IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

martedì 27 maggio 2014

Verso una nuova “strategia della tensione” a dimensione europea?

di Luciano Lago

La formidabile avanzata delle forze anti eurocrazia in Europa, con la Marine Le Pen in Francia, con l’UKIP di Nigel Farage in Gran Bretagna, con il successo delle altre forze in Austria, Danimarca e Ungheria, crea un problema non da poco nella elite finanziaria che gestisce gli organismi di potere in Europa ed al di fuori dell’Europa
 
Fra gli esponenti dell’elite ci sono serie preoccupazioni che si possano creare ostacoli al processo avanzato di sottrazione delle sovranità dei vari Stati a favore di organismi centrali della UE che ne gestiscano le politiche finanziarie e di bilancio. Tanto meno sarebbe tollerabile se, dalla Francia o da altri paesi, dovesse essere messo in questione l’euro come moneta comune, essendo questa una moneta che ha consentito speculazione ed enormi profitti per le super banche sovranazionali. Qualsiasi variazione all’assetto finanziario europeo per effetto di mutamenti politici deve essere evitato, secondo la volontà dei membri dell’elite che si riuniscono periodicamente nei loro club esclusivi (Bilderberg, Trilateral, ed altri).

Per questo sono stati predisposti innanzi tutto nuovi organismi come l’ERF(European redemption Found) per vincolare gli stati a versare in anticipo grandi quote dei propri debiti a favore di organismi bancari al fine di fornire garanzia alle banche che detengono i titoli dei paesi debitori. Una mossa astuta per evitare ripensamenti e sorprese per effetto di avvicendamento di governi.
Per meglio consolidare il quadro, il sistema delle centrali di potere è quello di precedere gli avvenimenti e creare degli episodi (false flags) che possano fornire il giusto clima o il pretesto per un giro di vite nell’ordine pubblico e nelle campagne di manipolazione attraverso i media per presentare in una luce negativa i movimenti anti euro (nemici della democrazia, dell’Europa e antisemiti). Un modo per mettere fuori gioco esponenti politici, spaventare l’ opinione pubblica, isolare i partiti considerati ostili, creare un blocco d’ordine che rassicuri l’opinione pubblica.
L’arma dell’antisemitismo, oltre a quella fìdi fascismo, a questo punto diventa un classico pretesto da utilizzare per mettere fuori gioco o in cattiva luce alcune formazioni politiche.
Si è già iniziato: a Bruxelles ,qualche giorno fa, sconosciuti hanno attaccato a raffiche di mitra il museo ebraico in pieno centro facendo vittime e feriti. Dai video ripresi dalle telecamere si vede subito che si tratta di professionisti, freddi e preparati e vien spontaneo pensare che si tratti di agenti di qualche servizio di intelligence, ben addestrati.
Sono video simili a quelli ripresi a Kiev sulla piazza di Maidan, quando agenti provocatori camuffati spararono freddamente sia sui manifestanti sia sulle forze di polizia. Fatto confermato oltre che dai video anche dalla telefonata intercettata tra il ministro degli esteri estone, Urman Paets e la baronessa Ashton, incaricata agli esteri della UE nella quale si affermava che questi agenti non rispondevano alle autorità di Kiev ma erano a favore dei ribelli di Maidan.
In passato ci sono stati altri episodi in Europa nel corso dei quali sono stati commessi atti terroristici ed omicidi mirati che avevano il fine di creare situazioni di tensione come ad esempio sono avvenuti in Francia, due anni fa, con l’omicidio di alcuni militari francesi a Tolosa o con l’attacco contro una scuola ebraica incluso con l’assassinio di 4 studenti, nel 2012 per cui fu arrestato uno strano individuo, tal Mohammed Merah, poi crivellato di colpi dalla polizia durante una visita al suo domicilio. E’ emerso poi che si trattava di un elemento noto alle forze di polizia e che era stato addestrato dai servizi israeliani. Gli tapparono per sempre la bocca prima di poterlo interrogare.
Non parliamo degli strani incidenti in cui hanno perso la vita leader politici come Haider in Austria, anni prima Olaf Palme in Svezia ed altri esponenti politici nei paesi della ex Yugoslavia. Omicidi misteriosi senza un responsabile accertato o incidenti inspiegabili. Il pensiero corre poi all’attacco con strage fatto in Norvegia ad Utoya dal terrorista neonazista Breivik che fece circa 90 vittime e del quale non si è mai chiarito il movente ma si è saputo che aveva un vero culto per lo Stato di Israele. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che fosse una “cellula dormiente” incaricata poi di colpire un obiettivo.
Quando le situazioni politiche si complicano crescono le provocazioni e gli avvenimenti inspiegabili. Un fenomeno tipico che abbiamo conosciuto anche in italia negli anni ’70 con gli attentati ed il terrorismo nero e rosso, che ha mietuto vittime, creato panico e contribuito a consolidare gli equilibri politici dei quell’epoca, quando ancora c’era la Gladio ed gli agenti dei servizi di intelligence americani, sovietici, britannici ed israeliani scorazzavano per il paese.
In questa fase esiste una buona disponibilità di mano d’opera, terroristi già addestrati dai servizi occidentali, che operano o hanno operato in Siria, molti dei quali provenivano da paesi europei. Basta attingere a quella riserva.
Questo uno scenario che potrebbe facilmente ripetersi nei paesi europei come in Francia ed in Austria, in Ungheria o altrove, dove ci sono forze che di sicuro vogliono evitare il consolidamento di formazioni politiche avverse all’attuale gestione finanziaria europea, forze che dispongono di moltissimo denaro, collegamenti e possibilità di mobilitare elementi sotto copertura per effettuare operazioni occulte.
Potrebbe succedere. Non sarebbe poi troppo difficile trovare i mandanti di queste operazioni, basterebbe chiedersi a chi possano giovare, la vecchia formula del “cui prodest”.

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