IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

mercoledì 31 ottobre 2012

Italia la repubblica degli spot e l'uranio impoverito


Uranio impoverito: migliaia di militari malati di tumore. Il ministero dice che è stress da sentinella

 

 

  Il problema dei militari all’estero e l’uranio impoverito. Oltre 2000 casi di tumore tra i militari. Vediamo di capire il perché. I nostri soldati, peraltro in missione di pace, se la facevano sotto dalla paura e per questo si sono ammalati. Questa è la spiegazione ufficiale del governo. Il nesso causale è chiaro (!!!) e il Ministero indennizza.

 

 

Ovviamente, per ricevere i soldi, devi accettare la motivazione con cui viene concesso l’indennizzo: “Il decesso può riconoscersi dipendente da fatti di servizio che risultano sussistere nello svolgimento degli incarichi assegnati, nelle condizioni estreme quali elevata tensione emotiva, continua e prolungata ipervigilanza in costante pericolo di vita nell’ambito di missioni svolte in teatro bellico, di assoluta eccezionalità e con altro rischio personale e collettivo”… “Considerato che il cumulo di tali circostanze è idoneo a compromettere le difese immunitarie, il cui deficit può favorire la crescita di una neoplasia allo stadio pre-clinico, è plausibile ritenere che il servizio abbia potuto svolgere un ruolo concausale efficiente e determinante nell’insorgenza e/o slatentizzazione del processo neoplastico”.
Insomma il militare si sarebbe ammalato, in linguaggio casermistico, da “strizza per servizio”
Con buona pace per la reputazione delle nostre Forze Armate. E si perché se i nostri militari (oggi solo di carriera) super addestrati, che devono superare tests psico-attitudinali e visite periodiche, si ammalano in una missione di pace (e non sono pochi, ad oggi si parla di più di 2.000 casi sospetti ma si sa che le patologie tumorali non si manifestano proprio il giorno dopo), non oso immaginare cosa potrebbe capitare in guerra. Una vera strage. Il nemico, poi, avrebbe buone possibilità di vincere senza neanche dover sparare un colpo.
Certo qualche domanda resta:
E i civili che si sono ammalati in condizione analoghe ai nostri soldati? Anche loro stressati dal servizio?
E per i militari e civili che si sono ammalati nei poligoni di tiro siti nella nostra penisola lontanissimi da qualsiasi missione di pace? Forse per stress da rumore?
La cosa più sorprendente di tutto ciò è che la valutazione circa la causa delle malattie è stata espressa non dal Ministero della Salute, ma da quello dell’Economia.
Ma osserviamo la cosa sotto l’aspetto giuridico.

Il problema
Per il Ministero dell’Economia (scusate se lo riscrivo ma mi diverte troppo) la concausa efficiente e determinante per l’insorgenza del tumore, nonché motivo per erogare l’indennizzo, può essere rinvenuta nella “strizza da servizio”, non nell’Uranio impoverito. Infatti il Ministero della difesa[1] continua a sostenere che non vi siano prove che l’Uranio impoverito sia causa delle patologie riscontrate nei soldati ritornati dalle famose missioni di pace, mentre la causa da strizza da servizio è sposata dal Ministero dell’Economia. Ma allora perché si sosteneva da più parti che la causa fosse da addebitarsi all’Uranio impoverito?
L’Uranio impoverito (UI o DU) è una scoria nucleare, ovvero: uno scarto delle centrali nucleari che viene utilizzato per rafforzare gli armamenti.
Trattandosi di scoria nucleare è pericoloso? Vediamo cosa dicono gli studi scientifici e… fate attenzione alle date.
I. Documento dell’aeronautica americana, ossia il rapporto sulle sperimentazioni nel poligono di Eglin in Florida, fatte tra l’ottobre 1977 e l’ottobre 1978, che mette in guardia sui pericoli dell’uranio impoverito.
II. La Royal Society (una delle più prestigiose istituzioni scientifiche inglesi) si è espressa numerose volte sulla pericolosità dell’uranio e ha stabilito tre diversi livelli di rischio:
1) esposizione alta per militari presenti all’interno di veicoli colpiti da proiettili al DU
2) esposizione mediana: militari che hanno operato all’interno o in prossimità di veicoli già colpiti
3) esposizione bassa: militari che hanno operato sottovento rispetto all’impiego di proiettili DU oppure che possono aver soggiornato in siti contaminati a livello di suolo o risospensione in aria
III. Resoconto dello Science Applications International Corporation (SAIC), inserito come appendice (D) in Kinetic Energy Penetrator Long Term Strategy Study, pubblicato a cura dell’AMMCOM nel luglio 1990: “Gli ossidi insolubili che sono stati inalati possono essere trattenuti a lungo nei polmoni rischiando di generare alterazioni tumorali dovute alle radiazioni. La polvere di uranio impoverito ingerita rappresenta un rischio radioattivo e tossicologico”.
IV. Documento dell’Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army, pubblicato nel 1995: “Gli effetti a breve termine dell’assorbimento di dosi elevate possono condurre al decesso, mentre dosi meno massicce, a lungo termine, possono produrre alterazioni neoplastiche (tumori n.d.a.)”.
Proprio a causa di tali relazioni scientifiche, negli anni, sono state emanate, a livello nazionale ed internazionale, precise norme di protezione per chi operava nelle zone a rischio:
“Le Norme NATO nel 1984
Le Norme USA per la “Restore Hope” in Somalia nel 1993
Le misure NATO per basse radiazioni nel 1996
Le disposizioni della KFOR del 22 novembre 1999
Le disposizioni dello Stato Maggiore della Difesa del 6 dicembre 1999
Le disposizioni della Folgore dell’8 maggio 2000
Come si può notare l’Italia emana precise disposizioni di sicurezza solo a partire dalla fine del 1999. Nello specifico:
V. Disposizioni di sicurezza per le forze della KFOR operanti nei Balcani in data 22 novembre 1999:

-…Evitate ogni mezzo che sospettate essere colpito da munizionamento UI o missili da crociera Tomahawk;
- Non raccogliere o collezionare munizionamento UI trovato sul terreno, informate immediatamente il vostro comando circa le aree che voi ritenete contaminate da munizionamento UI….;
- La contaminazione con la polvere UI inquina cibo ed acqua. Non mangiate assolutamente cibo non controllato;
- Particelle che fossero state inalate possono causare danni ai tessuti interni nel lungo termine;
- Se pensate di essere esposti alla polvere UI fate immediatamente un test delle urine nelle successive 24 h per analizzare la presenza U 238, U 235, U 234 e creatina;
- Il personale risultato positivo al test dovrebbe assumere agenti specifici per rimuovere il più possibile le particelle contaminate presenti nel corpo…..;
- I veicoli ed i materiali dell’Esercito Serbo in Kosovo possono costituire una minaccia alla salute dei militari e dei civili che dovessero venire a contatto con gli stessi;
- I veicoli e gli equipaggiamenti trovati distrutti, danneggiati o abbandonanti devono essere ispezionati e maneggiati solamente da personale qualificato;
- I pericoli per la salute possono derivare dall’Uranio impoverito in conseguenza dei danni dovuti alla campagna di bombardamento NATO relativamente a mezzi colpiti direttamente o indirettamente….;
- L’UI emette radiazioni Alfa a bassi livelli di radiazioni Beta e Gamma. Le normali uniformi da combattimento sono sufficienti per prevenire l’assorbimento attraverso la cute. Tuttavia la reale minaccia è rappresentata dalla possibile inalazione di UI……;

- L’UI provoca un avvelenamento da metallo pesante ed il personale deve assolutamente evitare i mezzi sospettati di essere stati colpiti da UI;
- La minima distanza di sicurezza non deve essere inferiore ai 50 mt. Se ci si deve avvicinare ulteriormente è necessario indossare maschera e guanti per evitare di assorbire la polvere radioattiva….;
- L’UI è un metallo pesante chimicamente tossico e radioattivo con un peso specifico quasi doppio rispetto al piombo….
- L’UI emette radiazioni Alfa, Beta e Gamma con un tempo di dimezzamento di 4,5 miliardi di anni. La sua pericolosità radioattiva è dovuta alle radiazioni alfa……”
- Inalazioni di polvere insolubile UI sono associate nel tempo con effetti negativi sulla salute quali il tumore e disfunzioni nei neonati. Questi potrebbero non verificarsi fino a qualche anno dopo l’esposizione

VI. Disposizioni emanate l’8 maggio 2000 alla Brigata Folgore Nembo Col. Moschin:
“La pericolosità dell’uranio si esplica sia per via chimica, che rappresenta la forma più alta di rischio nel breve termine, sia per via radiologica che può causare seri problemi nel lungo periodo. La maggiore pericolosità per il tipo di radiazione emessa si sviluppa nei casi di irraggiamento interno (contaminazione interna)”.
VII. Nelle precauzioni per l’impiego delle armi all’uranio impoverito, impartite dal Ministero dell’Ambiente in data 26.05.2000, si legge:
- verificare, attraverso misure e controlli, l’effettivo uso di proiettili al DU;
- stabilire l’estensione dell’area contaminata e se necessario delimitarla;
- raccogliere i pezzi di proiettile e confezionarli per il trasporto secondo le modalità in annesso 1 (imballaggio, trasporto e custodia di proiettili al DU);
- raccogliere campioni di matrici ambientali per i controlli di laboratorio.
VIII. Nella stessa 3ª relazione della Commissione Mandelli si afferma a pag. 21 che “esiste un eccesso, statisticamente significativo, di casi di Linfoma di Hodgkin. L’eccesso di LH nel gruppo di militari impegnati in Bosnia e/o Kosovo emerge anche dal confronto con i Carabinieri mai impegnati in missioni all’estero”.
Alcune domande.
Per la giurisprudenza, ai fini della sussistenza del rapporto di causalità, è sufficiente che l’effetto (patologia) consegua dalla causa in termini di “probabilità”. Ora, dopo le relazioni scientifiche e le norme di protezione appena viste, è più probabile che i nostri militari si siano ammalati per “strizza da servizio” o perché contaminati da UI? Se fossi un giudice non avrei dubbi su cosa ritenere più probabile. Ma allora perché il Ministero ha deciso di iniziare a concedere gli indennizzi trovando più verosimile la causa da “strizza da servizio” rispetto a quella da Uranio Impoverito?
Non sarà forse, dico forse, perché la Nato ci aveva comunicato la pericolosità dell’Uranio impoverito già nel lontano 1984 (Norme NATO del 1984 con cui l’Italia era stata informata delle norme da adottare, anche per il semplice maneggio dell’UI), ma noi ci siamo attivati solo nel dicembre del 1999 (le disposizioni dello Stato Maggiore della Difesa del 6 dicembre 1999)?
E’ un leggerissimo sospetto per carità, però c’è.

Problemi giuridici.
Si perché se venisse accettato il nesso di casualità tra l’uranio impoverito e le patologie dei nostri soldati vi sarebbero responsabilità penali e civili gravissime per le nostre istituzioni.
Infatti: la legge 626/94 di sicurezza sul lavoro, e l’art. 1 della 277/91 stabiliscono le responsabilità della antinfortunistica anche in ambito militare. Le Forze Armate sono del resto destinatarie anche degli obblighi stabiliti dall’art. 2087 c.c., come previsto dall’art. 1 della Legge 25 del 18/2/1997.
In applicazione alla normativa antinfortunistica, le forze armate hanno l’obbligo di garantire la salute e la sicurezza di tutti i militari italiani anche a mezzo dell’acquisizione di tutte le informazioni necessarie per fornire ai militari dipendenti le dovute precauzioni.
Quando tali norme vengono violate e il personale muore si è colpevoli di omicidio colposo (in questo caso plurimo) o, nel caso in cui non si arrivi al decesso, di lesioni personali colpose.
Un’altra domanda sorge spontanea: Perché mandare i nostri militari ad operare privi di protezione in aree che si sanno contaminate? Quale interesse lecito può essere più importante dell’incolumità di migliaia di soldati. Il problema poi non sono solo i tumori. L’uranio impoverito è possibile causa di numerose altre patologie tra cui anche della nascita di bambini malformati.
Ma ancora non basta.
Si legge, infatti, nelle norme di protezione che:
- la contaminazione con la polvere UI inquina cibo ed acqua;
- L’UI emette radiazioni Alfa, Beta e Gamma con un tempo di dimezzamento di 4,5 miliardi di anni.
Questo significa una cosa sola: che intere nazioni sono state contaminate per secoli. Tutta la loro acqua e tutto il loro cibo. Pensiamo alla carne, alla frutta, la verdura, il latte, ecc..
Problemi per loro e per noi. Si perché anche ai più indifferenti ed egoisti non potrà sfuggire il fatto che dalla ex Jugoslavia noi importiamo moltissimi prodotti, alimentari che consumiamo senza neanche sapere che provengono da zone contaminate da UI.
Perché tutto questo?
Ripeto la domanda: quale interesse superiore lecito ci può essere a tutto ciò?
Concludo con una affermazione tratta dal libro: “Uranio impoverito la verità” Giulia di Pietro intervista all’Ammiraglio Falco Accame (Presidente e ricercatore operativo dell’ANAVAFAF Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti, è stato presidente e vicepresidente della Commissione Difesa) scaricabile gratuitamente da questo sito: http://www.anavafaf.com/ , di cui sono state riportate delle parti in questo articolo e che consiglio a tutti di leggere e …vergogniamoci per loro:
“La legge 241/90 sulla trasparenza amministrativa che era stata concepita come una legge per rendere accessibile ai cittadini il massimo numero di informazioni si è trasformata nel suo opposto, perché attraverso i decreti applicativi è diventata una legge delle “eccezioni alla trasparenza” e quindi una legge che mira alla massima intrasparenza possibile.
Tanto da poter dire che l’Italia può essere considerata una Repubblica fondata sul segreto (per lo più abusivo!)”.
Autore: Solange Manfredi / Fonte: stampalibera.com


Commento di Oliviero Mannucci: A che serve mandare in onda questi spot, dove si ringraziano i ragazzi che rischiano la vita nelle varie missioni di "pace" all'estero, se poi i soliti noti, che stanno con il culo al caldo sulle loro poltrone non capiscono che di fronte a certe patologie lo stato italiano, non dovrebbe girarsi dall'altra parte e fare spot ipocriti, ma aiutare concretamente le persone che si sono ammalate a causa dell'uranio impoverito. Se continua così, alla fine altro che antipolitica, ci sarà la rivoluzione!

martedì 30 ottobre 2012

Quel fuggi fuggi è uno sputo a tutti i partiti


http://3.bp.blogspot.com/-6aL8YOMR-c0/UI992b23yaI/AAAAAAAAt4Y/spnh9duO3r8/s1600/staino-2.tiff

Il partito più forte in Sicilia è quello dell'astensione. Un record in Italia: oltre il 50 per cento. Se teniamo conto soltanto di coloro che si sono degnati di recarsi al seggio, allora è Beppe Grillo a piazzarsi in vetta alla classifica. Una prodezza, la sua. Egli infatti è arrivato a nuoto nell'isola circa tre settimane fa, e in una ventina di giorni ha conquistato un posto al sole, che poi è una stella e si aggiunge alle cinque già presenti sul simbolo del movimento fondato dal comico. Che adesso non fa più ridere, ma semina il panico tra i professionisti della politica straccia.L'affermazione sicula prelude al trionfo che Grillo avrà alle consultazioni nazionali della prossima primavera. Se ieri ha ottenuto con la lista intorno al 15 per cento, l'anno venturo incasserà minimo il 20. Un dato del genere, del tutto probabile, sarà il certificato di morte dei partiti tradizionali di destra e di sinistra e di centro, estinti causa suicidio. Essi, infatti, nonostante la crisi propria, la crisi internazionale e la crisi istituzionale del nostro Paese, invece di riorganizzarsi e dedicarsi con tenacia alla soluzione dei problemi della gente, si sono intorcinati badando solamente a interessi di bottega: la spartizione del potere e la conservazione della poltrona con privilegi annessi e connessi.Partiti talmente sfilacciati e inconcludenti al punto da essere costretti, un anno fa, a cedere il timone ai tecnici per manifesta inadeguatezza. E ora pagano dazio. Il Pd, nonostante se la tiri tanto, in Sicilia arranca: ha raccolto la miseria del 13 e rotti per cento, benché, con la coalizione di sinistra, si sia aggiudicato, grazie a Rosario Crocetta, il trono di governatore. Il quale governatore, tuttavia, faticherà (forse invano) ad avere in Consiglio regionale una maggioranza che gli consenta (...)(...) di governare, visto che il Parlamento sarà occupato da uno spezzatino politico disomogeneo. In queste condizioni, raggiungere un accordo e stabilire alleanze durature, almeno sulla carta, è impossibile.Occorre registrare la disfatta del Pdl: 12,4 per cento (il dato si riferisce a 4.292 sezioni su 5.308). Il candidato Nello Musumeci, pur intorno al 25 per cento, si è beccato 6 punti in meno dell'avversario Crocetta, sostenuto anche dall'Udc. Qualcuno dice che Angelino Alfano abbia commesso l'errore di sganciare Gianfranco Miccichè, perdendo così un bel po' di consensi. Se è per questo, al Pdl sono mancati anche i voti del Fli (4 per cento). Ma qui il segretario pidiellino non c'entra. Bisogna fra l'altro riconoscere che quando egli ha ereditato lo scettro di Silvio Berlusconi, il partito era già in tocchi, e attendersi il miracolo di un ricompattamento era illusorio.La realtà va guardata in faccia, e fa paura: nel giro di qualche annetto il centrodestra, per vari e noti motivi, ha dissipato un patrimonio che sembrava indistruttibile. Un'analisi del fallimento richiederebbe una spietatezza che non è il momento di sfoderare. Limitiamoci a riferire le cifre del grave dissesto e auguriamoci che colonnelli e caporali berlusconiani (ex Forza Italia ed ex An) la smettano di litigare e si impegnino a ricucire strappi e smagliature, altrimenti il Pdl andrà (metaforicamente, stavolta) a puttane.Con una sintesi brutale, le elezioni siciliane si commentano in poche parole. Tra astensioni (53 per cento), schede bianche (4 per cento) e voti assegnati al candidato di Grillo (18 per cento), l'antipolitica arriva al 76 per cento. Chi ha tracciato la croce sul simbolo del Movimento 5 stelle ha inteso sputare sui partiti, chi si è addirittura rifiutato di entrare in cabina non ha più voglia neppure di sputare: risparmia anche la saliva. Non è una bella immagine, ma è quella della politica, oggi.

Fonte:  http://www.radicali.it


Commento di Oliviero Mannucci: Quando in una "democrazia" più del 50% degli aventi diritto non si reca alle urne, bisognerebbe che i politici di turno s'interrogassero del perchè? E soprattutto, dovrebbero ritirarsi dalla scena politica in quanto la maggiornaza della gente non li leggittima a governare o a stare all'opposizione. In Sicilia, gioisce  il vincitore, gioisce Grillo, ma non c'è niente da gioire, la maggior parte della gente ne ha le palle piene della classe politica attuale, compreso Grillo e il suo M5S, che prima si definiva un movimento e non voleva sentire nominare la parola partito, e poi da quando ha cominciato a prendere voti  si è definito prima il terzo partito d'italia e adesso il primo della regione Sicilia.Insomma è venuto allo scoperto, lui che voleva abbattere i partiti, ha creato un partito che sta anch'esso sul groppone degli italiani. Bisogna tornare alla politica fatta dal popolo, alla vera democrazia, quella dove ogni cittadino può essere chiamato a rappresentare altri cittadini solo per un periodo ristretto di tempo, per poi tornare a fare il proprio lavoro. Chi sta troppo tempo con le mani in pasta prima o poi ruba. E' un dato di fatto!

lunedì 29 ottobre 2012

Elezioni in Siclia: vince l'astensione

E' calato da poche ore il sipario sulle elezioni in Sicilia. In mattinata, dopo lo scrutinio, la scena si sposterà a Palazzo dei Normanni che ospiterà - nel più antico parlamento d'Europa - i nuovi eletti: il presidente della Regione e 89 deputati.


 http://www.gazzettajonica.it/include/showImage.asp?img=/public/news_foto/20121025232423.jpg&mw=350&mh=221
Alle ore 22, alla chiusura delle urne, nei 390 comuni siciliani l'affluenza è stata del 47,42% degli aventi diritto, pari a 2.203.885 elettori. In calo rispetto al 2006, quando, come ieri, i seggi rimasero aperti solo di domenica, e votò il 59,16%. Nel 2008, a fine consultazioni, si recò alle urne il 66,68% degli elettori, ma si votò per due giorni, e anche per Camera e Senato. Alle ore 19, alla seconda rilevazione sull'affluenza dei votanti, si era recato alle urne il 37,66% degli aventi diritto, pari a 1.750.074 elettori. Alle 12 l'affluenza alle urne era stata dell'11,31%, pari a 525.588 elettori. Erano in tutto 4.426.754 gli aventi diritto al voto, la maggioranza donne: 2.284.380. Un diritto al quale non ha voluto rinunciare Marianna Ragonese, che compirà oggi cento anni: ha votato nella prima sezione del comune di San Mauro Castelverde nel Palermitano, dove è nata. Urne chiuse invece a Ginostra nell'arcipelago delle Eolie dove per esprimere le loro preferenze i 50 isolani avrebbero dovuto recarsi a Stromboli, ma per il mare agitato l'aliscafo della compagnia delle Isole non ha effettuato il collegamento. Grande incognita nei risultati per il voto cosiddetto disgiunto: i cittadini hanno potuto scegliere tra un candidato governatore e una lista non ad esso collegata. Il seggio elettorale, a conclusione del voto ieri sera, è stato sigillato. L'elezione è a turno unico e quindi non è previsto alcun ballottaggio. Sarà eletto presidente della Regione il candidato che totalizzerà il maggior numero di preferenze. La legge di riforma costituzionale, che prevede l'abbassamento a 70 deputati, è in attesa della 'seconda lettura' alla Camera. A sala d'Ercole entreranno 80 deputati selezionati nelle liste provinciali, oltre al presidente della Regione, al candidato governatore arrivato secondo e agli 8 nomi presenti nel listino del vincitore. Sono dieci i candidati in corsa per la presidenza della Regione, 1.629 quelli inseriti nelle 19 liste collegate, tra cui 32 inquisiti con diversi guai giudiziari. Secondo i sondaggi la sfida per la vittoria sarà fra tre competitor: Rosario Crocetta (Pd, Udc, Api e Psi), Nello Musumeci (Pdl, Pid e Ld) e Gianfranco Micciché (Fli, Pds-Mpa, Gs e Mps). Occhi puntati anche al risultato del Movimento 5 stelle che candida Giancarlo Cancelleri, sostenuto da Beppe Grillo che per diciotto giorni è stato in giro per la Sicilia riempiendo le piazze di migliaia di persone. Per la sinistra, in campo c'é Giovanna Marano, sostenuta da Sel, Idv, Federazione della sinistra e Verdi, mentre Giacomo Di Leo è appoggiato dal partito comunista dei lavoratori. Gaspare Sturzo corre per la lista Italiani liberi e forti, Mariano Ferro per i 'Forconi', Cateno De Luca per la lista Rivoluzione Siciliana e Lucia Pinsone con Volontari per l'Italia. Tutti hanno detto di essere sereni in attesa dei risultati. Eppure chiunque vincerà le elezioni probabilmente non avrà la maggioranza in Assemblea. Il prossimo esecutivo dovrà trovare in aula lo schieramento che lo sosterrà. Il voto anticipato provocato dalle dimissioni del governatore Raffaele Lombardo, imputato per concorso esterno ad associazione mafiosa - la prima udienza del processo con rito abbreviato davanti al gup di Catania comincerà domani - costituisce il giro di boa sulla scorsa legislatura durata quattro anni, trascorsi in una clima di perenne scontro politico, con partiti di maggioranza (Pdl e Pid) passati all'opposizione e partiti di minoranza (Pd) transitati in appoggio all'esecutivo. La Regione chiuderà il 2012 con un debito di quasi 6 miliardi di euro, 100 mila precari e interi settori polveriera da riformare: dalle società controllate ai rifiuti, dai forestali alla macchina burocratica. Nel 2008, con un'affluenza alle urne del 66,68 %, si aggiudicarono i seggi Popolo Delle Libertà, Partito Democratico, Movimento per l'Autonomia, Unione di Centro, con il resto degli altri partiti che non riuscì a superare lo sbarramento del 5%. Con il 65,35 % (1.862.959 voti) Lombardo si impose su Anna Finocchiaro che con la sua coalizione chiuse al 30,38 % (866.044 voti). Sonia Alfano candidata da una lista 'Amici di Beppe Grillo ottenne il 2,43 % con 69.511 voti.

Fonte:  http://www.campanianotizie.com

sabato 27 ottobre 2012

I giovani industriali: "Basta politici ladri e ignoranti"

La rabbia del presidente degli under 40 confindustriali, Jacopo Morelli: "Siamo disgustati dall'idea della carica pubblica come scorciatoia per arricchirsi". Bordata al governo: "Tratta i cittadini come cavie"

di Nuccio Natoli
Il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Jacopo Morelli
Il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Jacopo Morelli
 
Roma, 27 ottobre 2012 - I giovani di Confindustria attaccano a testa bassa. La parola ‘sconti’ non c’è nel vocabolario esibito nel tradizionale convegno autunnale a Capri. Se la platea schiuma rabbia, il presidente degli under 40 confindustriali, Jacopo Morelli, ne interpreta i sentimenti distribuendo scudisciate a tutti. Al il governo che ha fatto crescere la pressione fiscale sulle imprese fino al 68%, per cui non si può più parlare di tasse, ma di «confisca». Alla politica fatta di «ladri, ignoranti, incapaci che devono andare via», perché «siamo disgustati dall’idea che la carica pubblica sia la scorciatoia per arricchirsi e chi lavora non è più disposto a sostenere così tanti parassiti».
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Poco prima del j’accuse di Morelli è stato letto un messaggio del premier: «Negli ultimi mesi — scrive Monti — l’Italia ha fatto scelte difficili introducendo riforme importanti che ci potranno fare voltare pagina», ma il successo finale sarà possibile solo proseguendo «sulla stessa strada e solo dentro un’azione comune a livello europeo». In pratica, una difesa a tutto tondo dell’Agenda Monti, su cui si è allineata il ministro Fornero sostenendo che «all’Italia servono riforme e ancora riforme».
La replica di Morelli è stata durissima. «Il governo tratta i cittadini come cavie». Segue stilettata ai professori: «Assistiamo all’applicazione ostinata di teorie e ricette da laboratorio con politiche dimostratesi inefficaci e dimenticando che l’economia è una scienza interpretativa e, quindi, può essere imprecisa e imprevedibile». Poi Morelli è andato a valanga. Oltre alla «confisca» con la pressione fiscale al 68%, «perdiamo duemila occupati al giorno». In Italia c’è «molto rigore e poca crescita» e si sta sottovalutando che «se chiudono le imprese si brucia il futuro, le speranze, il dinamismo», non c’è alternativa alla necessità di «creare nuove occasioni di lavoro dando ossigeno alle imprese».
La sintesi dell’atto d’accusa l’ha fatta lo stesso Morelli affermando che «le tasse vanno abbassate in modo sostanziale su chi lavora e sulle imprese che investono» e avvertendo: «Il tempo della pazienza e finita».
Nel mirino è finita pure la Legge di Stabilità a cui è stato riconosciuto che il taglio dell’Irpef «è un inizio», ma rischia di essere «vanificato dall’aumento dell’Iva» per cui bisogna agire sul cuneo fiscale per lasciare «ai redditi bassi più soldi in busta paga e così rilanciare la domanda interna». La «confisca» fatta con le tasse, però, non giustifica l’evasione fiscale, tanto che i giovani confindustriali hanno sollecitato il governo a «contrastarla con ogni mezzo».
Morelli è stato attento a evitare la palude della politica in questa fase di furore da primarie, ma un’escursione se l’è concessa chiedendo a chi si candida a governare l’Italia «che cosa propone di fare per i giovani che non hanno lavoro».

Fonte:  http://qn.quotidiano.net

venerdì 26 ottobre 2012

I deputati si rimangiano i tagli ai costi della politica

Parlamento contrario a legge di stabilità, riduzione della spesa sanitaria e legge anti-casta 

http://www.gioba.it/wp-content/uploads/2012/09/politici-e-tagli-colored.jpg

Niente retroattività del taglio su detrazioni e deduzioni, come vorrebbe lo Statuto del contribuente. Ma anche nessuna riduzione della spesa sanitaria, niente aumento delle tasse sui ricorsi giudiziari. E soprattutto: no pure al decreto per il taglio dei costi della politica negli enti locali. Il governo incassa nuovi veti sulle leggi che ha proposto al parlamento, e anche se il cammino è lungo, qualche preoccupazione desta. Molto colpita la Legge di stabilità, come scrive Mario Sensini sul Corriere:
La Commissione Finanze della Camera, per cominciare, ha dato un parere nel complesso positivo alla Legge, ma ad alcune condizioni molto precise: stop alla retroattività del taglio di detrazioni e deduzioni, alla tassazione Irpef delle pensioni di guerra, mantenere l’Iva al 4% per le prestazioni delle cooperative sociali, una revisione della Tobin Tax sulle transazioni finanziarie. Non è roba da poco conto, considerato che la sola manovra sugli sconti fiscali, tra tetto e franchigia, vale, per il 2013, 2 miliardi di euro, che bisognerà trovare da altre parti, come i 300 milioni che verrebbero a mancare per le pensioni di guerra. Invece, mantenere l’Iva super agevolata sulle cooperative che assistono anziani, disabili e disadattati, secondo il sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, creerebbe un problema di compatibilità con la normativa europea.
Intanto ieri la commissione bocciava la riforma della sanità:
Cancellando con un colpo di penna la riduzione del Fondi sanitario nazionale di 600 milioni messa in conto per il 2013, sostituendo i previsti risparmi con un ben poco fantasioso taglio lineare, di pari importo, al bilancio dei singoli ministeri. Non bastasse, la stessa commissione ha di fatto prosciugato il nuovo Fondo per le emergenze creato a Palazzo Chigi di 900 milioni: 400 ai non autosufficienti, 450 al Fondo sociale, il resto al servizio civile. Mentre la Commissione Giustizia metteva la parola fine ai previsti aumenti delle tasse sui ricorsi giudiziari. E in serata è anche arrivato lo stop della Commissione Affari regionali al decreto sui costi della politica, che tagliava le indennità e il numero di consiglieri nelle Regioni e negli enti locali, varato dal governo dopo gli scandali nel Lazio e in Lombardia: parere contrario perché le norme, specie quelle sui nuovi controlli della Corte dei Conti, rischiano di confliggere con l’autonomia costituzionale.
Nel frattempo,  sono arrivate anche critiche alla Tobin Tax introdotta dalla legge di stabilità, che “si discosta dal disegno della Commissione Ue. Lo ha detto il presidente della Consob Giuseppe Vegas. La Tobin Tax nel ddl italiano e nella proposta Ue in questa infografica di Centimetri:


Repubblica spiega in sintesi cosa c’era nel provvedimento e che non verrà attuato:

 Fonte: http://www.giornalettismo.com


giovedì 25 ottobre 2012

“Ladri di Stato”: la prima puntata di Servizio Pubblico in onda su La 7

La trasmissione di Santoro debutterà questa sera. Ecco le novità 

 “Ladri di Stato”: la prima puntata di Servizio Pubblico in onda su La 7

ITALIA. Il programma di Michele Santoro, “Servizio Pubblico” debutterà questa sera su La7 alle 21.00.
Un traguardo che riempie di orgoglio il giornalista italiano come lui stesso ha dichiarato in conferenza stampa ed il suo staff. Al suo fianco la giornalista, Giulia Innocenzi.
Il programma tratterà i temi di sempre ma sin dalla prima puntata dal titolo “Ladri di Stato” ci saranno una serie di novità.
«Il titolo è ambiguo», ha dichiarato Santoro, «perché non si riferisce soltanto alle ruberie ma alla sottrazione della fiducia dei cittadini nell’istituzioni. I ladri di soldi della politica sono innanzitutto ladri di speranza».
La collaborazione con La 7 è una carta vincente, secondo Santoro, «una delle chiavi di cambiamento del sistema tv italiano per contrastare il terremoto in atto nel sistema televisivo e politico». Il giornalista, poi, ha rivendicato la proprietà dei contenuti della trasmissione: «la produzione è indipendente, e questo è un elemento fondamentale. Parte dei profitti sarà devoluto ad opere sociali».
ECCO LE NOVITA’
Quest’anno il programma prevede un esperimento di grande partecipazione dal basso e del tutto nuovo: il partito liquido.
Qualunque cittadino che abbia in mente soluzioni per i problemi in Italia: dal debito pubblico all’evasione fiscale, alla difesa dell’ambiente, potrà accedere alla piattaforma in Rete, liquid feedback, aperta a tutti.
La piattaforma funzionerà anche grazie alla collaborazione di personalità influenti (oltre 30) come Luca De Biase del Sole 24 ore, Riccardo Luna.
All’esperimento si accompagnerà la ricerca del leader. «Abbiamo preso gli otto leader che sono in alto nel sondaggio della preferenza del potenziale premier», ha spiegato Giulia Innocenzi che condurrà l’esperimento, «e li metteremo in sfida ogni settimana. Lo faremo sia usando la rete che deciderà i due candidati che ogni settimana andranno in sfida e sia attraverso il televoto in diretta che deciderà l’eliminato.Durante l’ultima puntata il potenziale leader scelto dal pubblico si “sfiderà” con il presidente Mario Monti ».
Per quanto riguarda i contenuti , ci saranno inchieste da Milano a Reggio Calabria, così come si intensificherà la collaborazione tra il programma ed il giornale Il Fatto Quotidiano.


PRIMA PUNTATA: RENZI CONTRO FINI
Nel corso della prima puntata ci sarà un confronto-scontro tra il candidato alle primarie del Pd, Matteo Renzi e l’esponente della vecchia guardia, Gianfranco Fini. Seguirà l’intervento di Diego Della Valle.
UN ASSAGGIO DELLO STUDIO E COMMENTI SU TWITTER
Giulia Innocenzi su Twitter offre un’anticipazione del nuovo studio televisivo che, assicura Santoro, sarà lo stesso seppur con qualche cambiamento.
Intanto i followers del programma su Twitter esprimono commenti ed opinioni.
«Il mio slogan: rispettare le regole sempre», dice Mayaboris, ed Ivan Borroni: «la politica ha fatto morire l’Italia, per risorgere serve la partecipazione del popolo».
Cristian Santacroce richiamando l’esperimento del partito liquido dice: «che il liquido li affoghi (riferendosi forse alla classe politica)».
Effe 69, invece, pensa che «un servizio liquido per una risposta pubblica= la democrazia è un bene comune».
E Tarquinio Mastronardi propone una soluzione definitiva: «liquidiamo il malaffare e la politica».

Marirosa Barbieri

Fonte:  http://www.primadanoi.it

E' questa la ripresa di cui parla tanto Monti&C.?

 

Crisi, famiglie italiane in ginocchio
4,5 milioni non arrivano a fine mese

Secondo Censis e Confcommercio nel primo semestre 2012 il 18% dei nuclei familiari non è stato in grado di coprire tutte le spese con il proprio reddito. In crescita il credito al consumo e in calo la propensione al risparmio. Istat: -1% le vendite al dettaglio anno su anno e dato invariato rispetto a luglio

 http://torredibabele.blog.tiscali.it/files/2011/10/Prodi_Riforme1.jpg


 MILANO - Un periodo di grandi difficoltà per le famiglie italiane. Nei primi sei mesi del 2012, il 18% dei nuclei, ovvero 4,5 milioni, non è riuscito a coprire per intero le spese con il proprio reddito. Lo rivela un'indagine congiunta di Censis e Confcommercio, da cui emerge anche un forte ritorno al credito al consumo, sintetizzato nell'espressione "me la segni sul conto". Rispetto a sei mesi fa è aumentata dal 13,3 al 21% la quota di chi posticipa i pagamenti.

Secondo Censis e Confcommercio, si è deteriorata la capacità di risparmio delle famiglie ed è aumentato il numero di quelle insolventi, che pur restando una minoranza nel panorama complessivo, sono sintomatiche di un quadro negativo. Dall'indagine emerge che il 65% dei nuclei familiari è andato sostanzialmente in pari fra entrate e uscite nel primo semestre, mentre soltanto 17% è riuscito a risparmiare qualcosa. Fra coloro che non riescono ad arrivare a fine mese, il 56 % ha fatto ricorso ai risparmi in banca. In crisi soprattuto le famiglie del Mezzogiorno, quelle con un solo genitore e le coppie con un figlio.

Le difficoltà investono anche le famiglie con a carico un mutuo immobiliare. A settembre 2012 è aumentata la quota di chi ha dichiarato notevoli difficoltà nella restituzione della rata (14,7% rispetto all'8,3% di giugno 2011) e di chi non è proprio riuscito a rispettare le scadenze (4,7% contro il 2,2%).

Sul fronte dei consumi, la percentuale di chi prevede di effettuare spese per la ristrutturazione della casa o acquisti di elettrodomestici, mobili o di auto è nettamente inferiore a chi vorrebbe fare tale tipo di spesa ma per il momento è costretto a rinunciare.

La conferma del momento difficile viene dal fatto che ad agosto le vendite al dettaglio sono rimaste ferme su luglio, mentre su base annua sono scese dell'1% (il quinto calo consecutivo). Lo rileva l'Istat. Guardando ai prodotti alimentari, la crescita è azzerata in termini congiunturali, mentre salgono dello 0,2% a livello tendenziale. Quindi con agosto si archivia un altro mese in negativo, che arriva dopo il forte arretramento di luglio. Sempre con riferimento al valore corrente che include sia la dinamica delle quantità sia dei prezzi, nei primi otto mesi del 2012, le vendite al dettaglio (dato grezzi) risultano su base annua in calo dell'1,6% (-0,1% per gli alimentari e -2,4% per il settore non 'food').

Guardando alla distribuzione, ad agosto soffrono tutte le tipologie, con cali tendenziali più forti per i piccoli negozi (-1,4%) rispetto alla grande distribuzione (-0,4%). In particolare registrano una buona performance i discount (+1,8%). Quanto al settore non alimentare, che scende dello 0,1% su base mensile e dell'1,5% a confronto con l'anno scorso, si registrano diminuzioni in quasi tutti i gruppi di prodotti, ad eccezione di calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+0,6%). I ribassi tendenziali di maggiore entità invece riguardano: supporti magnetici, strumenti  musicali (-4,0%); mobili, articoli tessili, arredamento (-3,6%).

Confcommercio e Censis hanno anche rivisto al ribasso le stime di consumi e Pil calcolando che i primi crolleranno del 3,3% a fine 2012 e dello 0,9% nel 2013. Il Pil sarà in calo del 2,3% nel 2012 e a -0,8% nel 2013. Aumenta invece la pressione fiscale su imprese e famiglie: dal 45,5% calcolata dal governo nel 2013 si passa - dice Confcommercio - a un livello 'reale' del 55,2%, al netto del sommerso. "Un record mondiale" secondo l'organizzazione. (25 ottobre 2012)

Fonte: http://www.repubblica.it

 

mercoledì 24 ottobre 2012

Inchiesta Finmeccanica, pm: "Scajola chiedeva l'11% dei 5 miliardi di euro della commessa"

Al centro delle indagini ci sarebbe una maxi tangente da circa 550 milioni per la fornitura di 11 fregate militari al governo brasiliano

 Al centro dell'inchiesta che ha portato all'arresto del dirigente Finmeccanica, Paolo Pozzarese, e all'iscrizione nel registro degli indagati, fra gli altri, dell'ex ministro Claudio Scajola, ci sarebbe una maxi tangente da circa 550 milioni di euro per la fornitura di 11 fregate militari al governo brasiliano. Stando alle dichiarazioni dell'ex dirigente della holding Lorenzo Borgogni, sulla fornitura fu infatti applicata una "tassa" dell'11%.

 

http://shockdom.com/open/esse/files/2010/05/ScajolaKyle.jpg

Secondo quanto riportato da Borgogni, la tangente era mascherata da un "contratto di agenzia": i circa 550 milioni di euro sarebbero stati spartiti tra Scajola, il deputato Massimo Nicolucci (anche lui indagato) e il ministro della Difesa brasiliano Jobin, l'esponente del governo sudamericano sul quale Scajola sarebbe intervenuto per favorire Finmeccanica e Fincantieri (entrambe coinvolte nella commessa delle 11 fregate per 2,5 miliardi di euro a testa).

La commessa brasiliana sarebbe infine saltata a causa dei contrasti tra la diplomazia italiana e quella brasiliana sulla mancata estradizione di Cesare Battisti.

Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it

 

lunedì 22 ottobre 2012

Sentenza di un giudice: evadere l'IVA non è reato se non hai i soldi. E' giusto? Perchè lo Stato riscuote subito i crediti mentre le aziende no?

Girando in rete ho trovato un articolo che è destinato ad aprire un ampio dibattito: secondo la sentenza di un giudice di Firenze evadere l'IVA non è un reato. Secondo il giudice, non mancò la volontà di adempiere ai doveri con il fisco, ma la possibilità materiale di farlo.

Giusta la sentenza del giudice? Perchè lo Stato deve riscuotere sempre in anticipo mentre le aziende devono attendere anni prima di vedere pagati i loro crediti nei suoi confronti?  

 http://www.centroreiki.org/phplist/uploadimages/image/n56-vignetta.gif

L'uomo nel 2007 non sborsò 176 mila euro di Iva. Nei suoi confronti venne aperta un'inchiesta per il mancato versamento dell'imposta. Su richiesta del pm, il gip emise un decreto penale di condanna da 7.500 euro. Una decisione ingiusta secondo l'imprenditore edile che decise di fare ricorso e il gup Paola Belsito gli ha dato ragione: non pagò l'IVA semplicemente perché non aveva soldi, colpa della crisi economica e di un cliente restio a saldare il conto.

A giustificazione della sua sentenza il giudice ha detto "La sua ditta, che stava facendo un lavoro importante per una società di Firenze, si era trovata in estrema difficoltà economica perchè quest'ultima non aveva onorato le scadenze di svariati pagamenti, motivo per cui l'imprenditore, che già in precedenza era in estrema difficoltà economica in considerazione della difficile congiuntura, all'arrivo della raccomandata con la quale gli si chiedeva di pagare l'Iva non fu in grado di ottemperare". Si trattava di un appalto da 1 milione e mezzo di euro e ne incassò solo la metà e quei soldi aveva preferito destinarli agli stipendi dei dipendenti e ai fornitori, anche per finire in tempo il lavoro e non dover pagare, addirittura, una penale.

Ciò che ha portato il giudice a dare ragione all'imprenditore è il fatto che, in seguito a questo episodio, l'imprenditore è riuscito a riprendersi economicamente ed è riuscito a raggiungere un accordo con l'Agenzia delle Entrate per una rateizzazione della cartella esattoriale che con sanzioni ed interessi è arrivata a 300 mila euro. Possiamo dire finalmente che qualcuno è stato in grado di aprire gli occhi sulla realtà dell'economia italiana che sta subendo gravi ripercussioni a causa della dilagante crisi economica.

Nella catena dei pagamenti che un'impresa deve seguire, lo Stato è l'ultimo creditore, dopo dipendenti e fornitori. Lo Stato, in questa lista di creditori, è l'unico che ha il diritto di riscuotere senza aver fatto nulla. Sarebbe ora che la giustizia si mettesse a difendere con maggiore tenacia gli interessi di poveri imprenditori ed artigiani che fanno i salti mortali alla fine del mese per restare in regola con i pagamenti ed evitare così il fallimento. 

Fonte: http://genio.virgilio.it

La tempesta perfetta

Crisi economica, sociale e politica

L'Eurispes: per la prima volta 'si stanno avvitando su se stesse tre crisi'

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La diminuzione della ricchezza, l'aumento del debito pubblico e il raddoppio della disoccupazione. Ma non solo. A preoccupare e' la diffusione di una "profonda instabilita' del quadro politico italiano". Per la prima volta, afferma Gian Maria Fara, il presidente dell'Eurispes commentando i risultati dell'indagine realizzata dall'Istituto, "si stanno avvitando su se stesse tre diverse crisi: oltre a quella economica e a quella sociale, si aggiunge una degenerazione preoccupante del quadro politico-istituzionale".

Il livello di sfiducia che stanno vivendo gli italiani e' dato anche dalla situazione politica in cui verte l'Italia. "Una situazione estremamente difficile, compromessa anche dall'involuzione che sta attraversando il quadro politico-istituzionale sia sotto il profilo delle riforme annunciate e mai approvate sia sotto il profilo giudiziario, con episodi di corruzione intollerabili per i cittadini chiamati, nello stesso tempo, a fare sacrifici enormi", evidenzia Eurispes.

Infatti, dai sondaggi realizzati da Eurispes "piu' di 7 italiani su 10 hanno dichiarato una sfiducia crescente verso le Istituzioni" e in particolare Governo e Parlamento.

Tra le Istituzioni, quelle piu' apprezzate e sulle quali si ripone un'ampia fiducia, rileva l'Eurispes, ci sono le Forze dell'ordine e la Presidenza della Repubblica: al primo posto troviamo l'Arma dei Carabinieri con un livello di fiducia pari al 75,8%, seguita dalla Polizia di Stato, con il 71,7% e dalla Guardia di Finanza, con il 63,3%. Mentre per quanto riguarda dle istituzioni politiche, la Presidenza della Repubblica ha un livello di fiducia del 62,1% mentre Governo e Parlamento hanno rispettivamente il 21,1 % e il 9,5%.

"Continuare a parlare solo di rigore, tagli, sacrifici e vincoli -conclude il presidente dell'Eurispes- nella totale assenza di un progetto, di un'idea di prospettiva, di una visione strategica per il rilancio del Paese, rischia di alimentare un senso di smarrimento e di totale sfiducia che potrebbe portare nel breve-medio termine ad una nuova stagione di rivendicazione e proteste difficilmente governabili. Con il rischio concreto che la situazione possa complicarsi ulteriormente e sfuggire di mano".

Fonte:  http://www.televideo.rai.it

 

FANNO IL DESERTO E LA CHIAMANO CRESCITA



Le piccole e medie imprese sono vicine al collasso. E' una questione di mesi. Il tessuto produttivo del Paese si sta sfaldando. Le banche, impegnate a comprare titoli di Stato sul mercato internazionale e di nuova emissione, non concedono più crediti alle aziende. i prestiti sono in continua contrazione. Il Governo non paga i debiti della PA di 80 miliardi che Rigor Montis ha rinviato al prossimo esecutivo, dopo le elezioni del 2013. Nel frattempo le imprese sono strangolate dalle tasse più alte dell'area UE e dagli interessi di Equitalia quando non riescono a far fronte ai pagamenti. Ogni giorno falliscono 35 imprese. Nel 2011 sono state 11.600, il peggiore dato dall'inizio della crisi. La previsione per il 2012 è di 13.000 nuovi fallimenti, più di mille al mese. Questa è la vera emergenza nazionale. Tutto il resto, anche il paradiso, può attendere. La cura di Rigor Montis ha l'obiettivo di salvare le banche ed evitare la svalutazione dei nostri titoli pubblici, nel frattempo però il Paese muore. Un'impresa su quattro chiude entro i primi tre anni di vita. Lo Stato è totalmente assente nello svezzamento delle imprese, anzi, se può, ne aiuta la morte in culla con una burocrazia folle e tasse su redditi presunti. Se aprire un'azienda è quasi impossibile in Italia, farla chiudere è un attimo. Un'impresa che chiude lascia in mezzo alla strada i suoi dipendenti con le loro famiglie. Nella ricca Lombardia ben 2.613 aziende hanno chiuso nel 2011. Un imprenditore che si stanca di questo Stato baronesco e feudale, cialtrone e vessatorio, se può lascia l'Italia per Paesi più civili, come la Slovenia, la Carinzia, la Svizzera che lo accolgono a braccia aperte. Paesi dove i servizi, come la connettività e le poste per fare un esempio, costano meno e funzionano. La parola "funzionare" dovrebbe essere scritta dai ministri su una lavagna cento volte al giorno per prendere coscienza dello sfascio in cui, insieme a Rigor Montis, ci stanno trascinando. Un Paese non può "funzionare" senza le imprese. Si crede veramente che si possa vivere soltanto di servizi, pensioni e Pubblica Amministrazione. Chi paga il conto? L'ovetto Kinder Passera? Un'impresa che chiude è un fallimento per il Paese. L'idrovora di Stato sta succhiando la linfa delle piccole e medie imprese come un immenso parassita. Quando il gettito fiscale di impresa, e dei suoi dipendenti, verrà meno (è una questione di tempo) lo Stato chiuderà i battenti. Dove fanno il deserto, la chiamano crescita. fonte link

domenica 21 ottobre 2012

LE REGALIE DI MONTI CON I NOSTRI SOLDI

di Gianni Lannes
 
http://patriziodevero.files.wordpress.com/2012/05/le-filosofie-di-monti.jpg?w=565&h=698
Basta dare un’occhiata ai diversi provvedimenti varati dall'attuale Governo - non eletto democraticamente, ma eterodiretto da David Rockfeller - tra cui il decreto-legge numero 201 del 2011, noto come manovra «salva-Italia», che, basando il 75 per cento delle proprie disposizioni su nuove entrate, ha previsto la revisione della tassazione sugli immobili e l'aumento dell'addizionale regionale all'Irpef e dell'Iva che, congiuntamente all'attuale grave crisi economica finanziaria, graveranno pesantemente su tutte le famiglie italiane, comprimendo la domanda interni di consumi e determinando al contempo una riduzione del prodotto interno lordo nazionale, già previsto in forte ribasso dagli esperti economici.
Sotto banco - Il Ministero dell'economia e delle finanze, nei primi giorni di gennaio 2012, ha effettuato un trasferimento nelle casse della banca Morgan Stanley per una cifra pari a due miliardi e 567 milioni di euro. In risposta ad una interpellanza parlamentare urgente (numero 2/01385) presentata dall'onorevole Antonio Borghesi, il sottosegretario all'istruzione, all'università e alla ricerca Marco Rossi Doria, ha dichiarato che «Per quanto riguarda, in particolare, la vicenda relativa alla Morgan Stanley, riportata da alcuni organi di stampa e richiamata nell'interpellanza, si fa presente che alla fine del 2011 e con regolamento il Ministero dell'economia e delle finanze, in data 3 gennaio 2012, ha proceduto alla chiusura di alcuni derivati in essere con Morgan Stanley (due interest rate swap e due swaption) in conseguenza di una clausola di «Additional Termination Event» presente nel contratto quadro (Isda Master Agreement) che regolava i rapporti tra la Repubblica Italiana e la banca in questione. Tale clausola, risalente alla data di stipula del contratto, nel 1994, era unica e non presente in nessun altro contratto quadro vigente tra il ministero e le sue controparti, e non è stato possibile, nel corso degli ultimi anni, rinegoziare la stessa. In virtù di tale clausola, si è proceduto alla chiusura anticipata di alcuni derivati con Morgan Stanley, regolandone il controvalore in 2,567 miliardi senza il coinvolgimento di terze parti».

La denuncia - Recentemente, un cittadino di Roma ha trasmesso un esposto alla Procura della Repubblica di Trani, già impegnata peraltro in una indagine sulle agenzie affaristiche Standard&Poor's, nonché Moody’s, sostenendo l'opportunità di delucidazioni del Presidente del Consiglio italiano (Monti Mario), anche in ragione del fatto che, così come sostenuto dallo stesso all'interno dell'esposto, quando il Ministero dell'economia e delle finanze sottoscrisse il contratto con la Morgan Stanley, a capo della banca c'era l'attuale Governatore della Banca della comunità europea Mario Draghi (altro soggetto Bilderberg), mentre, al momento della chiusura dei contratti in derivati tra il Governo italiano e l'Istituto di credito americano, la carica di vicepresidente della banca Morgan Stanley era allora ricoperto dal figlio del Presidente del Consiglio italiano, ovvero da Giovanni Monti.  All'interno dell'esposto inoltre, viene rimarcata più volte la singolarità dell'evento, allorché le clausole di estinzione anticipata a favore degli istituti di credito che riguardano il rischio per lo Stato di un rientro anticipato per l'intero, sono operazioni molto rare, senza considerare che inserire il diritto di rientro in qualsiasi momento a discrezione del creditore sembra essere un dato costante dei contratti stipulati dalla banca Morgan Stanley. L’affare descritto sulla pelle dell’Italia, evidenzia come le operazioni in derivati gestite dal Ministero dell'economia e delle finanze si caratterizzino per un altro livello di opacità, laddove nessuno è a conoscenza esattamente dell'ammontare di tali operazioni e di quale sia l'eventuale guadagno, o perdita complessivamente registrata dallo Stato. Presidente pro tempore, Monti Mario, quanti sono complessivamente i suoi conflitti di interessi? Della serie: prima speculo in un Paese e poi lo distruggo definitivamente indossando l’aureola del salvatore. Al diavolo l’amen.
 
Fonte:  http://sulatestagiannilannes.blogspot.it

L'apoteosi della pazzia: Il Governo vuole tassare i cani guida per non vedenti "Sono beni di lusso"

 


La denuncia arriva dall'Enpa: "Allo studio con la nuova legge di stabilità tassa che considera gli animali da compagnia come uno yacht o una Ferrari".
Apprendiamo che sarebbe allo studio con la nuova legge di stabilità, l’introduzione di una tassa sui cani-guida dei non vedenti. Ci auguriamo che si tratti solo di una boutade autunnale”. L’allarme arriva dall’Ente nazionale protezione animali (Enpa) che si appella al governo “affinché smentisca tale notizia”.”Qualsiasi ipotesi di tassare gli animali o di trasformarli in un indicatore della capacità di acquisto delle famiglie italiane ci trova assolutamente contrari. Gli animali, infatti, sono esseri che non possono in alcun modo essere assimilati ai beni di lusso. Come è possibile anche solo immaginare di equiparare un cane o un gatto a uno yacht, a una macchina di grossa cilindrata o a un’abitazione di pregio?”.
Nello specifico, conclude l’Enpa, la tassa su ogni animale da compagnia costituisce un abuso inaccettabile: “Sui cani guida per non vedenti, in particolare, rappresenterebbe una vera e propria mostruosità poiché, oltre a colpire gli animali, andrebbe a danneggiare una categoria sociale estremamente vulnerabile. Una categoria che ha bisogno del nostro sostegno e non di immotivati, illogici, assurdi provvedimenti punitivi”.

Da today.it del 15 Ottobre del 2012

L'ISOLA CHE NON C'E'

MONTI: TRA POCHI MESI CHIARI SEGNALI DI RIPRESA

 http://virgoletteblog.files.wordpress.com/2012/10/vignetta-mario-monti-italia.jpg?w=460&h=374

Premier apre alle modifiche sulla legge di stabilità. La prossima settimana faccia a faccia con Casini e poi con Berlusconi e Alfano

Roma - Presto in Italia si vedranno “chiari segnali di ripresa”. E’ ottimista il presidente del Consiglio Mario Monti che, intervenendo al Forum della Coldiretti, a Cernobbio, invita a “non sprecare la fiducia ottenuta e raccolta”. “Mi auguro che la situazione continui così in questi pochi mesi che mancano all'emergere chiaro di segnali di ripresa", auspica il premier. E non bisogna “sprecare la fiducia ottenuta e raccolta", perché da questa riconquista di fiducia "possiamo trarre benefici". Quindi, è il consiglio del presidente del Consiglio, basta “autodenigrarci", perché è uno "dei nostri difetti". "Siamo nella fase nella quale dobbiamo sforzarci perché nulla vada sprecato in termini di fiducia, toccando con mano benefici che non si vedono e malefici che per fortuna sono stati sventati. Quale sarebbe stato l'effetto sulla nostra fiducia e sulla capacità gioiosa di essere italiani che sanno superare momenti difficili, se avessimo avuto l'umiliazione di sentirci inferiori agli altri, per dover chiedere ad altri di sostituirsi a noi nell'esercizio di quei poteri che anche nell'Unione europea rimangono in mano a governi nazionali?". E se il nostro Paese “ha finora saputo sopportare una quantità concentrata di provvedimenti restrittivi, forse comprendendo che ce n'era la necessità”, Monti rivendica i meriti del suo governo nell’affrontare la crisi. I Consigli dei ministri sono "lunghi ma nessuno può accusarci di aver preso poche decisioni se mai ne abbiamo prese troppe”, osserva. Quindi, continua, "spero che grazie a noi si dica che l'Italia non è stata colonizzata dall'Europa e ha mantenuto la sua sovranità". Anzi, precisa, al Consiglio europeo "anche grazie al contributo dell'Italia si è dato un contributo importante all'unione bancaria che è un passo importante per l'uscita dalla crisi. In Europa bisogna battere il pugno sul tavolo per far sapere a casa che si è battuto il pugno sul tavolo. Ma sono tavoli duri e alcune persone sedute a quei tavoli sono ancora più dure". Monti ricorda anche che l’Italia è d'accordo nel cedere quote crescenti di sovranità all'Europa ma, sottolinea, “stavamo rischiando a fine 2011 di avere una asimettrica perdita di sovranità'”. Il premier annuncia poi che nel negoziato Ue sulle prospettive finanziarie, "il governo intende impegnarsi per una stabile dotazione finanziaria all' agricoltura, e perchè all'Italia venga assegnata una percentuale congrua di tale dotazione".

Intanto, la prossima sarà una settimana nel segno degli emendamenti alla legge di Stabilità. Alle pressioni dei partiti per le modifiche si aggiunge l’apertura di Monti, che si dice pronto a “modificare la legge in Parlamento, purché i saldi rimangano invariati”. Se ne parlerà la prossima settimana in commissione Bilancio alla Camera, dove il ministro Grilli sarà ascoltato martedì. Ma se ne discuterà soprattutto durante il summit che Monti ha in agenda con i leader di Pd, Pdl e Terzo Polo. Lunedì infatti incontrerà Pierferdinando Casini e martedì sarà la volta di Angelino Alfano e Silvio Berlusconi. La Legge di Stabilità vale 12,8 miliardi di euro e tra i punti in discussione c’è soprattutto il ritocco a detrazioni e deduzioni che avranno effetto retroattivo. Una mossa, quella dell’esecutivo, che vale 1,9 miliardi solo per il 2013. Ma sul tavolo ci sarà anche il taglio dell’Irpef. La perdita di gettito cui il governo ha deciso di sottoporsi facendo calare le aliquote più basse vale per il 2013, comprese le addizionali regionali e comunali e la tassazione sul Trattamento di fine rapporto, circa 4,2 miliardi nel 2013, che diventano 6,6 nel 2014 e 5,9 nel 2015. Quanto al taglio dell'Iva per sei mesi, a partire dal luglio 2013, il minor gettito è di 3,3 miliardi. Nel complesso, dunque, il grosso dei tagli fiscali predisposti dal governo (Irpef+Iva) ha un valore per l'anno prossimo di 7,5 miliardi, cui va aggiunto quello che il governo ha riservato all'aumento della detassazione di produttività: 1,2 miliardi per il 2013 (400 nel 2014). Il totale delle entrate che il governo ha deciso di non incassare è dunque di 8,7 miliardi


  (ilVelino/AGV)

venerdì 19 ottobre 2012

Alfano a Radio24 dice: " I partiti sono pieni di ladri"


 Alfano, tolleranza zero contro corruzione "I partiti politici sono pieni di ladri "

Alfano, tolleranza zero contro corruzione "I partiti politici sono pieni di ladri "

Il segretario del Pdl Angelino Alfano durissimo ai microfoni di Sky Tg24: "Sono contro ogni slogan. Siamo di fronte a tantissimi ladri che vanno cacciati ed espulsi dal consesso politico. Dobbiamo operare perché i partiti non patiscano le infiltrazioni".
"Noi del Pdl ad esempio abbiamo subito un grande danno dal comportamento ignobile di Fiorito che ha rubato i soldi che avrebbero dovuto finanziare l'attività politica, Oltre il danno quindi anche la beffa. Oggi siamo per la tolleranza zero per chi sporca la nostra bandiera". L'ha affermato il segretario del Pdl Angelino Alfano ai microfoni di Sky Tg24.



 
Bene Alfano ! Per lei esistono i politici onesti ! ( Sonoproprio curioso di vedere quanti sono)  Allora restituite tutti i soldi che i partiti si sono presi illecitamente dal tempo del referendum che aboliva il finanziamento pubblico dei partiti, soldi dei cittadini italiani, i vostri datori di lavoro,  fatevi sottoporre al test per individuare l'uso di sostanze stupefacenti e fate entrare la Guardia di Finanza in Parlamento e soprattutto sottoponete con un referendum ai cittadini questa domanda: Quanto è lecito che possa prendere di stipendio un politico onesto ogni mese? Gli onesti non avranno altro che da guadagnarci da questa operazione, tutti gli altri fuori a calci nel culo, a lavorare sul serio!

Oliviero Mannucci 

Movimento Popolare di Liberazione Nazionale "Culo a strisce"

Costretto a spostare la Jaguar, esponente Pdl buca ruote all’auto di un disabile

http://milano.corriere.it/media/foto/2012/10/04/parcheggio_b1-bis.jpg?uuid=0307d140-0df2-11e2-a908-14f31466de5c
Eccolo qua l'incivile!


3 Ottobre 2012

D
irigendosi verso il carcere il consigliere regionale del Pdl, Franco Fiorito, accusato del furto di 1,3 milioni di euro di soldi pubblici, l’aveva detto: “In cella troverò gente migliore che nel Pdl”.Non c’è dubbio” è stato il commento più diffuso nei social network, “anche perché è difficile trovarne di peggiori”. E oggi, puntuale, arriva un altro caso che conferma la tesi di Fiorito. Il signore nella foto è Antonio Piazza, presidente dell’Aler di Lecco (Azienda lombarda per l’edilizia residenziale) in quota Pdl. Ebbene, l’esponente Pdl si è reso protagonista di un episodio alquanto sconcertante. Costretto dai vigili urbani a spostare la sua Jaguar posteggiata in un posto riservato ai disabili, l’esponente del Pdl si è vendicato bucando le gomme della macchina del portatore di disabilità una volta che gli agenti si erano allontanati. Un atto di teppismo su cui nemmeno i vertici del Pdl lombardo hanno potuto sorvolare. Immediata è giunta la richiesta di dimissioni alla quale, con inarrivabile sprezzo del pericolo, Piazza ha risposto così: “Le mie dimissioni non sono assolutamente giuste. Non le ho certo date volontariamente. Il mio comportamento è sempre stato improntato nella massima correttezza nel ruolo che ho svolto fino ad oggi nell’azienda lombarda per l’edilizia residenziale. Spero che l’assessore lombardo nelle prossime ore le respinga”. Intervistato dal Tg 3 Antonio Piazza ha aggiunto: “E’ stato un errore tecnico”.

Articolo di Massimo Malerba
Fonte: http://violapost.it/?p=10361

giovedì 18 ottobre 2012

Per la serie la faccia come il culo: «Polverini, shopping con l'auto blu contromano per via del Corso» La denuncia su Facebook

Sul social network la storia della motociclista che ha seguito la governatrice fino a un negozio di calzature a Testaccio

 

 Renata Polverini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ROMA - Dopo la giunta sblocca fondi, ben 85 milioni di euro, le scarpe superlusso. L'ultima «leggenda metropolitana» su Renata Polverini, governatrice dimissionaria del Lazio dal 27 settembre, rimbalza sul web complice una motociclista che l'avrebbe vista, a bordo dell'auto blu, sfrecciare contromano su via del Corso diretta in un prestigioso negozio di scarpe. Dalla Regione tacciono. Come anche dal negozio Boccanera, scarpe fino a tre zeri, dove una sostenutissima commessa taglia corto: «non diamo informazioni sui nostri clienti».

Gli indignados. Fatto sta che la storia sta facendo il giro del web, suscitando polemiche e reazioni di sdegno da parte di molti utenti. Secondo la versione che rimbalza di sito in sito, su Facebook e su Twitter, a pizzicare la governatrice a bordo della sua voluminosa auto con scorta sarebbe stata una scooterista romana, nella serata di ieri. L'auto, che poi si sarebbe rivelata secondo la testimonianza quella della governatrice dimissionaria del Lazio, avrebbe percorso via del Corso, in direzione Piazza Venezia, sulla corsia sbagliata, quella di sinistra. La scooterista allora avrebbe deciso di seguire l'auto per scoprire quale personaggio era a bordo. I vigili a Piazza Venezia avrebbero fermato il traffico per far passare il veicolo, che poi avrebbe puntato verso via del Teatro di Marcello. Anche in questo caso l'auto avrebbe saltato la coda passando sulla corsia di sinistra. All'altezza della Bocca della Verità i vigili avrebbero fatto passare l'automobile. Secondo le parole della scooterista, riportate dal web, il tragitto sarebbe terminato alle 19.20 davanti al negozio di calzature e pelletteria 'Boccanerà, nel quartiere Testaccio.


Il post originale. “Ore 19 circa. Via del Corso direzione piazza Venezia. Io in Vespa in coda nel traffico. Improvvisamente una macchina-shuttle vetri neri sfreccia a sinistra. Per abbreviare i tempi fa tutta via del Corso contro mano agevolata dal benestare di vigili vari. Incuriosita la seguo e vedo che il vigile birillo di piazza Venezia blocca il traffico da tutte le direzioni per assicurare il passaggio al macchinone. Mi accanisco. Sarà il Papa? Il macchinone incalza. Direzione via del teatro Marcello, a quell'ora - come da copione - tutti in diligente colonna fino alla Bocca della Verità. Ma Matrix (ndr, l'autista della monovolume oscurata) se ne frega e via contromano anche qui. All'incrocio i vigili ossequiano! Allora è la Madonna. La seguo. Dove finisce la storia? Di fronte ad un negozio di scarpe. Chi scende? La Polverini, la quale alle 19.20 corredata di scorta e amichetta bionda, scende dal macchinone per ingresso trionfante da Boccanera a Testaccio. L'urgenza stavolta erano un paio di scarpe”.


Replica d'ufficio. «Non sappiamo se è vero quel che sostenete - fanno sapere dall'ufficio stampa della governatrice secondo quanto riporta il Corriere della sera -. La presidente non ha risposto, abbiamo segnalato la notizia, gliela abbiamo girata via email, ma lei non ha detto nulla e non ci ha autorizzati a dire nulla».

 Fonte:  http://www.ilmessaggero.it

UOMO CON 6 FIGLI LICENZIATO SI DA FUOCO DAVANTI AL QUIRINALE



Uomo si dà fuoco davanti al Quirinale Era stato licenziato

ROMA - Un uomo, di 55 anni, si e dato fuoco davanti al Quirinale intorno alle 14.00 di oggi. Camionista con più figli si è trovato improvvisamente senza lavoro perchè licenziato. E' stato trasportato subito all'ospedale S.Eugenio e nonostante le ustioni di secondo e terzo grado riportato sembrerebbe non in pericolo di vita. Qualche giorno fa un politico si lamentava che il suo stipendio sarebbe stato ridotto da 8000 a 4500 euro al mese e diceva che non sapeva come avrebbe fatto ad andare avanti. Bè mi piacerebbe che questo politico si trovasse a vivere la situazione di questo lavoratore licenziato che con una paga molto più bassa mandava avanti una famiglia di 8 persone, forse il politico in questione comincerebbe a capire quanto è difficile la vita senza una poltrona sotto il culo, e questo naturalmente vale per tutti i politici ladroni come lui. Mi aspetto a questo punto ad un intervento di Napolitano, visto quanto costa mantenere il Quirinale a tutti noi cittadini sarebbe il momento che il presidente ricambi ogni tanto aiutando un cittadino in difficoltà.


Olivero Mannucci

Cosa prevede il DdL Anticorruzione

I punti più significativi del provvedimento approvato in Senato: introdotti i nuovi reati di traffico di influenze e corruzione tra privati

 

  

Nella foto sopra, come lo farei io il DdL Anticorruzione, avremo così una classe politica di monchi

 

 

Che cosa prevede esattamente il DdL Anticorruzione, approvato ieri in Senato, che dovrebbe essere varato in via definitiva dalla Camera tra metà e fine novembre? Quali effetti produrrà sui processi in corso? E quali garanzie fornisce perché i fenomeni di corruzione diffusa subiscano davvero una drastica riduzione come accade nei (più virtuosi) Paesi nordeuropei? È davvero fondata la soddisfazione di Gerardo D'Ambrosio, l'ex magistrato del Pool di Mani Pulite, secondo il quale «è la prima volta che un governo tenta di mettere mano seriamente a uno dei fenomeni più tristi della nostra Repubblica»? Oppure il compromesso raggiunto in seno alla «strana maggioranza» è una scatola vuota che, non affrontando nodi cruciali come la prescrizione, il falso  in bilancio, l'autoriciclaggio, il voto di scambio, di fatto rischia di lasciare le cose inalterate, al di là dei titoli sui giornali? Vediamole, queste novità introdotte dal DdL, approvate ieri in Senato dopo una melina parlamentare durata mesi.
INCANDIBILITA' DEI CONDANNATI. Attorno a questo tema - l'incandidabilità dei condannati in via definitiva a pene superiori  ai due anni - si sta tuttora giocando una furente battaglia tra le forze politiche che sostengono il governo Monti. Il motivo è chiaro: il testo  approvato ieri  non prevede  obblighi stringenti ma solo una delega al governo che dovrà essere esercitata «entro un anno». Un tempo troppo lungo secondo Pd e IdV che vorrebbero abbassare la soglia a un mese. C'è poi che il Ddl Anticorruzione rischia di non arrivare in tempo  per la presentazione delle liste nelle prossime elezioni di primavera e, quasi certamente, perderà il  treno delle regionali nel Lazio e in Lombardia a causa di tempi tecnici molto stretti. Il governo infatti avrà un mese di tempo. Calendario alla mano, Cancellieri dovrà mettercela tutta  per concludere l'iter prima che scatti la presentazione delle liste per  le  politiche.
CORRUZIONE TRA PRIVATI. È una delle novità più significative del DdL. Nasce infatti il reato di corruzione tra privati che prevede una pena da uno a tre anni di  reclusione  grazie a una revisione dell'articolo 2635 del codice civile.   Viene inoltre sdoppiato il reato di concussione (LEGGI QUI ). 1) la concussione per costrizione nei confronti del privato da parte del  pubblico ufficiale che avanza una richiesta in forza della sua autorità  sarà punita con pena da 6 a 12 anni 2) la concussione per induzione (il caso della telefonata di Berlusconi in questura a Milano) sarà punita con pene da 3 a 8 anni. La rimodulazione verso il basso  delle pene per questa seconda fattispecie — che riguarda anche la  richiesta di rinvio a giudizio per Filippo Penati (Pd) — comporta un  minor tempo per la prescrizione.
TOGHE FUORI RUOLO. L'articolo 18 pone un limite di 10 anni agli  incarichi fuori ruolo dei magistrati (ordinari, amministrativi e  contabili). Nell'ultima versione — limata fino  all'ultimo dal ministro in stretto contatto con la maggioranza — si  stabilisce che «tutti gli incarichi presso istituzioni, organi o enti  pubblici, nazionali e internazionali attribuiti a posizioni apicali e  semi apicali, compresi quelli di titolarità di ufficio di gabinetto,  attribuiti a magistrati... devono essere svolti con contestuale  collocamento in posizione fuori ruolo». Tutta la trattativa si è svolta  sulle deroghe, sulle eccezioni e sul destino dei tanti magistrati  amministrativi che esercitano il doppio lavoro (consiglio di Stato e  incarichi nei ministeri) e che avranno, dal giorno di promulgazione  della legge, 180 giorni per fare la loro scelta.
IL COMMISSARIO ANTICORRUZIONE. La Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità  dell'amministrazione diventa Autorità nazionale anticorruzione. Ad essa saranno affidati i compiti di approvare il Piano nazionale anticorruzione predisposto dal  dipartimento della Funzione pubblica, esercitare la  vigilanza e il controllo sull'effettiva applicazione e l'efficacia  delle misure adottate e riferire al Parlamento ogni anno. Il governo, grazie all'emendamento del sottosegretario Antonio Catricalà, ha istituito il commissario anticorruzione, che  potrà avvalersi del  «braccio armato» della Guardia di Finanza e che sarà un  prefetto o un magistrato. La nuova Autorità acquisisce poteri ispettivi e di vigilanza.
ROTAZIONE TRA I DIRIGENTI. Sono  state introdotte nuove regole che riguardano dirigenti, impiegati  pubblici e imprese che hanno rapporti con l'amministrazione statale.  Oltre alla rotazione più frequente dei capi ufficio e al monitoraggio  periodico del rispetto dei tempi delle procedure, la Scuola superiore della pubblica amministrazione predispone  percorsi di formazione dei dipendenti sui temi dell'etica e della  legalità. Un'altra novità è quella delle  sanzioni accessorie: i dirigenti e gli impiegati condannati con  sentenza passata in giudicato per un reato di corruzione dovranno  rispondere, oltre che con la sospensione dal servizio e dallo stipendio, anche per danno erariale e all'immagine della pubblica amministrazione. Sarà tutelato il dipendente spia e non potrà essere discriminato, né licenziato. I condannati per reati gravi come corruzione e mafia non potranno più fare appalti con la P.A.  Saranno pubblicate notizie su  procedimenti amministrativi, costi di  opere e servizi, monitoraggi sul  rispetto dei tempi. Ogni istituzione dovrà avvalersi della posta elettronica per  comunicare con cittadini. Saranno pubblicati ruoli, incarichi e retribuzioni.
WHITE LIST  In ogni Prefettura ci sarà l'elenco delle  imprese virtuose,  cioè non a rischio mafia. Ogni modifica dell'assetto societario sarà  comunicata entro 30 giorni. Pena la cancellazione.  Entro 60 giorni  dall'entrata in vigore del ddl, il governo varerà un decreto sul certificato antimafia.
TRAFFICO DI INFLUENZE. Stretta sui mediatori opachi, i  lobbisti che agiscono fuori dalle regole e gli esponenti delle varie  cricche che assediano i palazzi della politica. Il nuovo delitto sarà  rubricato all'articolo 346 bis del Codice penale (da uno a tre anni di  reclusione). In questo modo si tenta di difendere  il buon andamento e l'imparzialità della pubblica  amministrazione, sanzionando comportamenti che eventualmente  possono essere anticipatori della corruzione. Recependo  quanto hanno chiesto le organizzazioni internazionali, è prevista la  punibilità tanto di chi si fa dare o promettere denaro o altra utilità,  quanto di chi versa o promette utilità per facilitare una pratica contraria ai  doveri d'ufficio. Si  prevedono poi aumenti di pena per i reati corruzione in atti giudiziari  (da 3-8 anni a 4-10 anni) mentre aumentano solo le pene minime per la  corruzione propria (da 2-5 anni a 4-8 anni), per il peculato e per  l'abuso d'ufficio.

Fonte:  http://italia.panorama.it

LO SPREAD E' UNA BUGIA

Stanno trasferendo il debito pubblico italiano dalle banche straniere alle nostre. E quando questo sarà interamente nei nostri istituti di credito, il default lo pagheremo solo noi.
 
Oggi lo spread non ha il significato che aveva due anni fa, o anche un anno fa, per il semplice fatto che la maggior parte del debito pubblico italiano è stata sottoscritta dalle banche italiane. Quindi la presenza di operatori internazionali vigili sul mercato italiano si è affievolita. Ci troviamo un po' a giocare in casa.
Il fatto che le banche abbiano sottoscritto il debito dello Stato è abbastanza chiaro: in una situazione di crisi come quella attuale banche e Stato sono legate a doppio filo ed è anche chiaro che le banche non chiederanno un tasso di interesse eccessivo che porti lo Stato a una situazione di crisi, tipo quella che è successa l'anno scorso. In realtà si sta cercando di trasformare l'Italia, ma anche la Spagna, in una sorta di nuovo Giappone, dove quasi il 100% dell'indebitamento dello Stato viene sottoscritto dalle banche nazionali o dalla stessa popolazione.

Non dobbiamo dimenticare che con l'introduzione dell'Euro sparì il rischio di svalutazione della moneta italiana, poiché moneta unica. E dunque ci fu una grossa presenza delle banche straniere in Italia per quanto riguarda la vendita del credito, sia per quanto riguarda il credito agli individui e alle società, ma anche e soprattutto per quanto riguarda la sottoscrizione del debito pubblico.Basti vedere che la presenza delle banche straniere nel debito italiano aumenta progressivamente dal 1999 fino al 2010 e passa da un 30%, fino al 60%. Nel 2012, dunque, il 60% dell'indebitamento italiano era nelle mani delle banche straniere. A quel punto scoppia la crisi del debito sovrano. E che succede? Succede che queste banche progressivamente riducono la percentuale di debito pubblico dei paesi della periferia che hanno nel loro portafoglio. E oggi le banche tedesche hanno una percentuale del 30% del debito italiano. Chi è che ha comprato questo debito pubblico (perché è chiaro che questo debito pubblico ha continuato a crescere e quindi l'Italia ha continuato a fare delle aste)? Le banche italiane, che sono passate da una percentuale nel 2010 intorno al 30/35% a una percentuale altre il 60%.
L'obiettivo non detto è quello di riuscire a fare sì che le banche italiane riescano a sostenere in toto il debito pubblico italiano. Così se l'Italia si troverà al centro di una grave crisi in cui dovrà fare un default, chi pagherà quel default saremo noi...  

 


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mercoledì 17 ottobre 2012

Scandali regionali, la nuova Tangentopoli

http://quadernisocialisti.files.wordpress.com/2011/07/tangentopoli.jpg


La mattina di giovedì 11 ottobre Milano, non a caso, si è svegliata con la prima grande foschia dell’autunno. A Roma forse ci sarà stato il sole, ma c’è comunque poco da ridere. Perché la giornata di mercoledì 10 è stata una delle più buie della storia repubblicana. E non soltanto per gli scandali che stanno travolgendo Lombardia e Lazio, le due regioni più importanti del Paese.



Abbiamo tutti, da anni, fatto le pulci ai costi della politica nazionale, agli stipendi di parlamentari ed europarlamentari, alle buvette di Camera e Senato. Nel mentre, nelle Regioni è successo di tutto. La gravità delle accuse all’assessore lombardo Domenico Zambetti, soldi alle ‘ndrine in cambio di voti, si commenta da sola. Ed è ancora peggiore del caso Fiorito e, per non farci mancar niente, del “Fiorito di sinistra” Vincenzo Maruccio dell’Idv: al proposito c’è stato il tiro al bersaglio ad Antonio Di Pietro, al quale in molti – Mattia Feltri, ad esempio – hanno fatto sarcastici complimenti per l’infallibilità con la quale sceglie i suoi cavalli di razza (o Razzi). En passant, metà delle Regioni riceve regolari visite dalla Finanza e il comune di Reggio Calabria è stato sciolto per “contiguità mafiosa”.
Qualcos’altro? Sì. Per esempio, lo sfogo incredibile di Sergio Marchionne nei confronti di Renzi e, soprattutto, di Firenze. E, ultimo ma non meno importante, l’allegro aumento dell’Iva da parte del governo, che rischia quasi di passare inosservato in mezzo a questo trambusto. Tutto accaduto il 10 ottobre, che se fosse fosse stata una giornata normale, avrebbe avuto tra le prime pagine la traversata “alla Mao” di Beppe Grillo a nuoto lungo lo stretto di Messina, le cui correnti non lo hanno travolto, ma rischiano di portare via tutto il sistema del Federalismo. Con la possibilità di cadere nell’errore di gettare bambino e acqua sporca.
Stando così le cose, gli scandali regionali sono la nuova Tangentopoli vent’anni dopo? Chi l’ha vissuta ci ha subito pensato e Ugo Magri su La Stampa, ad esempio, prova a comparare i due fenomeni. Certamente, le analogie ci sono: due su tutte, la finanza pubblica alle corde e un governo tecnico anche allora. Qualche differenza nel sistema (sempre illegale) di pagamento: “Allora – scrive Magri – erano soprattutto le imprese, quelle pubbliche e quelle private; adesso il saccheggio ha luogo nelle istituzioni medesime; vent’anni fa rubavano «per» il partito, stavolta «al» partito”. Continuando il parallelo: caduta (ancora non completa) del berlusconismo ora, caduta del craxismo allora. Difficile, però, immaginare Roberto Formigoni assalito da un lancio di monetine, anche se la sua strenua resistenza ha avuto qualcosa davvero di  surreale. Il tempo è davvero scaduto e tutti glielo hanno ricordato, testate di centro destra comprese. Ma cosa succederà dopo, chi lo sa. Da Tangentopoli nacque la Seconda Repubblica, mai del tutto decollata e ora morente, senza alcuna fondamenta per una Terza.
E’ un periodo “giornalisticamente molto interessante”, come detto da Marco Travaglio pochi giorni fa a Otto e 1/2 perché, per la prima volta in vent’anni, “non sappiamo davvero chi ci sarà e come andrà a finire”. Cinicamente vero: quali soluzioni? Il suo direttore, Antonio Padellaro, prova a lanciare sul Fatto una suggestione: “Oggi c’è un’Italia che non ha più nulla da perdere, ma che può ancora vincere con le armi della democrazia e,perché no, con l’immensa forza della Rete. Liste pulite con candidati competenti e credibili. E, attraverso il web, controllo collettivo e immediato di come viene usato il pubblico denaro con denuncia immediata dei saccheggiatori. Le elezioni sono vicine, bisogna provarci. Chi l’ha detto che dobbiamo morire prigionieri dei banchieri, dei ladri e dei parolai?”. La risposta tocca soltanto a noi.

Fonte: http://www.termometropolitico.it