IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

martedì 27 maggio 2014

Verso una nuova “strategia della tensione” a dimensione europea?

di Luciano Lago

La formidabile avanzata delle forze anti eurocrazia in Europa, con la Marine Le Pen in Francia, con l’UKIP di Nigel Farage in Gran Bretagna, con il successo delle altre forze in Austria, Danimarca e Ungheria, crea un problema non da poco nella elite finanziaria che gestisce gli organismi di potere in Europa ed al di fuori dell’Europa
 
Fra gli esponenti dell’elite ci sono serie preoccupazioni che si possano creare ostacoli al processo avanzato di sottrazione delle sovranità dei vari Stati a favore di organismi centrali della UE che ne gestiscano le politiche finanziarie e di bilancio. Tanto meno sarebbe tollerabile se, dalla Francia o da altri paesi, dovesse essere messo in questione l’euro come moneta comune, essendo questa una moneta che ha consentito speculazione ed enormi profitti per le super banche sovranazionali. Qualsiasi variazione all’assetto finanziario europeo per effetto di mutamenti politici deve essere evitato, secondo la volontà dei membri dell’elite che si riuniscono periodicamente nei loro club esclusivi (Bilderberg, Trilateral, ed altri).

Per questo sono stati predisposti innanzi tutto nuovi organismi come l’ERF(European redemption Found) per vincolare gli stati a versare in anticipo grandi quote dei propri debiti a favore di organismi bancari al fine di fornire garanzia alle banche che detengono i titoli dei paesi debitori. Una mossa astuta per evitare ripensamenti e sorprese per effetto di avvicendamento di governi.
Per meglio consolidare il quadro, il sistema delle centrali di potere è quello di precedere gli avvenimenti e creare degli episodi (false flags) che possano fornire il giusto clima o il pretesto per un giro di vite nell’ordine pubblico e nelle campagne di manipolazione attraverso i media per presentare in una luce negativa i movimenti anti euro (nemici della democrazia, dell’Europa e antisemiti). Un modo per mettere fuori gioco esponenti politici, spaventare l’ opinione pubblica, isolare i partiti considerati ostili, creare un blocco d’ordine che rassicuri l’opinione pubblica.
L’arma dell’antisemitismo, oltre a quella fìdi fascismo, a questo punto diventa un classico pretesto da utilizzare per mettere fuori gioco o in cattiva luce alcune formazioni politiche.
Si è già iniziato: a Bruxelles ,qualche giorno fa, sconosciuti hanno attaccato a raffiche di mitra il museo ebraico in pieno centro facendo vittime e feriti. Dai video ripresi dalle telecamere si vede subito che si tratta di professionisti, freddi e preparati e vien spontaneo pensare che si tratti di agenti di qualche servizio di intelligence, ben addestrati.
Sono video simili a quelli ripresi a Kiev sulla piazza di Maidan, quando agenti provocatori camuffati spararono freddamente sia sui manifestanti sia sulle forze di polizia. Fatto confermato oltre che dai video anche dalla telefonata intercettata tra il ministro degli esteri estone, Urman Paets e la baronessa Ashton, incaricata agli esteri della UE nella quale si affermava che questi agenti non rispondevano alle autorità di Kiev ma erano a favore dei ribelli di Maidan.
In passato ci sono stati altri episodi in Europa nel corso dei quali sono stati commessi atti terroristici ed omicidi mirati che avevano il fine di creare situazioni di tensione come ad esempio sono avvenuti in Francia, due anni fa, con l’omicidio di alcuni militari francesi a Tolosa o con l’attacco contro una scuola ebraica incluso con l’assassinio di 4 studenti, nel 2012 per cui fu arrestato uno strano individuo, tal Mohammed Merah, poi crivellato di colpi dalla polizia durante una visita al suo domicilio. E’ emerso poi che si trattava di un elemento noto alle forze di polizia e che era stato addestrato dai servizi israeliani. Gli tapparono per sempre la bocca prima di poterlo interrogare.
Non parliamo degli strani incidenti in cui hanno perso la vita leader politici come Haider in Austria, anni prima Olaf Palme in Svezia ed altri esponenti politici nei paesi della ex Yugoslavia. Omicidi misteriosi senza un responsabile accertato o incidenti inspiegabili. Il pensiero corre poi all’attacco con strage fatto in Norvegia ad Utoya dal terrorista neonazista Breivik che fece circa 90 vittime e del quale non si è mai chiarito il movente ma si è saputo che aveva un vero culto per lo Stato di Israele. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che fosse una “cellula dormiente” incaricata poi di colpire un obiettivo.
Quando le situazioni politiche si complicano crescono le provocazioni e gli avvenimenti inspiegabili. Un fenomeno tipico che abbiamo conosciuto anche in italia negli anni ’70 con gli attentati ed il terrorismo nero e rosso, che ha mietuto vittime, creato panico e contribuito a consolidare gli equilibri politici dei quell’epoca, quando ancora c’era la Gladio ed gli agenti dei servizi di intelligence americani, sovietici, britannici ed israeliani scorazzavano per il paese.
In questa fase esiste una buona disponibilità di mano d’opera, terroristi già addestrati dai servizi occidentali, che operano o hanno operato in Siria, molti dei quali provenivano da paesi europei. Basta attingere a quella riserva.
Questo uno scenario che potrebbe facilmente ripetersi nei paesi europei come in Francia ed in Austria, in Ungheria o altrove, dove ci sono forze che di sicuro vogliono evitare il consolidamento di formazioni politiche avverse all’attuale gestione finanziaria europea, forze che dispongono di moltissimo denaro, collegamenti e possibilità di mobilitare elementi sotto copertura per effettuare operazioni occulte.
Potrebbe succedere. Non sarebbe poi troppo difficile trovare i mandanti di queste operazioni, basterebbe chiedersi a chi possano giovare, la vecchia formula del “cui prodest”.

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sabato 24 maggio 2014

ELEZIONI EUROPEE. LE ACCUSE DI SERGIO BERLATO

“Se le indiscrezioni  che ci arrivano saranno confermate, ci troveremo di fronte a una  Tangentopoli , di dimensioni molto più ampie  di quella scoppiata nel 1992. Questa nuova tangentopoli sembra essere così ramificata da coinvolgere molti appartenenti al mondo dell’imprenditoria, della politica e della malavita organizzata in tutta Italia”.  

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Lo ha dichiarato il deputato europeo di  Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale Sergio Berlato che ha aggiunto: “Ciò che  starebbe emergendo dalle indagini delle procure lombarde e venete in questi giorni  confermerebbe l’esistenza di un diffuso sistema del malaffare che abbiamo più volte denunciato agli inquirenti ed all’opinione pubblica”.
“Le notizie che appaiono in questi giorni sulla stampa- ha proseguito Berlato-, che vanno a sommarsi a quelle riportate qualche mese fa in occasione degli arresti eccellenti effettuati nei confronti di esponenti dell’imprenditoria veneta, confermerebbero la connivenza  tra alcuni imprenditori ed alcuni politici ladri  che, nonostante la loro appartenenza trasversale alle varie forze politiche di centrodestra e di centrosinistra, continuerebbero ad alimentare un sistema corrotto che vogliamo contribuire a scardinare.  Nonostante le indiscrezioni parlino di numerosi provvedimenti pronti nei cassetti delle procure venete a carico dei componenti del malaffare, i cittadini veneti non sono ancora stati messi nelle condizioni di sapere quali siano i nomi dei malfattori e quale sia il modo in cui sono stati spesi i soldi dei contribuenti”. “Supponiamo- ha precisato il deputato europeo- che il tutto non sia stato ancora portato alla luce per evitare  possibili  strumentalizzazioni in vista della scadenza elettorale del 25 maggio, strumentalizzazioni che prevedibilmente sarebbero effettuate da parte di coloro che sarebbero pronti a gridare allo scandalo denunciando la cosiddetta giustizia a orologeria”.
“Ci rammarica solamente il fatto che molti cittadini in buona fede correranno il rischio di dare il loro voto a qualche candidato che, dopo le elezioni, potrebbe essere coinvolto nel sistema del malaffare e quindi dimostrando di non essere meritevole della fiducia che gli è stata incautamente riservata”.
“Ci auguriamo in ogni caso- ha aggiunto  Berlato- che la giustizia faccia il suo corso e che vengano  portati alla luce  i risultati delle indagini,  anche per rendere giustizia a quegli imprenditori che con coraggio  ci hanno segnalato le  ripetute anomalie che si manifestavano e si continuano a manifestare nel settore degli appalti pubblici. La pubblicizzazione dell’esito delle indagini da parte delle procure venete sarà uno stimolo anche per i tanti imprenditori che, pur essendo a conoscenza di ipotesi di illeciti, non hanno ancora avuto il coraggio di denunciarli alle autorità competenti per paura di possibili ritorsioni a danno delle loro aziende o per paura che tutte le indagini vengano insabbiate a causa di inaudite pressioni politiche trasversali”.
“Abbiamo anche chiesto – ha concluso Berlato – che chi di dovere verifichi se non siano stati superati i limiti dell’usura nel sistema del project financing, reato che se venisse accertato permetterebbe alla Regione del Veneto di  pretendere la rescissione dei contratti già stipulati con alcuni privati ,  decisione che comporterebbe la liberazione di ingenti somme di denaro  pagate dai cittadini veneti che potrebbero essere messe a disposizione delle famiglie e delle imprese venete”.

sabato 17 maggio 2014

Stefania Craxi: "Falsa rivoluzione nel '92, la corruzione si è allargata"

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Ma quale seconda Tangentopoli, al massimo la stagione che si potrebbe aprire con gli arresti sugli appalti di Expo 2015: “è figlia di Tangentopoli, di quella sciagurata, miope, cieca distruzione operata vent’anni fa del sistema politico e istituzionale italiano, che ci ha consegnato un tessuto democratico ormai sfibrato”. A vent’anni dal ciclone giudiziario che ha travolto buona parte dei politici della Prima Repubblica è Stefania Craxi, in un’intervista a Il Giorno, a riportare i piedi per terra a chi spera in un altro colpo di spugna giustizialista della politica.
Potere delle toghe – Secondo la presidente della fondazione Craxi quella di Tangentopoli è stata una “falsa rivoluzione” da cui è nata una “destrutturazione scientifica del sistema politico”. Protagonista di un fenomeno che torna a cicli regolari è “la magistratura che valica i confini stabiliti dal diritto e prima ancora dalla ragione. Quella magistratura – continua la Craxi – che da ordine giudiziario è diventata un potere dello Stato, al di sopra di tutti gli altri perché è in grado di sindacare tutti gli altri”.
Nostalgia Prima Repubblica – Quando in politica c’era il padre, Stefania Craxi ammette: “Qualche ladro c’era, ma c’era la politica”, oggi invece: “Sono rimasti i ladri e una classe politica di cui spesso ci siamo dovuti vergognare”.
Faida al Tribunale di Milano – “A proposito di scontri di potere – continua Stefania Craxi – uno sta avvenendo nel Palazzo di Giustizia di Milano. E questo – dice – è un inedito”. Bisognerebbe “fare uno sforzo” secondo la Craxi e interrogarsi “sullo stato di salute delle nostre istituzioni”. A vent’anni dalla bufera di “Mani pulite”, il bilancio per la Craxi è in passivo: “Ci hanno venduto quell’inchiesta come la lotta di una pattuglia di eroi contro la corruzione, vorrei fare presente a quegli eroi – rintuzza la Craxi – che la corruzione si è allargata e la democrazia è distrutta”.

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domenica 11 maggio 2014

Expo 2015, nuova Tangentopoli: arrestati manager, politici e costruttori

Il blitz delle Fiamme Gialle ha portato agli arresti il general manager di Expo, Angelo Paris, insieme ad altre persone tra cui l'ex senatore Luigi Grillo.


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Expo 2015, nuova Tangentopoli: arrestati manager, politici e costruttori. Il blitz delle Fiamme Gialle ha portato agli arresti il general manager di Expo, Angelo Paris, insieme ad altre persone tra cui l'ex senatore Luigi Grillo.

Un vero e proprio terremoto giudiziario quello che si è abbattuto questa mattina su Expo 2015. Il direttore Pianificazione e Acquisti di Expo 2015 spa e general manager del grande progetto milanese, Angelo Paris, è stato arrestato assieme ad altre sei persone nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Milano su alcuni episodi di turbativa d’asta e corruzione legati alla grande esposizione dell’anno prossimo. Per ordine del giudice delle indagini preliminari Fabio Antezza, nell’inchiesta su Expo 2015 oltre a Paris sono stati arrestati anche l’ex senatore di Forza Italia Luigi Grillo, ritenuto intermediario in presunte irregolarità sugli appalti, e due protagonisti della prima stagione di Mani Pulite: l’allora segretario amministrativo della dc milanese Gianstefano Frigerio e l’ex funzionario del Pci-Pds Primo Greganti. Altre ordinanze di custodia cautelare sono state emesse anche per Antonio Rognoni, l’ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde, già agli arresti domiciliari per un’altra inchiesta, e per il costruttore Enrico Maltauro.

L’inchiesta condotta dai pm milanesi Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, ipotizza reati contro la pubblica amministrazione nella gestione degli appalti per Expo 2015 tra cui corruzione, turbativa d’asta e associazione a delinquere. Dopo il blitz scattato alle prime luci dell’alba, i militari della Guardia di Finanza di Milano e gli investigatori della Dia stanno eseguendo altre misure cautelari e perquisizioni negli uffici degli arrestati.

Il gruppo criminale, che aveva come capi e ideatori Greganti, Frigerio e Grillo, secondo i pm milanesi da tempo si interessava ad appalti pubblici agganciando i vari pubblici ufficiali delegati ai lavori attraverso appoggi politici e istituzionali avuti in altri contesti. Proprio attraverso questi appoggi il gruppo era arrivato anche ad Expo 2015 avvicinando i manager e riuscendo a corromperli. L’indagine su Expo 2015 infatti è nata come costola della più grande indagine definita “Infinito” nell’ambito degli appalti per la sanità pubblica in Lombardia. L’accelerazioni sulle indagini Expo e l’intervento delle Fiamme Gialle è arrivato proprio perché erano coinvolti manager di alto livello. Angelo Paris, secondo gli investigatori, infatti, “ha manifestato da subito una sorprendente disponibilità nei confronti del sodalizio criminoso”, era “totalmente sottomesso ai voleri dell’associazione” e in cambio di favori rivelava in anticipo delle decisioni riguardanti Expo 2015.

“Abbiamo reciso nel più breve tempo possibile i rami malati, proprio per consentire ad Expo di ripartire al più prestò”, ha spiegato infatti il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati nella conferenza stampa sugli arresti. In totale ci sono stati sette arrestati e oltre una ventina di indagati, ma le indagini sono ancora in corso. Nelle carte dell’inchiesta anche le interfacce politiche di Greganti, Frigerio e Grillo che però non risultano indagati. Il gruppo in effetti aveva un’attività di lobbying molto forte e per questo nelle carte sono finiti anche i nomi di Silvio Berlusconi, Cesare Previti e Gianni Letta, che però non risultano indagati. “Frigerio aveva rapporti infinti a tutti i livelli” hanno spiegato i magistrati, sottolineando però che non sempre erano atti illeciti. Per i pm vi era una sorta di “saldatura” tra Greganti e Frigerio “per proteggere le imprese riconducibili a tutti gli schieramenti politici”, e in particolare “Greganti copriva e proteggeva le cooperative”. Ad ogni modo Expo “può procedere con i lavori e gli appalti” perché gli atti amministrativi non sono stati sequestrati, hanno tenuto a precisare i pm.
 
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Expo, l'allarme dei consumatori: «Corruzione insopportabile»

Adusbef e Federconsumatori si dicono «inorriditi» di fronte ai fatti di corruzione per gli appalti per l' Expo 2015 e propongono l'istituzione di un comitato di Garanzia «affidato a personalità di sicuro prestigio morale e professionale»


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Le due associazioni chiedono inoltre, da un lato, «l'urgenza di mettere in campo decisioni importanti sia di carattere normativo quali forti inasprimenti per le sanzioni relative ai reati di corruzione e concussione e sia di impedimento di nomine clientelari che determinano quasi sempre, con un 'quasì forse eccessivo, rapporti malati tra politica e gestione imprenditoriale e dall'altro serie verifiche e controlli per la necessaria chiarezza e trasparenza degli affidamenti di appalto».

«Siamo francamente inorriditi - sottolineano Adusbef e Federconsumatori - dei fatti, Expo ed altro, che in questi giorni stanno portando a conoscenza a quale livello di corruzione si è ridotto il nostro Paese e che ha oramai raggiunto livelli insopportabili. Tutto ciò oltre a scavare un fossato assai ampio tra cittadini e politica e ancor più grave tra cittadini e istituzioni, mette in mora anche volontà di rinnovamento e di cambiamento professate in questi ultimi tempi. Ma non vi sono solo in ballo questioni, peraltro rilevantissime di etica e morale, ma anche questioni importanti di politica economica quali i costi della corruzione che inciderebbero per 90-100 miliardi sulla nostra economia nonchè la diffidenza se non il rifiuto di investitori e investimenti esteri utilissimi a dare risposte alla gravissima crisi occupazionale del nostro Paese».


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Commento di Oliviero Mannucci: Che schifo! Che schifo! Che schifo! Ne ho le palle piene di questa Italia di ladroni. E per fortuna che l'EXPO 2015 doveva dare una bella immagine dell'Italia!



sabato 3 maggio 2014

Casaleggio getta la maschera: lavora per la grande finanza

Casaleggio getta la maschera: lavora per la grande finanza

di Luciano Lago

Potevamo credere (anche se con qualche dubbio) fino a ieri l’altro che il movimento dei 5 Stelle di Grillo rappresentasse una svolta in Italia nella contestazione al sistema, nonostante le numerose ambiguità sui temi fondamentali dell’opposizione all’eurocrazia ed al sistema finanziario delle centrali di potere dominanti.
I dubbi sono caduti e si sono trasformati in certezze dopo l’ultima intervista di Roberto Casaleggio  al Fatto Quotidiano.
Dopo aver risposto alla domanda  postagli sull’uscita dell’euro con il solito modo ambiguo, affermando che l’Italia deve ricevere “garanzie” dall’Europa e che il problema non è l’euro ma il modo in cui viene gestito e che il vero problema dell’Italia è il debito pubblico (sic) che non diminuisce .

A successiva domanda del giornalista: “Chi se la prende con l’euro dice che la crisi italiana non dipende da corruzione, burocrazia, sprechi, evasione fiscale…”

Risponde Casaleggio : “
L’euro e l’Europa non devono essere un alibi. Noi abbiamo oggi 800 miliardi di spesa. Di questi, 100 sono tasse sul debito. Degli altri 700, possiamo tagliarne 200. Io discuterò con l’Europa sulla gestione, ma non per questo sono esonerato dal fare pulizia a casa mia”.
Quindi  con questa inequivocabile risposta Casaleggio getta la maschera e si schiera dalla stessa parte della troika di Bruxelles e Francoforte e di quanto questa sostiene: il problema dell’Italia secondo lui è l’eccesso di spesa pubblica ed il debito,  nessuna parola sul fatto che il debito si stato creato artificialmente dal cartello bancario sovranazionale dal momento del divorzio della Banca d’Italia dal Tesoro (1981) voluto da Andreatta e Ciampi, con l’effetto di far schizzare verso l’alto i tassi d’interesse sul debito che fino a quel momento corrispondevano a circa il 60% del PIL. Vedi “Le vere cause del debito pubblico italiano”.
Di conseguenza Casaleggio ed il suo movimento  avallano sostanzialmente la stessa posizione di Napolitano, di Monti, di Letta, di Draghi e della Merkel secondo i quali  la soluzione in Italia sia il taglio della spesa pubblica e le privatizzazioni del patrimonio dello Stato.
Neanche una parola poi sul fatto, oggettivamente provato, che l’euro è stato creato dalle centrali di potere finanziarie per  esautorare la sovranità degli Stati europei ed assoggettare questi  ad organi non rappresentativi, non controllati  ed oligarchici costituiti dalla Commissione Europea e dal Consiglio Europeo che emanano le loro direttive sulla testa dei popoli.
Tanto meno Casaleggio rileva il completo dominio della finanza sulla politica che si attua mediante la subordinazione degli Stati e dei Parlamenti ai voleri delle centrali finanziarie e della BCE in violazione dei principi base della stessa Costituzione (art. 42 e 43).
Per Casaleggio, Grillo ed il Movimento 5 Stelle il problema sta tutto nella casta politica, nella partitocrazia corrotta, nella  rapporti Stato- mafia, nei finanziamenti pubblici ai partiti, nei rapporti di affari dei partiti, negli inceneritori, ecc..  Neanche una parola sul tema della sovranità.
L’unica concessione che fa Casaleggio (bontà sua)nella sua intervista  è quella della necessità di rivedere il “Fiscal Compact” ed ottenere deroghe al vincolo del 3%.
Per Casaleggio e Grillo non esiste quindi una mafia dei poteri finanziari (ben più potente delle mafie locali) che hanno soggiogato l’Europa, non sono rilevanti le centinaia di miliardi sottratti all’Italia dal sistema dell’usura del cartello bancario sovranazionale dominato dai Rotschild, non è essenziale che l’Italia rinegozi i trattati europei fondamentali e vincolanti da Mastricht a Lisbona al MES/ESM, ma tutto dipende da “una buona gestione del sistema euro”.
Questo spiega perché il movimento 5 Stelle ha rifiutato qualsiasi apparentamento con il FN della Marine Le Pen e con gli altri movimenti che in Europa si battono contro l’Euro e l’oligarchia tecno finanziaria che si cela dietro le istituzione della UE.
Questo spiega perché sui temi sostanziali come l’opposizione all’immigrazione di massa ed africanizzazione dell’Italia, allo “ius soli” conseguente, un tema caro ai mondialisti, il movimento 5 Stelle abbia preso posizioni di accondiscendenza con questi principi.
A questo punto possiamo affermare con certezza, al di là delle posizioni apprezzabili mantenute da qualche esponente dei 5 stelle in varie occasioni, il movimento 5 Stelle è utilizzato come un falso veicolo di contestazione che vuole portare la protesta delle masse di italiani scontenti su binari innocui per il vero potere: la contestazione alla casta politica (già screditata)  ed al sistema dei partiti senza toccare gli interessi delle centrali finanziarie sovranazionali.
In pratica con le dichiarazioni di Casaleggio  il movimento 5 Stelle si rivela per quello che è: una sorta di “movimento arancione” etero diretto da centrali esterne o, se vogliamo, una “primavera araba” suscitata in Italia.
I cittadini italiani e quanti speravano che  Grillo ed i “grillini” fossero una leva diretta a scardinare il sistema, possono regolarsi ed esserne consapevoli: al vertice del movimento si annidano dei truffatori della fiducia accordata e manipolatori della protesta.

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Prelievo forzoso: l’UE lo ha legittimato, Renzi lo eseguirà tra qualche mese



 
Bank deposit confiscation in Europe”, è di questo che si parla negli ambienti dell’elite finanziaria sia in Europa che negli Stati Uniti, ovvero di prelievo forzoso dai conti correnti in stile Cipro.
Il motivo? Il debito pubblico è troppo alto, continua a crescere, e bisogna rimpinguare le casse dei creditori, ovvero BCE e banche private
In merito al discorso “debito pubblico” sarebbe opportuno approfondire l’argomento, separatamente ed in maniera esaustiva, per comprendere che si tratta di una vera e propria truffa ideata dai banchieri: non esiste alcun debito pubblico! (cerca “truffa debito pubblico” e “signoraggio bancario”)
Ma veniamo al prelievo forzoso dai conti correnti, anche se sarebbe opportuno approfondire anche altri argomenti correlati come “l’abolizione del denaro contante” e “l’obbligo di deposito su conto corrente per le pensioni”. Il signor Matteo Renzi, su proposta del suo manovratore in campo economico Davide Serra (meriterebbe un approfondimento anch’egli) ha palesato, come proposta-chiave per il risanamento dell’Italia, il prelievo forzoso sui patrimoni senza tralasciare, ovviamente, l’abolizione del contante ed il ricalcolo di tutte le pensioni dall’attuale sistema retributivo al misero sistema contributivo.
 Al momento il prelievo, che prenderà forma soltanto dopo le elezioni europee per ovvi motivi, riguarda i depositi superiori a 50-70mila euro. Esiste un documento ufficiale, conosciuto perfino negli USA, posseduto dalla Commissione Europea e che l’agenzia Reuters è riuscita a reperire. Il documento della Commissione definisce quello che l’Europa ci chiede: ridurre i prestiti bancari ed i debiti pubblici degli Stati membri ed abbassare la quantità di moneta circolante. Ebbene, col prelievo forzoso Renzi, molto disponibile nell’accontentare i Poteri Forti dell’EU, ottiene due piccioni con una fava. Riuscirà così sia a rimpinguare le casse delle banche private e della BCE sia a ridurre la quantità di moneta circolante che, nonostante la BCE avesse predisposto per una riduzione annua del 4,5%, ad oggi è stata ridotta solo del 1,5% annuo.
Secondo l’agenzia Reuters il prelievo forzoso avverrà nella seconda metà del 2014 e, grazie al compromesso sull’Unione Bancaria avvenuto il 19 marzo scorso, il Consiglio UE, la Commissione e il Parlamento Europeo autorizzano la confisca dei risparmi con un meccanismo che, alla fine, favorirà le 128 banche che fanno parte dell’Unione Bancaria.