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lunedì 11 febbraio 2019

Pastori sardi, cosa sta succedendo? I motivi di una protesta che ora minaccia le elezioni regionali

In Sardegna non si placa la protesta dei pastori per il crollo del prezzo del latte: la minaccia ora è il blocco dei seggi alle elezioni regionali.

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Se in Francia era stato l’aumento del costo del carburante a scatenare la protesta dei gilet gialli, iniziata a novembre e ancora in corso, in Sardegna invece è stato il prezzo del latte ovino e caprino, ritenuto troppo basso dagli allevatori, a mettere sul piede di guerra i pastori.
Negli ultimi giorni si sono susseguite manifestazioni di protesta e blocchi in tutta la Sardegna, con migliaia di litri di latte versato in strada, ma adesso i pastori minacciano di boicottare le elezioni regionali di domenica 24 febbraio se non verrà trovata una soluzione alla vertenza aperta.

I motivi della protesta dei pastori sardi

La chiamano “l’onda bianca” questo movimento di protesta dei pastori sardi che, dopo giorni di manifestazioni e blocchi, continua a tenere banco chiamando in causa direttamente la politica nazionale.



Il tutto è iniziato il 6 febbraio quando nei pressi di Villacidro, località tra Cagliari e Oristano, un camion di un’azienda casearia è stato bloccato da due uomini incappucciati con tanto di bastoni in mano. Dopo aver minacciato l’autista, lo hanno obbligato a versare in strada il latte appena raccolto.
Da quel momento in tutta la Sardegna si sono susseguite manifestazioni di protesta, con migliaia di litri di latte versato in strada, oltre a blocchi stradali che hanno interessato soprattutto la Statale 131 (la principale strada di comunicazione dell’isola) e la zona nelle vicinanze del porto di Porto Torres.
Gesti forti per una situazione che i pastori sardi definiscono al limite dell’esasperazione. Il casus belli è il prezzo che le grande industria casearia paga agli allevatori per il latte ovino e caprino, 60 centesimi al litro, ritenuto troppo basso anche per coprire le spese: la richiesta è quella di almeno 77 centesimi al litro, mentre Confagricoltura stima in 1 euro al litro quello che sarebbe il giusto prezzo.
Una protesta questa che è stata ripresa anche dalla squadra di calcio del Cagliari, che è scesa in campo nel posticipo serale di domenica a San Siro contro il Milan con una maglietta di sostegno ai pastori.
In totale sono 12.000 gli allevamenti nell’isola che ospita circa il 40% di tutte le pecore presenti in Italia, producendo 3 milioni di litri di latte che viene utilizzato principalmente per la realizzazione del pecorino romano.
Da tempo il prezzo del latte sta subendo delle oscillazioni. Nel 2017 era sceso fino a 60 centesimi al litro, per risalire nel 2018 fino a 85 centesimi ma adesso è arrivato il nuovo crollo nonostante il forte aumento del prezzo del formaggio.



Le elezioni regionali

Con le manifestazioni che non si placano, ci sono anche i primi denunciati, l’argomento è diventato di dominio nazionale. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è detto pronto ad arrivare in Sardegna, con la questione che “deve essere risolta in fretta”.
Invece che fare propaganda elettorale sulla pelle dei nostri pastori - ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura Pier Luigi Caria - perché il governo nazionale non mette a disposizione della Sardegna i 25 milioni di euro del fondo ovicaprino bloccati a Roma?”.
Sullo sfondo infatti ci sono le elezioni regionali in Sardegna di domenica 24 febbraio. Senza una soluzione i pastori minacciano un clamoroso blocco del voto: “Non entrerà nessuno a votare: non è che non andiamo a votare, non voterà nessuno, blocchiamo la democrazia, ognuno si assuma le proprie responsabilità”.


Alessandro Cipolla 

Fonte 

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Commento di Oliviero Mannucci: Non c'è peggior violenza che la povertà. Lo stato italiano spesso è violento, le aziende che impongono il prezzo del latte sono violente, poi non lamentatevi se la gente scende in strada per vedere riconosciuti i più elementari diritti. Non bisogna più votare nessuno. Cari elettori sardi, state al fianco dei pastori, siate solidali con loro e alle prossime elezioni regionali disertate le urne per protesta! Fate sentire tutto il vostro sdegno verso chi non rispetta chi lavora per sopravvivere!

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