IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

lunedì 31 ottobre 2011

Botta inflazione: 3,4%

Istat: dato più alto dal 2008, un rialzo dello 0,6% mancava dal '95.

L'inflazione galoppa: il tasso annuo a ottobre 2011 è salito al 3,4% dal 3% di settembre. È il dato più alto da ottobre 2008. Lo ha rilevato l'Istat nelle stime provvisorie, che hanno indicato un aumento dello 0,6% su base mensile, il rialzo maggiore da giugno 1995.
Hanno pesato gli effetti della manovra, in particolare dell'incremento dell'Iva.
NELL'EUROZONA È STABILE. L'inflazione acquisita per il 2011, quella che si registrerebbe nella media di fine anno nell'ipotesi che l'indice rimanga nei restanti mesi allo stesso livello di ottobre, è pari al 2,7%.
Nella zona Euro invece l'inflazione è rimasta stabile al 3% a ottobre.

Benzina +17,8%, gasolio +21,2%. Forte rialzo del prezzo del gas: +11,3%

A ottobre la benzina è aumentata del 17,8% (dal +16,3% di settembre) su base annua, mentre è salita dello 0,8% su base mensile.
Nell'ultimo mese il prezzo del gasolio per i mezzi di trasporto è salito del 21,2% (dal +19,2% di settembre) ed è aumentata dell'1,7% sul piano congiunturale.
CHE BALZO DEL PREZZO GAS. Ha segnato un forte rialzo anche il prezzo del gas naturale, che su settembre è salito del 3,4% e su base annua è balzato all'11,3%, dal 7,6% di settembre.
In lieve aumento congiunturale, invece, è risultato il prezzo dell'energia elettrica (+0,1%) che ha registrato un rialzo annuo del 5,1%, stabile rispetto a settembre.
L'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, è salita al 2,6%, con un'accelerazione di due decimi di punto percentuale rispetto a settembre (+2,4%).
Al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo è arrivato al 2,5% dal 2,3% di settembre. Nel mese di ottobre, si sono rilevate tendenze all'accelerazione della crescita dei prezzi al consumo per quasi tutte le tipologie di beni e servizi.
Dal punto di vista settoriale, il principale effetto di sostegno alla dinamica dell'indice generale è derivata dal rialzo congiunturale dell'1,4% dei prezzi dei beni energetici.
CAPITOLO TRASPORTI, -0,3%. Effetti di contenimento del tasso d'inflazione si sono dovuti, invece, alla diminuzione su base mensile dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-0,3%) e alla stabilità dei prezzi dei ricreativi, culturali e per la cura della persona.
L'indice armonizzato dei prezzi al consumo per i Paesi dell'Ue (Ipca) aumenta dello 0,9% su base mensile e del 3,8% su base annua, con un'accelerazione di due decimi di punto percentuale rispetto a settembre 2011 (+3,6%).
Si tratta del livello più alto dal settembre del 2008. Guardando i diversi settori economici, i maggiori incrementi congiunturali dei prezzi rilevati ad ottobre 2011 hanno riguardato le divisioni bevande alcoliche e tabacchi (+3,7%), abbigliamento e calzature (+1,2%), abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,8%), e istruzione (+0,6%).
Sul piano tendenziale i maggiori tassi di crescita hanno interessato trasporti (+7,1%), le bevande alcoliche e tabacchi (+6,0%), abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+5,9%).
In flessione, invece, i prezzi delle comunicazioni (-0,4%). In particolare, su base annua hanno continuato la loro corsa i prezzi di caffé (+15,9%) e zucchero (+16,0%).

Pd: «Frutto di sciagurate scelte del governo»

Fenomeno prevedibile secondo Antonio Lirosi responsabile Pd per il Commercio: «Purtroppo non poteva andare diversamente dopo la sciagurata decisione del governo di fare cassa innalzando le accise sui carburanti, il prezzo dei tabacchi e l'aliquota dell'Iva. Decisioni che hanno alimentato un circuito inflazionistico per tutte le tipologie di beni e servizi, grazie anche all'assenza di un governo operante, coeso e credibile che avrebbe dovuto preparare e monitorare l'impatto sul mercato di queste gravi misure».
«SVOLTA RADICALE NELLA POLITICA ECONOMICA». Secondo Lirosi non appena «si allarga la forbice tra l'andamento dei prezzi e quello degli stipendi, crolla il potere di acquisto delle famiglie, si riducono i consumi, anche per ragioni strutturali», per questo «è impensabile che la crescita del Pil possa essere stimolata dal contenuto, finora noto, del decreto sviluppo».
Il responsabile Pd per il Commercio ha consigliato «una radicale svolta nella politica economica» perché «non è più rinviabile un intervento fiscale redistributivo per sostenere i redditi medio-bassi e rilanciare la domanda interna di beni e servizi, nella direzione indicata dalle proposte più volte illustrate del Partito democratico». Per fare questo «ci vuole però un nuovo governo che abbia anche a cuore il controllo della dinamica inflazionistica, specie dal lato dei prezzi regolamentati».

Confesercenti e quel «capolavoro» dell'aumento dell'Iva

Confesercenti ha rincarato la dose definendo un «capolavoro» l'aumento dell'Iva che ha spinto «l'inflazione oltre il 3% ed ai massimi aumenti congiunturali da 16 anni a questa parte, deprimendo al tempo stesso ancora di più i già deboli consumi».
Per l'organizzazione il rialzo dell'imposta è «una scelta sbagliata che per giunta si alimenta del costo crescente dei prezzi dei carburanti, rivelandosi per quello che è: un boomerang contro l'economia italiana e lo sviluppo».
Confesercenti ha chiesto «una politica diversa, che tagli coraggiosamente la spesa pubblica e riduca le imposte: una scelta, questa, che non produce inflazione ma crescita». Secondo l'associazione «adesso non si può più indugiare: servono ulteriori interventi per rilanciare la crescita e consolidare il vasto mondo delle Pmi, che rappresenta e continuerà a rappresentare il cuore dell'economia e dell'occupazione italiana».

Confcommercio: «Il rialzo sconta gli effeti dell'incremento dell'impostazione indiretta»

L'Ufficio studi di Confcommercio ha sottolineato come l'aumento mensile (+0,6%) stimato dall'Istat «testimoni un più rapido adeguamento dei prezzi finali all'incremento dell'aliquota Iva dal 20 al 21%, rispetto alle nostre previsioni di un incremento dell'inflazione dello 0,4% tra settembre ed ottobre». Inoltre, ha spiegato, «sono presenti effetti sistemici che traggono origine dall'incremento dei prodotti energetici». Vengono, quindi, «smentite le ipotesi che il sistema produttivo potesse tenere su di sé l'incremento dell'imposizione indiretta». Infatti «la ridotta marginalità dell'imprese di produzione e distribuzione dopo la recessione 2008-2009 ha costretto le filiere a traslare in avanti l'aumento dell'Iva». Infine, ha stimato l'Ufficio studi, «il tasso d'inflazione a chiusura d'anno non dovrebbe risultare molto superiore all'attuale inflazione acquisita, pari al 2,7%, in quanto non prevediamo ulteriori rilevanti incrementi dei prezzi al consumo».

Federconsumatori: «Rimarrà ben poco nelle tasche degli italiani»

Sul piede di guerra anche Federconsumatori ed Adusbef secondo le quali i dati Istat sull'inflazione ad ottobre hanno evidenziato «una crescita ormai incontrollata, che, ancora una volta, si dimostra in piena contraddizione con l'andamento dei consumi e del potere di acquisto delle famiglie». Secondo i calcoli dell'Onf (Osservatorio nazionale Federconsumatori), «la manovra costerà ad ogni famiglia ben 2.031 euro. La convergenza tra ricadute inflazionistiche e ricadute della manovra economica comporterà un crollo del potere d'acquisto delle famiglie dal 2012 al 2014 di oltre 8.300 euro. E, solo per quest'anno, di 1.621 euro». Di questo passo «rimarrà ben poco nelle tasche degli italiani. È indispensabile un intervento determinato per il rilancio della domanda di mercato».
Per il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, e il presidente dell'Adusbef, Elio Lannutti, «un aumento simile non può avere alcuna giustificazione o spiegazione al di fuori delle volontà speculative ormai chiare ed evidenti, nonché della demenziale manovra di aumento dell'Iva operata dal Governo».

Confagricoltura: «La frutta costa meno che nel 2010»

Anche Confagricoltura ha commentato i dati sull'inflazione sottolineando come «a ottobre, rispetto allo stesso mese del 2010, i prodotti agricoli non lavorati sono aumentati dello 0,5%, un valore molto al di sotto dell'indice generale dei prezzi che si è attestato al + 3,4%. L'agricoltura, dunque, continua a dare un consistente aiuto ai consumatori, in un momento di grandi difficoltà per l'economia e le famiglie».
L'aumento del 4,8% su base mensile (ottobre su settembre) dei prezzi al consumo delle verdure sono cresciuti del 4,8%, sarebbe legato solo a «un parziale recupero di quotazioni che erano giunte a un livello tale da non essere più remunerative. Infatti a ottobre 2011 rispetto a ottobre 2010 sono diminuiti del 4,2%. La frutta fresca è aumentata dello 0,9% rispetto a settembre, ma su base annua registra un -2,5%».

Cia: «L'aumento dell'iva si riflette anche sugli alimenti»

La Cia-Confederazione italiana agricoltori punta il dito contro la crescita dell'Iva che colpisce tutti i beni, anche quelli che non sono coinvolti dall'incremento dell'imposta: «Se il carburante cresce, inevitabilmente questo rialzo si riversa a cascata su tutti i beni che vengono trasportati, quindi anche su quelli che mantengono l'Iva al 4%. Come la stragrande maggioranza dei prodotti alimentari, quindi la conseguenza immediata del nuovo 'boom' della benzina è l'aumento dei listini al supermercato».
Hanno subito incrementi importanti prodotti di prima necessità come pane e pasta (rispettivamente, +2,8% e +1,3% rispetto a ottobre 2010), formaggi e latticini (+5,2%) e carne rossa (+2,5%).
«Si tratta di un vero e proprio salasso per i consumatori, già alle prese con il calo del potere d'acquisto e mille difficoltà economiche», ha evidenziato il presidente della Cia, Giuseppe Politi, che teme che «il rialzo dell'Iva possa tradursi in un ulteriore calo dell'1,5% dei consumi alimentari, già fermi al palo da più di un anno».


Fonte: http://www.lettera43.it

Commento di Oliviero Mannucci: Alzare l'aliquota IVA dal 20% al 21% non è la soluzione per aumentare l'entrate dello stato. Ancora una volta si è preferito applicare una misura pagliativa, che sembra nell'immediato far entrare più soldi nelle casse dello stato, ma che alla lunga penalizza il paese. I nostri signori governanti non hanno ancora capito che bisogna applicare delle misure a lungo termine per risollevare le sorti del paese. Abbassare le tasse alle imprese incentivando l'assunzione, aumentare i salari almeno a livello medio europeo dei lavoratori dipendenti, aiuterebbe molto a far muovere l'economia. Per quanto riguarda invece le spese dello stato, bisogna ridurre gli sprechi di denaro pubblico, riducendo i politici, le auto blu, le spese non necessarie etc.etc. E invece no, i nostri signori governanti che cosa fanno aumentano l'IVA. Questo dimostra l'incapacità della nostra classe politica di dare risposte concrete e durature agli italiani.

Balzo della disoccupazione a settembre 29,3% tra i giovani, ai massimi dal 2004

La percentuale complessiva di chi non ha un impiego arriva all'8,3, ai livelli di novembre 2010. Tra gli under 24 uno su tre è senza occupazione, il dato peggiore da gennaio di sette anni fa. "Inattiva" quasi un'italiana su due: non ha lavoro né lo cerca

ROMA - Nubi nere su giovani e donne. Per loro il lavoro è sempre più un miraggio. Il tasso di disoccupazione a settembre è balzato all'8,3%, dall'8,0% di agosto. Lo rileva l'Istat in base a stime provvisorie, sottolineando che così il tasso si riporta ai livelli del novembre 2010. Tra i giovani (15-24 anni) quelli senza lavoro sono il 29,3%, dal 28,0% di agosto. Si tratta del dato più alto dal gennaio 2004, ovvero dall'inizio delle serie storiche.

Il tasso di disoccupazione a settembre risulta così in aumento di 0,3 punti percentuali sia rispetto ad agosto sia rispetto all'anno precedente. In particolare, quello maschile aumenta di 0,3 punti percentuali nell'ultimo mese, portandosi al 7,4%, mentre quello femminile, con un aumento della stessa entità, si attesta al 9,7%. Rispetto all'anno precedente il tasso di disoccupazione maschile sale di 0,2 punti percentuali, quello femminile di 0,3 punti percentuali.

Stando alle cifre Istat, inoltre, quasi una donna su due in Italia né lavora né è in cerca di un posto, ovvero non rientra né nella fascia degli occupati né in quella dei disoccupati. L'Istat, nelle stime provvisorie, rileva che a settembre il tasso di inattività femminile è pari al 48,9%, mentre quello maschile si attesta a 26,9%. In generale, spiega l'Istituto, il tasso di inattività si attesta al 37,9%, registrando un aumento congiunturale di 0,1 punti percentuali. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni crescono dello 0,1% (21 mila unità) rispetto al mese precedente. Su base annua gli uomini diminuiscono dello 0,2%, mentre le donne inattive aumentano dello 0,5%.

Sull'altro fronte, gli occupati scendono a 22,911 milioni, in calo dello 0,4% (-86 mila unità) rispetto ad agosto. Anche in questo caso la diminuzione interessa sia uomini che donne. Il tasso di occupazione maschile, pari al 67,7%, diminuisce di 0,2 punti percentuali rispetto ad agosto, restando invariato su base annua. Quello femminile, pari al 46,1%, registra una diminuzione di 0,2 punti percentuali sia in termini congiunturali sia tendenziali.

Fonte: http://www.repubblica.it

martedì 25 ottobre 2011

Finmeccanica e il giallo dello “scova-tumori”



clarbruno-vedruccio-SLIDERNella foto Clarbruno Vedrucci prova il TrimProb su una pazienteTrimProb può diagnosticare precocemente il cancro. Ma l'azienda ne ha fermato la produzione

ROMA – Si chiama Tissue resonance interferometer probe ed è un tubo lungo 30 centimetri che permette di scoprire i tumori non appena cominciano a formarsi. Costo dello strumento: 40 mila euro, contro i milioni di euro per acquistare una macchina per la risonanza magnetica o una Tac, mentre il paziente per una visita - convenzionata con il Sistema sanitario nazionale - paga 40 euro. Una piccola ma importante invenzione tutta italiana, che la società costruttrice, Galileo Avionica del gruppo Finmeccanica, ha smesso di produrre quattro anni fa.

Per quale motivo? Nessuno, a cominciare dall'inventore Clarbruno Vedruccio, ha ancora una risposta. Il TrimProb costa molto meno di altri macchinari diagnostici, ha spese di gestione più contenute e non è dannoso per il paziente perché sfrutta le onde elettromagnetiche anziché le radiazioni per individuare le cellule tumorali. Il Ssn lo ha inserito nel repertorio dei dispositivi medici e circa cinquanta centri su tutto il territorio nazionale lo utilizzano abitualmente. "Al policlinico Umberto I viene usato per circa mille visite ogni anno", spiega il Prof. Costantino Cerulli a Romacapitale.net. Eppure Finmeccanica ha scelto di non produrlo più.

La Galileo Avionica ha cominciato a fabbricare il TrimProb, su licenza di Vedruccio, all'inizio del Duemila. Sul sito internet dell'azienda – che nel frattempo è stata fusa con la britannica Selex Sensors Ltd ed è diventata Selex Galileo spa – si legge ancora il comunicato stampa che elogia la portata scientifica di questo bioscanner: "Galileo Avionica, una società Finmeccanica operante nel campo della difesa, avvalendosi di competenze e tecnologie militari avanzate ha industrializzato una strumentazione diagnostica, portatile e non invasiva, denominata TrimProb, che consentirà di evidenziare in tempo reale e in maniera decisamente precoce diverse patologie, dagli stati infiammatori alle formazioni tumorali". Un successo intercontinentale: nel giro di pochi anni dal lancio la macchina comincia ad essere usata in Giappone, Brasile, Regno Unito, Francia, Belgio.

Poi nel gennaio 2008 lo stop: viene fermata la produzione e la TrimProbe spa, società creata ad hoc da Galileo Avionica per distribuire il macchinario, viene messa in liquidazione. Da allora l'apparecchio diagnostico esce dal mercato e a Clarbruno Vedruccio, fisico, ingegnere elettronico e capitano di fregata della Marina militare, rimangono solo i costi di mantenimento del brevetto. Che, data la diffusione internazionale del TrimProb, sono altissimi.

Finmeccanica ha detto di aver fermato la produzione perché l'azienda si occupa solo di difesa. Cosa che non spiega, allora, perché il gruppo ha acquistato la licenza da Vedruccio quasi dieci anni fa e perché poi ha costituito una società per la distribuzione dell'apparecchio. La palla ora passa ai ministri della Salute e delle Finanze, chiamati a rispondere a un'interrogazione del senatore Idv Elio Lannutti. E soprattutto a spiegare per quale motivo un'azienda controllata dallo Stato abbia dismesso la produzione di un macchinario dall'efficacia diagnostica sperimentata e quanto questa decisione, dalle logiche ancora poco chiare, sia costata all'erario.

(Federica Ionta)

lunedì 24 ottobre 2011

Così la Camera spende i soldi dei cittadini

24 ottobre 2011

L’appaltificio di Montecitorio e i 18 contratti con le diverse ditte

Sergio Rizzo sull’inserto del Corriere della Sera ci racconta una storia “normale” dell’Italia d’oggi. Ovvero, quella degli alla Camera: tra queste, spiccano le 18 assistenze informatiche per un totale di 3 milioni e mezzo di euro spesi dagli onorevoli:

Sarà per questo che l’amministrazione di palazzo Madama ha speso l’anno scorso 41.880 euro per, testualmente, «noleggio di sistemi informatici a supporto della ristorazione »… Soldi che ha incassato, come si deduce dalla documentazione ottenuta dai radicali e pubblicata nella pagina «Parlamento Wikileaks» del loro sito internet, la nota ditta Gemeaz Cusin. E’ questo uno dei tanti rivoli in cui sono stati ripartiti i cospicui investimenti nell’informatica del Palazzo. La Camera dei deputati, per esempio, ha prodotto lo scorso anno sforzi davvero considerevoli. Dall’elenco reso di dominio pubblico dai soliti radicali in seguito alla loro iniziativa per rendere più trasparenti i costi della politica, si deduce che l’amministrazione di Montecitorio ha speso nel 2010 una cif r a sontuosa, pari a 12.640.858 e 92 centesimi.

Ma quello che colpisce non è tanto l’importo, certamente giustificato dalla complessità dei sistemi che fanno della Camera uno degli apparati istituzionali meglio attrezzati da questo punto di vista, quanto la sorprendente frammentazione delle forniture;

Fonte: http://www.giornalettismo.com

domenica 16 ottobre 2011

La protesta globale degli Indignati


Manifestazioni in tutto il mondo contro la crisi finanziaria

Le immagini di Roma devastata hanno già fatto il giro del mondo: tutti i maggiori quotidiani on line hanno pubblicato gli scatti del centro storico della Capitale messo a ferro e fuoco. Ma ieri è stato il giorno degli Indignati di tutto il mondo, che sono scesi in piazza in tante grandi città per protestare contro la crisi globale e le misure di austerità dei governi. I primi a manifestare sono stati filippini, giapponesi e australiani, con cortei pacifici che hanno avuto come obiettivo simbolico le sedi delle banche centrali dei rispettivi paesi.

In Europa, al di là del caso di Roma, la protesta è stata pacifica, tranne ad Atene, la capitale europea in cui negli ultimi mesi le ribellioni, ormai all’ordine del giorno, hanno fatto registrare gli scontri più gravi. A Londra protagonista della giornata degli Indignati è stato Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, cha tenuto un discorso contro lo strapotere delle banche. In Spagna, il paese da cui il movimento ha preso il nome, i manifestanti hanno perfino chiesto ed ottenuto l’appoggio del principe Felipe.

Il sostegno delle istituzioni è arrivato anche a New York, dove il presidente Obama ha dato il suo appoggio al movimento che da giorni marcia su Wall Street: secondo alcuni, trattasi di una buona strategia in vista delle prossime elezioni presidenziali, volta a dipingere l’avversario repubblicano come un capitalista organico al mondo della finanza.

Autore Gagliardi Claudia

Fonte: www.universy.it

Commento di Oliviero Mannucci: A Roma sono successe cose micidiali a causa degli infiltrati. Ma chi sono questi infiltrati? Perchè non vengono tutti arrestati e identificati? Comunque cari politici e banchieri, la grande manifestazione mondiale che c'è stata è un messaggio preciso, il 99% della gente ne ha le palle piene dei vostri intrallazzi, se non comincerete a rigare dritto ed essere più attenti alle esigenze di tutti, la base dei violenti potrebbe allargarsi, perchè anche voi a vostro modo siete violenti quando prendete certe decisioni che tagliano i servizi essenziali ai cittadini che pagano le tasse. Se la violenze è sbagliata, è sbagliata sempre, non solo quando fa comodo a voi. Ricordatevi dei più deboli!

sabato 15 ottobre 2011

Indignados, la “rabbia” a Roma



Roma - Tensioni a Roma e a Milano e una mobilitazione nazionale per la quale sono annunciate 100mila persone a Roma in occasione della “giornata della rabbia”: sale la “temperatura” delle proteste in attesa del corteo degli Indignados italiani, che oggi sfileranno in una Capitale blindata, dove si cercherà di scongiurare il rischio del ripetersi degli episodi dello scorso 14 dicembre, quando si scatenò nella città una vera e propria guerriglia urbana.

Ieri a Roma gli studenti hanno improvvisato un corteo raggiungendo piazza Montecitorio e. dopo la notizia dell’esito delle votazioni sulla fiducia al governo, hanno lanciato uova contro il palazzo della Camera. Poi hanno bloccato via del Corso, sedendosi in strada per alcuni minuti.


A Milano, invece, hanno sfilato circa 2000 persone, e una ventina di studenti hanno tentato di entrare nella sede meneghina della banca americana Goldman Sachs: hanno lanciato ortaggi e sacchi di immondizia dopo essere stati respinti da alcuni dipendenti. Alcuni momenti di tensione si sono verificati anche con la polizia, che presidiava la sede della Fininvest.

Un crescendo di proteste che si spera non culmini nel corteo di oggi a Roma, dove sono attese, secondo gli organizzatori, oltre 100mila persone da tutta Italia, provenienti da 50 province diverse (venti pullman sono previsti solo da Napoli, per esempio): il corteo partirà intorno alle 14 da piazza della Repubblica, passando per via Cavour, i Fori Imperiali, via Labicana, sino a raggiungere piazza San Giovanni.

Fra i manifestanti, anche le telecamere del Secolo XIX (video) , partite prima dell’alba di oggi dalla Liguria per seguire tutto in diretta, con aggiornamenti costanti.

Ma alla manifestazione partecipano anche alcuni politici, come il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e l’ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti. In testa sono attesi i rappresentanti di varie realtà sociali in lotta, dai precari ai cassaintegrati. A seguire anche esponenti dei centri sociali, movimenti vari e studenti. E proprio fra di loro c’è il rischio che possano infiltrarsi alcuni “specialisti” dei tafferugli, come alcuni ultrà, che potrebbero agire a volto coperto, creando tensioni. I manifestanti non escludono comunque blitz a sorpresa e deviazioni, annunciando una «mobilitazione permanente» con accampamenti, tipo “tendopoli”, nei luoghi simbolo della città, come i Fori Imperiali.

La questura di Roma si è preparata ad affrontare quindi una giornata difficile e delicata: ieri il questore, Francesco Tagliente, ha firmato un’ordinanza per garantire la sicurezza della città. È previsto un «dispositivo ad assetto variabile», in continua evoluzione a seconda del cambiamento degli scenari volta per volta. Potrebbero essere circa 1500 gli uomini delle forze dell’ordine impegnati. È stato elaborato per l’occasione un «modulo operativo aperto», per consentire la flessibilità e la rapidità dello spostamento dei mezzi e degli uomini delle forze dell’ordine, così da assicurare la dinamicità e l’efficacia delle risorse impiegate, anche di fronte a eventi imprevedibili.

Fonte: http://www.ilsecoloxix.it

Commento di Oliviero Mannucci: cari politici ( si fa per dire) siete arrivati alla frutta. Presto ve ne accorgerete!

Oliviero Mannucci

Movimento popolare di liberazione nazionale " Culo a strisce"

giovedì 13 ottobre 2011

INDIGNADOS BLOCCANO ROMA

In vista della "Giornata della rabbia" del 15 Ottobre i manifestanti attaccano la sede di Bankitalia nella capitale





Quattordici tende ancora piantate sulla scalinata del Palazzo delle Esposizioni e qualche ragazzo assonnato che si aggira nei pressi. Appare così questa mattina via Nazionale a Roma dove nella notte le forze dell'ordine hanno sgomberato il presidio degli indignados vicino alla sede di Bankitalia che durava da ieri pomeriggio. Ieri, infatti, nella Capitale circa 500 "indignados" hanno manifestato prima nei dintorni di Montecitorio, per poi spostarsi verso la sede di Bankitalia, a via Nazionale, dove era in programma un convegno con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il governatore Mario Draghi e la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. E' il preludio alla grande manifestazione in programma sabato 15, "la giornata della rabbia", in contemporanea con altre centinaia di città del mondo.

A Bologna - Ieri, mercoledì 12 ottobre, era toccato anche a Bologna. Momenti di tensione davanti alla sede cittadina della Banca d'Italia, in piazza Cavour, dove è in corso la protesta di un centinaio di studenti e militanti dei centri sociali. Le forze dell'ordine sono intervenute con due cariche contro la prima linea dei manifestanti, che ha provato a entrare nell’istituto di credito. Gli indignados bolognesi volevano entrare nella sede della Banca d'Italia per consegnare simbolicamente al mittente la lettera mandata dalla banca centrale europea, lo scorso agosto, al governo italiano. Lo scontro è stato violento: manganellate, bastoni e petardi. Una studentessa ed un carabinere sono rimasti feriti. Il parapiglia è durato pochi minuti, mentre il presidio è ancora in corso. E così gli indignados anticipano la grande manifestazione del 15 ottobre "la giornata della rabbia".

I feriti -
Durante le cariche delle forze dell'ordine per respingere i manifestanti, una studentessa è rimasta ferita alla bocca. La giovane, dopo essere stata caricata in ambulanza, è stata trasportata all'ospedale Sant'Orsola di Bologna. Nei tafferugli, è rimasto contuso anche un carabiniere. Intanto i manifestanti sono partiti in corteo lungo via Farini, proseguendo poi lungo via Castiglione. Prima di lasciare piazza Cavour dal presidio di protesta sono state lanciate uova, palloncini di vernice, fumogeni e petardi contro il palazzo dove ha sede la Banca d'Italia. Dopo il tentato blitz nella sede della Banca d'Italia, la protesta degli indignados bolognesi è proseguita: i manifestanti sono entrati in massa e hanno occupato, per circa un quarto d'ora, gli Uffici giudiziari di pignoramenti e protesti che si trovano nei pressi di via Castiglione, nel pieno centro di Bologna. In una delle finestre del palazzo è stato anche affisso uno striscione: 'Diritto all'insolvenza'. Saliti al primo piano del palazzo i manifestanti con un paletto di metallo hanno sfondato la porta dell'Ufficio notifiche dove all'interno si trovavano alcuni dipendenti. Poi hanno preso diverse cartellette contenenti documenti e, dopo averle stracciate, le hanno gettate dalla finestra. Infine hanno lasciato gli uffici giudiziari e si sono rimessi in corteo.

Traffico bloccato a Roma Traffico rallentato in via del Corso a Roma per la presenza di manifestanti. Gli indignados, partiti da Montecitorio, hanno sfilato senza manifesti e striscioni invadendo la sede stradale. Diretti verso piazza Santi Apostoli, hanno in programma una manifestazione davanti alla Banca d’Italia.


La giornata della rabbia -
Ma questa manifestazione è solo l'anticipazione di ciò che avverrà il prossimo sabato. Il 15 ottobre infatti gli indignados ripeteranno le loro proteste in una grande manifestazione nella Capitale chiamata "la giornata della rabbia". Secondo gli organizzatori arriveranno da tutta Italia circa 150mila persone. Da parte delle forze dell'ordine si prevede un impegno superiore a quello messo in campo lo scorso 14 dicembre, quando durante il corteo degli studenti il centro storico della Capitale venne letteralmente assediato, con scene di guerriglia urbana. Quel giorno furono impegnati circa un migliaio di uomini. Si teme il rischio di azioni emulative o collegate tra le manifestazioni degli Indignados che si svolgeranno in contemporanea nelle principali capitali come Roma, Madrid, Atene. Inoltre, gli agenti sono già impegnati in sopralluoghi ai punti sensibili della Capitale in primis obiettivi istituzionali ed economici, come le banche tradizionalmente bersagliati dagli indignati.

Fonte: http://www.libero-news.it

Commento di Oliviero Mannucci: Cari politici ( si fa per dire) io ve l'avevo detto, se non cambiate il vostro modo di comportamento nei confronti dei vostri datori di lavoro, e cioè il popolo italiano, questo sarà solo l'inizio. Voi fate debiti per conto di altri, ma gli stipendi che prendete non li dividete con tutti. Non mi sembra un modo corretto di compostarsi non vi sembra?! Visto quanto che siete pagati, se sbagliate dovete pagare di tasca vostra e no far pagare chi tra l'altro sta già con l'acqua alla gola, poi non vi lamentate se la gente, giustamente, s'incazza! La strada che state percorrendo è molto pericolosa e se continuate così presto in Italia ci sarà una guerra civile. Politico avvisato, mezzo salvato!


Oliviero Mannucci

Movimento Popolare Liberazione Nazionale " Culo a strisce"