,72 %64,56 %82,63 %
Veneto 2 18,22%54,30 %61,57 %80,21 %
Friuli-Venezia Giulia 17,98%49,88%56,32 %77,18 %
Liguria 19,20%49,97 %55,34 %75,08 %
Emilia Romagna 20,41%58,58 %65,05 %81,95 %
Valle d’Aosta 17,67%49,90 %57,21 %77,10 %
Toscana 17,17%53,93 %60,81%79,13 %
Umbria 15,49%51,62%59,07 %79,50 %
Marche 15,63%51,13 %60,23 %79,82 %
Lazio 1 15,58%48,65%58,54 %78,28 %
Lazio 2 13,22%44,98 %53,42 %77,39 %
Abruzzo 12,48%44,96 %54,08%75,89 %
Molise 12,33%41,90 %52,59 %78,04 %
Campania 1 10,80%33,94 %43,35 %64,68 %
Campania 2 10,39%37,48 %47,98 %71,32 %
Puglia 11,62%36,62%47,66 %69,86 %
Basilicata 9,71%35,82 %47,08 %69,52 %
Calabria 8,07%31,46 %40,57 %63,09 %
Sicilia 1 9,26%34,93 %44,90 %62,78 %
Sicilia 2 10,61%36,07 %46,85 %66,13 %
Sardegna 12,49%37,13 %44,57 %68,18 %


In totale, per la Camera dei Deputati, sono 47.011.309 gli elettori in tutta Italia, di cui 22.569.269 maschi e 24.442.040 femmine. Per il Senato sono chiamati al voto 43.071.494 elettori, di cui 20.547.324 maschi e 22.524.170 femmine. Le sezioni sono 61.597.
Anche i principali esponenti politici hanno votato. Il primo è stato Mario Monti, a Milano. Roberto Maroni è andato al seggio a Lozza, in provincia di Varese. Il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, ha votato a Piacenza, mentre a Roma ha votato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha ricordato che quello che c’è scritto nella Costituzione è molto chiaro e quindi “non c’è bisogno di appelli al voto”.
Ha votato anche Silvio Berlusconi, in un seggio di Milano. Qui il Cavaliere è stato oggetto di una contestazione. Tre ragazze, attiviste del movimento Femen, si sono infatti spogliate all’arrivo del leader del PdL, protestando contro Berlusconi. Le giovani sono state portate in Questura perché hanno opposto resistenza all’arresto.

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Crolla l’affluenza alle urne: - 7,38%


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POLITICA - Alla Camera, alle 22 percentuale del 55,17% rispetto al 62,55% del 2008. Marcata crescita di votanti invece alle regionali di Lazio, Lombardia e Molise. Oggi seggi aperti dalle 7 alle 15
Disinteresse da parte dell’elettorato o forse solo le asprezze del clima invernale hanno condizionato l’affluenza alle urne, in netto calo rispetto al 2008. Solo alla chiusura dei seggi, alle 15 di oggi si potranno trarre le giuste conclusioni. Al momento il dato riferito alla chiusura dei seggi, alle 22 di domenica dimostra che un crollo evidente c’è stato: meno 7,38 %. Sono andati a votare per la Camera 55 elettori su 100 (55,17% per la precisione). Alla stessa ora, cinque anni fa, l'affluenza era stata del 62,55%. 
Nel 2008 le urne si chiusero con un’affluenza dell'80,5%. Se non interverranno cambiamenti prima della chiusura definitiva delle urne, in prospettiva ‘sic stantibus rebus’ l’affluenza si attesterebbe poco sotto il 75%. Tra le più basse della storia della Repubblica. In controtendenza invece è il dato delle regionali. Per Lombardia, Lazio e Molise il dato complessivo delle 22 è stato del 55,71%. Nelle precedenti elezioni era 46,86%. Dunque la differenza è di  + 9  punti percentuali.
Ieri il premier uscente Mario Monti aveva votato a Milano, con la moglie Elsa alla scuola elementare di piazza Sicilia. A Piacenza il segretario Pd Pier Luigi Bersani si era presentato al seggio dopo le 11, mentre Antonio Ingroia ha votato a Palermo. Sempre a Milano Silvio Berlusconi ha dovuto fronteggiare la protesta di Femen. Tre attiviste si sono denudate con tanto di scritta su petto e schiena 'Silvio Basta'. Sono state subito portate in questura dalle forze dell'ordine.
Movimento 5 Stelle si è ritrovato al centro di un caso on line.  Su Facebook e Instagram sono circolate foto di schede elettorali con tanto di contrassegno sulla casella del Movimento 5 Stelle. Contestazione del Movimento a Grosseto, dove gli scrutatori sono stati costretti a sostituire le matite copiative non ritenute a norma. Infine il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e ‘first lady’ hanno votato a Roma, nel quartiere Monti.




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domenica 24 febbraio 2013

Elezioni 2013: sondaggi aggiornati





La campagna elettorale per le elezioni 2013 è terminata. Dalla mezzanotte di venerdì 22 febbraio 2013, infatti, le forze politiche in campo non possono più illustrare i loro programmi, rilasciare dichiarazioni, partecipare a comizi. È il cosiddetto silenzio preelettorale. Si vota domenica 24 e lunedì 25 febbraio. Domani le urne saranno aperte dalle ore 8:00 alle ore 22:00, mente lunedì le operazioni di voto si svolgeranno dalle ore 7:00 alle ore 15:00.
Secondo gli ultimi sondaggi segreti in mano ai dirigenti del Pd, al Senato la lista Scelta Civica con Monti non sottrarrebbe voti al centrodestra (Pdl, Lega Nord etc.). «I dirigenti del Pd si sono guardati in faccia con un certo sconcerto, l’altro giorno, quando hanno esaminato i dati segretissimi forniti loro dai sondaggisti», scrive Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera. «Per forza. Quelle cifre hanno confermato tutti i loro timori: lì dove il Partito democratico va bene, il listone del premier è in affanno. Ergo: non è al centrodestra che il premier toglie i voti. Perciò, detto in parole povere, un Monti che non riesce a fare argine nei confronti delle truppe berlusconiane rischia di servire poco o niente al centrosinistra», evidenzia Meli. Perché al Senato, per governare, la coalizione Bene Comune guidata da Pier Luigi Bersani ha bisogno di 15-20 senatori eletti con Scelta Civica con Monti. Nelle Regioni chiave, «i montiani rischiano di essere ininfluenti», aggiunge Meli. Stando sempre ai sondaggi visionati dai leader del centrosinistra, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo sarebbe il secondo partito, dietro al Pd e davanti al Pdl. Dette indiscrezioni sembrano trovare conferma nei risultati (camuffati) forniti da YouTrend e NotaPolitica.
Dai sondaggi segreti e da quelli clandestini alle scommesse. Con i bookmaker che danno favorito Pier Luigi Bersani, candidato premier della coalizione di centrosinistra (Pd, Sel, Centro Democratico, Partito Socialista Italiano). L’agenzia Paddy Power, riferisce Agipronews, offre a 1,13 la presidenza del Consiglio al segretario del Pd, ma è probabile che, per rendere solido il proprio governo, debba scendere a patti. Il più accreditato per una possibile alleanza in Parlamento è Monti, prosegue Agipronews. Secondo i bookmaker, Scelta Civica con Monti non raggiungerà il 14% (ipotesi a 1,80).
Sondaggi, scommesse, ma anche l’indice di popolarità su Internet. Con Tiscali Netsentiment, piattaforma di analisi che rileva in tempo reale le menzioni pubblicate online sui candidati utilizzando le fonti pubbliche disponibili. Fra queste, Facebook, Twitter, blog, forum e news. L’indice di popolarità, spiega Tiscali, è calcolato in funzione di tre parametri: il numero di menzioni rilevate sul candidato negli ultimi sette giorni; il social impact di ogni singola menzione (condivisione, live, retweet etc.); il sentiment (positivo, negativo o neutro) espresso nel post nei confronti del candidato. I risultati prodotti per il Netsentiment non sono assimilabili a sondaggi elaborati su un campione statisticamente rappresentativo e non indicano le intenzioni di voto. Nel momento in cui si scrive, le percentuali Netsentiment sono le seguenti:

25,84% per Beppe Grillo (Movimento 5 Stelle); 

21,60% per Silvio Berlusconi (Pdl); 

18,75% per Pier Luigi Bersani (Pd); 

17.01% per Mario Monti (Scelta Civica); 

12,10% per Oscar Giannino (Fare per fermare il declino); 

4.70% per Antonio Ingroia (Rivoluzione Civile).

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giovedì 21 febbraio 2013

Partiti politici, non credete alle loro promesse! Solo parole, parole, parole....!



Protesta in Regione: 200 "normali terremotati" ricevuti da Errani

E' in corso una manifestazione davanti ai palazzi di viale Aldo Moro per mettere in luce le problematiche legate alla ricostruzione dopo il sisma dello scorso maggio


Sono circa 200 cittadini "normali terremotati" dell'Emilia-Romagna stanno manifestando di fronte alla sede della Regione per portare il disagio che stanno vivendo a quasi nove mesi dal sisma di maggio. La protesta, senza insegne politiche, è nata dall'iniziativa del comitato 'Finale Emilia terremotata protesta' ma ha aggregato cittadini da quasi tutti i paesi del cratere: "La manifestazione è organizzata da normali terremotati, l'adesione di eventuali personaggi pubblici deve essere vista come protesta dei signori stessi verso un immobilismo istituzionale talmente marcato da far alzare in piedi un popolo laborioso e tranquillo come quello Emiliano .Tanto dovevamo" fanno sapere i manifestanti su Facebook.
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ANCHE IL SINDACO DI FINALE EMILIA. Tra loro anche il primo cittadino di Finale, Fernando Ferrioli, e di Sant'Agostino, Fabrizio Toselli. Una delegazione é stata ricevuta dal presidente della Regione e commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani.
"Comunque andrà sarà un successo! - scrivono sempre su Facebook - Il 21 gennaio ci siamo trovati in 10, senza forza e speranza, ora alla vigilia della manifestazione di Bologna grazie a voi, gente comune come noi che ci avete dato fiducia da subito ed in breve tempo siamo diventati tanti, abbiamo lavorato molto, girato in molte piazze e preparato insieme a validi tecnici un documento che consegneremo domani al commissario, che è il nostro vanto . E' chiaro e sintetico, ma punta nella direzione giusta: sbloccare la macchina infernale burocratica che ha fermato tutto. Noi delle proposte ne abbiamo diverse. L'unico rammarico è quello di non essere riusciti a coinvolgere Rovigo e Mantova province terremotate come le nostre".


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Fondi sociale, 110 mila euro mai arrivati a L'Aquila. Durante e Di Nicola: "Gatti faccia qualcosa"

Fondi sociale, 110 mila euro mai arrivati a L'Aquila. Durante e Di Nicola: "Gatti faccia qualcosa"

"Siamo tornati a sollecitare l'attenzione e l'iniziativa dell'assessore regionale alle Politiche sociali Paolo Gatti in merito alla gravissima questione della mancata erogazione, da parte dell'ente regionale, dei fondi per la non autosufficienza".
Lo annunciano i consiglieri comunali dell'Aquila Adriano Durante e Giuliano Di Nicola.
"Si tratta di circa 110mila euro relativi all'annualita' 2012, che riguardavano circa 100 cittadini aquilani in condizioni di non autosufficienza che non sono stati trasferiti al Comune, senza una spiegazione e senza ulteriori chiarimenti circa il futuro di questi contributi".
"Ricordiamo - rilevano i consiglieri - che si tratta di fondi essenziali, destinati a persone in gravi difficolta', rese ancora piu' aspre dal terremoto, spesso sole, anziane e con redditi bassi. Cittadini lasciati soli, con le rispettive famiglie, e gettati nella piu' totale incertezza circa il futuro. Alle precedenti sollecitazioni non abbiamo avuto risposta, per questa ragione, come presidente e come vice presidente della Commissione consiliare Politiche sociali, siamo tornati a segnalare in una nota la questione all'assessore, cui abbiamo chiesto un incontro, da convocare con cortese sollecitudine. Confidiamo, data la delicatezza e l'urgenza del problema, in un'adeguata attenzione da parte della Regione Abruzzo".

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Abruzzo/Terremoto, alberghi aquilani in ginocchio: «niente rimborsi, rischiamo chiusura»

Da loro gli sfollati ma le fatture non sono state ancora saldate


L'AQUILA. Gli alberghi aquilani che hanno ospitato e ancora ospitano i cittadini terremotati sono «a rischio chiusura a causa degli ormai annosi ritardi nel pagamento delle fatture».
A lanciare l'allarme è Federalberghi Confcommercio L'Aquila sottolineando come ad oggi risultano sospesi il saldo di dicembre 2010, il saldo dell'intero anno 2011 e del mese di gennaio 2012 e, nonostante le rassicurazioni, non è stato fatto alcun passo in avanti per venire incontro alle esigenze degli albergatori che si trovano ad affrontare gravissime difficoltà economiche causate, nella maggior parte dei casi, da forzate anticipazioni, anche a mezzo di fidi bancari, per poter sostenere le spese quotidiane.
«Ci erano stati preannunciati i pagamenti al 28 febbraio - si legge nella nota di Federalberghi locale - ora abbiamo saputo che forse arriveranno nel mese di marzo e a questo punto ci chiediamo se la ragione del ritardo sia dovuto a un rimbalzo di responsabilità o alla mancanza di fondi. Siamo ormai giunti al limite e chiediamo con forza che il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, dia una immediata risposta, in termini concreti, alle molte aziende che chiedono semplicemente il rispetto degli impegni assunti e la possibilità, una volta per tutte, di poter uscire da un circolo vizioso che mette in serio e imminente pericolo la loro stessa sopravvivenza».
Gli albergatori chiedono quindi «chiarezza». «Pretendiamo, perché ne abbiamo il diritto - dicono - di sapere con certezza i termini entro i quali la Regione effettuerà la liquidazione dei pagamenti dovuti».
L'ultimo accordo siglato dalle Associazioni di categoria risale al 2 Luglio 2012 in base al quale sarebbero stati erogati: saldo dei mesi di settembre, ottobre e novembre 2010, anticipo del 75% delle mensilità di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2011, anticipo del 75% del mese di gennaio 2012, riferisce l'Associazione di categoria.


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CARCERI: CUCCO, DATI DENOTANO SITUAZIONE GRAVE E POLITICA ASSENTE 

 

(AGENPARL) - Roma, 20 feb - "I dati diffusi dal Garante regionale dei detenuti del Lazio insieme a CGIL FP confermano, purtroppo, una situazione ben conosciuta dai radicali che da tempo visitano le carceri italiane e denunciano assenza di politiche, di interventi e di scelte da parte di chi ha potere di intervenire a tutti i livelli, da quello nazionale a quello locale. Questo vale anche per la situazione delle persone lgbt, ed in particolare per la situazione delle persone transessuali detenute, che vivono, molto spesso, situazioni di degrado ed emarginazione anche maggiori degli altri".
Questo il commento di Enzo Cucco, presidente Associazione radicale Certi Diritti, al rapporto sulla situazione delle Carceri nel Lazio firmato dal Garante dei Diritti dei Detenuti e la Cfil Fp. 
"In particolare - prosegue il presidente di Certi Diritti - i principali problemi esistenti sono quelli connessi alle difficoltà di continuazione delle terapie necessarie per le persone transessuali in transizione (ma spesso anche per le persone sieropositive) e situazioni di pericolo per la sicurezza personale. Da molto tempo le associazioni lgbt e la nostra chiedono interventi mirati e concreti. Ma nulla è stato realizzato. Presso il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria giace da almeno due anni uno studio proprio sulla situazione delle persone transessuali nelle carceri italiane, che documenta situazioni ben conosciute dalla nostra associazione. Studio che avrebbe dovuto generare Linee guida di intervento specifiche per le persone transessuali, indicazioni perchè la sanità pubblica risponda alle necessità sanitarie e interventi strutturali per gli spazi. Nulla di tutto questo è stato fatto, ne dal Governo e dai suoi organismi ne dalle Regioni che, lo ricordiamo, sono responsabili per la sanità. Anche i cosiddetti reparti speciali sono chimere, e laddove sono stati realizzati veri e propri ghetti che hanno solo isolato le persone transessuali dal resto della vita carceraria".
"Quando le istituzioni si decideranno ad intervenire su questa vicenda sarà sempre troppo tardi", conclude la nota.




Piovani su situazione ospedali italiani

'Stato piu' attento a salute delle banche che dei cittadini'

(ANSA) - ROMA, 26 GEN - ''Abbiamo avuto uno Stato che si e' occupato ultimamente un po' piu' della salute delle banche che della salute dei cittadini''. Cosi' il compositore Nicola Piovani e' intervenuto nel corso di un concerto tenutosi all'interno dell'ospedale romano Forlanini, nell'ambito dell'iniziativa 'Sguardi oltre', il cui obiettivo e' realizzare eventi culturali negli spazi del nosocomio. ''Gli ospedali sono uno dei primi segni sui quali si misura la civilta' di un paese'', ha aggiunto il premio Oscar.

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Istat: in Italia 8 milioni di poveri. Disoccupazione record

Il rapporto Noi Italia dell'Istat e i dati Rete imprese fotografano un Paese in gravi difficoltà. Il 38% di chi non ha un lavoro non lo cerca

 ROMA - Nel 2011 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono l'11,1%: si tratta di 8,2 milioni di individui poveri, il 13,6% della popolazione residente. È quanto rileva l'Istat nel rapporto 'Noi Italia', aggiungendo che la povertà assoluta coinvolge il 5,2% delle famiglie, per un totale di 3,4 milioni di individui . Guardando al 2010, fa sapere sempre l'Istat, circa il 57% delle famiglie residenti in Italia ha acquisito un reddito netto inferiore a quello medio annuo (29.786 euro, circa 2.482 euro al mese). In Sicilia si osserva la più elevata diseguaglianza nella distribuzione del reddito e il reddito medio annuo più basso (il 28,6% in meno del dato medio italiano).

Disoccupati. Nel 2011 in Italia è occupato il 61,2% della popolazione di 20-64 anni, solo un decimo di punto in più rispetto al 2010. Nella graduatoria europea, solamente Ungheria e Grecia presentano tassi d'occupazione inferiori. Guardando alle donne, le occupate sono solo il 49,9%. La disoccupazione di lunga durata, che perdura cioè da oltre 12 mesi, ha riguardato, nel 2011, il 51,3% dei disoccupati nazionali, il livello più alto raggiunto nell'ultimo decennio. Nel 2011 il tasso di disoccupazione giovanile italiano (15-24 anni) è al 29,1%, in aumento per il quarto anno consecutivo e superiore a quello medio dell'Unione europea (21,4%).

Inattivi. Nel 2011 il tasso d'inattività tra i 15 e 64 anni è al 37,8%, valore tra i più elevati d'Europa, con l'Italia battuta solo da Malta. Particolarmente elevata è l'inattività femminile (48,5%). Sono considerati inattivi coloro che né sono occupati né sono in cerca di un lavoro.

Popolazione anziana. In Italia ci sono 147,2 anziani ogni cento giovani: è quello che si chiama «indice di vecchiaia», e in Europa solo la Germania presenta un indice più accentuato del nostro. La Liguria si conferma la regione più anziana, mentre la Campania, con un indice per la prima volta superiore a 100, la più giovane. L'Italia presenta una crescita naturale della popolazione leggermente negativa ed è agli ultimi posti in ambito europeo, vicino alla Grecia e al Portogallo; viceversa, l'aumento dovuto ai fenomeni migratori è significativo e colloca l'Italia ai primi posti della graduatoria dei paesi più «attrattivi». La vita media delle donne è di 84 anni e mezzo, quella degli uomini poco più di 79 anni, fra le più lunghe dell'Unione europea.

Livelli di istruzione e formazione sotto la media Ue. Nel 2011 il 44% circa della popolazione tra i 25 e i 64 anni ha come titolo di studio più alto la licenza di terza media, un valore molto distante dalla media Ue27 (26,6%), e fra i 18-24enni il 18,2% ha abbandonato gli studi prima di conseguire il diploma (43,5% tra i giovani stranieri), contro il 13,5% dei Paesi Ue. Il Belpaese resta indietro anche per quanto riguarda la spesa in istruzione e formazione, 4,5% del Pil nel 2010, valore più basso di quello dell'Ue27 (5,5%), e il livello delle competenze degli studenti: l'indagine Pisa dell'Ocse colloca il nostro Paese agli ultimi posti nella graduatoria dei 25 paesi Ue partecipanti alla rilevazione. Il 20,3% dei 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario (o equivalente), ma nonostante l'incremento che si osserva nel periodo 2004-2011 (+4,7 punti percentuali), la quota è ancora molto contenuta rispetto all'obiettivo del 40,0% fissato dalla strategia europea «Europa 2020». Nel 2011, infine, sono oltre due milioni i cosiddetti Neet, cioè i giovani tra i 15 e 29 anni non inseriti in un percorso scolastico e/o formativo né impegnati in un'attività lavorativa (il 22,7% del totale), un valore fra i più elevati in Europa. Significativa è anche la differenza di genere, con una percentuale del 20,1% fra i ragazzi e del 25,4% fra le ragazze.

Divorzi. Infine, l'Italia e l'Irlanda sono i paesi Ue con la più bassa incidenza di divorzi, rispettivamente 0,9 e 0,7 ogni 1.000 abitanti. Nel nostro Paese lo scioglimento per via legale delle unioni è tuttavia un fenomeno in costante crescita: tra il 2000 e il 2010 le separazioni sono aumentate da 12,6 a 14,6 e i divorzi da 6,6 a 9,0 ogni 10 mila abitanti.

 Fonte

 

E poi si potrebbe parlare dello Stato che fa fallire le imprese perchè non onora i pagamenti nei loro confronti. Si potrebbe parlare dei tagli alle scuole, alla ricerca in generale, i tagli alla sanità, al fatto che il Quirinale costa ogni anno di più ( più della Casa Bianca e L'Eliseo messi insieme), degli stipendi faranoici dei politici che sono ancora aumentati, delle migliaia di auto blu, di tutti gli scandali delle varie Regioni, Province e Comuni che si sono verificati e quelli che verranno prima o poi scoperti, del taglio alle quote di accompagnamento a chi ne ha veramente bisogno, e a tutti i ladrocini della nostra classe politica.

 

SE PENSATE DI LEGITTIMARE   ANCORA QUESTO STATO DI COSE ALLORA ANDATE A VOTARE, MA DOPO NON LAMENTATEVI! SE INVECE VI SIETE ROTTI I COGLIONI; FATE COME ME, NON LEGGITTIMATE PIU' QUESTI LA CLASSE POLITICA CRIMINALE ITALIANA A RUBARE AGLI ITALIANI E AD AFFOSSARE IL PAESE. NON VOTATE! ANCHE NON VOTARE E' UN DIRITTO, UNA PROTESTA NON VIOLENTA! MA PURTROPPO PENSO CHE IN UN FUTUTO NON MOLTO LONTANO SARA' NECESSARIO FARE UN AZIONE MOLTO PIU' INCISIVA PER MANDARE QUESTA CLASSE POLITICA CRIMINALE FUORI DAI COGLIONI!

 

Oliviero Mannucci

Movimento Popolare Liberazione Nazionale " CULO A STRISCE"

 




giovedì 14 febbraio 2013

SEMPRE PIU' VERSO LA DITTATURA DEL SUPER STATO EUROPEO!

di Gianni Lannes


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Altro che elezioni. Si perde tempo con Bersani, Vendola, Berlusconi, Monti & Grillo, Ingroia e Di Pietro. Centro, destra & sinistra: il risultato non cambia, perché sono marionette nella mani di un sistema di potere implacabile.

«Le nazioni dell'Europa dovrebbero essere guidate verso il superstato senza che i loro popoli sappiano cosa sta accadendo.
Ciò si può ottenere tramite passi successivi, ognuno mascherato da uno scopo economico, ma che porterà alla fine e irreversibilmente alla federazione» parola di  Jean Monnet, padre fondatore dell'Unione Europea.

Il Trattato di Lisbona è un crimine contro l’umanità: tra l’altro, sommato al trattato di Prum ed al trattato di Velsen, ha reintrodotto sotto mentite spoglie la pena di morte nel vecchio continente (alla voce NATO, ossia USA). Noto anche come Trattato di riforma, firmato per l’Italia da Romano Prodi e Massimo D’Alema (designati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) il 13 dicembre 2007 (entrato in vigore il primo dicembre 2009), ha apportato ampie modifiche al Trattato sull'Unione europea e al Trattato che istituisce la Comunità europea, ribattezzato Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Rispetto al precedente Trattato, quello di Amsterdam, esso abolisce i "pilastri" della democrazia popolare, provvede a togliere la sovranità del Popolo di tutti gli Stati membri e dà potere assoluto a banchieri ladri, criminali ed assassini. Capitolo finale: Eurogendfor, sotto il diretto controllo della NATO.

Mediante il  “Trattato di Lisbona” le carte costituzionali dei Paesi europei sono state annullate, compresa la Costituzione repubblicana promulgata nel 1948.
Di conseguenza: venuta meno la norma fondamentale su cui si reggeva la Repubblica italiana, c’è stato un golpe silenzioso, senza spargimenti di sangue ben prima che andasse in onda la farsa del governo di Mario Monti (già al soldo di banche e potentati segreti anglo-americani). Provate a chiedere lumi a qualche costituzionalista italico, semplicemente distratto. Il comico Benigni che interpreta la Costituzione a modo suo, ci fa o ci è? Chi l'ha assoldato per recitare un copione adulterato che non risponde alla realtà?

In Italia, a causa delle elezioni politiche anticipate e della volontà di alcuni gruppi parlamentari di non procedere alla ratifica a camere sciolte, nonostante un appello informale in questo senso fosse stato fatto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il disegno di legge presentato dal Governo Prodi II non fu votato. Il nuovo Governo Berlusconi IV ha dovuto quindi ripresentare un disegno di legge per procedere alla ratifica. Tale disegno di legge è stato in seguito approvato definitivamente dal Parlamento il 31 luglio 2008, promulgato dal presidente della Repubblica il 2 agosto 2008 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie Generale numero 185 dell'8 agosto 2008 (Supplemento Ordinario 188).

Anche nel Belpaese si è levata qualche autorevole ma sparuta voce di critica. L'ex ministro e insigne giurista Giuseppe Guarino, ordinario di diritto amministrativo all'Università di Roma, ha diffidato dal ratificare il trattato così com'è, perché esso codificherebbe un sistema di "governo di un organo" o "organocrazia". Il professor Guarino ha esposto la sua critica in una conferenza pubblica a Firenze il 19 maggio 2008, alla presenza di costituzionalisti, esperti e amministratori. Il trattato viola almeno due articoli della Costituzione italiana, l'Articolo 1 ("La sovranità appartiene al popolo") e l'Articolo 11 (L'Italia "consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie"). Riguardo a quest'ultimo, le condizioni di parità sono violate dal fatto che paesi come la Gran Bretagna e la Danimarca, membri del trattato, sono esonerati dalla partecipazione all'Euro. Così essi possono, ad esempio, fissare il tasso d'interesse in modo vantaggioso per loro ma svantaggioso per gli altri firmatari del trattato.
Inoltre, osserva Guarino, il Trattato di Lisbona aumenta sensibilmente i poteri della Commissione Europea. Ad esempio, nel caso della procedura di infrazione del Patto di Stabilità, stabilita dall'articolo 104, la Commissione finora aveva solo il potere di notificare l'avvenuta infrazione al Consiglio dei Ministri dell'EU, che poi decideva se avviare la procedura o meno. Nella nuova versione, sono stati introdotti tre piccoli cambiamenti che spostano quei poteri in seno alla Commissione. Non sarebbe saggio approvare il trattato, riproponendosi di cambiare in seguito le sue parti sbagliate, ha osservato il professor Guarino. Ciò sarebbe di fatto impossibile, dato che occorre l'unanimità.

Un altro eminente costituzionalista tedesco, il professor 
Albrecht Schachtschneider, ha sviluppato una lezione dal titolo "La legittimazione della pena di morte e dell'omicidio" in cui sostiene che il Trattato di Lisbona nel suo continuo sostenere una cosa e rimandare ad altra contraria attraverso il richiamo alle "Spiegazioni della Carta dei Diritti Fondamentali" legittima la pena di morte e l'omicidio "per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un'insurrezione" e "per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra". 


La pena di morte scatta in caso di rivolte popolari. Il professor Schachtschneider, uno dei quattro giuristi che stilarono uno storico esposto contro il Trattato di Maastricht, ha spiegato come la pena di morte venga reintrodotta alla chetichella. Non è citata nel testo del trattato, ma in una nota di una nota a piè di pagina. E chi accetta il Trattato di Lisbona accetta con ciò anche la Carta dell’Unione Europea,la quale proclama:"La pena di morte è abolita", ma poi rimanda ad una nota a piè di pagina, in cui si legge: "Eccetto che in caso di guerra, di disordini, di insurrezione".

Inoltre, il trattato di Velsen, concede potere di vita e di morte ad Eurogendfor, la gendarmeria europea, fuori dal controllo della magistratura e del parlamento.


L'Unione Europea è stata fondata su menzogne e inganni ai più alti livelli del governo. Questa scia di inganni è continuata sin dall'inizio e si è momentaneamente fermata giovedì 13 dicembre 2007 a Lisbona, Portogallo, dove i maggiordomi degli Stati membri di questo blocco commerciale hanno firmato il Trattato di Riforma dell'Unione Europea.
Esso sostituisce la Costituzione UE respinta nel 2005 sia dalla Francia che dall'Olanda. Angela Merkel, il cancelliere tedesco, e l'ex presidente francese Giscard D`Estaing sono tre i tanti ministri europei che hanno confermato che il Trattato non è altro che la Costituzione sotto un altro nome. Le uniche differenze sarebbero l'abbandono dal nuovo documento di quegli articoli relativi alla bandiera, all'inno e al motto dell'Europa unita. Eppure solo due giorni prima dell'evento storico a Lisbona 16 Stati membri sono usciti allo scoperto e hanno chiesto un emendamento del trattato e il reinserimento di quei tre articoli, trasformando perciò il trattato nell'originale costituzione. Essi vogliono anche imporre la moneta unica a tutti quegli Stati membri che ancora mantengono le loro monete nazionali e suggeriscono che una Giornata Europea diventi una vacanza celebrativa.

Il leader dello United Kingdom Independence Party, Nigel Farage ha detto: "Il totale inganno che viene imposto è alla fine pienamente visibile. I tentativi patetici di affermare che questa non era la Costituzione sono stati spazzati via. Ritornano la bandiera, l'inno e il motto. Significa che quello che era il 96% dell'originale Costituzione è ora il 100%. Non sentiremo più parlare del Trattato di Riforma. Questa è la Costituzione UE respinta che torna in tutta la sua magnificenza".

Il primo ministro danese Anders Fogh Rasmussen ha deciso contro qualunque referendum sul trattato, lasciando la sua ratifica al Parlamento danese. Egli ha detto ai giornalisti che il trattato era una "cosa buona per la Danimarca".  La Danimarca aveva pianificato un referendum sulla Costituzione nel 2005, ma in seguito ai voti negativi di Francia e Olanda il voto era stato annullato. Il ministro della giustizia danese ha concluso che il trattato non minaccia la sovranità danese. Rasmussen ha detto: "Quando si perde sovranità è necessario un referendum, ma quando non si perde alcuna sovranità sarà il Parlamento a ratificare il testo". Ha anche confermato i piani di tenere un altro referendum sulla moneta unica, l'euro, e sull'opportunità di porre termine alle 'rinunce' relative a difesa, giustizia e affari interni, decise a Maastricht. Per la cronaca: lo stesso Rasmussen è stato nominato segretario generale della NATO il 4 aprile 2009, due giorni prima della strage (309 morti ufficialmente, anche se in realtà sono 360) provocata in Abruzzo da un terremoto artificiale del Patto Atlantico, sotto l’egida USA.
Bene, consideriamo le implicazioni; se uno Stato nazione sovrano non controlla più la sua economia, difesa, sistema di giustizia e politica interna, può essere davvero ancora chiamato uno Stato nazione sovrano? 

L'elite finanziaria e politica d'Europa ha lavorato per questo momento sin dalla fine della seconda guerra mondiale. In ogni Stato membro le personalità possono differire, ma la retorica è sempre la stessa: 'Nessuna perdita di sovranità, è buono per la gente, è buono per l'economia eccetera eccetera'.

Qual è la differenza tra questo documento e l'originale Costituzione? L'avvocato tedesco Klaus Heeger, ricercatore e consulente legale del gruppo Democratico Indipendente del Parlamento europeo ha tracciato le seguenti conclusioni a riguardo dei due documenti.
Secondo la sua analisi «la Costituzione garantiva alla UE 105 nuove competenze. Anche il trattato garantisce 105 nuove aree di competenza. Rimangono fuori i simboli UE (bandiera, inno e motto) ma entra il cambiamento climatico. Le rimanenti 104 aree rimangono le stesse: si tratta della Costituzione UE sotto un altro nome».
  
Il Trattato è il documento UE più segreto e più velocemente redatto ad oggi. L'opposizione e la comprensione sul fatto che la UE sia un nascente Stato di Polizia stanno crescendo e loro, i cospiratori, sanno che la velocità è vitale. Tony Blair (affiliato al Club Bilderberg) lo sottoscrisse nel giugno 2007 come sua finale pugnalata nella schiena della Gran Bretagna. I ministri degli esteri si dichiararono d'accordo sui suoi termini nel settembre 2007 e, 2 mesi dopo, il 13 dicembre, i rappresentanti di ciascun Stato membro firmarono il documento, e ora, tutto ciò che rimane è la ratifica e il fatto sarà compiuto.

I nostri Parlamenti nazionale sono diventati superflui dal momento che tutto il potere residuo è stato trasferito a Bruxelles. Significa la fine formale di tutte quelle storiche nazioni europee che sono stati membri della UE. Le ambasciate nazionali nel mondo sono ora sotto il controllo dei burocrati UE. Le vecchie regioni e province saranno unite e combinate in 'Regioni Amministrative UE'. L’amalgamazione delle Kommunes danesi è un esempio preventivo di ciò, insieme con i Parlamenti 'delegati' di Scozia e Galles, che verranno presto raggiunti dallo sradicamento dell'Inghilterra e la creazione di simili assemblee regionali in tali luoghi.

La UE ha ottenuto proprietà di polizia, esercito, armi nucleari, riserve monetarie e del petrolio del Mare del Nord come spiegato nel documento del trattato. Gli appartenenti alla nostra polizia e alle forze armate dovranno prestare giuramento di lealtà alla UE. Se si rifiuteranno verranno licenziati. La UE ha il completo controllo di tutte le questioni militari, equipaggiamenti e stabilimenti.

I partiti politici saranno aboliti, aggiornati o riallineati. Saranno consentiti solo partiti pan-europei. Partiti indipendentisti saranno di fatto fuorilegge dal momento che, in base alla sentenza del 1999 della Corte Europea di Giustizia (caso 274/99), è illegale la critica alla UE. Persino prima del voto irlandese, le notizie da Bruxelles indicano che sono già a buon punto piani per eliminare ogni gruppo euroscettico all'interno del Parlamento europeo. La UE ha il diritto legale di chiudere Parlamenti nazionali e assemblee, nonché dis ciolgiere governi..
Molta gente rimarrà disoccupata dal momento che diventerà universale il diritto UE di 'riaddestrare' qualcuno a proprie spese ad un nuovo lavoro (comprendente l'acquisto di un certificato che conferma tale riaddestramento). Centinaia di migliaia di piccoli negozi saranno costretti a chiudere a causa di un infinito numero di impraticabili e ingestibili regole UE.

Circa 107 mila leggi europee criminalizzeranno molti, dal momento che aderire a questa enorme quantità di legislazione è impossibile. Saremo sottoposti a frequenti multe e persino all'arresto come risultato della nostra inevitabile ignoranza. Considerate i seguenti esempi: dal gennaio 2006 è diventato illegale riparare le proprie tubature domestiche, apparecchi elettrici o persino la propria macchina. Se comprate una barca lunga più di 6 piedi costruita dopo il 1999 dovrete pagare l'equivalente di 4000 sterline o passare sei mesi in prigione. Mentre lo Stato di polizia UE flette sempre più i suoi muscoli ognuno di noi vivrà nella paura e sotto la minaccia di arresto o processo per ognuna di una miriade di infrazioni, anche quelle minori.
Alle grandi aziende naturalmente le cose andranno bene, perché utilizzeranno una massiccia immigrazione dall'interno e dall'esterno della UE, pagando salari minimi agli immigrati a spese delle popolazioni indigene, forzando verso il basso i salari. Inoltre queste aziende avranno praticamente un monopolio sull'impiego, insieme al governo, e saranno capaci di dettare condizioni sui termini di impiego senza paura di un contraddittorio.

I maggiori impieghi governativi e l'inevitabile corruzione che accompagneranno questo monopolio creeranno una nuova divisione di classe che assicurerà che i ricchi e i loro compagni di viaggio diventeranno più ricchi, mentre la maggioranza della popolazione declinerà verso la povertà. Le tasse aumenteranno per pagare la massiccia crescita della burocrazia.
Non vi sarà correzione degli errori tramite canali democratici locali, perché non ci sarà più alcuna democrazia locale. O, per quel che conta, alcuna democrazia in assoluto. I Governi Amministrativi Regionali UE non saranno eletti (guardate il piano di regionalizzazione della UE sul sito ufficiale). Il nostro solo voto sarà per l'impotente Parlamento europeo. Saremo governati dei membri non eletti della Commissione Europea che non hanno, a nessun livello, alcuna responsabilità verso la gente.
Se faremo dimostrazioni o proteste potremo essere catturati e spostati verso un'altra regione europea. Il mandato di arresto europeo e una varia legislazione introdotta in tutt'Europa dall'11 settembre danno alle autorità potere assoluto su di noi. L'uccisione degli innocenti Philip Prout e Jean de Menezes è completamente legale in base alla legge europea. L'intimidazione e le crescenti invettive anti islamiche in tutt'Europa ricordano il trattamento degli ebrei nella Germania precedente la guerra. Uno Stato Europeo Federale diventerà un posto molto spiacevole in cui vivere.
Dopo la federazione, nel corso dei 15 anni, l'Europa potrebbe crollare sotto il peso della sua stessa burocrazia e corruzione. Ci sarà così poca produzione che nessuna tassazione sarà capace di supportare il macchinario governativo vasto, inetto, corrotto e inefficiente. Molti saranno ridotti alla povertà o sulla soglia della morte per fame. La completa mancanza di qualunque bilanciamento e controllo, lascerà aperta la porta a qualunque possibile dittatura.
L'Unione Europea, mostruosa come è, non è niente più che una pietra miliare verso un governo mondiale. Quanti leader politici e giornalisti in Europa  sono membri di organizzazioni segrete come il Bilderberger, la Trilateral Commission, il Club Of Rome e il Royal Institute For International Affairs.

Viviamo in un'età in cui le persone sembrano avere abdicato in favore del governo a tutte le responsabilità riguardanti le proprie esistenze. Ciò è successo sin dalla fine della seconda guerra mondiale, ma il processo è significativamente accelerato dagli anni '80. Questa irresponsabilità sociale ci ha portato a Lisbona il 13 dicembre 2007, dove i nostri cosiddetti leader hanno firmato per cedere i nostri antichi diritti e libertà in nome del loro grande piano, ossia il nuovo ordine mondiale. Se rimaniamo seduti senza far nulla il resto delle nostre vite diventerà un incubo per nostra stessa responsabilità, perché, in fin dei conti, saremo noi ad avere messo i nostri diritti e le nostre libertà nelle mani dei lupi.
Se, poi, teniamo in considerazione che dei 27 Paesi dell'Unione Europea, 22 fanno anche parte della NATO, si constata un intreccio di identificazione della nuova alleanza militare con la NATO. 


La Repubblica (31 luglio 2008) - «Trattato di Lisbona, l'Italia ratifica la Camera approva all'unanimità Berlusconi, presente in aula, soddisfatto per il consenso generale Frattini: "Speriamo entri in vigore prima delle elezioni europee" Trattato di Lisbona, l'Italia ratifica la Camera approva all'unanimità
ROMA - L'Italia ha ratificato il trattato di Lisbona. Un lungo applauso bipartisan ha accompagnato il sì della Camera che, come il Senato, ha approvato all'unanimità il trattato. L'unica eccezione arriva dai banchi della Lega Nord: i deputati del Carroccio al momento della proclamazione sono rimasti seduti in silenzio. Un atteggiamento che ha provocato la reazione di Emanuele Fiano (Pd) che si è alzato in piedi per urlare contro i leghisti.
Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, "l'approvazione unanime è l'espressione di una bella pagina dell'antica tradizione parlamentare del nostro Paese che è co-fondatore dell'unione europea". Il premier Silvio Berlusconi, presente in aula, in una nota esprime "grande soddisfazione per il voto all'unanimità". Il presidente del Consiglio ha sottolineato "il contributo dell'Italia al rilancio dell'Europa che sta attraversando una fase di difficoltà. L'auspicio - prosegue - è che il voto di oggi possa servire anche agli altri paesi che ancora devono completare l'iter parlamentare". Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, parla di "bell'esempio che l'Italia dà al resto d'Europa". Per il titolare della Farnesina "il trattato è uno strumento non una soluzione. Con la sua approvazione - prosegue - togliamo l'alibi a chi non vuol fare camminare in avanti l'Europa". Frattini ha poi auspicato che "il trattato entri in vigore prima delle elezioni europee del prossimo anno". La speranza che tutti i paesi ratifichino il trattato prima delle elezioni europee è condivisa anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha espresso tutta la sua soddisfazione per il voto di oggi: "L'approvazione unanime della legge di ratifica del trattato di Lisbona rappresenta un titolo d'onore per il parlamento italiano e un fattore di rinnovato prestigio per il ruolo europeo del nostro paese".
Più critico il giudizio della Lega Nord che ha approvato il trattato votando sì con riserva. Per il capogruppo alla Camera, Roberto Cota, "abbiamo toccato il punto più basso dell'Europa dei burocrati, oggi dobbiamo dare la spinta per una Europa diversa"».
Cosa c'è sotto? Leggete attentamente e lo scoprirete:

 approfondimenti:

  http://www.ecb.int/ecb/legal/pdf/it_lisbon_treaty.pdf

http://eur-lex.europa.eu/JOHtml.do?uri=OJ:C:2007:306:SOM:IT:HTML 


http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/esteri/irlanda-referendum/ratifica-trattato/ratifica-

trattato.html

 http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/02/poteri-illimitati-ai-militari.html

http://www.youtube.com/watch?v=sNV8V9-O6V8 

 
 
Tratto da:  http://terrarealtime.blogspot.it