“L’Italia è un paese da distruggere, un posto bello e
inutile, destinato a morire, dove tutto rimane uguale, immobile, in mano a dinosauri…” (da La Meglio Gioventù)
Mai disperare: almeno i partiti hanno risposto agli inviti ad un ricambio generazionale. Se le risposte, però, si chiamano Letta ed Alfano, come non chiedersi se hanno sbagliato domanda???
“Se vuoi galvanizzare i parlamentari, strapazzali… ma non di coccole!”
Nel film
“Sogni d’oro”, Nanni Moretti strappava una calorosa standing ovation, ad un
pubblico teatrale fin lì alquanto apatico, intonando un chiaro e forte: “Pubblico di
merda! Pubblico di merda! Pubblico di merda!”.
In occasione del discorso di re-insediamento di Giorgio II, non pochi increduli spettatori avranno avuto l’impressione di assistere ad un remake improvvisato di quella scena! Più il vecchio Presidente rincarava il suo atto d’accusa nei confronti di una classe politica messa pubblicamente in croce, inchiodata alle proprie responsabilità, più i parlamentari rispondevano commossi con applausi a scena aperta, scorticandosi le mani!
“Se mi troverò dinanzi ad assurdità, come quelle appena passate, non esiterò a trarne conseguenze dinanzi al Paese!”, concludeva il suo discorso. Ed ecco, in un’Aula Montecitorio sempre più estasiata, riecheggiare in sottofondo una sola invocazione: “Santo subito”!
In occasione del discorso di re-insediamento di Giorgio II, non pochi increduli spettatori avranno avuto l’impressione di assistere ad un remake improvvisato di quella scena! Più il vecchio Presidente rincarava il suo atto d’accusa nei confronti di una classe politica messa pubblicamente in croce, inchiodata alle proprie responsabilità, più i parlamentari rispondevano commossi con applausi a scena aperta, scorticandosi le mani!
“Se mi troverò dinanzi ad assurdità, come quelle appena passate, non esiterò a trarne conseguenze dinanzi al Paese!”, concludeva il suo discorso. Ed ecco, in un’Aula Montecitorio sempre più estasiata, riecheggiare in sottofondo una sola invocazione: “Santo subito”!
◆
◆
La Sinistra si è sempre contraddistinta per tratti di
puro “masochismo”: una pulsione
autodistruttiva sintetizzabile nello slogan “facciamoci del male!”. Questa volta,
però, il
Attaccare oggi il Pd è operazione fin troppo semplice, un po’ come sparare sulla Croce Rossa… Ma come rimanere inermi dinanzi all’ennesimo “disastro politico” di un Partito capace di collezionare una sfilza di disfatte tali da far impallidire la macchina da guerra del funesto Occhetto?
Attaccare oggi il Pd è operazione fin troppo semplice, un po’ come sparare sulla Croce Rossa… Ma come rimanere inermi dinanzi all’ennesimo “disastro politico” di un Partito capace di collezionare una sfilza di disfatte tali da far impallidire la macchina da guerra del funesto Occhetto?
La cosa più di
sinistra che Bersani è riuscito ad esternare in campagna elettorale -mentre molti stavano ancora a chiedersi il senso della metafora del passerotto
in mano e del tacchino sul tetto…- è stata “smacchieremo il giaguaro”. Come
sorprendersi, allora, se la “lepre di Bettola” è finita stordita da un Grillo e
sbranata da un Caimano?
◆
◆
◆
Non
è chiaro se i parlamentari democratici, molti alla prima
esperienza, abbiano scambiato la partita politica per il Quirinale per una partita di battaglia navale... E non è chiaro se, quantomeno, ne conoscessero le regole del gioco, essendosi colpiti
ed affondati da soli!
In appena quattro mesi (due di campagna elettorale, due post elettorali), Bersani è riuscito a sfasciare un partito che vantava 3 milioni di “fessi” disposti persino a pagare pur di illudersi di contare qualcosa! C’è chi sostiene che “in Italia spesso chi ha le idee migliori è un perdente” (Pier Luigi Celli): anche se così fosse, i segretari del Pd rimarrebbero l’eccezione che conferma la regola...
, non sanno più parlare al cuore, alla testa e all’anima delle persone!”) Se due indizi fanno una prova, di prove se ne hanno oramai tante da poter pronunciare sentenza: “Con questi dirigenti non vinceremo mai
In appena quattro mesi (due di campagna elettorale, due post elettorali), Bersani è riuscito a sfasciare un partito che vantava 3 milioni di “fessi” disposti persino a pagare pur di illudersi di contare qualcosa! C’è chi sostiene che “in Italia spesso chi ha le idee migliori è un perdente” (Pier Luigi Celli): anche se così fosse, i segretari del Pd rimarrebbero l’eccezione che conferma la regola...
, non sanno più parlare al cuore, alla testa e all’anima delle persone!”) Se due indizi fanno una prova, di prove se ne hanno oramai tante da poter pronunciare sentenza: “Con questi dirigenti non vinceremo mai
◆ il Pd vince quando
perde le primarie (si vedano le ultime elezioni a Milano, Genova, Cagliari,
Palermo, Puglia);
◆ il Pd perde tutte
le volte in cui vince le primarie (si veda la disfatta elettorale di Veltroni
prima, Bersani poi; non fanno testo i casi Crocetta e Serracchiani,
entrambi candidati di rottura che hanno giocato la campagna
elettorale tutta “per” il Pd ma “contro” il Pd).
Dal
2002 ad oggi,
in realtà, qualcosa è cambiato: nel 2008
è nato il Pd, all’insegna del motto “morti due partiti… se ne fa un
altro!”.
Cos’è il Pd?
Il primo esperimento di “vivisezione politica” della storia: un OPM (“organismo politicamente modificato”) creato dalla fusione a freddo tra le due anime storiche del centrosinistra, quella postdemocristiana e quella postcomunista.
Cosa ha rappresentato il “sogno democratico”, in una formula il veltroniano “Yes, we can”?
Cos’è il Pd?
Il primo esperimento di “vivisezione politica” della storia: un OPM (“organismo politicamente modificato”) creato dalla fusione a freddo tra le due anime storiche del centrosinistra, quella postdemocristiana e quella postcomunista.
Cosa ha rappresentato il “sogno democratico”, in una formula il veltroniano “Yes, we can”?
Un’illusione (quella di costruire un partito a “vocazione maggioritaria”) frutto di una presunzione (quella di concepire un “partito-coalizione” in un
sistema politico non bipartitico) e
trasformatasi presto in un incubo
(quello di veder presentato come “nuovo” un partito retto dalla
vecchia classe dirigente di Ds e Margherita).
Il risultato?
Un partito né “pesante” (stile ex Pci) né “leggero” (stile ex Forza Italia), bensì “gassoso”, ovverossia inconsistente: un “amalgama malriuscito”, ebbe modo di definirlo Massimo D’Alema; un “tubetto senza dentifricio”, per Arturo Parisi.
Il risultato?
Un partito né “pesante” (stile ex Pci) né “leggero” (stile ex Forza Italia), bensì “gassoso”, ovverossia inconsistente: un “amalgama malriuscito”, ebbe modo di definirlo Massimo D’Alema; un “tubetto senza dentifricio”, per Arturo Parisi.
◆
◆
◆ Carlo Azeglio Ciampi, rifiutando nel 2006 ogni ipotesi di rielezione, sostenne
che la mancata rielezione del Presidente era da considerarsi “una consuetudine significativa da non
infrangere”, aggiungendo che “il rinnovo
di un mandato lungo, quale quello settennale, mal si confà alle caratteristiche
proprie della forma repubblicana del nostro Stato”;
◆ l già lungo settennato al Quirinale
corrisponde bene alla continuità delle nostre Istituzioni ed anche alla legge
del succedersi delle generazioni”, ribadendo, il 14 aprile, che la sua
rielezione “sarebbe una non soluzione,
perché ora ci vuole il coraggio di fare delle scelte, di guardare avanti. Sarebbe
sbagliato fare marcia indietro, ai limiti del ridicolo: niente soluzioni
pasticciate e all’italiana”.
◆
◆
◆
“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che
tutto cambi”: ancora una
volta sembra avveratasi la celebre profezia di Tancredi ne “Il Gattopardo”.
“Canti di giubilo” si sono alzati alla notizia della nascita del governo “Alf-etta”. Stampa e tv governativa, all’unisono, hanno esaltato gli elementi di novità, giovinezza, parità di genere del nuovo esecutivo… in perfetto stile telegiornali “Istituto Luce” del Ventennio!
Più che incontri segreti, pare che al Palazzo si siano tenute “sedute spiritiche” per risuscitare l’antico, consociativo “spirito Cencelli”, che sembrava sepolto tra le ceneri del ‘900.
Il governo “Alf-etta” costituisce la più intelligente operazione di “alchimia politica” possibile per camuffare quello che ha tutte le caratteristiche proprie di un “inciucio” ed occultare la riemersione, dagli abissi della Prima Repubblica, di una “balena bianca”! Si direbbe che, dal tentativo della classe politica di “sbiancare” con un colpo di spugna le proprie macchie, è uscito fuori un governo “bianchissimo”: anzi, il più bianco che si può!
“Canti di giubilo” si sono alzati alla notizia della nascita del governo “Alf-etta”. Stampa e tv governativa, all’unisono, hanno esaltato gli elementi di novità, giovinezza, parità di genere del nuovo esecutivo… in perfetto stile telegiornali “Istituto Luce” del Ventennio!
Più che incontri segreti, pare che al Palazzo si siano tenute “sedute spiritiche” per risuscitare l’antico, consociativo “spirito Cencelli”, che sembrava sepolto tra le ceneri del ‘900.
Il governo “Alf-etta” costituisce la più intelligente operazione di “alchimia politica” possibile per camuffare quello che ha tutte le caratteristiche proprie di un “inciucio” ed occultare la riemersione, dagli abissi della Prima Repubblica, di una “balena bianca”! Si direbbe che, dal tentativo della classe politica di “sbiancare” con un colpo di spugna le proprie macchie, è uscito fuori un governo “bianchissimo”: anzi, il più bianco che si può!
X
LEGGE DI NAPISAN:
“Se vuoi giustificare una porcata, basta non chiamarla per nome, appellandosi a formule di distrazione di massa quali governo di servizio…”
“Se vuoi giustificare una porcata, basta non chiamarla per nome, appellandosi a formule di distrazione di massa quali governo di servizio…”
Senza giri di parole, la rielezione di Napolitano e la nascita del “governissimo” sono state le “chiavi di
porco” utilizzate dalla “banda del buco” dei partiti per scassinare la
democrazia, saccheggiandone la sovranità! Alla fine di questo “Romanzo Quirinale”, politici per anni recitanti la parte di acerrimi
avversari, gettata la maschera, si sono seduti allo stesso banchetto,
dando al Paese il “benservito”!
Il governo “Alf-etta” è la personificazione del nuovo compromesso storico, con una non piccola differenza: ieri le parti in causa si chiamavao Moro e Berlinguer, oggi Alfano (ancora alla ricerca del “quid” perduto…) e Letta (un giovane già vecchio, cresciuto al latte del seno dello zio!).
“Di’ una cosa di sinistra, di’ una cosa anche non di sinistra, di civilità… Di’ una cosa, di’ qualcosa! Reagisci!”: questo l’appello rivolto a un D’Alema d’annata da Nanni Moretti nel film “Aprile”. Per i strani corsi e ricorsi della storia, nell’aprile appena scorso, la cosa più di sinistra che il Pd è riuscito a dire è stata: “Si a Napolitano, no a Rodotà; si a Berlusconi, no a Grillo”.
Molti elettori democratici si erano già rassegnati ad ingerire la “pillola Monti”… Nessuno, però, si sarebbe aspetto d’assumere anche la “supposta Berlusconi”! Molti di loro non si chiederanno più “dove ha sbagliato il mio partito?”, bensì “come ho potuto così ingenuamente sbagliare partito?”.
Ogni espediente comunicativo, stratagemma lessicale, artifizio retorico si è tentato per addolcire il passivo “bunga bunga” richiesto agli elettori di centrosinistra. Qualche esempio? Nessun accenno al termine “inciucio”, solo “governo di servizio”; vietato parlare di “tradimento elettorale”, solo di senso di responsabilità; un tabù le parole “incoerenza” o “trasformismo”, meglio appellarsi al “dovere verso la Patria”…
Le parole d’ordine più correntemente gettate in pasto agli italiani?
◆ “Governo subito, governo purché sia!”. Ma perché mai, in democrazia, la prospettiva di un ritorno alle urne sarebbe tanto deprecabile?
Il governo “Alf-etta” è la personificazione del nuovo compromesso storico, con una non piccola differenza: ieri le parti in causa si chiamavao Moro e Berlinguer, oggi Alfano (ancora alla ricerca del “quid” perduto…) e Letta (un giovane già vecchio, cresciuto al latte del seno dello zio!).
“Di’ una cosa di sinistra, di’ una cosa anche non di sinistra, di civilità… Di’ una cosa, di’ qualcosa! Reagisci!”: questo l’appello rivolto a un D’Alema d’annata da Nanni Moretti nel film “Aprile”. Per i strani corsi e ricorsi della storia, nell’aprile appena scorso, la cosa più di sinistra che il Pd è riuscito a dire è stata: “Si a Napolitano, no a Rodotà; si a Berlusconi, no a Grillo”.
Molti elettori democratici si erano già rassegnati ad ingerire la “pillola Monti”… Nessuno, però, si sarebbe aspetto d’assumere anche la “supposta Berlusconi”! Molti di loro non si chiederanno più “dove ha sbagliato il mio partito?”, bensì “come ho potuto così ingenuamente sbagliare partito?”.
Ogni espediente comunicativo, stratagemma lessicale, artifizio retorico si è tentato per addolcire il passivo “bunga bunga” richiesto agli elettori di centrosinistra. Qualche esempio? Nessun accenno al termine “inciucio”, solo “governo di servizio”; vietato parlare di “tradimento elettorale”, solo di senso di responsabilità; un tabù le parole “incoerenza” o “trasformismo”, meglio appellarsi al “dovere verso la Patria”…
Le parole d’ordine più correntemente gettate in pasto agli italiani?
◆ “Governo subito, governo purché sia!”. Ma perché mai, in democrazia, la prospettiva di un ritorno alle urne sarebbe tanto deprecabile?
◆ “Tornare al voto col Porcellum? Che Dio ce ne
scampi!”. Verissimo. Ma perché mai dovrebbe
ricadere sugli elettori la colpa dei partiti, mostratisi incapaci, in un anno e mezzo di governo
Monti, di cambiare la tanto vituperata legge elettorale? E cos’ha impedito al nuovo Parlamento di dedicare i due mesi trascorsi ad
approntare subito una riforma elettorale, piuttosto che traccheggiare invano?
◆ “Il governissimo? Non ci sono alternative!”. Niente di più falso! Di alternative ve ne sarebbero state almeno tre: governo di scopo (per la sola riforma elettorale) con chi ci sta, governo di cambiamento Pd-M5S, elezioni anticipate a giugno. “Falso” affermare che il M5S si è reso indisponibile a qualsiasi ipotesi di governo: l’indisponibilità era, di certo, nei confronti di un governo di minoranza Bersani. Perché lo “smacchiatore di giaguari” non ha subito fatto un passo indietro, perse le elezioni, per facilitare una convergenza con i “pentastellati”? E perché, dopo 55 giorni d’inconcludenti avance, Bersani ha voltato le spalle ai grillini proprio quando questi ponevano sul piatto del compromesso il nome di Rodotà?
◆ “Grillo? Inimmaginabile come alleato di governo!”. Alla fine nel Partito Democratico ha prevalso la logica gattopardesca, tipicamente sicula, del “megghio u tintu canusciuto ca u bonu a canuscise”… Benissimo. Ma come spiegare ai propri elettori d’aver ritenuto il Cavaliere d’Arcore (appena cinque mesi fa staccante la spina al governo Monti) un personaggio più serio ed affidabile? E c
◆ “Il governissimo? Non ci sono alternative!”. Niente di più falso! Di alternative ve ne sarebbero state almeno tre: governo di scopo (per la sola riforma elettorale) con chi ci sta, governo di cambiamento Pd-M5S, elezioni anticipate a giugno. “Falso” affermare che il M5S si è reso indisponibile a qualsiasi ipotesi di governo: l’indisponibilità era, di certo, nei confronti di un governo di minoranza Bersani. Perché lo “smacchiatore di giaguari” non ha subito fatto un passo indietro, perse le elezioni, per facilitare una convergenza con i “pentastellati”? E perché, dopo 55 giorni d’inconcludenti avance, Bersani ha voltato le spalle ai grillini proprio quando questi ponevano sul piatto del compromesso il nome di Rodotà?
◆ “Grillo? Inimmaginabile come alleato di governo!”. Alla fine nel Partito Democratico ha prevalso la logica gattopardesca, tipicamente sicula, del “megghio u tintu canusciuto ca u bonu a canuscise”… Benissimo. Ma come spiegare ai propri elettori d’aver ritenuto il Cavaliere d’Arcore (appena cinque mesi fa staccante la spina al governo Monti) un personaggio più serio ed affidabile? E c
“Preferisco che i voti vadano al Pdl piuttosto
che disperdersi verso Grillo”, confessava un
ingenuo Letta
(Enrico) in tempi non sospetti (13 luglio 2012). Per una volta, un dirigente Pd ne ha “azzeccato” una: alle
prossime elezioni, difatti, sarà altamente probabile che molti voti andranno al Pdl… piuttosto
che disperdersi verso il Pd!
A buon intenditor…
“Quella di una Grande Coalizione col Pdl è una prospettiva completamente affossata dal ritorno di Berlusconi” (Enrico Letta, 23 agosto 2012)
“Nella prossima legislatura non possiamo governare con un patto politico con Berlusconi” (Enrico Letta, 3 ottobre 2012)
“Tra Pd e Monti ci sarà dialogo e competizione leale. Il nostro avversario comune è Berlusconi” (Enrico Letta, 23 dicembre 2012)
“Se dovesse esserci necessità di governare con un alleato, non potremmo rivolgerci né a Berlusconi né a Grillo” (Enrico Letta, 28 dicembre 2012)
“L’alternativa è tra noi e Berlusconi” (Enrico Letta, 4 febbraio 2013)
“Abbiamo chiaro da tempo che l’errore fatto negli anni Novanta e quando abbiamo governato è stato di non riuscire a fare una buona legge sul conflitto di interessi e la riforma del sistema radiotelevisivo. E anche se i buoi sono scappati dalla stalla, in questa legislatura bisogna rimediare a tutti i costi: il Pd obbligherà Berlusconi a sciogliere i suoi conflitti di interesse se si vuole ricandidare” (Enrico Letta, 21 febbraio 2013)
“I nostri elettori non capirebbero un accordo con Berlusconi” (Ivan Scalfarotto, 28 febbraio 2013)
“Lo dico con anticipo, io un’alleanza con Berlusconi non la voto” (Emanuele Fiano, on. Pd, 28 febbraio 2013)
“Il Pd è unito su una proposta chiara. Noi diciamo no a ipotesi di governissimi con la destra” (Anna Finocchiaro, 5 marzo 2013)
“Non sono praticabili né credibili in nessuna forma accordi di governo fra noi e la destra berlusconiana” (Pier Luigi Bersani, 6 marzo 2013)
“Nel dire no a un governo con Berlusconi non dobbiamo avere alcuna ambiguità” (Enrico Letta, 6 marzo 2013)
“In Italia non è possibile che, neppure in una situazione d’emergenza, le maggiori forze politiche del centrosinistra e del centrodestra formino un governo insieme” (Massimo D’Alema, 8 marzo 2013)
“Grande coalizione? Fossimo in Germania e ci fosse la Merkel sarebbe la soluzione perfetta. Purtroppo siamo in Italia e c’è Berlusconi, la vedo complicata” (Enrico Letta, 8 marzo 2013)
“Berlusconi oggi propone un governo della concordia. Ma con quale coraggio e con quale coerenza lo fa, dal momento che nell’unico caso in cui sostenevamo lo stesso governo per fronteggiare la crisi più grave del dopoguerra ha tolto la spina prima del tempo solo per i suoi interessi” (Enrico Letta, 20 marzo 2013)
“Fare cose non comprensibili dagli elettori non sono utili né per l’Italia né per gli italiani. Non mi pare questa la strada” (Beppe Fioroni, 25 marzo 2013)
“Un governo Pd-Pdl è inimmaginabile” (Matteo Orfini, on. Pd, 27 marzo 2013)
“Il governissimo predisporrebbe il calendario di giorni peggiori” (Pierluigi Bersani, 8 aprile 2013)
“Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile” (Enrico Letta, 8 aprile 2013)
“Nessun governissimo Pd-Pdl” (Roberto Speranza, capogruppo del Pd alla Camera, 8 aprile 2013)
“Il governissimo non è la risposta ai problemi” (Pier Luigi Bersani, 13 aprile 2013)
“Serve un governo di cambiamento vero ed è impensabile farlo con chi in questi anni ha sempre dimostrato di avere idee opposte alle nostre” (Fausto Raciti, on. Pd, 14 aprile 2013)
“Non c’è nessun inciucio: se questa elezione fosse il preludio per un governissimo io non ci sto e non ci starebbe neanche il Pd” (Cesare Damiano, 18 aprile 2013)
20 aprile 2013: Giorgio Napolitano viene rieletto alla Presidenza della Repubblica
“Abbiamo sempre escluso le larghe intese e le ipotesi di governissimo” (Rosy Bindi, 21 aprile 2013)
“Sono contrario a un governo Pd-Pdl” (Andrea Orlando, on. Pd, 22 aprile 2013)
“Non si può riproporre qui una grande coalizione come in Germania. Non ci sono le condizioni per avere in uno stesso governo Bersani, Letta, Berlusconi e Alfano” (Dario Franceschini, 23 aprile 2013)
28 aprile 2013: Il governissimo “Alf-etta” presta giuramento al Quirinale
A buon intenditor…
“Noi fummo i gattopardi, i leoni. Chi ci sostituirà
saranno gli sciacalli, le iene. E tutti quanti, gattopardi, leoni, sciacalli e
pecore, continueremo a crederci il sale della terra” (Don Fabrizio, da Il Gattopardo)
“IPSE
DIXIT”
(CRONOLOGIA DI UN PARTITO SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI…)
(CRONOLOGIA DI UN PARTITO SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI…)
“Occorre un grande patto costituente
tra progressisti e moderati che escluda dal governo i populismi di Grillo, Berlusconi
e Di Pietro” (Enrico Letta,
26 giugno 2012)
“L’ipotesi di una grande coalizione col Pdl dopo le elezioni è molto lontana. E la lontananza è data dal ritorno in campo di Silvio Berlusconi, che rende questa ipotesi poco credibile” (Enrico Letta, 22 agosto 2012)
“L’ipotesi di una grande coalizione col Pdl dopo le elezioni è molto lontana. E la lontananza è data dal ritorno in campo di Silvio Berlusconi, che rende questa ipotesi poco credibile” (Enrico Letta, 22 agosto 2012)
“Quella di una Grande Coalizione col Pdl è una prospettiva completamente affossata dal ritorno di Berlusconi” (Enrico Letta, 23 agosto 2012)
“Nella prossima legislatura non possiamo governare con un patto politico con Berlusconi” (Enrico Letta, 3 ottobre 2012)
“Tra Pd e Monti ci sarà dialogo e competizione leale. Il nostro avversario comune è Berlusconi” (Enrico Letta, 23 dicembre 2012)
“Se dovesse esserci necessità di governare con un alleato, non potremmo rivolgerci né a Berlusconi né a Grillo” (Enrico Letta, 28 dicembre 2012)
“L’alternativa è tra noi e Berlusconi” (Enrico Letta, 4 febbraio 2013)
“Abbiamo chiaro da tempo che l’errore fatto negli anni Novanta e quando abbiamo governato è stato di non riuscire a fare una buona legge sul conflitto di interessi e la riforma del sistema radiotelevisivo. E anche se i buoi sono scappati dalla stalla, in questa legislatura bisogna rimediare a tutti i costi: il Pd obbligherà Berlusconi a sciogliere i suoi conflitti di interesse se si vuole ricandidare” (Enrico Letta, 21 febbraio 2013)
“I nostri elettori non capirebbero un accordo con Berlusconi” (Ivan Scalfarotto, 28 febbraio 2013)
“Lo dico con anticipo, io un’alleanza con Berlusconi non la voto” (Emanuele Fiano, on. Pd, 28 febbraio 2013)
“Il Pd è unito su una proposta chiara. Noi diciamo no a ipotesi di governissimi con la destra” (Anna Finocchiaro, 5 marzo 2013)
“Non sono praticabili né credibili in nessuna forma accordi di governo fra noi e la destra berlusconiana” (Pier Luigi Bersani, 6 marzo 2013)
“Nel dire no a un governo con Berlusconi non dobbiamo avere alcuna ambiguità” (Enrico Letta, 6 marzo 2013)
“In Italia non è possibile che, neppure in una situazione d’emergenza, le maggiori forze politiche del centrosinistra e del centrodestra formino un governo insieme” (Massimo D’Alema, 8 marzo 2013)
“Grande coalizione? Fossimo in Germania e ci fosse la Merkel sarebbe la soluzione perfetta. Purtroppo siamo in Italia e c’è Berlusconi, la vedo complicata” (Enrico Letta, 8 marzo 2013)
“Berlusconi oggi propone un governo della concordia. Ma con quale coraggio e con quale coerenza lo fa, dal momento che nell’unico caso in cui sostenevamo lo stesso governo per fronteggiare la crisi più grave del dopoguerra ha tolto la spina prima del tempo solo per i suoi interessi” (Enrico Letta, 20 marzo 2013)
“Fare cose non comprensibili dagli elettori non sono utili né per l’Italia né per gli italiani. Non mi pare questa la strada” (Beppe Fioroni, 25 marzo 2013)
“Un governo Pd-Pdl è inimmaginabile” (Matteo Orfini, on. Pd, 27 marzo 2013)
“Il governissimo predisporrebbe il calendario di giorni peggiori” (Pierluigi Bersani, 8 aprile 2013)
“Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile” (Enrico Letta, 8 aprile 2013)
“Nessun governissimo Pd-Pdl” (Roberto Speranza, capogruppo del Pd alla Camera, 8 aprile 2013)
“Il governissimo non è la risposta ai problemi” (Pier Luigi Bersani, 13 aprile 2013)
“Serve un governo di cambiamento vero ed è impensabile farlo con chi in questi anni ha sempre dimostrato di avere idee opposte alle nostre” (Fausto Raciti, on. Pd, 14 aprile 2013)
“Non c’è nessun inciucio: se questa elezione fosse il preludio per un governissimo io non ci sto e non ci starebbe neanche il Pd” (Cesare Damiano, 18 aprile 2013)
20 aprile 2013: Giorgio Napolitano viene rieletto alla Presidenza della Repubblica
“Abbiamo sempre escluso le larghe intese e le ipotesi di governissimo” (Rosy Bindi, 21 aprile 2013)
“Sono contrario a un governo Pd-Pdl” (Andrea Orlando, on. Pd, 22 aprile 2013)
“Non si può riproporre qui una grande coalizione come in Germania. Non ci sono le condizioni per avere in uno stesso governo Bersani, Letta, Berlusconi e Alfano” (Dario Franceschini, 23 aprile 2013)
28 aprile 2013: Il governissimo “Alf-etta” presta giuramento al Quirinale
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.