IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

venerdì 13 dicembre 2013

Forconi contro Equitalia «Basta omicidi di Stato»

Ai dirigenti dell'agenzia consegnata una targa ironica: «Riconoscenti ai parassiti» Sul piazzale i manifestanti portano uova e accendono ceri per gli imprenditori suicidi 

 


La protesta del “Coordinamento 9 dicembre” iniziata lunedì scorso al presidio permanente allestito all'uscita del casello autostradale della A4 di Soave, ha toccato ieri mattina uno dei luoghi simbolo della ribellione contro lo Stato, la sede di Equitalia in via Nicolò Giolfino.
Al direttore della società di riscossione che fa capo all'Agenzia delle Entrate guidata da Attilio Befera, Lucio Chiavegato dei Liberi imprenditori federalisti europei (Life) e tra i portavoce della protesta ribattezzata in tutta Italia come «la rivolta dei Forconi», ha consegnato un dono natalizio anticipato: un'ironica targa con incisa la frase «Riconoscenti della vostra importante opera di parassiti collaborazionisti con lo Stato italiano ladro e truffatore», firmato «il popolo italiano». L'incontro tra Chiavegato, accompagnato da una piccola delegazione, e il rappresentante di Equitalia, si è tenuto in maniera strettamente privata all'interno dell'edificio che ospita la società ed è durato in tutto una ventina di minuti circa. L'accesso nella sede è stato negato a giornalisti, fotografi e operatori.
All'uscita dal complesso, l'imprenditore di Bovolone ha comunicato al centinaio di manifestanti rimasto fuori ad attenderlo i contenuti della conversazione. «È stato un colloquio molto semplice, ci siamo stretti la mano e dati del tu», ha raccontato Chiavegato. «Ci ha detto che lui è solo un applicatore della legge e che avrebbe dato un segnale ai suoi superiori del disagio manifestato. Purtroppo», ha continuato Chiavegato, «è l'intero sistema politico, economico e finanziario a essere sbagliato, le aziende devono vivere e invece qui le fanno morire».
Morti che non toccano solo ditte e imprese, ma purtroppo sempre più spesso anche i loro titolari che si tolgono la vita. Per questo motivo prima di entrare all'interno di Equitalia, i manifestanti, con tanto di lumini votivi, hanno osservato un minuto di silenzio per quelle che Chiavegato non ha esitato a definire «vittime di omicidi di Stato».
«Non si tratta di semplici suicidi», ha dichiarato il leader della protesta, «spesso sono persone oneste, che pagavano le tasse, ma che per un problema di cui non hanno avuto colpa, si sono viste arrivare a case cartelle esattoriali con cifre astronomiche, in grado di portare alla pazzia e a fare purtroppo gesti inconsulti».
Fatalità, proprio mentre si teneva la manifestazione, dall'edificio della società di riscossione è uscita Sara, imprenditrice nel settore dell'arte funeraria, che ha raccontato la storia della sua società, sciolta a causa della crisi, e le difficoltà che ha successivamente dovuto affrontare. «Non c'è l'ho con chi lavora dentro ad Equitalia», ha spiegato la donna, «ma con quei politici che stanno a Roma e che prendono 20mila euro al mese e non hanno la minima idea di cosa passano persone per cui un panettone a Natale è un lusso. Oramai», ha continuato l'imprenditrice quasi in lacrime, «viviamo nel terrore che ci tolgano tutto, lasciati a noi stessi, con un sacco di problemi e senza nessuno che ti dà una mano».
In precedenza, i manifestanti avevano dato vita ad un finto lancio di uova contro la sede di Equitalia, si è trattato solamente di un gesto simbolico, le uova sono poi state tutte rimesse al loro posto.
«Ci accusano di essere delinquenti», ha osservato sarcasticamente Chiavegato, «ma in realtà siamo solamente dei semplici cittadini e le uova possono anche tenersele per farsi una frittata».
Per tutta la durata del sit-in non si sono verificati disordini, la protesta si è svolta pacificamente e senza alcuna tensione con le forze dell'ordine. «Allo Stato chiediamo di far sospendere il pagamento e l'emissione di cartelle esattoriali per i prossimi sei mesi per evitare che le aziende falliscano, di annullare tutte le procedure di sequestro delle prime case e di non applicare sanzioni e interessi sulle rateizzazioni», ha concluso Chiavegato.

Francesco Scuderi

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