IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

domenica 8 giugno 2014

TRILATERAL: UN'ALTRA ORGANIZZAZIONE MAFIOSA. AFFILIATI ANCHE LETTA ENRICO, MARIO MONTI E TANTI ALTRI


di Gianni Lannes 
Più regime dittatoriale di così, con governi tricolore telecomandati ed eterodiretti dall'estero. Addirittura ben tre primi ministri piazzati senza passare dalle urne elettorali a palazzo chigi da Giorgio Napolitano (il presidente abusivo ed illegittimo in base alla sentenza della Corte Costituzionale numero 1/2014), di cui due sono membri a tutti gli effetti della setta terroristica Trilateral Commission
 




La Commissione Trilaterale è un sodalizio non governativo, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller, presidente della Chase Manhattan Bank, e da alti dirigenti mondiali, i soliti noti, tra cui Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski, la mente del progetto Trilateral. 


«La Commissione Trilaterale è un’associazione privata, fondata nel 1973 da un gruppo di cittadini Nord Americani, Europei e Giapponesi con la finalità di offrire ai soci un forum permanente di dibattito per approfondire i grandi temi comuni alle tre aree interessate, diffondere l’abitudine a lavorare insieme per migliorarne la comprensione e fornire contributi intellettuali utili alla soluzione dei problemi affrontati. Per raggiungere questi obiettivi, la Commissione Trilaterale ha seguito fin dall’inizio tre principi di fondo: lavorare su un piano di parità, riconoscere l’importanza degli organismi multilaterali ed evitare azioni unilaterali».





Questo gruppo capitalista ha avuto origine da gruppi di potere come il Council on Foreign Relations (CFR), il Club Bilderberg e il RIIA (Istituto reale di Affari internazionale).

E’ una commissione molto speciale che lega America, Europa e Giappone. Questa organizzazione elitaria riunisce i massimi dirigenti industriali e del commercio per imporre subdolamente un nuovo ordine economico. I paesi più potenti si riuniscono per deliberare le soluzioni migliori da adottare per lo scambio d’interessi economici.  

La Commissione Trilaterale ha una grande responsabilità sullo stato attuale del mondo. Hanno pianificato tutto quello che sta accadendo in questi ultimi anni. Hanno veicolato il capitalismo verso il cosiddetto neoliberismo, verso il turbocapitalismo, che è stato solo una radicalizzazione della concezione keynesiana più classica dell’economia, del ruolo dello Stato, l’intensificazione dello sfruttamento mondiale del lavoro e dell’egemonia militare mondiale dei paesi più ricchi del pianeta e delle loro corporazioni transnazionali.
Sul sito internazionale possiamo farci un’idea dell’organigramma della Trilateral: «Il corpo dei membri della Commissione Trilaterale è composto di circa 400 capi distinti nel mondo degli affari, mass media, accademia, servizio pubblico (escludendo ministri di gabinetto nazionali attuali), sindacati e altre organizzazioni non governative delle tre regioni. I presidenti regionali, vicepresidenti e direttori costituiscono la direzione della Commissione Trilaterale, insieme ad un comitato Esecutivo che include circa altri 40 membri».
Dal 1973 la Commissione Trilaterale si riunisce regolarmente in sessioni plenarie per discutere manifesti politici sviluppati dai loro membri. Le politiche si dibattono fino a raggiungere i consensi. I rispettivi membri ritornano ai loro paesi per l’attuazione delle politiche concordate con coerenza in questi consensi. Lo scopo originale della Commissione Trilaterale è stato la creazione di un “Nuovo Ordine Economico Internazionale”, meglio conosciuta come globalizzazione.


Post scriptum
«Qualcuno crede che formiamo parte di una cabala segreta che attua contro i migliori interessi degli Stati Uniti d’America, qualificando la mia famiglia e me stesso d’internazionalista ed accusandoci di cospirare con altri individui del mondo per creare una struttura economica e politica globale più integrata; un mondo, se si vuole chiamarlo così. Se questa è l’accusa, mi dichiaro colpevole e ne sono orgoglioso» parola di  David Rockefeller.
Bilderberg e Trilateral stanno edificando l’era del post-nazionalismo: non avremo più Paesi, ma solo regioni della Terra all’interno di un “mondo unico”. Questo significherà un’economia globalizzata, un “unico governo mondiale” (selezionato, più che eletto) ed una “religione universale. Per assicurarsi il raggiungimento di tali obiettivi, questo sistema di potere sovranazionale si concentra su “il controllo tecnologico e la scarsa sensibilizzazione della pubblica opinione.
Oggi a che punto siamo? Vi guardate attorno? Viaggiate per l’Europa? Vedete le immagini della TV (limitatevi a guardare le immagini senza audio, ve lo consiglio? Vi rendete conto di quanta gente è uccisa ogni giorno, perché reclama i propri diritti civili o perché chiede libertà, giustizia sociale, cibo, assistenza e condizioni di lavoro dignitose?
Cosa succede, ad esempio, a casa nostra? L’Unione Europea che tutti volevano gradualmente si è trasformata in un mostro che sta distruggendo i singoli Stati.
Avete visto che è piombata la crisi? Perché? A quale scopo le stesse persone che stampano i soldi, poi cercano di convincerci in tv, radio e giornali che la crisi finanziaria si può superare, obbedendo a questo o a quell’altro ordine dell’Unione Europea o dello zio Sam. Certo che la crisi si può superare, stampando più soldi e distribuendoli. Proprio questo è il primo paradosso della società contemporanea: il denaro. I quattrini sono lo strumento creato dall’uomo per stabilire un ordine oligarchico, per consegnare il potere in mano a poche persone, affinché possano comandare e dire cosa fare e come farlo. I cittadini, d’altro canto, possono guadagnare tanto o poco, l’importante è che non mettano il naso in questioni che spettano solo alla classe dirigente, come decidere cosa dev’essere considerato bene e cosa male; e che non pensino che le decisioni importanti, che riguardano il presente ed il futuro del nostro pianeta, siano cosa che li riguardi.
Soluzione della crisi a parte, ricordatevi che l’attuale crisi (ovvero della speculazione finanziaria) non si supererà, perché è un punto ben preciso della transizione verso il sistema globalizzato mondiale. In altre parole, la crisi è stata voluta dalle stesse persone che oggi ci dicono come potremmo uscirne. Una presa in giro globale.
Si tratta di una strategia: farci vivere con meno soldi, farci arrabbiare e farci passare la fame, così poi saremo più malleabili ed accetteremo più facilmente le politiche per lo “sviluppo”, per il “sanamento del debito”, per “uscire dalla crisi”. Ci proporranno le soluzioni di enti sovrannazionali come l’UE e l’ONU.
L’essere umano ha soltanto un grosso debito con madre Natura, e non ha che da perdere le catene.  


riferimenti:




http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=trilateral 

sabato 7 giugno 2014

Scandalo MOSE - La segretaria spiega il "sistema Galan"

Claudia Minutillo con Giancarlo Galan
Claudia Minutillo con Giancarlo Galan


VENEZIA - Sveglia, bella e scaltra, la cinquantenne Claudia Minutillo sedeva al centro del grande sistema corruttivo. Prima come attenta segretaria di Giancarlo Galan, poi come spregiudicata imprenditrice e prestanome per affari non proprio specchiatissimi. Infine da supertestimone della grande inchiesta, indagata e ora anche un po’ pentita. È lei, questa veneziana che vive in una casa alberata della prima periferia di Mestre, ad aver dato il via all’inchiesta che sta scuotendo il Veneto e la più grande opera pubblica d’Italia, il Mose. Con i pm di Venezia è stata un fiume in piena. Ha parlato delle mazzette alla Regione, al Ministero, al Magistrato alle Acque, della corruzione del generale della Guardia di Finanza, del vorticoso giro di fondi neri nei quali è entrata a pieno titolo, di giornali acquisiti e pure di ragazze assunte per avere buoni rapporti con i Servizi segreti. Ecco i suoi verbali.

 http://vau.ro/wp-content/uploads/2014/06/20140605_fq-mose-acque.jpg
Il sistema
Nel marzo dello scorso anno, dopo averla arrestata per fondi neri e false fatturazioni e sospettando che dietro si nascondesse la corruzione dei politici, i pm di Venezia la incalzano sul punto. Le chiedono se le somme che transitavano dall’ufficio di Giovanni Mazzacurati, l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, l’ente che governava sul Mose, servono anche per ungere i funzionari delle strutture regionali, ministeriali o del Magistrato alle Acque. Dopo qualche resistenza, Minutillo sospira: «Sapevo che il sistema prevedeva sia la struttura burocratica, sia regionale, sia ministeriale e anche il Magistrato alle Acque che era di nomina ministeriale ma in realtà era Mazzacurati che decideva chi e come». Chi erano i destinatari delle somme raccolte da Mazzacurati? «Vi erano (omissis) e Marco Milanese, uomo di fiducia del ministro Tremonti. A lui era destinata la somma di 500 mila euro che l’ingegner Neri conservava nel suo ufficio al momento dell’ispezione della Guardia di Finanza al Consorzio Venezia Nuova... Mi dissero: “Pensa che Neri li aveva nel cassetto e li buttò dietro l’armadio”. La Finanza sigillò l’armadio e la sera andarono a recuperarli». Per lei sarebbe iniziato tutto nel 2005, anche se per gli inquirenti la data è spostata molto più indietro nel tempo. «Il primo imprenditore che accettò di finanziare i politici veneti fu Piergiorgio Baita (ex presidente della Mantovani, già arrestato e liberato dopo aver confessato, ndr), che io ebbi l’onere di presentare a Walter Colombelli su incarico di Galan a Venezia, organizzando un appuntamento all’hotel Santa Chiara. Nell’occasione ricevetti una busta contenente del denaro a Galan. Erano i primi mesi del 2005».
Il generale e i servizi
Un capitolo viene dedicato al sistema di «spionaggio» che garantiva a imprenditori, manager e Consorzio una sorta di immunità giudiziaria. Sa qualcosa l’ex segretaria dei tentativi di bloccare gli esiti delle verifiche della Finanza? «Sì - racconta -. Ci fu corruzione di un generale ma non mi è stato detto il nome (si tratta di Emilio Spaziante, arrestato per aver ricevuto 500 mila euro, ndr)». Chi lo pagò? «La Mantovani, Baita...». L’ex presidente del gruppo Mantovani, la spina dorsale del Consorzio Venezia Nuova, capofila anche del maggior appalto dell’Expo, ricorre spesso nella deposizione. «Mi chiese anche di fare un paio di assunzioni (era già imprenditrice, ndr)». Cioè? «I cognomi di queste due ragazze sono significativi: una si chiama S., il cui padre è comandante dei Servizi segreti, che evidentemente si pensava potesse avere un ruolo nell’ambito delle indagini in corso; e l’altra si chiama A., il cui padre è un importante funzionario della Regione del Veneto, che ha un ruolo fondamentale in molte attività del Gruppo Mantovani, come per esempio tutte le opere di bonifica e di salvaguardia della laguna. Per esempio: successe che un giorno andai da Chisso per chiedere chiarimenti su un accordo di programma che non si faceva e A. doveva seguire la questione. “Ma voi non gli dovevate assumere la figlia? Lui su questa cosa è molto arrabbiato, tu assumi la figlia e vedrai che le cose si risolvono”, mi disse». A un certo punto gli inquirenti scovano una serie di contatti romani della Mantovani finalizzati all’acquisto di una società capitolina, la New Time corporation. «Si trattava dell’acquisizione di una quota della società editrice di un giornale che si chiama Il Punto ... Era gente appartenente ai Servizi, per cui questa partecipazione, che costò molti soldi e molti altri vennero versati in tempi recenti, era un modo per pagare queste persone, per avere informazioni e per vedere di influire sulle indagini in corso».
I soldi alla Regione
Ma cosa sa esattamente delle somme destinate alla Regione? «Per quanto è a mia conoscenza, le somme sono state versate a Galan e a Chisso. A Galan venivano consegnate, anche più volte all’anno, somme ingenti di denaro, parliamo di 100 mila euro o anche più. Questo mi è stati riferito sia da Baita che si lamentava delle richieste esose, sia dallo stesso Galan quando ne ero la sua segretaria. Poi c’erano alcuni funzionari regionali ai quali si facevano favori. Quanto a Galan, Baita mi disse che aveva sostenuto finanziariamente la ristrutturazione della sua villa. Non so se avete mai visto la casa, credo che i lavori siano costati qualche milione di euro». E l’assessore regionale Chisso (arrestato, ndr)? «So che normalmente l’ingegner Mazzacurati versava somme di denaro a Chisso all’Hotel Monaci all’ora di pranzo. Chisso in più occasioni si lamentò del fatto che Mazzacurati versava solo alle feste comandate... era chiaro che voleva essere remunerato più frequentemente».
Il business del futuro
Da segretaria a prestanome, da imprenditrice a finanziere. Sempre più su e sempre più in là. «È la commissione di collaudo sulla gestione il vero business futuro del Mose - ha spiegato scuotendo la testa -. Il Mose ormai lo danno per finito perché i soldi sono stati erogati o comunque stanziati tutti (in realtà ne sono stati stanziati 4,9 miliardi su 5,4, ndr); il vero affare ora è quello della gestione del Mose. Vale svariate decine di milioni di euro l’anno». Poi è precipitata: l’arresto, la confessione, la super testimonianza. Oggi è libera.

Fonte

mercoledì 4 giugno 2014

Ladronissimi d'Italia - Appalti Mose, 35 arresti. Sindaco di Venezia ai domiciliari. Richiesta d'arresto per Galan

L'accusa: corruzione, concussione e riciclaggio. Un centinaio di persone indagate. Sequestrati beni per un valore di circa 40 milioni di euro

https://fbcdn-sphotos-d-a.akamaihd.net/hphotos-ak-xpf1/t1.0-9/s526x395/10340007_784654454889564_7640883351602871653_n.jpg

  Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni è stato arrestato nell'inchiesta per corruzione, concussione e riciclaggio, della Procura di Venezia nell'ambito delle indagini sull'ex ad della Mantovani Giorgio Baita e gli appalti per il Mose. In manette anche l'assessore regionale alle Infrastrutture, Renato Chisso. Sequestrati beni per un valore di circa 40 milioni di euro.35 arresti, coinvolto anche Galan.  

A vario titolo, sono state raggiunte da provvedimenti di custodia cautelare 35 persone (25 in carcere, 10 ai domiciliari), mentre un centinaio sarebbero gli indagati. Tra gli arrestati anche il consigliere regionale del Pd Giampiero Marchese, gli imprenditori Franco Morbiolo e Roberto Meneguzzo e il generale in pensione Emilio Spaziante. La Procura avrebbe chiesto l'arresto anche dell'ex governatore e ministro Giancarlo Galan, attualmente parlamentare e per il quale è necessario il via libera dell'apposita commissione. Galan avrebbe ricevuto dal 2005 al 2011 da Giancarlo Mazzacurati presidente del Cnv, anche tramite l'assessore Renato Chisso, uno stipendio annuo di un milione di euro. Lo si legge nell'ordinanza firmata dal gip di Venezia nell'inchiesta sul caso Mose.

Il magistrato Nella sua qualità di magistrato in servizio presso la Corte dei Conti quale addetto alla sezione controllo di Venezia e poi passato alla sezione centrale controllo di Roma», scrive il giudice, Giuseppone avrebbe percepito «uno stipendio annuale oscillante tra i 300mila e i 400mila euro, che gli veniva consegnato con cadenza semestrale a partire dai primi anni duemila sino al 2008» e «non meno di 600mila nel periodo tra il 2005 e il 2006, con creazione delle idonee provviste da parte del Baita». I soldi, afferma ancora il Gip, servivano per «accelerare le registrazioni delle convenzioni presso la corte dei Conti da cui dipendeva l'erogazione dei finanziamenti concessi al Mose e al fine di ammorbidire i controlli di competenza della medesima Corte dei Conti sui bilanci e gli impieghi delle somme erogate al Consorzio Venezia Nuova».

Finanziamento illecito Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni è accusato di finanziamento illecito in relazione alla sua campagna elettorale per le comunali del 2010. «Con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, Giorgio Orsoni, quale candidato sindaco del Pd alle elezioni comunali di Venezia del 2010, riceveva i contributi illeciti», «consapevole del loro illegittimo stanziamento da parte del Consorzio Venezia Nuova». Lo scrive il gip di Venezia nell'ordinanza sull'inchiesta Mose in relazione al sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, ai domiciliari con l'accusa di finanziamento illecito.

Gli ex presidenti del magistrato alle acque Tra gli arrestati ci sarebbero inoltre due ex presidenti del magistrato alle acque emanazione del Ministero delle infrastrutture. In carcere sarebbero finiti Patrizio Cuccioletta e Maria Giovanna Piva. Entrambi sarebbero entrati nella vicenda in base - secondo fonti degli inquirenti - a dichiarazioni fatte nel corso dell'inchiesta da parte degli indagati dei vari filoni d'indagine.

Il coinvolgimento di Milanese È indagato anche Marco Milanese, indicato «quale consigliere politico di Giulio Tremonti». Per Milanese la procura aveva chiesto l'arresto ma poi la richiesta è stata revocata il 13 maggio 2014. Inoltre, per Milanese il Gip non ha accolto al richiesta di sequestro preventivo. Roberto Meneguzzo, ad di Palladio Finanziaria, secondo l'ordinanza di arresto è stato il tramite per arrivare a Milanese.

L'inchiesta. Gli arresti eccellenti di questa mattina partono da una inchiesta della finanza di Venezia avviata circa tre anni fa. Il pool di pm Stefano Ancillotto, Stefano Buccini e Paola Tonino (Dda) aveva scoperto che l'ex manager della Mantovani Giorgio Baita, con il beneplacito del proprio braccio destro Nicolò Buson, aveva distratto dei fondi relativi al Mose, le opere di salvaguardia per Venezia, in una serie di fondi neri all'estero. Il denaro, secondo l'accusa, veniva portato da Claudia Minutillo, imprenditrice ed ex segretaria personale di Galan, a San Marino dove i soldi venivano riciclati da William Colombelli grazie alla propria azienda finanziaria Bmc.

Conti esteri, fatture false e bustarelle. Le Fiamme gialle avevano scoperto che almeno 20 milioni di euro, così occultati, erano finiti in conti esteri d'oltre confine e che, probabilmente, erano indirizzati alla politica, circostanza che ha fatto scattare l'operazione di questa mattina all'alba. Dopo questa prima fase, lo stesso pool, coadiuvato sempre dalla Finanza, aveva arrestato Giovanni Mazzacurati ai vertici del Consorzio Venezia Nuova (Cvn). Mazzacurati, poi finito ai domiciliari, era stato definito "il grande burattinaio" di tutte le opere relative al Mose. Indagando su di lui erano spuntate fatture false e presunte bustarelle che hanno portato all'arresto di Pio Savioli e Federico Sutto, rispettivamente consigliere e dipendente di Cvn, e quattro imprenditori che si spartivano i lavori milionari.

 

Fonte

Commento di Oliviero Mannucci: Più passa il tempo e più la mia convinzione di continuare a non andare a votare si rafforza. Chi vota, lo sappia, è complice di questa gente di merda perchè leggittima questo sistema di cose. Io mi limito a non votare, ma ci vorrebbe ben altro! L'Italia dal punto di vista politico è oramai una fogna. Che schifo! Che schifo! CCCHHHEEEEE SSSCCCHIIIFOOOO!!!!!!!!!