IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

venerdì 6 aprile 2012

PADANIA LADRONA: "Nelle casse della Lega soldi in nero"


Il dirigente amministrativo e responsabile del settore gadget della Lega, Nadia Dagrada, esce dal Palazzo di Giustizia di Milano


Le rivelazioni della segretaria amministrativa del Carroccio, Nadia Dagrada, interrogata dai pm di Milano e Napoli: "Tutto
precipitò con la malattia di Bossi"

milano

Nelle casse della Lega Nord sono entrati anche soldi in nero. Lo ha confermato ai pm di Milano e di Napoli la segretaria amministrativa del Carroccio, Nadia Dagrada, interrogata come testimone il 3 aprile.

La donna ha così spiegato ai magistrati quanto era emerso da alcune intercettazioni. - «Mi si chiede se siano entrati nelle casse della Lega Nord soldi in contante in nero. Sì - ha detto Dagrada ai pm -, mi ricordo che, alcuni anni fa, l’ex amministratore della Lega Nord, Balocchi, portò in cassa 20 milioni di lire in contante dopo essersi recato nell’ufficio di Bossi». Nell’interrogatorio la Dagrada ha affermato di aver appreso dall’ex tesoriere, Francesco Belsito, che questi aveva registrato un colloquio con Bossi nel quale gli aveva ricordato tutte le spese sostenute nell’interesse personale della famiglia del Senatùr con i soldi del finanziamento pubblico. «Non so - ha dichiarato Dagrada - se Belsito abbia effettuato tale registrazione. Mi disse di voler utilizzare tale registrazione come strumento di pressione dal momento che volevano farlo fuori».

«La situazione è precipitata dopo la malattia del segretario federale Umberto Bossi», ha affermata la segretaria amministrativa della Lega. «Dopo il 2003 - ha spiegato - c’è stato l’inizio della fine: si è cominciato con il primo errore, consistito nel fare un contratto di consulenza a Bruxelles a Riccardo Bossi, se non ricordo male da parte dell’onorevole Speroni. Dopodichè si sono cominciate a pagare, sempre con i soldi provenienti dal finanziamento pubblico, una serie di spese personali a vantaggio di Riccardo Bossi e degli altri familiari. In particolare, con i soldi della Lega venivano pagati i conti personali di Riccardo Bossi, per migliaia di euro, e degli altri familiari, come per esempio i conti dei medici sia per le cure dell’onorevole Bossi sia dei suoi figli. A tal riguardo mi risulta che Belsito paghi con i soldi della Lega tali conti».

Fonte: http://www3.lastampa.it

La Lega L' inchiesta Le intercettazioni

Case, Porsche, lauree La lista dei soldi ai Bossi

MILANO - È una fitta sequela di telefonate, intercettate dai carabinieri del Noe per la Procura di Napoli, a cogliere l' indagato tesoriere leghista Francesco Belsito mentre, sfogandosi al telefono in febbraio con la non indagata impiegata amministrativa leghista Nadia Dagrada, «rievoca tutte le elargizioni fatte ai Bossi e alla vicepresidente del Senato Rosy Mauro»; si vede consigliare di «fare tutte le copie dei documenti che dimostrano i pagamenti fatti a loro favore e di nascondere gli originali in una cassetta di sicurezza»; e «riferisce di essere in possesso di copiosa documentazione e di una registrazione compromettente per la Lega». Dillo a Bossi: se io parlo, voi finite in manette Il contesto delle conversazioni è la vigilia della convocazione che Belsito riceve da Bossi a Roma e che, anche sulla base del gelido commento di Rosy Mauro («la vedo brutta»), interpreta come anticipo della propria defenestrazione da tesoriere leghista, a causa delle spinte che dentro il partito (a suo dire specie da Castelli e Stiffoni) lo vorrebbero estromette in seguito alle prime notizie giornalistiche sui milioni di euro di imborsi elettorali investiti da Belsito in Tanzania. Ma altro che Tanzania, prospetta la responsabile leghista dei gadget nel suggerire a Belsito: «Gli dici (a Bossi, ndr): capo, guarda che è meglio sia ben chiaro: se queste persone mettono mano ai conti del Federale, vedono quelle che sono le spese di tua moglie, dei tuoi figli, e a questo punto salta la Lega (...). Papale papale glielo devi dire: ragazzi, forse non avete capito che, se io parlo, voi finite in manette o con i forconi appesi alla Lega». L' elenco che i due riassumono al telefono poco prima di mezzogiorno del 26 febbraio (e che viene riassunto dai carabinieri) comprende «i costi di tre lauree pagate con i soldi della Lega», «i soldi per il diploma (Renzo Bossi)»; «i 670.000 euro per il 2011 e Nadia dice che non ha giustificativi, oltre ad altre somme ingenti per gli altri anni»; «le autovetture affittate per Riccardo Bossi, tra cui una Porsche»; «i costi per pagare i decreti ingiuntivi di Riccardo Bossi»; «le fatture pagate per l' avvocato di Riccardo Bossi»; «altre spese pagate anche ai tempi del precedente tesoriere Balocchi»; «una casa in affitto pagata a Brescia»; «i 300.000 euro destinati alla scuola Bosina di Varese per Manuela Marrone (moglie di Bossi, ndr), che Belsito non sa come giustificare, presi nel 2011 per far fare loro un mutuo e che lui ha da parte in una cassetta di sicurezza». I «costi liquidi» dei ragazzi di Renzo In altre telefonate la lista si allunga con «l' ultima macchina del Principe, 50.000 euro...e certo che c' ho la fattura!». Oppure con «i costi liquidi dei ragazzi di Renzo» (forse gli uomini di scorta), che Belsito ricorda in «151.000» euro ma Dagrada corregge in «no, un momento, 251mila euro sono i ragazzi, ma sono fuori gli alberghi, che non ti riesco a scindere quando girano con lui, mi entrano nel cumulo e riprendere tutte le fatture è impossibile». Poi c' è la casa di Gemonio, e più precisamente «i soldi ancora da dare per le ristrutturazioni del terrazzo»: «Che io sappia, pare che siano 5-6.000 euro», ridimensiona Belsito alla Dagrada, che teme invece la somma sia molto più alta anche a causa di minacce di azioni legali dai fornitori, e che sprona Belsito: «Gli devi dire poi: capo (Bossi, ndr), c' è da aggiungere l' auto di tuo figlio». I franchi e gli euro per Rosy Mauro Spesso Belsito ironizza su chi nel partito lo avversa ma non sarebbe in condizione di farlo perché parimenti da lui beneficato: «Sai quanto gli ho dato l' altro giorno alla nera? (Rosy Mauro, ndr)? Quasi 29mila, 29.142 in franchi eh... vuoi che ti dica tutti gli altri di prima?»: ovvero quelle che poi gli inquirenti traducono come «altre somme che le dà mensilmente», e come i «200.000-300.000 euro dati al sindacato padano Sinpa» che avrebbe «bilanci truccati». La dipendente leghista Dagrada raccoglie lo spunto sull' atteggiamento di Rosy Mauro e rilancia, invitando Belsito a dire alla vicepresidente del Senato: «Se apro bocca io, il capo salta e se salta il capo tu sei morta...Perché se lei non c' ha il capo a difenderla, lei domani è in mezzo a una strada, e non è detto con le gambe intere». A Bossi, la donna auspica che il tesoriere dica chiaramente: «Gli devi dire: noi manteniamo tuo figlio Riccardo, tuo figlio Renzo, tu gli devi dire guarda che tu non versi i soldi, tuo figlio nemmeno, ed è da quando sei stato male. Gli devi dire: capo, io so queste cose e finché io sono qui io non tradirò mai, ma ricordati cosa c' è in ballo, perché se viene fuori lo capisci che cosa può succedere, altro che barbari sognanti». «Ho una registrazione e documenti come prova» Si prepara un ricatto al Senatur? No, questo no, almeno a sentire i due che parlano al telefono la notte dell' 8 febbraio. Nadia Dagrada suggerisce: «Non è che tu glielo metti come ricatto», piuttosto si tratterebbe di informare Bossi che «i militanti si spaventano di più se esce fuori Rosy che non la Tanzania». Belsito si prepara a giocare le proprie carte se il partito lo metterà al muro. E dice di poterlo provare : «Dico cosa mi volevano far fare, glielo dico della Fondazione e... che dovevo portargli dei soldi». Dagrada gli domanda: «Giusto! Ma tu quello poi ce l' hai registrato?». Belsito: «Sì». Dagrada: «Dopodiché si affrontano le due signore (Rosy Mauro e Manuela Marrone, ndr) ....altro che la Tanzania se vanno in mano ai militanti! Non vengono a prendere me, le dici eh, vengono a prendere voi! I conti Il 26 febbraio Belsito e Dagrada, intercettati, fanno il conto delle spese private pagate con i soldi pubblici destinati alla Lega: 3 Lauree e il diploma di Renzo Bossi 670 Mila euro pagati per il 2011 senza giustificativi. Più alberghi, auto (acquistate o affittate, come una Porsche), i decreti ingiuntivi di Bossi jr e il suo avvocato 300 Mila euro destinati alla scuola Bosina di Varese per Manuela Marrone «presi - annotano gli inquirenti - nel 2011 per far fare un mutuo» e che Belsito avrebbe da parte in una cassetta di sicurezza 251 Mila euro I costi liquidi dei «ragazzi» di Renzo (forse gli uomini di scorta o i collaboratori)

Ferrarella Luigi, Guastella Giuseppe

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(5 aprile 2012) - Corriere della Sera

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