Piemonte, ultime news Torino - UnoNotizie.it - Lo leggo spesso il magistrato Imposimato, attraverso quel fiume poliedrico di Facebook, come leggo in questi giorni le notizie NO TAV, di cui ho costantemente scritto nel tempo, non potendo esserci davvero sul posto con loro. Girava stanotte una foto di Luca Abbà e le sue parole: “Per chi non mi conosce sappiate che io abito da 10 anni in una borgata dell’alta valle Susa, nella casa dove nacque mio padre e dove hanno vissuto fino alla morte i miei nonni, sono coltivatore diretto da anni e vivo del reddito che mi fornisce la Terra tramite i suoi prodotti, faccio anche saltuari servizi di giardinaggio e il tempo che dedico (volentieri) alla lotta No Tav lo ritaglio tra il lavoro e le mille faccende della vita di campagna. L’amore per la Terra e per questa valle mi spinge a difenderla fino in fondo dalle mani avide degli speculatori; invito Esposito (“uno del pd”) questa estate a farsi una giornata di lavoro con me al mio ritmo e con i miei orari, voglio vedere se riesce ad arrivare sano a fine serata! Chi mi ha visto lavorare sa cosa intendo”.
E tra le tante note e riporti di Facebook è ritornato anche il libro che scrisse Ferdinando Imposimato nel 1999, Corruzione ad Alta Velocità, coadiuvato da Giuseppe Pisauro e Sandro Provvisionato: “sono Ferdinando Imposimato, ex Senatore che ha fatto parte della Commissione parlamentare antimafia e fin dal 1992 mi sono occupato dall’alta velocità. Sono nettamente contrario all’alta velocità in Val di Susa, perché ritengo che in quella zona si riprodurrebbe se dovesse essere realizzata, la stessa situazione che io ho riscontrato insieme a diversi altri collaboratori nel centro e nel sud e nel nord dell’Italia, cioè arricchimento, tangenti, distruzione dell’ambiente e vantaggi minimi…”
Torna alla ribalta quel documento agghiacciante che nella scheda NO TAV Torino così presenta: “Ci vogliono una certa dose di coraggio ed uno stomaco robusto per leggere “Corruzione ad Alta Velocità – Viaggio nel Governo invisibile”. Ma è un’occasione per guardare in faccia la realtà.” Lo scandalo del TAV è l’emblema della degenerazione globale del sistema politico; esso ha coinvolto maggioranza ed opposizione in egual misura. Dopo Tangentopoli non è scaturita una Repubblica rinnovata, ma una riedizione peggiore del vecchio sistema di potere. Si è organicamente strutturata l’alleanza tra ceto politico e forze dominanti del potere economico delle grandi imprese sia private che pubbliche….”
É questo, in sostanza, l’approdo del viaggio costituito dal libro. É il risultato di una rigorosa inchiesta, condotta con grande professionalità dagli autori, una ricerca della verità che seguendo il filo delle vicende legate al TAV attraversa gli anni ’90 della storia italiana. É lo sviluppo di una specie di trama gialla in cui via via vengono scoperte tessere che restituiscono un mosaico di insieme sempre più inquietante: ad ogni capitolo crescono gli intrecci e le dimensioni del groviglio di interessi che si nasconde dietro la Grande Opera, ma solo alla fine si capisce pienamente la ragione per cui l’Alta Velocità abbia tanti sostenitori tra gli imprenditori ed i politici “di rango” di questi anni 2000.
Ferdinando Imposimato, ex giudice, è il tenace conduttore dell’indagine che nasce nel 1995 in seno alla Commissione Antimafia per scoprire le infiltrazioni della criminalità organizzata in Campania, ma che presto si allarga a livello nazionale coinvolgendo noti imprenditori pubblici e privati, politici con incarichi istituzionali ai massimi livelli, magistrati di grande fama che operano coperture e depistaggi compiacenti.”
E ancora, Il giudice Imposimato choc: “Falcone e Borsellino uccisi per le inchieste sugli appalti pubblici e la Tav” “La mia inchiesta sulla Tav, commissionata dal presidente della Commissione antimafia , non è mai stata discussa dalla commissione stessa”. E’ quanto afferma ai microfoni di “Ho scelto Manà” il giudice Ferdinando Imposimato, autore di ‘Corruzione ad alta velocità. Viaggio nel governo invisibile’ (ed. Koiné Nuove Edizioni; pp. 191; € 14,50), un libro inchiesta sulla grande opera dell’alta velocità.
“Quando nel 1992 stava prendendo avvio la Tav, – dice – mi accorsi che quest’opera pubblica era accompagnata da bombe e attentati contro le imprese che si trovavano lungo la tratta. Essendo allora membro della Commissione antimafia, decisi di fare un’inchiesta perché mi resi conto che nell’opera confluiva anche la malavita organizzata al fine di lucrare somme ingenti attraverso la moltiplicazione dei costi. E’ venuto fuori che nella Tav partecipavano politici corrotti e imprese della mafia”. Il costo dell’opera, come venne fuori nei vari processi di tangentopoli, che partiva da 29mila miliardi di lire, avrebbe dovuto raggiungere la somma di 300mila miliardi.
“La cifra – continua Imposimato – serviva per coprire le ‘mazzette’ alla mafia e ai politici. Inoltre, la linea Tav è strettamente connessa con la morte di Falcone e Borsellino, i quali, parallelamente a me, avevano riscontrato le stesse ‘anomalie’ nel progetto Tav”.
Tornando indietro cronologicamente, gli omicidi dei due giudici siciliani avvennero nel 1992, alcuni mesi dopo l’avvio del progetto della Tav.
“Nonostante vi siano documentazioni delle connessioni con le mafie e con la corruzione politica, – conclude – la mia relazione non è mai stata discussa nella Commissione antimafia perché dopo due anni venne sciolto il Parlamento, a mio avviso, proprio per la mia inchiesta. Non potendo votare a favore per un’alta velocità imperniata sulla corruzione, la mia relazione non è stata mai più discussa. Tutto questo è di una gravità inaudita in quanto un’inchiesta fatta da un relatore su incarico del presidente della Commissione antimafia, non è mai stata presa in considerazione dalla Commissione antimafia”.
Ci tenevo a far conoscere il più possibile anche questa voce, che certo non è anonima e forse molti avrebbero il gran desiderio di vedere spenta. Ma a noi piace piace il sole la luna e le stelle e la Terra da difendere, chi è Umano: Geografie …Sarà Orgoglio pennuto? Può darsi. Ah sarà dura.
Doriana Goracci
E tra le tante note e riporti di Facebook è ritornato anche il libro che scrisse Ferdinando Imposimato nel 1999, Corruzione ad Alta Velocità, coadiuvato da Giuseppe Pisauro e Sandro Provvisionato: “sono Ferdinando Imposimato, ex Senatore che ha fatto parte della Commissione parlamentare antimafia e fin dal 1992 mi sono occupato dall’alta velocità. Sono nettamente contrario all’alta velocità in Val di Susa, perché ritengo che in quella zona si riprodurrebbe se dovesse essere realizzata, la stessa situazione che io ho riscontrato insieme a diversi altri collaboratori nel centro e nel sud e nel nord dell’Italia, cioè arricchimento, tangenti, distruzione dell’ambiente e vantaggi minimi…”
Torna alla ribalta quel documento agghiacciante che nella scheda NO TAV Torino così presenta: “Ci vogliono una certa dose di coraggio ed uno stomaco robusto per leggere “Corruzione ad Alta Velocità – Viaggio nel Governo invisibile”. Ma è un’occasione per guardare in faccia la realtà.” Lo scandalo del TAV è l’emblema della degenerazione globale del sistema politico; esso ha coinvolto maggioranza ed opposizione in egual misura. Dopo Tangentopoli non è scaturita una Repubblica rinnovata, ma una riedizione peggiore del vecchio sistema di potere. Si è organicamente strutturata l’alleanza tra ceto politico e forze dominanti del potere economico delle grandi imprese sia private che pubbliche….”
É questo, in sostanza, l’approdo del viaggio costituito dal libro. É il risultato di una rigorosa inchiesta, condotta con grande professionalità dagli autori, una ricerca della verità che seguendo il filo delle vicende legate al TAV attraversa gli anni ’90 della storia italiana. É lo sviluppo di una specie di trama gialla in cui via via vengono scoperte tessere che restituiscono un mosaico di insieme sempre più inquietante: ad ogni capitolo crescono gli intrecci e le dimensioni del groviglio di interessi che si nasconde dietro la Grande Opera, ma solo alla fine si capisce pienamente la ragione per cui l’Alta Velocità abbia tanti sostenitori tra gli imprenditori ed i politici “di rango” di questi anni 2000.
Ferdinando Imposimato, ex giudice, è il tenace conduttore dell’indagine che nasce nel 1995 in seno alla Commissione Antimafia per scoprire le infiltrazioni della criminalità organizzata in Campania, ma che presto si allarga a livello nazionale coinvolgendo noti imprenditori pubblici e privati, politici con incarichi istituzionali ai massimi livelli, magistrati di grande fama che operano coperture e depistaggi compiacenti.”
E ancora, Il giudice Imposimato choc: “Falcone e Borsellino uccisi per le inchieste sugli appalti pubblici e la Tav” “La mia inchiesta sulla Tav, commissionata dal presidente della Commissione antimafia , non è mai stata discussa dalla commissione stessa”. E’ quanto afferma ai microfoni di “Ho scelto Manà” il giudice Ferdinando Imposimato, autore di ‘Corruzione ad alta velocità. Viaggio nel governo invisibile’ (ed. Koiné Nuove Edizioni; pp. 191; € 14,50), un libro inchiesta sulla grande opera dell’alta velocità.
“Quando nel 1992 stava prendendo avvio la Tav, – dice – mi accorsi che quest’opera pubblica era accompagnata da bombe e attentati contro le imprese che si trovavano lungo la tratta. Essendo allora membro della Commissione antimafia, decisi di fare un’inchiesta perché mi resi conto che nell’opera confluiva anche la malavita organizzata al fine di lucrare somme ingenti attraverso la moltiplicazione dei costi. E’ venuto fuori che nella Tav partecipavano politici corrotti e imprese della mafia”. Il costo dell’opera, come venne fuori nei vari processi di tangentopoli, che partiva da 29mila miliardi di lire, avrebbe dovuto raggiungere la somma di 300mila miliardi.
“La cifra – continua Imposimato – serviva per coprire le ‘mazzette’ alla mafia e ai politici. Inoltre, la linea Tav è strettamente connessa con la morte di Falcone e Borsellino, i quali, parallelamente a me, avevano riscontrato le stesse ‘anomalie’ nel progetto Tav”.
Tornando indietro cronologicamente, gli omicidi dei due giudici siciliani avvennero nel 1992, alcuni mesi dopo l’avvio del progetto della Tav.
“Nonostante vi siano documentazioni delle connessioni con le mafie e con la corruzione politica, – conclude – la mia relazione non è mai stata discussa nella Commissione antimafia perché dopo due anni venne sciolto il Parlamento, a mio avviso, proprio per la mia inchiesta. Non potendo votare a favore per un’alta velocità imperniata sulla corruzione, la mia relazione non è stata mai più discussa. Tutto questo è di una gravità inaudita in quanto un’inchiesta fatta da un relatore su incarico del presidente della Commissione antimafia, non è mai stata presa in considerazione dalla Commissione antimafia”.
Ci tenevo a far conoscere il più possibile anche questa voce, che certo non è anonima e forse molti avrebbero il gran desiderio di vedere spenta. Ma a noi piace piace il sole la luna e le stelle e la Terra da difendere, chi è Umano: Geografie …Sarà Orgoglio pennuto? Può darsi. Ah sarà dura.
Doriana Goracci
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