IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

martedì 3 luglio 2012

Allarme povertà per gli anziani: il 55% vive con meno di mille euro al mese

Il 25% non raggiunge neanche i 500 euro mensili. I dati, diffusi dal Rapporto nazionale di Auser-Filo d'argento, mettono in luce come siano gli over 65 a soffrire maggiormente la crisi

foto Afp
12:01 - Sono sempre più gli anziani che vivono con meno di mille euro al mese. Secondo il Rapporto nazionale di Auser-Filo d'argento, infatti il 55% degli over 65 italiani ha entrate inferiori ai mille euro al mese e tra questi il 25% non raggiunge neanche i 500. Per questa fascia di popolazione (over 80 sono il 5,8% degli italiani e over 65 il 20,3%) le emergenze prioritarie, si legge nel documento, sono rappresentate dall'isolamento e dalla povertà.

In Italia, il Paese più "vecchio" d'Europa, gli anziani sono poco protetti e tutelati e pagano più di altre categorie le spese della crisi. Gli over 65, sottolinea il documento, sono sempre più a rischio solitudine e povertà. Due gravi emergenze sociali emergono dal Rapporto: l'isolamento fisico e relazionale e i redditi bassi e la povertà che investono fasce sempre più ampie di ultrasessantacinquenni. Gli anziani sono sempre più soli, soprattutto nelle grandi città del Nord.

I dati del quinto Rapporto nazionale di Auser-Filo d'argento sono relativi al 2011 e mettono in evidenza come l'Italia sia il Paese che detiene la percentuale più alta di over 80 (5,8% della popolazione nel 2011). Siamo invece secondi dopo la Germania per quanto riguarda la percentuale di over 65 (20,3% contro il 20,6% della Germania). La regione più vecchia è la Liguria, dove gli over 55 sono il 40% della popolazione residente.

Il 30% degli anziani con più di 65 anni vive da solo e il record spetta alle donne, con il 37,5% contro il 14,5% degli uomini. In cinque regioni - Valle d'Aosta, Piemonte, Trentino Alto Adige, Liguria e Sicilia - la quota di donne anziane che vivono sole supera la soglia del 40%.

Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it

OCCORRE RIEQUILIBRARE LE PENSIONI

di Oliviero Mannucci

Lo Stato italiano, se avesse veramente a cuore il benessere dei cittadini, si preoccuperebbe di non creare sacche di povertà nella società. Se ci fossero delle pensioni più eque, specialmente gli anziani che percepiscono meno avrebbero qualcosa di più da spendere, e oltre a stare meglio loro, questo farebbe si che starebbero meglio tutti, in quanto girerebbe di più l'economia. Invece le fasce più povere della popolazione, sono utili solo quando c'è da tartassarle con tasse inique e pesanti, e non beneficiano mai di niente. Faccio un esempio: la pensione che viene erogata ad una persona anziana, dovrebbe assicurarle una vita dignitosa dopo aver lavorato tutta la vita. E invece ci sono politici che dopo 5 anni, prendono migliaia e migliaia di euro al mese, senza aver corrisposto i contributi necessari per poter beneficiare di una pensione tanto elevata e poi ci sono le persone che hanno lavorato 40 anni e più, che prendono 500 euro al mese ( poi ci sono anche quelli che non prendono ne pensione ne stipendio, i cosidetti "esodati"). Quindi i soldi che incassano i politici in pensione, sono rubati a chi ha lavorato veramente. Il principio dovrebbe essere questo: l'ente previdenziale dovrebbe prima assicurare una cifra dignitosa a tutti, che potrebbe essere fissata, ad esempio in 1500 o 2000 euro a secondo se chi la riceve, viva in una casa di proprietà o in affitto, e poi chi ha realmente versato di più, prenderà qualche centinaio di euro in più, tipo da 2500 a 4000 euro, a secondo se vive in una casa di sua proprietà o in affitto. I politici, che non hanno versato contributi sufficienti dovranno incassare una cifra stabilità dai cittadini e che comunque deve consentire al politico una vita dignitosa, ma non di lusso. Allo stesso tempo, un assegno dovrà essere dato a chi, entrato tardi nel mondo del lavoro, per i motivi più disparati, tra cui la carenza di posti di lavoro, non abbia maturato i contributi necessari per prendere la pensione ( se la prendono i politici che si trovano nella stessa situazione è giusto darla a chi non ha potuto lavorare sufficientemente per pagarsi i contibuti necessari). Questo per non creare sacche di povertà, una società che ha comunque una capacità di spendere va a beneficio della società stessa. Più il potere d'acquisto è distribuito equamente, più l'economia di una società sarà sana. Invece oggi, pocchi hanno tanto e tanti hanno poco. Questo non aiuta la circolazione del denaro. Inoltre lo Stato, deve abbassare le tasse alle imprese, che potranno assumere di più, pagare meglio i propri dipendenti e innovare, e quidi stare meglio sul mercato interno e globale. Il lavoro deve essere un diritto e un dovere per tutti. Invece i nostri governanti stanno facendo di tutto, per far sembrare un posto di lavoro un privilegio. Un privilegio spesso pagato poco.

Movimento Nazionale Liberazione Nazionale "Culo a strisce"

Oliviero Mannucci

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