IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

martedì 30 aprile 2013

Se Letta fallisce ci aspettano i manganelli dell’Eurogendfor

Rieleggere Napolitano al Colle e puntare decisi a legittimare con una riforma costituzionale il presidenzialismo di fatto, svuotando di poteri e dignità il Parlamento in favore della Commissione Europea, della Bce e del Quirinale, serve a inasprire la crisi. Confermata la linea pseudo-neoliberista e fiscalista, gli uomini del Bilderberg, del Fmi e dell’Unione Europea sono i primi a congratularsi, annota Marco Della Luna. E Napolitano, col plauso di quasi tutti (incluso Berlusconi) incarica di formare il governissimo “senza alternative” nientemeno che Enrico Letta, che «come economista e come politico è assolutamente improponibile per il ruolo di premier, dato ciò che ha fatto, ciò che è stato e ciò che è tuttora». Anche se, forse, «si capisce perché è stato scelto», e per fare cosa: completare l’economicidio italiano. Impossibile sperare in un miracolo. Più probabile che, invece, la protesta per il disastro economico venga sigillata da una inaudita repressione, affidata alla nuova super-polizia europea.
Cresciuto alla scuola economica di Andreatta, primo grande privatizzatore del patrimonio pubblico
italiano e «autore di quella riforma monetaria che

repressione in Spagna
gettò il nostro debito pubblico nelle grinfie della vorace speculazione internazionale, facendolo raddoppiare in rapporto al Pil nel giro di pochi anni», Enrico Letta è stato “allevato” anche da Romano Prodi, «autore con Draghi della deregulation bancaria del 1999, che ha consentito alle banche di giocare nella bisca dei mercati speculativi coi soldi dei risparmiatori». Di Prodi, il giovane Letta fu anche sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e attualmente è membro di organismi di area Rockefeller come l’Aspen Institute e la Trilateral Commission, nonché frequentatore del Bilderberg, «ossia dei fari illuminanti della finanziarizzazione e della globalizzazione dell’economia e del mondo intero», spacciata per “liberalizzazione”, quando invece non è altro che «la fiscalizzazione dei danni da frode».
Già membro della commissione per l’introduzione dell’euro varata nel ’94, «coerentemente con questa linea di ingegneria finanziaria e sociale», nel ‘97 Enrico Letta ha persino scritto un libro intitolato “Euro sì. Morire per Maastricht”, edito da Laterza, in cui afferma che “vale la pena di morire” per l’euro e per Maastricht, e che non c’è paese che, come l’Italia, abbia tanto da guadagnare dall’adesione alla moneta unica, vero paradiso in terra per gli imprenditori nostrani. «Quindi Letta, come economista e come partecipe delle istituzioni di ambito monetario, o non capiva dove si stava andando – e allora è un pessimo economista – oppure voleva che le cose andassero così – e allora era ed è in palese conflitto di interessi con l’intera nazione», protesta Della Luna. In realtà, «non solo non aveva avvertito verso che cosa si andava con Maastricht, col blocco dei cambi, coi vincoli di bilancio e con la deregulation bancaria» ma, lungi dal lanciare l’allarme, «ha sempre spinto in quella direzione e ha professato un’obbedienza rigida, fino alla morte,

Enrico Letta

verso quelle illuminate riforme», che pare abbia addirittura contribuito a pianificare.
Siamo seri, aggiunge Della Luna: come si fa a non sapere che, se si blocca l’aggiustamento dei cambi tra alcuni paesi imponendo una moneta unica e li si priva degli strumenti monetari macroeconomici (regolazione del money supply, fissazione dei tassi), inevitabilmente si generano squilibri della bilancia dei pagamenti che crescono fino a determinare lo svuotamento di capitali, industrie e lavoratori qualificati a danno dei paesi meno competitivi? Così si avvantaggiano solo i più forti, e si aumenta irreversibilmente – anziché annullarlo – il divario tra gli uni e gli altri. «A meno che non si costituisca e si faccia funzionare un governo federale, con un bilancio federale che provveda alla redistribuzione dei surplus». E come fa, Letta, a “non sapere” che non può funzionare un sistema basato sulla Bce, che non può finanziare direttamente gli Stati ma solo proteggere il potere d’acquisto della sua moneta? «Non è credibile che l’enfant prodige Enrico non sapesse queste cose e neppure leggesse quegli economisti normalmente dotati e normalmente liberi che lo preannunciavano: perciò, quando scriveva “Morire per Maastricht”, non poteva non avere in mente questo esito infausto particolarmente per l’Italia».
Quindi diffidenza radicale verso il premier incaricato: da “bocciare” «non solo come economista, ma anche come statista, come cristiano, come uomo di sinistra. Come uomo tout court». Ultimo frutto avvelenato del Parlamento dei “nominati”: «La partitocrazia poteva salvarsi solo garantendo gli interessi dei poteri forti internazionali sull’Italia», sostiene Della Luna: già nel 2006, Napolitano aveva apposto la sua firma accanto a quella del premier Prodi, sulla riforma dello Statuto della Banca d’Italia, «riforma reclamata da Draghi per legittimare la piena proprietà privata della stessa Banca d’Italia», che poi infatti «si è mossa o non mossa come abbiamo visto nel caso Mps». Siamo di fronte alla «avanzata privatizzazione di un potere pubblico sovrano, quello monetario». E arriviamo al fatidico novembre 2011. Sempre Napolitano, «su richiesta della Merkel e di altri», ha sostituito Berlusconi con Monti, sostenendo poi in modo vigoroso tutta la micidiale politica finanziaria ed economica dell’uomo della Goldman Sachs,

 Napolitano

«pur vedendo i disastri» inferti al paese dalla  stretta “obbedienza” ai diktat della Germania.
Poco dopo aver concesso la grazie all’agente Cia Joseph Romano, già condannato per il rapimento illegale sul suolo italiano del mullah Abu Omar, ferocemente torturato in Egitto nonostante fosse estraneo al terrorismo islamico, Napolitano proietta ora verso Palazzo Chigi un uomo come Letta, “allievo” di eurocrati protagonisti delle riforme più perniciose per il paese. Padrini occulti di Letta, i potentati supremi dell’élite mondiale: «Tutti organismi di segno neoliberista, legati alla grande finanza apolide e propugnatori dei progetti “illuminati” della migliore cultura massonica». Molti, aggiunge Della Luna, sentivano il bisogno di un presidente della Repubblica che facesse gli interessi del popolo rispetto a quelli del capitalismo privato, e dell’Italia rispetto a quella degli stranieri, ma «sono stati frustrati». E ora a Napolitano si chiede di farsi garante dei rottami della partitocrazia e, al tempo stesso, di assicurare «l’obbedienza dell’Italia alle potenze dominanti e a una politica economico-finanziaria suicida, che avvantaggia il capitalismo bancario straniero a danno degli italiani».
E’ proprio a questa richiesta, sostiene Della Luna, che si deve il suo successo e la sua rielezione. La cattiva notizia è che tutto questo – al di là della volontà dello stesso Napolitano – deriva ineluttabilmente «dai vincoli gravanti sull’Italia nel contesto e nella gerarchia internazionale». Non è improbabile, aggiunge l’analista, che «Napolitano per primo deplori ciò che è costretto a fare», e che al tempo stesso «stia cercando di limitare le sofferenze degli italiani, nel corso di un processo che non ha avviato e che non può arrestare». La situazione intanto volge al peggio, l’economia italiana sta crollando e la nomenklatura mummificata dei partiti ha tempo «un anno e mezzo al massimo» per tentare di rilegittimarsi attraverso un rilancio dell’economia e dell’efficienza del sistema paese. Viceversa, potrebbe «allestire un apparato autocratico di repressione e di intimidazione poliziesche con cui domare l’inevitabile rabbia di popolo, che

 Grecia, protesta popolare contro l'austerity

potrebbe sfociare nella prima rivoluzione italiana», ovvero «la prima azione collettiva unificante e fondatrice di una unità nazionale italiana» vera e propria.
Qualcuno pensa davvero che, fra altri sei mesi di peggioramento economico, si potrà governare gli italiani con le buone? «In Italia – ricorda Della Luna – la ragion di Stato è ricorsa alle stragi terroristiche per delegittimare il dissenso radicale su temi socio-economici in altri periodi critici». Premessa: «Vorrei poter pensare che un governissimo di scopo, o un governo di unità e salvezza nazionali, possa rilanciare l’Italia, forte della straordinaria ampiezza della sua maggioranza; e non posso escludere, onestamente, che sia questo il disegno anche di Napolitano, oltre che dei capi di Pd, Pdl e “Scelta Civica”». Ma si tratta, purtroppo, di una pia illusione, perché «la continuazione sulla linea del rigore suicida è stata confermata, il programma dei partiti in campo e quello dei “dieci saggi” è risibile in rapporto ai problemi economici, e del resto gli strumenti per una diversa politica finanziaria  mancano, essendo stata ceduta la sovranità non solo monetaria, ma anche fiscale e finanziaria, ed essendo stato eretto a norma costituzionale il dogma monetarista».
A questi partiti manca la necessaria competenza tecnico-economica: i loro uomini non provengono certo da una scuola virtuosa. Piuttosto, sono ferratissimi in materie come la spartizione delle poltrone, di cui un governissimo è l’habitat ideale. Abbondano, invece, gli strumenti operativi per il Piano-B, quello della repressione: messi a disposizione dal Mes, il Fondo salva-Stati, nonché dal Trattato di Lisbona. Si profila un ruolo inedito per l’Eurogendfor, il corpo di polizia militare polivalente. E’ una milizia europea anti-rivolte, approvata da tutto il Parlamento italiano il 9 marzo 2010 nel silenzio totale dei media. Di stanza in Italia, Eurogendfor è composta esclusivamente di corpi militari e non civili, è sottratta alla normale responsabilità e giurisdizione, e per ora può agire senza limitazioni, utilizzando anche armamenti sub-letali come i gas tossici e le armi elettromagnetiche e acustiche. «E’ sostanzialmente un corpo di polizia quasi-militare straniero che il Cimin, comitato dei ministri degli interni europei, farà invitare dai governi sul cui territorio vi siano tensioni sociali, specialmente dovute a proteste popolari contro le misure economiche e fiscali imposte a tutela della grande finanza, come già avvenuto in Grecia».

Repressione in Grecia

Non è un esercito comune e paritario dei popoli europei, creato per difendersi da possibili attacchi esterni: «E’ l’esercito dei banchieri e dei paesi creditori, creato per tener sottomessi i popoli debitori, farli pagare e prendergli i risparmi e i redditi», dice Della Luna.
«Immaginatevi reparti di polizia militarizzata formati di tedeschi mandati contro una sommossa popolare di italiani disperati e rovinati dalle politiche finanziarie fatte in obbedienza a Berlino e nel suo interesse». Militari tedeschi, che già «vedono gli italiani come gente con poca voglia di lavorare», gente che «minaccia il loro benessere e la loro egemonia». Soldati tedeschi che sanno benissimo che, «per ciò che faranno, non saranno soggetti a giudici italiani», consapevoli che il governo italiano dipende da quello di Berlino per poter continuare a sostenere il suo debito pubblico. «Quanti scrupoli avranno, a tirare il grilletto?». Quelli che hanno firmato l’adesione-sottomissione dell’Italia all’Eurogendfor, continua Della Luna, sono gli stessi che poi vanno solennemente a commemorare le vittime di Marzabotto, di Sant’Anna di Stazzema e delle Fosse Ardeatine. Da “Morire per Maastricht” a “Uccidere per Maastricht”? «L’Italia neorepubblichina fa leggi per legittimare chi la dovrà occupare». Conclude amaramente Della Luna: «I miei lettori sanno che io raccomando l’emigrazione e sono convinto che gli italiani siano incapaci di una ribellione politica – e proprio per questo i politici italiani possono permettersi di fare ciò che fanno. Con i francesi, gli inglesi o gli americani, non si azzarderebbero».

Carabinieri. Inizia lo scioglimento dell’Arma

arma carabinieri

L'Arma dei carabinieri, in osservanza del trattato di Velsen procede a tappe forzate al proprio smantellamento con la chiusura di numerosi reparti, sino all’inevitabile scioglimento dell’Arma.
La legge n.84 del 12 giugno 2010 riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. Allo stesso tempo, l’art.4 della medesima legge introduce i compiti dell’Eurogendfor
Entro il 30 aprile quindi, nel quadro dei provvedimenti di razionalizzazione operati dal Comando Generale conseguentemente ai tagli imposti dal contenimento della spesa, saranno soppresse le aliquote Artificieri antisabotaggio dei comandi provinciali di Latina, Messina, Caltanissetta e Brindisi, nonché del Gruppo Operativo Calabria e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna.

Fonte 

lunedì 29 aprile 2013

Monti, divertito, raccontava ai francesi i sacrifici imposti agli italiani: “Ho fatto un’orgia”

Redazione- 29 aprile 2013-

Il Mario Monti di cui nessuno parla

 http://www.dagospia.com/img/foto/11-2011/vignetta-benny-monti-137191_tn.jpg
 
“Ho fatto un’orgia”, i giornalisti francesi  non riescono a tradurre il termine e l’ineffabile Professore, con un mefistofelico e beffardo sorriso, ne spiega il significato in relazione ai sacrifici imposti agli italiani.E’ da analizzare la sua faccia, dopo dopo aver pronunciato la parola “orgia”: la faccia che fa.
Una faccia che grida vendetta, anche e soprattutto di fronte ai numerosissimi suicidi, alle folle di disoccupati ed alle schiere di talenti sprecati. Un'orgia appunto, che è stata permessa ed anzi promossa da Berlusconi e Bersani.Questa la considerazione del precedente governo nei confronti dei cittadini, questa la realtà che i media tradizionali hanno sempre nascosto.

Fonte

MORIRE PER MAASTRICHT, CON ENRICO LETTA E L’EUROGENDFOR (IL MATRIMONIO TRA PARTITOCRAZIA E POTERI FORTI PORTERA’ MISERIA E REPRESSIONE VIOLENTA)

DI MARCO DELLA LUNA
marcodellaluna.info

Obbedienza a Maastricht fino alla morte: parola di Enrico Letta
















Rieleggere Napolitano al Colle e puntare decisi a legittimare con una riforma costituzionale il presidenzialismo di fatto, svuotando di poteri e dignità il parlamento in favore della Commissione Europea, della BCE e del Quirinale, serve appunto a questo. E’ stata subito confermata la linea (pseudo)neoliberista e fiscalista, gli uomini del Bilderberg, del FMI e dell’UE sono i primi a congratularsi.

E Napolitano, col plauso di quasi tutti, incluso Berlusconi, incarica di formare il governissimo “senza alternative” l’on. Enrico Letta, che, come economista e come politico, è assolutamente improponibile per il ruolo di premier, dato ciò che ha fatto, ciò che è stato e ciò che è tuttora. Però si capisce anche perché e per cosa è stato scelto…

Cresciuto nella scuola economica di Andreatta (autore di quella riforma monetaria che gettò il debito pubblico italiano nelle grinfie della vorace speculazione internazionale, facendolo raddoppiare in rapporto al pil nel giro di pochi anni) nonché di Prodi (autore, con Draghi, della deregulation bancaria del 1999, che ha consentito alle banche di giocare nella bisca dei mercati speculativi coi soldi dei risparmiatori); di Prodi fu anche sottosegretario alla Presidenza del consiglio. Enrico è inoltre membro di organismi di area Rockefeller ( Aspen Institute, Trilateral Commission), frequentatore del Bilderberg, ossia dei fari illuminanti della finanziarizzazione, della liberalizzazione (o pseudo-liberalizzazione, se consideriamo che la fiscalizzazione dei danni da frode non rientra certo nel liberalismo), della globalizzazione dell’economia e del mondo intero. Coerentemente con questa linea di ingegneria finanziaria e sociale, Enrico Letta, già membro della commissione per l’Euro 1994-1997, ha persino scritto un libro intitolato: “Euro sì. Morire per Maastricht”, Laterza 1997, in cui afferma che vale la pena di morire per l’Euro e Maastricht come nel 1939 valeva la pena di “morire per la Polonia” e che …non c’è un Paese che abbia, come l’Italia, tanto da guadagnare nella costruzione di … una moneta unica….” (2) e…”abbiamo moltissimi imprenditori piccoli e medi che … quando davanti ai loro occhi si spalancherà il grandissimo mercato europeo, sarà come invitarli a una vendemmia in campagna. E’ impossibile che non abbiano successo…il mercato della …moneta unica sarà una buona scuola. Ci troveremo bene… (3) ” (Fonte: Perché hanno messo Enrico Letta? in www.cobraf.com) 24.04.2013 su comedonchisciotte qui .

Quindi Letta, come economista e come partecipe delle istituzioni di ambito monetario, o non capiva dove si stava andando – e allora è un pessimo economista – oppure voleva che le cose andassero così - e allora era ed è in palese conflitto di interessi con l’intera nazione. In realtà, egli non solo non aveva avvertito verso che cosa si andava con Maastricht, col blocco dei cambi, coi vincoli di bilancio, con la deregulation bancaria – non solo non aveva lanciato l’allarme, ma ha sempre spinto in quella direzione, e ha professato un’obbedienza rigida, fino alla morte, verso quelle illuminate riforme, anzi pare abbia addirittura contribuito a pianificarle.

Siamo seri: come si fa a non sapere che, se si blocca l’aggiustamento dei cambi tra alcuni paesi imponendo una moneta unica, e li si priva degli strumenti monetari macroeconomici (regolazione del money supply, fissazione dei tassi), inevitabilmente si generano squilibri della bilancia dei pagamenti che crescono fino a determinare lo svuotamento di capitali e industrie e lavoratori qualificati a danno dei paesi meno competitivi e a vantaggio di quelli più competitivi, a meno che non si costituisca e si faccia funzionare un governo federale con un bilancio federale che provveda alla redistribuzione dei surplus? e come fa a non sapere che una banca centrale unica, per giunta privata della facoltà di finanziare i singoli Stati, e avente l’unico fine istituzionale di proteggere il potere di acquisto della moneta? Non è credibile che l’enfant prodige Enrico non sapesse queste cose e neppure leggesse quegli economisti normalmente dotati e normalmente liberi che lo preannunciavano.

Quindi diffidenza radicale verso di lui, non solo come economista, ma anche come statista, come cristiano, come uomo di sinistra. Come uomo tout court.

“Tutto ciò che fa il parlamento è democratico” rassicura Stefano Rodotà, candidato dal M5S, dall’alto delle sue laute e meritate rendite pubbliche, dimenticando di precisare:. “Soprattutto se quel parlamento è un parlamento di nominati, nominati da non più di venti persone delle segreterie/cda dei partiti”.

La partitocrazia poteva salvarsi solo garantendo gli interessi dei poteri forti internazionali sull’Italia.

Napolitano già nel 2006 aveva apposto la sua firma accanto a quella del premier Prodi, sulla riforma dello Statuto della Banca d’Italia, riforma reclamata da Draghi per legittimare la piena proprietà privata della stessa Banca d’Italia. Che poi si è mossa o non mossa come abbiamo visto nel caso MPS. Anche quella è stata un’avanzata privatizzazione di un potere pubblico sovrano, quello monetario.

Napolitano, nel novembre del 2011, su richiesta della Merkel e di altri, aveva sostituito Monti a Berlusconi, e poi ha sostenuto vigorosamente tutta la politica finanziaria ed economica di Monti, pur vedendo i disastri che essa cagionava al Paese, nella sua obbedienza alle prescrizioni della Germania.

Napolitano, da ultimo, ha concesso la grazia all’agente della CIA, col Joseph Romano, già condannato, che rapì, su suolo italiano, Abu Omar, per farlo torturare in Egitto – l’ha concessa senza che nemmeno Romano dovesse disturbarsi per richiederla.

Napolitano il 24.04.13 ha dato l’incarico di formare il nuovo governo a Enrico Letta, PD,, economista della scuola di Andreatta e di Prodi (autori, come abbiamo visto, delle riforme più perniciose per il paese, già sottosegretario alla presidenza del consiglio sotto Prodi, dirigente dell’Aspen Institute Italia, frequentatore del Gruppo Bilderberg, membro della Trilateral Commission – tutti organismi di segno neoliberista, legati alla grande finanza apolide, e propugnatori dei progetti illuminati della migliore cultura massonica.

Molti sentivano il bisogno di un presidente della Repubblica che facesse gli interessi del popolo rispetto a quelli del capitalismo privato, e dell’Italia rispetto a quella degli stranieri. Sono stati frustrati.

Ora a Napolitano si conferma, all’interno, la richiesta di farsi da garante della coesione della partitocrazia necessaria alla tutela degli interessi della partitocrazia stessa; e, dall’esterno, di farsi garante della obbedienza dell’Italia alle potenze dominanti, e a una politica economico-finanziaria suicida, che avvantaggia il capitalismo bancario straniero a danno degli italiani.

E’ a questa richiesta che si deve il suo successo e la sua ri-elezione, a questa capacità di duplice e congiunta garanzia, di giunzione tra gli interessi forti esterni e quelli sempre meno forti interni, che gli assicura il sostegno “delle cancellerie che contano”?

In ogni caso, sia chiaro che non intendo esprimere un giudizio politicamente o moralmente negativo su Napolitano: il ruolo che egli svolge sicuramente non è esaltante, i suoi atti sopra ricordati nemmeno, ma probabilmente l’uno e gli altri non sono una scelta sua, derivano ineluttabilmente dai vincoli gravanti sull’Italia nel contesto e nella gerarchia internazionale. Non è improbabile che Napolitano per primo deplori ciò che è costretto a fare, e che stia cercando di limitare le sofferenze degli italiani nel corso di un processo che non ha avviato e che non può arrestare.

Confermata la policy recessiva: quindi aspettiamoci agitazioni popolari e prepariamoci alla violenza di Stato e dell’Unione Europea

La partitocrazia, traballante per la sua delegittimazione e i disastri delle sue scelte, rinuncia a ogni finzione di cambiamento invocato dalla gente, modifica come e quanto serve la costituzione, e si prende qualche mese aggiuntivo ricompattandosi e mummificandosi. Ha un anno e mezzo al massimo, per realizzare due cose:

-o rilegittimarsi attraverso un rilancio dell’economia e dell’efficienza del sistema paese;

-oppure allestire un apparato autocratico di repressione e di intimidazione poliziesche con cui domare l’inevitabile rabbia di popolo, che potrebbe sfociare nella prima rivoluzione italiana (la quale sarebbe anche la prima azione collettiva unificante e fondatrice di una unità nazionale italiana, sinora n on realizzatasi).

Qualcuno pensa che, fra altri sei mesi di peggioramento economico quale stiamo avendo da anni, si potrà governare gli italiani col loro consenso e con le buone, senza ricorrere alla violenza di Stato? Ricordo che in Italia la ragion di Stato è ricorsa alle stragi terroristiche per delegittimare il dissenso radicale su temi socio-economici in altri periodi critici.

Vorrei poter pensare che un governissimo di scopo, o un governo di unità e salvezza nazionali, possa rilanciare l’Italia, forte della straordinaria ampiezza della sua maggioranza; e non posso escludere, onestamente, che sia questo il disegno anche di Napolitano, oltre che dei capi di Pd. Pdl, Scelta Civica. Ma non lo credo proprio.

Purtroppo, però e per ora, la continuazione sulla linea del rigore suicida è stata confermata, il programma dei partiti in campo e quello dei Dieci saggi è risibile in rapporto ai problemi economici, e del resto gli strumenti per una diversa politica finanziaria  mancano, essendo stata ceduta la sovranità non solo monetaria, ma anche fiscale e finanziaria, ed essendo stato eretto a norma costituzionale il dogma monetarista Inoltre, ai partiti manca la competenza tecnica-economica e i loro uomini sono specializzati e selezionati nel senso che sappiamo; infine, le larghe intese sono automaticamente spartitorie. Gli strumenti per la seconda soluzione, la soluzione repressiva, invece, ci sono tutti, grazie al MES, al Trattato di Lisbona e all’Eurogendfor, che è il corpo di polizia antirivolta europea, approvato da tutto il parlamento il 09.03.10, composto esclusivamente di corpi militari e non civili, sottratto alla normale responsabilità e giurisdizione, e per ora senza limitazioni nei tipi di armi che può usare contro i civili – vedi gas e armi elettromagnetiche e acustiche più o meno subletali.E’ sostanzialmente un corpo di polizia quasi-militare straniero che il Cimin, comitato dei ministri degli interni europei, farà invitare dai governi sul cui territorio vi siano tensioni sociali, specialmente dovute a proteste popolari contro le misure economiche e fiscali imposte a tutela della grande finanza, come già avvenuto in Grecia.

Non è un esercito comune e paritario dei popoli europei, creato per difendersi da possibili attacchi esterni. E’ l’esercito dei banchieri e dei paesi creditori, creato per tener sottomessi i popoli debitori e farli pagare e prendergli i risparmi e i redditi4.

Immaginatevi reparti di polizia militarizzata formati di tedeschi mandati contro una sommossa popolare di italiani disperati e rovinati dalle politiche finanziarie fatte in obbedienza a Berlino e nel suo interesse. Militari tedeschi che vedono gli italiani come gente con poca voglia di lavorare e molta di sprecare, che minaccia il loro benessere e la loro egemonia. Militari tedeschi che sanno che, per ciò che faranno, non saranno soggetti a giudici italiani. Militari tedeschi che sanno che il governo italiano dipende dal sì tedesco per poter continuare a sostenere il proprio debito pubblico. Quanti scrupoli avranno, a tirare il grilletto? E quelli che hanno firmato l’adesione o sottomissione dell’Italia a questa Eurogendfor sono tra coloro che vanno solennemente a commemorare Marzabotto, S. Anna di Stazzema e le fosse Ardeatine…   Da “Morire per Maastricht” a “Uccidere per Maastricht!” L’Italia neorepubblichina fa leggi per legittimare chi la dovrà occupare.

Insomma, sapendo che l’economia italiana non ripartirà, soprattutto con la linea di austerità che è già stata riconfermata, è ovvio che il governo delle larghe intese avrà come asse portante, oltre all’attacco al risparmio, alla residua ricchezza degli italiani, l’organizzazione di un forte apparato autoritario e repressivo, iniziando con un adeguato battage mediatico preparatorio, che lo giustifichi moralmente.

“Il dissenso può essere espresso solo nelle forme della legalità”, continua la rassicurazione di Rodotà, dall’alto dei suoi redditi e della sua autorevolezza di sinistra. Ma che fare se le forme della legalità vengono svuotate e calpestate dal palazzo che difende i suoi interessi contro quelli di un popolo che non rappresenta, anzi tradisce? Emigrare o insorgere, o aspettare che la schifezza marcisca del tutto e cada da sé? I miei lettori sanno che io raccomando l’emigrazione e sono convinto che gli italiani siano incapaci di una ribellione politica – e proprio per questo i politici italiani possono permettersi di fare ciò che fanno. Con i francesi, gli inglesi o gli americani, non si azzarderebbero.

Marco Della Luna
Fonte: http://marcodellaluna.info
Link: http://marcodellaluna.info/sito/2013/04/25/morire-per-maastricht-con-enrico-letta-e-leurogendfor/
25.04.2013

1) http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/04/Morire_per_Maastricht_sacrifici_porteranno_co_0_97060411003.shtml
2) http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/04/Morire_per_Maastricht_sacrifici_porteranno_co_0_97060411003.shtml
3) http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/04/Morire_per_Maastricht_sacrifici_porteranno_co_0_97060411003.shtml
4)http://www.golemxiv.co.uk/2011/10/foreign-riot-police-now-operating-in-greece/  

Fonte

domenica 28 aprile 2013

Spari a Palazzo Chigi: feriti due militari. L'attentatore: puntavo ai politici. Nel piano anche il suicidio

Si chiama Luigi Preiti, 46 anni, è nato a Rosarno (RC) ma residente ad Alessandria, incensurato. È l'uomo che stamattina ha aperto il fuoco contro due carabinieri - il brigadiere Giuseppe Giangrande, di 50 anni, e il carabiniere scelto Francesco Negri, di 30 - in servizio a piazza Colonna a Roma. Il fatto è accaduto intorno alle 11.20, nei pressi di Palazzo Chigi: uno dei due militari è stato ferito al collo, l'altro, ferito a una gamba, era dentro una garitta di guardia. Chiariti in poche ore gli obiettivi dello sparatore, che ha confessato agli inquirenti di aver «deciso di fare tutto questo 20 giorni fa» e di aver acquistato la pistola «quattro anni fa al mercato nero ad Alessandria».Sulle ragioni del gesto, ha aggiuntio di aver voluto «fare un gesto eclatante in un giorno importante: non odio nessuno in particolare ma sono disperato».
Il Pm Laviani: un uomo disperato, non sembra uno squilibrato
«È un uomo pieno di problemi che ha perso il lavoro, aveva perso tutto, era dovuto tornare in famiglia: era disperato. In generale voleva sparare sui politici, ma visto che non li poteva raggiungere ha sparato sui carabinieri», ha spiegato il pm Pierfilippo Laviani, dopo aver sentito Prieti. «Ha confessato tutto. Non sembra una persona squilibrata».
Dai primi accertamenti Preiti vittima del gioco d'azzardo
Con il passare delle ore, il contorno dell'uomo si è arricchito di particolari, mano a mano che gli inquirenti approfondivano le indagini sul suo conto. Preiti, secondo i primi accertamento, era da tempo una vittima del gioco d'azzardo: la sua passione per il videopoker e il biliardo sarebbe anche la causa della separazione dalla moglie. Secondo alcune fonti, Preiti sarebbe entrato recentemente in uno stato di forte depressione a causa della separazione. L'uomo viveva a Predosa, nell'alessandrino, ma da due anni, dopo la separazione, era ritornato a vivere a Rosarno e solo saltuariamente tornava in Piemonte.
L'attentatore ferito nella colluttazione precedente l'arresto
L'uomo che ha ferito i due militari ha colpito anche una passante, raggiunta probabilmente da schegge o dal rimbalzo di un proiettile; nessuno di loro è in pericolo di vita. Le ferite riporate dall'attentatore deopo gli spari sono conseguenza della colluttazione con i militari che lo hanno bloccato. La Procura di Roma intende chiedere la convalida del suo arresto, al momento, per i reati di tentato omicidio, lesioni gravissime e detenzione illegale di armi. L'attentatore è piantonato all'ospedale San Giovanni di Roma dove è stato interrogato dal Pm di turno, Antonella Nespola. L'uomo risulta incensurato e non avrebbe neanche il porto d'armi. L'arma utilizzata è una pistola Beretta calibro 7,65. con matricola abrasa.

Fonte

Attentato davanti a Palazzo Chigi durante il giuramento, feriti due carabinieri e una passante

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
28 aprile 2013 - E' straordinario il tempismo con cui sia accaduto questo terribile incidente,che sicuramente spianera' la strada a legislazioni di emergenza in materia di sicurezza.Saranno vietate manfestazioni? Saranno militarizzate le strade come sta accadendo negli Stati Uniti? Nel frattempo la Svizzera sta per emanare una legge per ridurre l'immigrazione nel paese letteralmente preso  d'assalto da gente,italiani in particolare,in cerca di lavoro e speranza.(ndr)


E' stato un calabrese di 46 anni, forse affetto da patologia psichiatrica, ad aprire il fuoco -

Durante il giuramento del nuovo Governo davanti a Palazzo Chigi c’è stato un attentato e due carabinieri sono stati feriti, uno è più grave con una ferita al collo e l’altro meno grave alla gamba. Anche l’uomo che ha aperto il fuoco contro i carabinieri è stato ferito nella successiva sparatoria e fermato, è calabrese, ha 46 anni, probabilmente affetto da patologia psichiatrica.

Palazzo Chigi
Durante il giuramento del nuovo Governo davanti a Palazzo Chigi c’è stato un attentato e due carabinieri sono stati feriti, uno è più grave con una ferita al collo e l’altro meno grave alla gamba. Anche l’uomo che ha aperto il fuoco contro i carabinieri è stato ferito nella successiva sparatoria e fermato. L’uomo che ha sparato davanti a palazzo Chigi – secondo quanto apprende l’Ansa - è un calabrese di 46 anni, con domicilio in Piemonte. L’uomo sarebbe affetto da patologia psichiatrica.
Ferita anche una passante C’è anche una donna tra le persone ferite davanti alla sparatoria a Palazzo Chigi. La passante è stata ferita di striscio da un proiettile, non sarebbe in pericolo di vita ed è stata soccorsa dal 118 e trasportata in ospedale.
Ha sparato un uomo in giacca e cravatta E’ stato un uomo in giacca e cravatta che all’improvviso ha aperto il fuoco davanti a Palazzo Chigi contro due carabinieri, che avrebbero risposto al fuoco. L’uomo potrebbe essere uno squilibrato e, a sua volta ferito, è stato fermato dalle forze dell’ordine.


I carabinieri feriti Uno dei due carabinieri ferito davanti p. Chigi è stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco al collo, e le sue condizioni appaiono serie. L’altro militare è stato ferito a una gamba e le sue condizioni non sarebbero preoccupanti.
7 bossoli a terra Sono sette i bossoli che la polizia scientifica ha identificato a terra a Piazza Colonna, dove è avvenuta la sparatoria. La polizia scientifica ha circoscritto con l’apposito nastro la scena del crimine identificando con il gesso il luogo esatto in cui sono caduti i bossoli.
Il giuramento Subito dopo il premier, Enrico Letta, ha prestato giuramento al Quirinale, Angelino Alfano, vice premier e ministro dell’Interno. Dopo di lui hanno cominciato a giurare i ministri senza portafoglio e infine quelli con portafoglio.
Sgomento sul volto dei nuovi ministri I volti dei nuovi ministri sono passati dalla gioia, all’incredulita’ poi allo sgomento appena appresa la notizia della sparatoria davanti a Palazzo Chigi durante la loro cerimonia del giuramento al Quirinale.
Le condizioni dei Carabinieri non sarebbero gravi Secondo prime informazioni, i due carabinieri non sarebbero in pericolo di vita. E’ confermato che uno dei due militari e’ ferito ad una gamba, mentre l’altro sarebbe stato colpito di striscio al collo.
 
Fonte: Rainews24




sabato 27 aprile 2013

Nigel Farage: rubano soldi dai conti correnti della gente pur di tenere in piedi l'Euro!


17 APRILE 2013 STRASBURGO INTERVENTO NIGEL FARAGE

“Anni fa la signora Thatcher ha capito che cosa si nascondesse dietro il progetto europeo.

Ha capito che l'intento era quello di togliere la democrazia agli Stati nazionali per mettere quel potere in mano a persone che non possono essere chiamate a rispondere di ciò che fanno.

Sapendo, come lei sapeva, che l'Euro non avrebbe funzionato. Ha capito che questo era un progetto molto pericoloso.

Noi nel Regno Unito la pensiamo allo stesso modo.

Io ho cercato, nel corso degli anni, di anticipare in questo Parlamento quali sarebbero state le varie mosse man mano che il disastro dell'Euro prendeva forma.

Ma nemmeno io, nel più pessimistico dei miei discorsi, avrei mai immaginato signor Rehn, che lei e gli altri della troika sareste scesi al livello di comuni criminali rubando soldi dai conti correnti della gente pur di tenere in piedi questo totale fallimento che è l'Euro.

Avete persino provato a prendere i soldi dei piccoli investitori.
In diretta violazione della promessa che avevate fatto nel 2008.
Adesso il precedente è stato stabilito.

E se guardiamo a paesi come la Spagna dove la bancarotta delle imprese aumenta del 45 per cento ogni anno possiamo vedere qual'è il vostro piano per affrontare i prossimi salvataggi quando si presenteranno.

Devo dire che questo manda un messaggio molto forte e chiaro agli investitori:"togliete i soldi dall'eurozona prima che vengano a cercarvi."
Quello che avete fatto a Cipro è stato di suonare la campana a morte dell'Euro.

Nessuno della comunità internazionale si fiderà più a lasciare là i propri soldi.
Il colmo dell'ironia è stato vedere il primo ministro russo, Dimitri Medvedevparagonare le vosttre azioni dicendo: "Posso soltanto paragonarle alle decisioni prese dalle autorità sovietiche."

E adesso c'è una nuova proposta tedesca che dice che ciò che dovremmo fare è confiscare una parte del valore delle proprietà della gente negli stati del sud Mediterraneo dell'eurozona.
Questa unione europea è il nuovo comunismo.

È potere illimitato.
Sta creando una marea di miseria umana e prima verrà spazzato via meglio sarà.
E questo posto? Questo parlamento?

Questo parlamento ha la possibilità di chiedere conto alla commissione.
Ho chiesto un dibattito su una mozione di censura e mi domando quanti di voi avranno il coraggio di accoglierla e di supportarla.

Io lo dubito decisamente.
E mi viene in mente che c'è una nuova signora Thatcher in Europa.
Il suo nome è Frits Bolkestein.

Lui ha detto di questo parlamento - ricordate che è un ex-commissario - che non è più rappresentativo.
Per il cittadino olandese o europeo, il Parlamento europeo sta vivendo in una fantasia federalistica che non è più sostenibile.

E come ha ragione!”


Fonte 

venerdì 26 aprile 2013

ITALIA: RIVOLTA POPOLARE


i nemici del genere umano

di Gianni Lannes

Cose buone dal mondo: un cancro garantito e certificato a norma di legge. La nocività come strategia di selezione della specie umana, stabilita dal Nuovo Ordine Mondiale, capeggiato dai criminali Rockefeller & Rothschild. Tappa finale: la progressiva rarefazione dei beni ambientali di prima necessità: aria salubre, acqua pulita, terra sicura. I dati ufficiali parlano chiaro: 10 milioni di italiane ed italiani sopravvivono in aree gravemente inquinate. E va sempre peggio, con l’aerosolterapia bellica che sparge bario nei polmoni ignari e silenti della popolazione, nonché nell’acqua potabile. 
Non a caso il codice penale del Belpaese ignora l’ecosistema Gaia. Guai, però, a fiatare. Il problema non è la destra, la sinistra oppure il centro. C’è dell’altro. Con le mafie statali che fatturano il 20 per cento del prodotto interno lordo, è in atto una pacifica e duratura convivenza in vigore dallo sbarco degli Alleati (padroni).
Segreti, misteri e sangue a fiumane per nascondere traffici di armi, occultamenti di rifiuti, strategie offensive. Stragi, omicidi, omissioni, insabbiamenti della verità per celare affari ed egemonie belliche, ruberie parastatali.  
Allora, vi siete mai accorti di quanto sia bello vivere in un paese a sovranità inesistente, che non può prendere proprie decisioni senza l’interferenza, pardon, l’aiuto del Governo USA? A sua volta telecomandato dalla Commissione Trilaterale, di cui mister Enrico Letta è diretta espressione.
Belpaese a sovranità azzerata, almeno a partire dalle clausole misteriose (ignote perfino agli storici di professione) dell’armistizio di Cassibile e del Trattato di Parigi del 1947 che all’articolo 16 garantisce impunità eterna ai mafiosi di Stato per conto terzi.  
La nazione italiana occupata dagli Stati Uniti d’America, sotto il giogo della finanza internazionale non è sovrana né indipendente, ma succube. E queste ultime elezioni farsa lo dimostrano ampiamente: il quadro politico non muta, affinché tutto resti come prima, anzi peggio, con politicanti eterodiretti peggio dei fantocci.
La fragilità italica cova le radici proprio nella lunga sequela di misteri alimentati a dismisura, coperti dai segreti di Stato. Una litania di accordi internazionali ha annichilito la Costituzione repubblicana ed antifascista: ultimi in ordine temporale i Trattati di Maastricht, Prüm, Lisbona e Velsen, che assoggettano ogni Stato del Vecchio Continente ad una normativa sovranazionale, promulgata da legislatori oscuri e ratificata da parlamentari sulla cresta dell’onda. 
Avanza incontrastato il militarismo. Tanti, troppi, sotto controllo totale. Alzi la mano chi ha mai sentito parlare di Eurogendfor: la nuova polizia militare europea che ha assunto poteri e compiti totalmente al di fuori del controllo democratico. Una decisione ratificata anche dal parlamento italiano (opposizione compresa), soltanto nell’anno 2010. 
L’Echelon italiana, capitolo intercettazioni e spionaggi è una regalo a parte che assottiglia all’osso la democrazia. 
Quante generazioni ci vorranno perché approdi una nuova leva di italiani che sappiano scrollarsi la rassegnazione? Come se l’ex giardino d’Europa, fosse soltanto una  nauseabonda torta da spartirsi: appalti, subappalti, commesse e posti al sole.
Chissà se riusciremo a seminare quel seme buono a far germogliare di nuovo la sapienza delle madri, il coraggio dei padri, l’abnegazione dei nonni, di quelli che hanno fatto grande l’Italia, prima che l’egoismo e il criminale calcolo del privato profitto la riducesse in polvere? 
Chissà se riusciremo a rompere i compromessi e le compromissioni, i giochi delle parti, le mafie, gli intrallazzi, i silenzi, le omertà, le ipocrisie ed il servilismo?
Tutte le strade, anche le più buie hanno un sole che  accompagna il cammino e un vento di pacifici colori che danza annunciando la primavera. Il cammino per la conquista della libertà è duro, ma va intrapreso senza infingimenti.
Sconfiggere i ladri di futuro è possibile, basta tenere a mente la lezione di Gandhi per estirpare il cancro militarista. Non c’è davvero, più tempo da perdere. 
E’ meglio essere attivi oggi che radioattivi e mutanti domani. Allora, sciopero generale ad oltranza, tanto per iniziare a conquistare l’indipendenza nazionale e sconfiggere la classe dominante di parassiti.
 

giovedì 25 aprile 2013

25 Aprile -Non c'è nulla da festeggiare, l'Italia non fu liberata ma occupata!

Foto: IL 25 APRILE NON CI HANNO LIBERATI
ma Occupati, guarda il video:
http://youtu.be/QTEIjXNoWOw

L'OCCUPAZIONE USA
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=13387

L'OCCUPAZIONE USA e la TRUFFA agli Italiani delle AM-LIRE
http://youtu.be/TxtvJIvwrkE

COS'E' L' E S M 
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=257806880959611&set=a.145529325520701.36299.145336488873318&type=3&theater

IL DEBITO E' UNA TRUFFA 
se non ne sai nulla, guarda il materiale a questo link:
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=303506303056335&set=a.145529325520701.36299.145336488873318&type=3&theater


[graficaNOI]


 Leggi con attenzione questo link








Documenti Disponibili


Strumento di Armistizio e resa delle Forze italiane al Comandante-in-capo delle Forze Alleate, Gen. Dwight D. Eisenhower

Sicilia, il 3 Settembre 1943. [2]
Le seguenti condizioni di Armistizio sono presentate dal Generale Dwight D. Eisenhower, Comandante-in-capo delle Forze Alleate, agendo per autorità dei Governi degli Stati Uniti e Gran Bretagna e nell'interesse delle Nazioni Unite e sono accettate dal Maresciallo Pietro Badoglio, Capo del Governo italiano:
  1. Cessazione immediata di tutte le ostilità da parte delle forze armate italiane.
  2. L'Italia si sforzerà di negare ai tedeschi installazioni che sarebbero usate contro le Nazioni Unite.
  3. Tutti i prigionieri o internati delle Nazioni Unite saranno immediatamente riconsegnati al Comandante-in-capo Alleato e nessuno di questi può, ora o in qualsiasi tempo, essere evacuato in Germania.
  4. Trasferimento immediato della Flotta italiana e degli aerei italiani nei punti che potrebbero essere designati dal Comandante-in-capo Alleato, con dettagli di disarmo da lui prescritti.
  5. Le spedizioni mercantili italiane possono essere requisite dal Comandante-in-capo Alleato per affrontare le necessità del suo programma militare-navale.
  6. Resa immediata della Corsica e di tutto il territorio italiano, isole e continente, agli Alleati per uso come basi operative e per altri scopi come determinati dagli Alleati.
  7. Garanzia immediata dell'uso gratuito per gli Alleati di tutti i campi d'aviazione e porti navali in territorio italiano, senza riguardo al tasso di evacuazione del territorio italiano da parte delle forze tedesche. Questi porti e campi saranno protetti da forze armate italiane fino a che questa funzione sarà assunta dagli Alleati.
  8. Ritiro immediato in Italia di tutte le forze armate italiane da tutte la partecipazioni nella guerra corrente e da qualunque area siano impegnate.
  9. Garanzia del Governo italiano che se necessario impiegherà tutte le sue forze armate disponibili per pronta e esatta esecuzione di tutti i provvedimenti di questo armistizio.
  10. Il Comandante-in-capo delle riserve delle Forze Alleate si riserva di prendere qualsiasi misura che, per sua opinione, può essere necessaria per la protezione degli interessi delle Forze Alleate nella prosecuzione della guerra e il Governo Italiano si impegna a compiere ogni azione amministrativa o altra che il Comandante-in-capo potrebbe richiedere e, in particolare, il Comandante-in-capo stabilirà il Governo Militare Alleato sulle parti di territorio italiano che può ritenere necessarie per gli interessi militari delle Nazioni Alleate.
  11. Il Comandante-in-capo delle Forze Alleate avrà un pieno diritto d'imporre misure di disarmo, smobilitazione e demilitarizzazione.
  12. Le altre condizioni di natura politica, economica e finanziaria alle quali l'Italia sarà tenuta ad assentire, saranno emesse in data successiva.
Le condizioni dell'Armistizio presente non saranno rese pubbliche senza approvazione preventiva del Comandante-in-capo Alleato. L'inglese sarà considerato il testo ufficiale.
Maresciallo Pietro BADOGLIO, Capo del Governo Italiano
Generale Dwight D. Eisenhower US. Army, Comandante in Capo, Forze Alleate.
Da: GIUSEPPE CASTELLANO, Capo di Stato Maggiore Italiano
Walter B. Smith, Brigadiere Generale, U.S. Army
Presente: Rt. Hon. Harold MACMILLAN, Ministro Residente Britannico, AFHQ
Robert MURPHY, Rappresentante personale del Presidente degli Stati Uniti
ROYER Dick, Commodoro, R. N., Capo del Personale al C. in C. Med.
LOWELL W. Rooks, Maggiore Generale, U.S Army, Assistente Capo di Stato Maggiore, G-3, AFHQ
Franco MONTANARI, Interprete ufficiale italiano
Brigadiere KENNETH Strong, Assistente Capo di Stato Maggiore, G-2, AFHQ
[2] rilasciato dal Dipartimento di Stato, il 6 Novembre 1945. Reparto dell'Archivio di Stato, 11 Novembre 1945. Firma dell'armistizio avvenuta a Fairfield Camp, Cassibile, Frazione del Comune di Siracusa.

Proclamazione del Generale Eisenhower sulla Resa italiana Radio delle Nazioni Unite. 8 Settembre 1943.

[3] Qui è il Gen. Dwight D. Eisenhower, Comandante in Capo delle Forze Alleate.
Il Governo italiano ha ceduto incondizionatamente le sue forze armate. Come Comandante Alleato in Capo, ho accordato un armistizio militare, i termini del quale sono stati approvati dai Governi del Regno Unito, degli Stati Uniti e dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Perciò sto agendo nell'interesse delle Nazioni Unite.
Il Governo italiano si è impegnato ad attenersi a questi termini senza riserva. L'armistizio fu firmato dal mio rappresentante e dal rappresentante del Maresciallo Badoglio e diviene effettivo in questo istante.
Le azioni di guerra tra le forze armate delle Nazioni Unite e quelle dell'Italia termineranno immediatamente. Tutti gli italiani che ora agiranno per aiutare a estromettere l'aggressore tedesco dal suolo italiano avranno l'assistenza e l'appoggio delle Nazioni Unite.
[3] Time di New York. 9 Settembre 1943.
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Proclamazione di Resa italiana del Maresciallo Pietro BADOGLIO, Capo del Governo italiano

Radio di Roma. 8 Settembre 1943. [4]
Il Governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare la lotta disuguale contro la potenza soverchiante del nemico, con l'intenzione di evitare danno ulteriore e più angoscioso alla nazione, ha richiesto un armistizio al Generale Eisenhower, Comandante in Capo delle Forze Alleate e Angloamericane. Questa richiesta è stata accordata. Le forze italiane cesseranno perciò tutti gli atti di ostilità contro le forze Angloamericane ovunque possono essere incontrate. Esse, comunque, si opporranno agli attacchi di ogni altra provenienza.
[4] Time di New York, il 9 Settembre 1943.
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Istruzioni alla Flotta e Marina Mercantile italiana di Sir Andrew CUNNINGHAM BROWNE, Comandante-in-capo delle Forze Navali Alleate nel Mediterraneo

Radio delle Nazioni Unite. Algeri. 8 Settembre 1943. [5]
Marinai della Marina militare e mercantile italiana:
Il Vostro paese ha cessato le ostilità contro le Nazioni Unite. Le forze armate tedesche sono diventate gli aperti nemici del popolo italiano e intendono impadronirsi delle Vostre navi.
Le Vostre navi sono urgentemente necessarie per aiutare nel lavoro di trasporto di approvvigionamenti verso l'Italia e le Vostre navi da guerra per proteggerli dai tedeschi. Fate attenzione, perciò, che le Vostre navi non siano danneggiate e non permettete che siano catturate.
Le forze delle Nazioni Unite si stanno adoperando per ricevervi e proteggervi. Salvate le Vostre navi e seguite le istruzioni date ora dalle Nazioni Unite.
Navi nel Mediterraneo, navigate verso un luogo sicuro dall'interferenza delle forze armate tedesche. Dirigetevi, se potete, verso l'Africa del Nord o Gibilterra, a Tripoli o Malta, a Haifa o Alessandria o in Sicilia e là attendete gli eventi.
Navi nel Mar Nero, navigate verso i porti russi. Se non avete il combustibile per farlo, procedete verso porti neutrali.
Quando incontrate forze delle Nazioni Unite, identificatevi di giorno sventolando dall'albero principale un largo vessillo nero o blu scuro, mostrando delle grandi pezze circolari dai Vostri ponti come identificazione per gli aerei.
Di notte, se incontrate delle navi oscurate, accendete le luci di navigazione e segnalate le lettere GA verso la nave oscurata.
Seguite attentamente tutte le istruzioni delle forze delle Nazioni Unite. Queste sono date per assicurare la Vostra incolumità.
Marinai mercantili, se innanzi tutto preserverete intatte le Vostre navi e quindi soddisferete le autorità delle Nazioni Unito cooperando lealmente con loro, ci sarà l'opportunità per un ulteriore vostro impiego in alto mare su navi italiane. Per quelli di Voi che sono nel Mare Egeo o nel Mar Nero, se non potete sfuggire ai tedeschi che ora sono i Vostri nemici, non lasciate che le Vostre navi cadano nelle loro mani. Come ultima risorsa, affondatele o sabotatele, piuttosto che permettere che cadano nelle mani dei tedeschi per essere usate contro l'Italia.
Le Navi che intendono agire in conformità con questa comunicazione possono confermare il loro salvacondotto chiamando "Malta V P T" o "Algeri F U G" o "Alessandria S U H" su 500 chilocicli. [6]
[5] Time di New York, il 9 Settembre 1943.
[6] queste istruzioni preliminari furono espanse nel Cunningham-DeCourten Memorandum sull'Accordo sul Lavoro e Disposizione della Flotta italiana e Marina commerciale il 23 Settembre e emendate il 17 Novembre 1943. L'Ammiraglio R. DeCourten registrò la sua obiezione all'emendamento del Memorandum originale in una dichiarazione emessa il 17 Novembre 1943; l'emendamento ampliò i controlli degli Alleati; il 6 Novembre 1945, il Dipartimento di Stato rilasciò un commentario riguardo all'esecuzione del Cunningham-DeCourten Memorandum. Dipartimento dell'Archivio di Stato, 11 Novembre 1945.
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Ordine del Giorno indirizzato per radio alle forze italiane nei Balcani e nell'Area Egea dal Comandante Alleato per il Medio Oriente, Tenente Generale Sir Henry Maitland Wilson

Cairo. 8 Settembre 1943. [7]
Un armistizio è stato firmato dal Vostro Governo. La guerra tra l'Italia e le Nazioni Unite è finita.
Basati sui termini dell'armistizio, i seguenti sono i miei ordini immediati a tutti i membri delle forze armate italiane nell'area dei Balcani:
Primo, tutti gli atti di ostilità verso le popolazioni dei paesi in cui vi trovate cesseranno immediatamente.
Secondo, la disciplina più severa sarà mantenuta in tutte le unità e tutte le unità manterranno le proprie formazioni.
Terzo, a tutti i tentativi dei tedeschi o dei loro satelliti di disarmare o disperdere le forze italiane o di impossessarsi delle loro armi, scorte di carburante o acqua, o postazioni da loro difese, si dovrà opporre la massima resistenza. Tutti gli ordini emessi dai tedeschi saranno trascurati.
Quarto, le forze italiane nel Dodecanneso prenderanno con la forza tutti i punti ora in possesso dei tedeschi.
Quinto, tutte le unità della Marina militare italiana e della Marina mercantile italiana procederanno immediatamente come segue: le navi mercantili a est di 170 longitudine est, si dirigeranno a Alessandria, eccezione, se necessitano di rifornirsi di carburante, possono sostare in porti intermedi delle Nazioni Unite; le navi da guerra nell'Egeo a Haifa.
Sesto, tutti i velivoli dell'aeronautica militare italiana voleranno immediatamente a Nicosia, Derna o Tobruk (gli idrovolanti a El Adem).
La procedura da seguire per i velivoli italiani nell'effettuare un atterraggio in territorio Alleato sarà: concedere una distanza di cinque miglia a tutto il naviglio in mare e evitare i porti in avvicinamento alla costa; volare a 3,000 piedi con il carrello di atterraggio abbassato da venti miglia in mare fino alla costa e poi all'aerodromo selezionato per lo sbarco; compiere due giri in senso antiorario intorno all'aerodromo a 1,000 piedi prima di avvicinarsi per l'atterraggio.
L'inosservanza di questi ordini o di ordini successivi che seguiranno sarà considerata una violazione dei termini dell'armistizio accettati dal Vostro Comandante in Capo e sarà pregiudizievole per il Vostro trattamento futuro.
[7] Time di New York. 9 Settembre 1943
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Comunicazione congiunta sulla Resa italiana del Presidente Roosevelt e del Primo Ministro CHURCHILL al Maresciallo BADOGLIO e al popolo italiano

Washington e Londra. 10 Settembre 1943. [8]
Tocca a Voi, nell'ora dell'agonia del Vostro paese, compiere i primi decisivi passi per guadagnare la pace e la libertà per il popolo italiano e riottenere per l'Italia un posto onorevole tra le civiltà dell'Europa.
Avete già liberato il Vostro paese dalla servitù Fascista. Rimane il più importante compito di ripulire il suolo italiano dagli invasori tedeschi. Hitler, attraverso il suo complice Mussolini, ha portato l'Italia sulla soglia della rovina. Egli ha guidato gli italiani in campagne disastrose nelle sabbie d'Egitto e nelle nevi di Russia. I tedeschi hanno sempre abbandonato le truppe italiane sul campo di battaglia e le hanno sacrificate sprezzantemente per coprire le loro proprie ritirate. Ora Hitler minaccia di sottoporvi tutti alle crudeltà che sta perpetrando in così tante terre.
Ora è il tempo per ogni italiano di colpire. Gli eserciti liberatori del Mondo Occidentale stanno arrivando per la Vostra liberazione. Noi abbiamo forze molto potenti e stiamo entrando in molti punti. Il terrore tedesco in Italia non durerà a lungo. Essi saranno estirpati dalla Vostra terra e Voi, aiutandoci in questa impresa di liberazione, ancora una volta potrete tornare fra i veri e comprovati amici del Vostro paese dal quale vi eravate alienati così erroneamente.
Cogliete ogni occasione che potete. Colpite duro e colpite anche nella Vostra casa. Abbiate fede nel Vostro futuro. Tutto finirà bene. Marciate coi Vostri amici americani e britannici nel grande movimento mondiale verso la Libertà, la Giustizia e la Pace.
[8] Dipartimento dell'Archivio di Stato, 11 Settembre 1943.
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Strumento supplementare di Armistizio e resa delle forze italiane al Comandante-in-capo delle forze Alleate, Generale Dwight D. Eisenhower. [9]

Malta. 29 Settembre 1943.
Poiché in conseguenza dell'Armistizio datato 3 Settembre 1943 tra i Governi degli Stati Uniti e del Regno Unito che agiscono negli interessi di tutte le Nazioni Unite da una parte, e il Governo Italiano dall'altra, le ostilità furono sospese tra l'Italia e le Nazioni Unite in accordo con certi termini di natura militare;
E poiché in aggiunta a quei termini fu anche affermato nel detto Armistizio che il Governo Italiano si obbligava a ottemperare ad altre condizioni di natura politica, economica e finanziaria emesse successivamente;
E poiché è conveniente che i termini di natura militare e le altre dette condizioni di natura politica, economica e finanziaria debbano, senza pregiudizio alla validità continuata dei termini del citato Armistizio del 3 Settembre 1943, essere ricomprese in un documento ulteriore;
Il seguente, insieme coi termini dell'Armistizio del 3 Settembre 1943 costituiscono i termini sui quali gli Stati Uniti, il Regno Unito e il Governo Sovietico, agendo per conto delle Nazioni Unite, sono pronti a sospendere le ostilità contro l'Italia fin tanto che le loro operazioni militari contro la Germania e Alleati non siano impedite e l'Italia non assista queste potenze in qualsiasi modo e si conformi ai bisogni di questi governi.
Questi termini sono stati presentati dal Generale D. Eisenhower, Comandante-in-capo, Forze Alleate, debitamente autorizzato a tale scopo;
e sono stati accettati incondizionatamente dal Maresciallo Pietro BADOGLIO, Capo del Governo italiano che rappresenta il Comando Supremo delle Forze di Terra, Mare e Aria, debitamente autorizzato a tale scopo dal Governo italiano.
1. (A) La Forze di Terra, Mare e Aria dovunque localizzate col presente si arrenderanno. La Partecipazione italiana nella guerra in tutti i Teatri cesserà immediatamente. Non ci sarà opposizione a sbarchi, movimenti o altre operazioni delle Forze di Terra, Mare e Aria delle Nazioni Unite. Di conseguenza, il Comando Supremo Italiano ordinerà la cessazione immediata di ostilità di qualsiasi genere contro le Forze delle Nazioni Unite e ordinerà alla Marina militare italiana e alle Autorità Militari e delle Forze Aeree in tutti i Teatri di pubblicare immediatamente le istruzioni adatte per coloro che sono sotto il loro Comando.
(B) Il Comando Supremo italiano ordinerà ulteriormente a tutte le Forze o autorità e personale Navali, Militari e dell'Aria di trattenersi immediatamente dalla distruzione o danneggiamento di qualsiasi proprietà reale o personale, sia pubblica sia privata.
2. Il Comando Supremo italiano darà piene informazioni riguardo alla disposizione e condizione di tutte le Forze italiane di Terra, Mare e Aria, dovunque siano situate e di tutte le forze degli Alleati dell'Italia situate in territorio italiano o occupato dall'Italia.
3. Il Comando Supremo italiano prenderà le misure necessarie per rendere sicuri i campi d'aviazione, le installazioni portuali e tutte le altre installazioni contro la confisca o l'attacco di qualunque Alleato dell'Italia. Il Comando Supremo italiano prenderà le misure necessarie per assicurare la Legge e l'Ordine, userà le sue forze armate disponibili per assicurare il pronto e corretto rispetto dei provvedimenti del presente strumento. Soggette a tale uso di truppe italiane per gli scopi sopra indicati, come potrebbero essere indicati dal Comandante-in-capo Alleato, tutte le altre Forze italiane di Terra, Mare e Aria, procederanno e rimarranno nei loro alloggi, campi o navi attendendo istruzioni dalle Nazioni Unite per il loro status e impiego futuri. Eccezionalmente, il personale navale procederà verso le località costiere che le Nazioni Unite potrebbero indicare.
4. Le forze italiane di Terra, Mare e Aria si ritireranno, nei periodi che potrebbero essere indicati dalle Nazioni Unite da tutte le aree del territorio italiano notificate al Governo italiano dalle Nazioni Unite e procederanno verso aree specificate dalle Nazioni Unite. Tale movimento di forze italiane di Terra, Mare e Aria sarà eseguito secondo le condizioni delle Nazioni Unite e in concordanza con gli ordini che saranno da esse pubblicati. Tutti gli ufficiali italiani lasceranno similmente le aree notificate a eccezione di coloro a cui può essere permesso di rimanere dalle Nazioni Unite. Coloro che hanno il permesso di rimanere, ottempereranno alle istruzioni del Comandante-in-capo Alleato.
5. Nessuna requisizione, confisca o altre misure coercitive saranno effettuate dalle forze italiane di Terra, Mare e Aria o da ufficiali nei confronti di persone o proprietà nelle aree notificate nell'Articolo 4.
6. La smobilitazione delle forze italiane di Terra, Mare e Aria in eccedenza nelle località che saranno notificate, avverrà come prescritto dal Comandante-in-capo Alleato.
7. Le Navi da guerra italiane di tutte le classi, ausiliarie e trasporti saranno riunite per dirigersi in porti che saranno specificati dal Comandante-in-capo Alleato e si comporteranno come prescritto dal Comandante-in-capo Alleato. (Nota. Se alla data dell'Armistizio L'intera Flotta italiana sarà riunita in porti Alleati, questo articolo si leggerà - "le navi da guerra italiane di tutte le classi, ausiliarie e trasporti rimarranno fino a ulteriore comunicazione nei porti dove si trovano attualmente e si comporteranno come prescritto dal Comandante-in-capo Alleato.)
8. Gli Aerei italiani di tutti i generi non lasceranno terra, acqua o navi, ad eccezione di quanto indicato dal Comandante-in-capo Alleato.
9. Senza pregiudizio ai provvedimenti di cui agli articoli 14, 15 e 28 (A) e (D) sotto indicati, a tutte le navi mercantili, pescherecci o altra imbarcazione di qualsiasi bandiera, a tutti gli aerei e i trasporti interni di qualsiasi nazionalità in territorio o acque italiane o occupate dall'Italia, previa verifica della loro identità e status, sarà impedito di partire.
10. Il Comando Supremo italiano renderà disponibili tutte le informazioni in riferimento alle apparecchiature, installazioni e difese navali, militari e aeree, in riferimento a tutti i sistemi di trasporto e di inter-comunicazione stabiliti dall'Italia o dai suoi alleati su territorio italiano o nelle sue vicinanze, in riferimento a campi minati o altri ostacoli al movimento di terra, mare o aria e altri dettagli che le Nazioni Unite potrebbero richiedere in connessione con l'uso di basi italiane o con le operazioni, sicurezza, o benessere delle Forze di Terra, Mare e Aria delle Nazioni Unite. Forze e equipaggiamenti italiani saranno resi disponibili su richiesta delle Nazioni Unite per la rimozione degli ostacoli sopra menzionati.
11. Il Governo Italiano fornirà immediatamente elenchi delle quantità di tutto il materiale bellico, mostrando l'ubicazione dello stesso. Soggetti all'uso che il Comandante-in-capo Alleato ne potrebbe fare, il materiale bellico sarà posto in magazzini sotto il controllo che egli potrebbe indicare. La disposizione definitiva del materiale bellico sarà prescritta dalle Nazioni Unite.
12. Non ci sarà distruzione di, né danno a, né, ad eccezione di come autorizzato o indicato dalle Nazioni Unite, qualsiasi rimozione di materiale bellico, stazioni radio o senza cavi o postazioni meteorologiche, ferrovia, porto o altre installazioni o utilità generali, pubbliche o private o proprietà di qualsiasi genere, dovunque situate e la manutenzione e riparazione necessaria sarà responsabilità delle autorità italiane.
13. La manifattura, produzione e costruzione di materiale bellico e la sua importazione, esportazione e transito sono proibite, tranne come da indicazioni delle Nazioni Unite. Il Governo Italiano ottempererà a qualsiasi istruzione data dalle Nazioni Unite per la manifattura, produzione o costruzione e l'importazione, esportazione o transito di materiale bellico.
14. (A) Tutto il naviglio mercantile, i pescherecci o altra imbarcazione italiana, ovunque possono essere, e qualunque costruita o completata durante il periodo (N.d.T. di vigenza) del presente strumento saranno resi disponibili in buon riparo e in condizioni idonee alla navigazione dalle autorità italiane competenti nei luoghi e per gli scopi e periodi che le Nazioni Unite potrebbero prescrivere. Il trasferimento al nemico o sotto bandiere neutrali è proibito. Gli equipaggi rimarranno a bordo in attesa di ulteriori istruzioni riguardanti la continuazione del loro lavoro o la dispersione. Qualsiasi opzione esistente per ricomprare o riacquistare o riottenere il controllo di vascelli italiani o precedentemente italiani venduti o altrimenti trasferiti o noleggiati durante la guerra sarà esercitato immediatamente e i provvedimenti sopra citati si applicheranno a tali vascelli e ai loro equipaggi.
(B) Tutto il trasporto interno italiano e tutto l'equipaggiamento portuale sarà tenuto a disposizione delle Nazioni Unite per gli scopi che potrebbero indicare.
15. Le navi mercantili, i pescherecci e altre imbarcazioni delle Nazioni Unite in mani italiane ovunque possono essere (includendo per questo scopo quelli di qualsiasi paese che ha rotto le relazioni diplomatiche con l'Italia) nell'eventualità oppure no che il titolo sia stato trasferito come risultato di procedimenti giudiziali come preda di guerra o altrimenti, saranno restituite alle Nazioni Unite e saranno radunate in porti specificati dalle Nazioni Unite come da disposizioni che potrebbero essere indicate. Il Governo Italiano eseguirà tutti i passi che potrebbero essere richiesti per assicurare qualsiasi trasferimento necessario del titolo. Qualsiasi nave mercantile, peschereccio o altra imbarcazione neutrale sotto operatività o controllo italiano saranno radunate nella stessa maniera in attesa di ulteriori intese per la loro disposizione definitiva. Qualsiasi riparazione necessaria ai vascelli sopra menzionati sarà effettuata dal Governo italiano, se richiesto, a proprie spese. Il Governo Italiano prenderà tutte le misure necessarie per assicurare che i vascelli e il loro carico non siano danneggiati.
16. Nessuna installazione radio o di telecomunicazione o altre forme di inter-comunicazione, a riva o a largo sotto controllo italiano sia appartenente all'Italia sia a qualsiasi paese diverso dalle Nazioni Unite non trasmetteranno fino a che istruzioni per il controllo di queste installazioni saranno state prescritte dal Comandante-in-capo Alleato. Le autorità italiane adotteranno misure per il controllo e la censura della stampa e di altre pubblicazioni, di spettacoli teatrali o cinematografici, di radiodiffusione e anche di tutte le forme di inter-comunicazione che il Comandante-in-capo Alleato potrebbe indicare. Il Comandante-in-capo Alleato potrebbe, a sua discrezione, rilevare stazioni radio, cablo o di altra comunicazione.
17. Le navi da guerra, ausiliarie, da trasporto, mercantili e altre imbarcazioni e velivoli in servizio delle Nazioni Unite avranno il diritto di usare liberamente le acque territoriali intorno e l'aria sopra il territorio italiano.
18. Le forze delle Nazioni Unite richiederanno di occupare certe parti del territorio italiano. I territori o aree interessate saranno notificate di volta in volta dalle Nazioni Unito e tutte le forze italiane di Terra, Mare e Aria saranno immediatamente ritirate da tali territori o aree in concordanza con le istruzioni emanate dal Comandante-in-capo Alleato. Le disposizioni di questo articolo sono senza pregiudizio a quelle dell'articolo 4 sopra citato. Il Comando Supremo italiano garantirà l'accesso e uso immediato agli Alleati di tutti i campi d'aviazione e porti Navali in Italia sotto il loro controllo.
19. Nei territori o aree riferite nell'articolo 18, tutte le installazioni Navali, Militari e aeree, centrali energetiche, raffinerie di petrolio, servizi di pubblica utilità, tutti i porti artificiali e naturali, tutti i trasporti e tutte le installazioni, strutture e equipaggiamenti di inter-comunicazione, così come altre installazioni o strutture e tutte le riserve che potrebbero essere richieste dalle Nazioni Unite saranno rese disponibili in buone condizioni dalle autorità italiane competenti col personale richiesto per lavorarvi. Il Governo Italiano renderà disponibili altre risorse locali o servizi che le Nazioni Unite potrebbero richiedere.
20. Senza pregiudizio ai provvedimenti del presente strumento, le Nazioni Unite eserciteranno tutti i diritti di una potenza occupante in tutti i territori o aree riferiti nell'articolo 18, l'amministrazione dei quali sarà fornita con l'emanazione di proclami, ordini o regolamenti. Il personale italiano dei servizi amministrativi, giudiziari e pubblici eseguiranno le loro funzioni sotto il controllo del Comandante-in-capo Alleato a meno che non sia indicato altrimenti.
21. In aggiunta ai diritti riferiti ai territori italiani occupati descritti negli articoli da 18 a 20,
(A) I Membri e ufficiali delle forze di Terra, Mare o Aria delle Nazioni Unite avranno il diritto di passaggio in o sopra il territorio non occupato italiano e saranno concesse tutte le strutture e l'assistenza necessarie al compimento delle loro funzioni.
(B) Le autorità italiane renderanno disponibile sul territorio italiano non-occupato tutte le strutture di trasporto richieste dalle Nazioni Unite incluso il transito gratuito per il loro materiale bellico e approvvigionamenti e ottempererà alle istruzioni pubblicate dal Comandante-in-capo Alleato riguardo l'uso e controllo dei campi d'aviazione, porti, sistemi di trasporto e veicoli interni, sistemi d'inter-comunicazione, centrali energetiche e servizi di pubblica utilità, raffinerie di petrolio, scorte e altro combustibile e altri approvvigionamenti energetici e i mezzi per produrre gli stessi che le Nazioni Unite potrebbero specificare, insieme con le strutture di costruzione e riparazione connesse.
22. Il Governo e il popolo italiano si asterranno da tutte le azione dannose per gli interessi delle Nazioni Unite ed eseguiranno prontamente ed efficientemente tutti gli ordini dati dalle Nazioni Unite.
23. Il Governo Italiano renderà disponibile la valuta italiana che le Nazioni Unite potrebbero richiedere. Il Governo Italiano ritirerà e convertirà in valuta italiana, entro i limiti temporali e i termini che le Nazioni Unite potrebbero specificare, tutte le riserve in territorio italiano di valute emesse dalle Nazioni Unite durante le operazioni militari o d'occupazione e rimetteranno alle Nazioni Unito le valute ritirate senza costo aggiuntivo. Il Governo Italiano prenderà le misure che potrebbero essere richieste dalle Nazioni Unite per il controllo di banche e affari in territorio italiano, per il controllo dello scambio e commercio estero e di transazioni finanziarie e per la regolamentazione del commercio e della produzione e ottempererà a qualsiasi istruzione pubblicata dalle Nazioni Unite che riguardi queste e altre questioni simili.
24. Non ci saranno rapporti finanziari, commerciali o altre relazioni con o a beneficio di paesi in guerra con qualsiasi paese delle Nazioni Unito o territori occupato da tali paesi o qualsiasi altro paese straniero senza autorizzazione del Comandante-in-capo Alleato o degli ufficiali designati.
25. (A) Le relazioni con paesi in guerra con qualsiasi paese delle Nazioni Unite o occupati da tali paesi, saranno rotte. Gli ufficiali diplomatici, consolari o altri e i membri delle forze italiane di Terra, Mare e Aria accreditati a o serventi in missioni con tali paesi o in qualsiasi altro territorio specificato dalle Nazioni Unito, saranno richiamati. Gli ufficiali diplomatici e consolari di tali paesi saranno trattati come le Nazioni Unite potrebbero prescrivere.
(B) Le Nazioni Unite si riservano il diritto di richiedere il ritiro degli ufficiali diplomatici e consolari neutrali dal territorio italiano occupato e di prescrivere e formulare regolamenti che governino la procedura per i metodi di comunicazione tra il Governo italiano e i suoi rappresentanti in paesi neutrali e riguardo alle comunicazioni emanate da o destinate ai rappresentanti di paesi neutrali in territorio italiano.
26. Ai sudditi italiani, in attesa di istruzioni ulteriori, sarà impedito di lasciare il territorio italiano tranne se autorizzati dal Comandante-in-capo Alleato e non prenderanno, in nessun caso, servizio con alcuno dei paesi o in alcuno dei territori riferiti nell'articolo 25 (A) né procederanno verso qualsiasi luogo per lo scopo d'intraprendere del lavoro per alcuno di tali paesi. Quelli che al momento servono o lavorano in questo modo saranno richiamati come indicato dal Comandante-in-capo Alleato.
27. Il personale e materiale Militare, Navale e dell'Aria, il naviglio mercantile, i pescherecci e altre imbarcazioni e i velivoli, veicoli e altro equipaggiamento di trasporto di qualsiasi paese contro il quale alcune delle Nazioni Unito stanno continuando le ostilità o che è occupato da tale paese, rimarrà soggetto ad attacco o confisca ovunque si trovi nel o sopra il territorio o acque italiane.
28. (A) Alle navi da guerra, ausiliarie e da trasporto di tale paese o paese occupato riferito nell'articolo 27 in porti e acque Italiane o occupate dall'Italia e ai velivoli, veicoli e altro equipaggiamento da trasporto di tali paesi nel o sopra il territorio Italiano o occupato dall'Italia sarà, in attesa di ulteriori istruzioni, impedito di partire.
(B) Al personale Militare, Navale e dell'Aria e ai cittadini civili di tale paese o paese occupato in territorio italiano o occupato dall'Italia sarà impedito di partire e sarà internato in attesa di ulteriori istruzioni.
(C) Tutte le proprietà in territorio italiano che appartengono a tale paese o paese occupato o ai suoi cittadini saranno confiscati e saranno tenuti in custodia in attesa di ulteriori istruzioni.
(D) Il Governo Italiano ottempererà a qualsiasi istruzione data dal Comandante-in-capo Alleato riguardo all'internamento, custodia o disposizione susseguente, utilizzazione o lavoro di qualsiasi delle persone, vascelli, velivoli, materiali o proprietà sopra menzionati.
29. Benito Mussolini, i suoi principali associati Fascisti e tutte le persone sospettate di avere commesso crimini di guerra o offese analoghe i cui nomi appaiono su elenchi che saranno comunicati dalle Nazioni Unite e che, ora o nel futuro, è sul territorio controllato dal Comando Militare Alleato o dal Governo italiano, sarà immediatamente arrestato e consegnato nelle mani delle Nazioni Unite. Qualsiasi istruzione data dalle Nazioni Unito a questo scopo sarà ottemperata.
30. Tutte le organizzazioni Fasciste, inclusi tutti i reparti della Milizia Fascista (MVSN), della Polizia Segreta (OVRA), di tutte le organizzazioni della gioventù Fascista saranno, se non già avvenuto, disciolte in concordanza con le direttive del Comandante-in-capo Alleato. Il Governo Italiano ottempererà a tutte le istruzioni ulteriori che le Nazioni Unite potrebbe dare per l'abolizione delle istituzioni Fasciste, il licenziamento e l'internamento di personale Fascista, per il controllo di fondi Fascisti, per la soppressione dell'ideologia e dell'insegnamento Fascista.
31. Tutte le leggi italiane che comportano discriminazione per motivi di razza, colore, credo o opinioni politiche saranno, in quanto ciò non sia già stato compiuto, abrogate e le persone detenute per tali motivi saranno, come indicato dalle Nazioni Unite, rilasciate e liberate da tutte le incapacità legali alle quali sono stati sottoposti. Il Governo Italiano ottempererà a tutte le istruzioni ulteriori che il Comandante-in-capo Alleato potrebbe dare per l'abrogazione della legislazione Fascista e la rimozione di qualsiasi inabilità o proibizioni da esse risultanti.
32. (A) I Prigionieri di guerra che appartengono alle forze di, o specificò da, le Nazioni Unite e qualsiasi cittadino delle Nazioni Unite, inclusi i sudditi Abissini confinati, internati o altrimenti sotto limitazione in territorio italiano o occupato dall'Italia non saranno trasferiti e saranno consegnati immediatamente ai rappresentanti delle Nazioni Unite o altrimenti trattati come le Nazioni Unito potrebbero indicare. Qualsiasi trasferimento durante il periodo tra la presentazione e la firma del presente strumento sarà vista come una violazione dei suoi termini.
(B) Le persone di qualsiasi nazionalità che sono state poste sotto restrizione, detenute o condannate (incluse le condanne in contumacia) per i loro comportamenti o simpatie verso le Nazioni Unite saranno rilasciate secondo le direttive delle Nazioni Unite e saranno liberate dalle incapacità legali alle quali erano state sottoposte.
(C) Il Governo Italiano compirà i passi che le Nazioni Unito potrebbero indicare per salvaguardare la persona e le proprietà di cittadini e stati stranieri.
33. (A) Il Governo Italiano ottempererà alle istruzioni che le Nazioni Unite potrebbero prescrivere riguardo la restituzione, consegne, servizi o pagamenti con valenza di riparazione e pagamento delle spese di occupazione durante il periodo (N.d.T di vigenza) del presente strumento.
(B) Il Governo Italiano darà al Comandante-in-capo Alleato le informazioni che potrebbero essere prescritte riguardo ai beni, sia nel sia fuori il territorio italiano, dello stato italiano, della Banca d'Italia, di qualsiasi istituzione statale o parastatale o organizzazioni Fasciste o residenti in territorio italiano e non disporrà o permetterà la disposizione, fuori dal territorio italiano di alcuno di tali beni senza il permesso delle Nazioni Unite.
34. Il Governo Italiano eseguirà durante il periodo di vigenza del presente strumento le misure di disarmo, smobilitazione e demilitarizzazione che potrebbero essere prescritte dal Comandante-in-capo Alleato.
35. Il Governo Italiano fornirà tutte le informazioni e tutti i documenti richiesti dalle Nazioni Unite. Non ci sarà nessuna distruzione o occultamento di archivi, note, piani o qualsiasi altro documento o informazione.
36. Il governo Italiano prenderà e manterrà in vigore le misure legislative o altre che potrebbero essere necessarie per l'esecuzione del presente strumento. Le autorità militari e civili italiane ottempereranno a qualsiasi istruzione pubblicata dal Comandante-in-capo Alleato per lo stesso scopo.
37. Sarà nominata una Commissione di Controllo rappresentativa delle Nazioni Unite incaricata di regolamentare e eseguire questo strumento sotto gli ordini e istruzioni del Comandante-in-capo Alleato.
38. (A) Il termine "Nazioni Unite" nel presente strumento include il Comandante-in-capo Alleato, la Commissione di Controllo e qualsiasi altra autorità che le Nazioni Unite potrebbero designare.
(B) Il termine "Comandante-in-capo Alleato" nel presente strumento include la Commissione di Controllo e altri ufficiali e rappresentanti che il Comandante-in-Capo potrebbe designare.
39. I riferimenti alle "Forze Italiane di Terra, Mare e Aria" nel presente strumento saranno ritenuti includere la Milizia Fascista e tutte le unità, formazioni o corpi militari e paramilitari che il Comandante-in-capo Alleato potrebbe indicare.
40. Il termine "Materiale bellico" nel presente strumento denota tutto il materiale specificato in elenchi o definizioni che potrebbero essere pubblicati di volta in volta dalla Commissione di Controllo.
41. Il termine "Territorio italiano" include tutte le colonie e dipendenze italiane e può, per gli scopi del presente strumento (ma senza pregiudizio alla questione di sovranità) ritenersi includere l'Albania. Concesso comunque che ad eccezione dei casi e nella misura che le Nazioni Unite potrebbero indicare, le disposizioni del presente strumento non si applicheranno a, o influenzeranno l'amministrazione di qualsiasi colonia o dipendenza italiana già occupata dalle Nazioni Unite o i diritti e i poteri posseduti o esercitati da esse.
42. Il Governo italiano invierà una delegazione al Quartiere Generale della Commissione di Controllo per rappresentare gli interessi italiani e trasmettere gli ordini della Commissione di Controllo alle autorità italiane competenti.
43. Il presente strumento entrerà immediatamente in vigore. Rimarrà operativo fino a che sarà sostituito da qualsiasi altra intesa o fino all'entrata in vigore del trattato di pace con l'Italia.
44. Il presente strumento potrebbe essere denunciato dalle Nazioni Unite con effetto immediato se le obbligazioni italiane non saranno adempiute o, in alternativa, le Nazioni Unite potrebbero penalizzare la sua contravvenzione con misure adatte alle circostanze, come l'estensione delle aree di occupazione militare o azione aeree punitiva o altro.
Il presente strumento è redatto in inglese e italiano, il testo inglese è autentico e in caso di qualsiasi disputa che riguardi la sua interpretazione, la decisione della Commissione del Controllo prevarrà.
Firmato a Malta il 29mo giorno di Settembre, 1943.
Maresciallo Pietro BADOGLIO, capo del Governo Italiano
Dwight D. Eisenhower, Generale, Esercito degli Stati Uniti, Comandante in Capo, Forze Alleate
[9] Dipartimento dell'Archivio di Stato, 11 Novembre 1945.
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Lettera del Generale Eisenhower al Maresciallo BADOGLIO esplicativa della firma dell'Armistizio Supplementare e Strumento di Resa, 29 Settembre 1943. [10]

29 Settembre, 1943.
Mio Caro Maresciallo BADOGLIO,
I termini dell'armistizio al quale noi abbiamo appena apposto le nostre firme sono supplementari all'armistizio militare breve firmato dal Suo e mio rappresentante il 3 Settembre 1943. Essi sono stati basati sulla situazione presente prima della cessazione delle ostilità. Gli sviluppi da quel tempo hanno alterato notevolmente lo status dell'Italia che è divenuta, in effetti, un cooperatore delle Nazioni Unite.
È riconosciuto pienamente dai Governi per conto dei quali sto agendo che questi termini sono stati superati in certi aspetti dagli eventi successivi e che molte delle clausole sono divenute obsolete o sono già state poste in esecuzione. Noi riconosciamo anche che non è in questo momento nel potere del Governo Italiano eseguire certe condizioni. Il fallimento nel fare ciò a causa di condizioni esistenti non sarà visto come una mancanza di buona fede da parte dell'Italia. Comunque, questo documento rappresenta le richieste che ci si aspetta che il Governo Italiano ottemperi quando sia in condizione di farlo. [11]
Resta inteso che sia i termini di questo documento sia dell'armistizio militare breve del 3 Settembre potrebbero essere cambiati di volta in volta se le necessità militari o la misura della cooperazione del Governo italiano indichi ciò come desiderabile.
Sinceramente,
Dwight D. Eisenhower
Generale, Esercito degli Stati Uniti, Comandante-in-capo, Forze Alleate.
A sua Eccellenza
Maresciallo Pietro BADOGLIO, capo del Governo Italiano
[10] Dipartimento dell'Archivio di Stato, 11 Novembre 1945.
[11] vedi Commentario sulle Condizioni Supplementari dell'Armistizio con l'Italia, rilasciato dal Dipartimento di Stato il 6 Novembre 1945 per chiarimenti sulla misura in cui gli articoli dell'accordo furono perfezionati o cambiati. Dipartimento dell'Archivio di Stato, 11 Novembre 1945.
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Memoria della Commissione Alleata al Governo italiano

24 Febbraio 1945. [12]
1. In concordanza con la dichiarazione del Presidente degli Stati Uniti d'America e del Primo Ministro del Regno Unito di Gran Bretagna, i Governi Alleati propongono di allentare il controllo sul Governo italiano sotto l'armistizio per la questione dell'amministrazione quotidiana e di esercitare tale controllo solamente quando gli interessi militari Alleati lo richiedessero.

2. Si abolirà la Sezione Politica della Commissione Alleata a partire dal 1 Marzo, 1945. Il Ministero italiano per gli Affari Esteri tratterà col Commissario Capo le questioni di maggiore importanza, mentre per le questioni di minore importanza e per affari di routine si rivolgerà a qualsiasi sezione (affari economici o civili) della commissione che potrebbe essere adatta all'argomento trattato. Le questioni che coinvolgono il viaggio di ufficiali pubblici e diplomatici o altri saranno trattate in futuro per conto della commissione dall'ufficio del Commissario Esecutivo.

3. Il Governo Italiano continuerà, come attualmente, ad avere relazioni dirette con i rappresentanti diplomatici stranieri accreditati presso il Quirinale.

La Commissione Alleata generalmente dovrebbe essere tenuta informata dal Governo italiano di qualsiasi negoziazione nelle quale si impegni con altri Governi. Agevolazioni saranno concesse al Governo italiano per l'uso di borse segrete in corrispondenza coi loro rappresentanti diplomatici all'estero. Agevolazioni per codici cifrati non depositati non possono essere permesse per il momento.

Fin tanto che queste negoziazioni abbiano a che fare con questioni economiche e finanziarie, la Sezione Economica e la sua sotto-commissione finanziaria dovrebbero essere tenute informate del loro progresso.

Sarebbe conveniente che il Governo italiano fornisse un sommario periodico di tutte le negoziazioni completate o pendenti con gli altri Governi.

4. La Commissione Alleata limiterà la sua condotta riguardo al territorio sotto la giurisdizione del Governo italiano alla consultazione con e al consiglio ai Ministri del Governo italiano.

5. Le funzioni consultive delle sotto-commissione per l'Istruzione, i Monumenti e Belle Arti, per il Governo Locale, Legale e Sindacale in territorio sotto la giurisdizione del Governo Italiano saranno compiute solamente quando richieste dal Governo Italiano.

6. Non sarà più necessario per il Governo italiano ottenere l'approvazione della Commissione Alleata per le delibere e l'altra legislazione decretata dal Governo Italiano nel territorio sotto la giurisdizione del Governo Italiano.

Ciononostante, la Commissione Alleata dovrebbe essere informata delle delibere proposte con un certo anticipo rispetto alla loro promulgazione in modo da consentire al Commissario Capo di consultarsi col Governo italiano in merito alla loro applicazione in territorio sotto la giurisdizione del Governo Militare Alleato (A.M.G.), e per predisporre piani per la loro realizzazione effettiva in tale territorio quando appropriato.

7. Non sarà più necessario per il Governo italiano ottenere l'approvazione della Commissione Alleata per le nomine italiane, se a incarichi nazionali o locali, in territorio sotto la giurisdizione del Governo Italiano eccetto con riguardo all'elenco allegato di posizioni che hanno significato militare. Il Governo Italiano ha il diritto di modificare le nomine fatte precedentemente dalle autorità dell'A.M.G.

8. Gli ufficiali della Commissione Alleata assegnati al territorio sotto la giurisdizione del Governo Italiano saranno ritirati. Come primo passo si intende abolire a partire dal 1 Aprile, 1945, gli Uffici Regionali della Commissione Alleata per la Sicilia, Sardegna, Meridione e Lazio-Umbria. Rappresentanti della Commissione Alleata saranno comunque inviati in territorio sotto la giurisdizione del Governo italiano quando necessario e certi ufficiali specialisti con funzioni economiche rimarranno in tale territorio per un periodo limitato.

9. È desiderio degli Alleati incoraggiare il libero scambio di conoscenza e insegnamento con il popolo italiano. Saranno facilitate le intese per il flusso tra l'Italia e le Nazioni Unite di libri e altre pubblicazioni di natura scientifica, politica, filosofica e artistica, e per il movimento di studiosi, artisti e professionisti tra l'Italia e le Nazioni Unite.

10. Gli Alleati accolgono cordialmente la decisione di tenere elezioni locali nel territorio sotto la giurisdizione del Governo italiano appena possibile.

11. Le nazioni Alleate desiderano fare concessioni riguardo ai prigionieri italiani di guerra ora o successivamente trattenuti in Italia, altri da quelli catturati da quando l'armistizio fu firmato. Concesso che accordi possono essere fatti affinché i servizi di tali persone continuino a essere resi disponibili a condizioni soddisfacenti per il Comandante Supremo Alleato, il loro status di prigionieri di guerra sarà terminato.

12. E' essenziale che il Governo Italiano formuli e perfezioni dei controlli economici appropriati e compia tutti gli altri passi possibili sia in ordine di assicurare la massima produzione e l'effettiva ed equa distribuzione e controllo del consumo di risorse locali possibili nelle condizioni esistenti sia come requisito indispensabile per un'incrementata assistenza economica.

13. Nel Programma congiunto delle importazioni essenziali italiane che sta per essere preparato dalla Commissione Inter-Ministeriale per la Ricostruzione e dalla Sezione Economica di questa commissione, ci saranno degli approvvigionamenti per i quali le autorità militari combinate (Regno Unito -Stati Uniti) si assumeranno la responsabilità del procacciamento (Categoria A) e altri approvvigionamenti per i quali loro non si assumeranno la responsabilità (Categoria B). Segue una definizione degli approvvigionamenti che rientrano nella Categoria A:

(a) Quelle quantità di approvvigionamenti essenziali ritenuti necessari per prevenire malattie e agitazioni pregiudizievoli alle operazioni militari, come cibo, alimenti e vestiario, approvvigionamenti medici e sanitari.

(b) Quegli approvvigionamenti, l'importazione dei quali ridurrà i bisogni militari per l'importazione di approvvigionamenti civili e essenziali per gli scopi indicati in questo paragrafo, come fertilizzante, materie prime, macchinari e equipaggiamenti.

(c) Quei materiali essenziali per il ripristino delle installazioni di comunicazione italiane, centrali energetiche e installazioni di trasporto che favoriranno direttamente lo sforzo militare Alleato.

14. I programmi per i quali le autorità militari si assumono la responsabilità saranno mantenuti per la durata delle operazioni combinate (Regno Stati-Unito e Unito) in Italia. Per questo periodo e entro i limiti definiti nel paragrafo 13, l'Italia sarà trattata come un intero (N.d.T territorio italiano + territorio italiano occupato). La data della terminazione della responsabilità militare sarà fissata dalle Nazioni Alleate.

15. In aggiunta al programma di approvvigionamenti per i quali i militari si assumono la responsabilità per il procacciamento ( Categoria A) la Commissione Alleata assisterà il Governo italiano nella preparazione di programmi di approvvigionamenti preparati per ripristinare l'industria italiana. Tali programmi, riferiti come Categoria B saranno trattati con procedure già notificate. L'acquisto di approvvigionamenti nei programmi di categoria B saranno intrapresi immediatamente senza preoccupazione per la presente difficile condizione di spedizione in modo che gli approvvigionamenti così acquisiti possano essere richiamati come e quando lo spazio per il trasporto sarà disponibile.

16. Gli Alleati desiderano che il ripristino industriale in Italia sia eseguito dal Governo italiano nella misura massima permessa dalle risorse italiane e dagli approvvigionamenti che potrebbe essere possibile importare sotto i termini dei paragrafi 13, 14 e 15 di cui sopra e sottoposti alla limitazione del paragrafo 19 di cui sotto. L'unica eccezione a questo principio sarà fatta nel caso di industrie che coinvolgono la produzione o riparazione di munizioni o altri strumenti bellici che saranno ripristinate solamente nella misura richiesta dal Comandante Alleato Supremo nell'espletamento della sua missione militare e nella misura necessaria a favorire lo sforzo militare Alleato negli altri teatri. L'ordine prioritario nel quale industria italiana sarà ripristinata (dopo la ricostruzione delle industrie essenziali per gli scopi militari Alleati) sarà determinato dal Governo Italiano con l'assistenza e consiglio della Commissione Alleata.

17. La responsabilità primaria per il controllo dell'inflazione in Italia, incluse l'imposizione e l'amministrazione dei controlli finanziari appropriati, di controlli economici e dell'utilizzazione appropriata degli approvvigionamenti, spetta al Governo italiano. A questo riguardo, come in altri, la Commissione Alleata rimane pronta a consigliare e assistere.

18. La misura in cui le esportazioni saranno incentivate e lo sviluppo di macchinari per il controllo del flussi d'esportazione spettano al Governo italiano. Per il momento, i programmi d'esportazione italiani saranno limitati necessariamente da certi fattori di spedizione, militari, finanziari e d'approvvigionamento. L'applicabilità di questi fattori a programmi individuali sarà risolta tra il Governo italiano e la Sezione Economica della Commissione Alleata secondo le linee già discusse dalla Sezione Economica con la Commissione Inter-Ministeriale per la Ricostruzione.

19. Nulla di quanto sopra indicato deve essere visto come costituente un impegno delle Nazioni Alleate riguardo le spedizioni. Qualsiasi approvvigionamento sia da importare in Italia deve transitare dai trasporti che potrebbero essere stanziati di volta in volta dalle Nazioni Alleate.
Harold MACMILLAN.
24 Febbraio, 1945.
Elenco di nomine Governo Italiano che richiedono previa approvazione della Commissione alleata.
Ministro della Guerra.
Ministro della Marina.
Ministro dell'Aviazione.
Qualsiasi altro Ministro delle Forze Armate che possono essere create.
Sotto-segretario per le Telecomunicazioni.
Direttore delle Ferrovie.
Direttore Generale di Pubblica Sicurezza.
Generale Comandante, CC. RR.
Capo di Stato Maggiore, CC. RR.
Generale Comandante, GG. FF.
Incarichi nell'Esercito, Marina militare e Aeronautica militare in concordanza con la pratica corrente
[12] Dipartimento dell'Archivio di Stato, 11 Novembre 1945.
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