Mentre senza troppo clamore
Stati Uniti e Commissione europea elaborano il futuro partenariato
transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP), è nel riserbo
più assoluto che lavorano anche al Trattato sugli scambi nei servizi
(TISA) che implica 50 paesi, fra i quali gli Stati Uniti, i paesi
dell’Unione europea e la Svizzera, per un totale di circa il 68% degli
scambi mondiali in materia di servizi.
Il sito Wikileaks ha
pubblicato la bozza del trattato riguardante i servizi finanziari. Si
tratta di abolire tutte le restrizioni che limitano ancora i colossi
bancari e gli hedge funds.
Il clima di segreto
assoluto appare già nelle prime righe dell’accordo sui servizi
finanziari, dove si afferma che “l’accordo deve essere protetto da
qualsiasi diffusione non autorizzata e deve rimanere protetto
sottochiave o con accesso ristretto. Non potrà essere declassificato che
cinque anni dopo l’entrata in vigore del TISA o, se non si giunge ad
alcun accordo, cinque anni dopo lafine dei negoziati.”
L’accordo punta alla
chiusura o alla privatizzazione di ogni forma di servizio assicurato dal
settore pubblico, il che include la sanità, l’istruzione, i trasporti,
servizi cruciali per i cittadini, che non andrebbero considerati come
“mercanzia generatrice di profitti e facente parte della sfero del
libero scambio.”
Verranno proibiti anche i
fondi pensione statali, in quanto sono considerati monopoli.
L’organizzazione Public Services International (PSI) che rappresenta
circa 670 sindacati a livello mondiale, in aprile ha pubblicato un
rapporto allarmante intitolato “TISA contro i servizi pubblici.”
Nel rapporto si spiega che
il TISA impedirà ai governi di fornire servizi pubblici vitali, come la
salute, i servizi postali, persino l’erogazione dell’acqua o
dell’energia. “Il TISA garantirebbe la privatizzazione dei servizi
pubblici. L’accordo proposto potrebbe anche vietare ai governi di
riprendere il controllo, anche nel caso in cui il privato fallisse e non
riuscisse ad assicurare il servizio.”
Inoltre limiterebbe la
capacità dei governi di regolamentare i settori più importanti, come
quello finanziario o energetico, delle telecomunicazioni, il flusso
transfrontaliero delle informazioni.
E come ciliegina sulla
torta, il TISA mira anche a ridurre ai minimi termini la supervisione
nazionale delle attività finanziarie. L’accordo stipula che ognuna delle
parti dovrà elencare i diritti di monopolio esistenti e sforzarsi di
eliminarli o di ridurne la portata.
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