IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

mercoledì 13 gennaio 2021

In Alto Adige troppi «no vax» tra i sanitari. Burioni: «Il governo rifletta sul vaccino obbligatorio»

 

La decisione annunciata dalla Provincia autonoma dopo la constatazione che la percentuale di popolazione immunizzata è la più bassa d’Italia

                               In Alto Adige troppi «no vax» tra i sanitari. Burioni: «Il governo rifletta sul vaccino obbligatorio»

Su 20.620 dosi di vaccino consegnate in provincia di Bolzano, ne sono state somministrate solo 6.078. Appena il 31,8%, la quota più bassa d’Italia (la media nazionale è del 73,6%). Pesa la forte presenza di «obiettori», anche tra il personale sanitario: finora, infatti, ha aderito alla prima fase della campagna solo il 50,2% dei professionisti, 5.062 persone. È l’assessore alla sanità, Thomas Widmann, a presentare i dati: «La partenza non è stata ottimale – riconosce – ma si può rimediare. Con Roma, siamo riusciti a trattare sulla “scaletta” delle fasce di popolazione da vaccinare per prime: da oggi, le dosi non utilizzate sugli operatori sanitari andranno agli over 80. L’obiettivo è somministrare entro la settimana il 60% di quelle consegnate».

L’Alto Adige è, storicamente, una «fortezza» no vax: nel 2018, le vaccinazioni obbligatorie introdotte dal decreto Lorenzin avevano una copertura dell’85%. Una soglia tra le più basse d’Italia. Per morbillo, parotite, rosolia e meningococco la percentuale scende fino ad avvicinarsi al 60%. Addirittura, contro il virus influenzale solo, il 37% dei residenti si era protetto nel 2019. «Non c’è una forte apertura alla “cultura” dei vaccini – continua Widmann –. Basti pensare che solo il 18,7% degli operatori sanitari ricorre all’antinfluenzale, mentre nelle altre regioni italiane la quota si avvicina al 60%». Un contesto nel quale si inseriscono anche i primi dati sull’andamento della campagna vaccinale contro il Covid-19: a pesare è, soprattutto, la presenza di «obiettori» in periferia.

Dati che mettono a rischio la consegna del vaccino di Moderna, arrivato stamattina proprio attraverso il valico del Brennero: 47 mila dosi che si sta ipotizzando di distribuire alle realtà più «virtuose» (in termini di somministrazioni già effettuate). Il tema dell’obbligatorietà del vaccino, specie tra il personale di ospedali e residenze per anziani, diventa così di primo piano. Il caso di Bolzano ripropone la questione dell’obbligatorietà del vaccino, un punto su cui è tornato il virologo Roberto Burioni con un tweet: «Molti, troppi operatori sanitari rifiutano senza motivazioni razionali il vaccino, mettendo a rischio i pazienti che dovrebbero curare. Si pone il problema politico, il Governo deve decidere urgentemente se rendere obbligatoria per i sanitari la vaccinazione con una legge».

Sono intanto 99 i nuovi contagi accertati con i tamponi molecolari, in base all’ultimo bollettino dell’Azienda sanitaria altoatesina (Asl). A questi si aggiungono 303 test antigenici positivi. Altre 4 le vittime del coronavirus, con 405 ricoveri (25 dei quali nelle terapie intensive). Numeri «stabili», secondo il governatore Arno Kompatscher: «Se dovessero risalire, siamo pronti a chiudere tutto». Intanto, però, annuncia l’entrata in vigore della nuova ordinanza a partire da sabato: confermate le regole già in vigore, compresi i due «strappi» su spostamenti (liberi dalle 5 alle 22 all’interno dei confini provinciali) e cene al ristorante (consentite fino alle 22 «con obbligo di prenotazione»). Sui bar, invece, è in arrivo una stretta, che avvicinerà l’Alto Adige al resto d’Italia: l’asporto sarà consentito solo fino alle 18. La data cerchiata sul calendario resta quella di lunedì 18, con l’annunciata riapertura degli impianti di risalita: «Considerato che ad utilizzarli sarebbero solo i residenti – osserva Kompatscher – non vedo motivi per un rinvio. Anzi, probabilmente la riapertura aiuterebbe a distribuire meglio le persone, evitando così gli assembramenti che abbiamo visto sulle piste negli ultimi giorni».

Fonte

Commento di Oliviero Mannucci: Ecco dei sanitari che capiscono qualcosa. Quando si parla con uno scienziato, qualsiasi cosa gli si dice contrario alla convinzione scientifica comune, vieni tacciato di ignoranza e di essere un complottista, perché, loro gli "scienziati" si arroccano sulla loro torre d'avorio; il metodo scientifico sperimentale. Un metodo che non garantisce affatto  l'oggettività  della legge che viene enunciata. In questo caso, un nuovo vaccino, per essere sicuro, deve essere testato nel tempo, per essere sicuri che non crei danni alla salute di chi se lo fa iniettare. Devono passare, minimo 10 anni quindi, per rispettare i crismi del metodo scientifico sperimentale, che viene usato come fa più comodo dagli "scienziati". In questo caso, bastano pochi mesi, per affermare che il vaccino è sicuro. E se fra dieci anni, tutti i vaccinati si trasformassero in zombie?! Meditate gente, meditate.

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