IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

giovedì 1 febbraio 2018

REGIONI, TORNANO I VITALIZI/ Stop ai tagli dei Consiglieri: ecco perché, tra Costituzione e ‘solidarietà’

Regioni, tornano i vitalizi: lo stop ai tagli dal 2018, ecco perchè tra i motivi di Costituzione e il "contributo di solidarietà". Il caso del Lazio e la sfida politica M5s-Pd

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Almeno come “slogan” ci abbandoniamo anche noi al populismo (ma solo per un attimo): dal 2018 scatta lo stop ai tagli dei vitalizi per gli ex consiglieri nelle Regioni. E già ci immaginiamo, “scandalo”, “buu”, “politici ladri”, eccetera, eccetera. Ovviamente c’è un però (senza togliere che purtroppo quegli epiteti lanciati verso la politica nostrana spesso non va così lontana dalla realtà, ndr): il contributo costituzionale per tutti i consiglieri delle Regioni nelle scorse legislature aveva ricevuto fino al 2017 un taglio, uno stop, un tetto fissato per evitare spese esose enormi per amministrazioni che spesso per concedere quei costi devono tagliare spesa importante per i cittadini, provando un risparmio deciso e andando contro l’idea di “pura casta” che troppo spesso la politica ha mostrato in questi ultimi anni. Ebbene, come riporta il Messaggero oggi, da questo gennaio è scattato lo stop a questo taglio imposto e a tutte le sforbiciate che le regioni italiane avevano posto fino allo scorso anno (un 10% che veniva tagliato per oltre 3mila consiglieri italiani) finiscono praticamente con il tornare indietro al 2014 quando si erano cominciati i “tagli”. «Sui vitalizi degli ex consiglieri (quelli in carica non ne avranno diritto) i Consigli regionali hanno fatto scattare un contributo di solidarietà. Solo temporaneo, perché se avessero abolito o tagliato definitivamente i trattamenti previdenziali avrebbero infranto la Costituzione. E il triennio di validità, appunto iniziato per molte Regioni nel 2015, scadrà nell'anno appena iniziato»: quanto scrive il Messaggero e il Gazzettino è vero, infatti il motivo per cui questi vitalizi tornano a farsi vivi è che a livello nazionale, la Costituzione li prevede e fino a che non si modifica quell’articolo, non si potrà materialmente tagliare del tutto quel contributo, a meno di particolari “mosse” come il contributo di solidarietà che per tre anni aveva almeno limitato la cifra massima di vitalizio.

IL “CASO” DEL LAZIO

Per cui bisogna attendere una “mossa” in Parlamento, e con la nuova Legislatura a questo punto, visto che le tempistiche dopo i ricorsi mossi da tantissimi ex consiglieri regionali non danno possibile l’approvazione di una nuova legge prima delle Elezioni del 4 marzo. I casi più “spinosi” si vedono intanto in Lazio e Sicilia, le due regioni che con i vitalizi hanno sfondato ogni possibile decenza nei costi e nei ricorsi effettuati per evitare il taglio delle “pensioni” dei consiglieri: in Regione Lazio è scaduto il taglio aivitalizi, e subito è montata la polemica cavalcata dai due candidati al posto di Governatore. La Lombardi (candidata M5s) attacca il Pd del presciente uscente Zingaretti, «Alla regione riaumentano i vitalizi. In caso di elezione, non li ridurremo ma li aboliremo. Poi fatemi ricorso…». Ovviamente arriva immediata la risposta di Zingaretti che prova a spiegare il perché la norma ancora non è stata approvata: «Noi siamo stati la prima giunta in Italia a cancellare i vitalizi per i consiglieri regionali quelli attuali e quelli del futuro. Per quelli che erano diritti pregressi abbiamo fatto un fondo per tagliare questi vitalizi e visto che la Corte Costituzionale non prevedeva permanente si conclude con questa legislatura ma solo ed esclusivamente per salvare il provvedimento da eventuali ricorsi che ci sono stati. È ovvio che appena si riapre la legislatura scattata il rinnovo del fondo di solidarietà quindi non c’è nessuna cosa da nasconder», ha spiegato a Radio Radio il Governatore uscente e candidato alla prossima legislatura.



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