Sanzione da 5 milioni, il massimo consentito dalla legge. L'Autorità: "Con ritardi di notifica prescritti numerosi reati".
La replica di Poste: "Nota inaccettabile, nostre condotte corrette e trasparenti"
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato a Poste Italiane una sanzione di 5 milioni di euro, il massimo consentito dalla legge, "per aver adottato una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo, consistente nella promozione, risultata ingannevole, di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate".
In particolare,
l'Autorità "ha accertato che il tentativo di recapito delle raccomandate
non viene sempre esperito con la tempistica e la certezza enfatizzate
nei messaggi pubblicitari, venendo, peraltro, frequentemente effettuato
con modalità diverse da quelle prescritte dalla legge. Infatti, Poste
Italiane talvolta utilizza per comodità il deposito dell'avviso di
giacenza della raccomandata nella cassetta postale anche quando sarebbe
stato possibile consegnarla nelle mani del destinatario".
I DANNI ALLA GIUSTIZIA
Di fatto, rileva l'Autorità, i disservizi nella consegna delle
raccomandate provoca "gravi danni al sistema giustizia del Paese per i
ritardi dovuti ad errate notifiche nell'espletamento dei processi,
soprattutto quelli penali, con conseguente prescrizione di numerosi
reati". Un tema che - si spiega - è stato più volte sollevata nelle
Relazioni Annuali sullo stato della giustizia. La serietà del problema,
scrive l’Agcm nel capitolo relativo alle evidenze acquisite – è
testimoniata dalla sistematica performance negativa dell’efficienza
delle consegne. La Poste, per dire, avevano per il 2019 “un obiettivo
nazionale mensile di inesitate superiore al 20% sempre superato per
circa il 3% - 5%”. Da un documento interno risulta che per alcuni mesi a
campione (gennaio, luglio, agosto, settembre e ottobre 2019) in alcuni
uffici le lettere non consegnate erano pari al 40% circa. Possibile?
Difficile da credere. E l’Antitrust in particolare ricorda “alcune
segnalazioni pervenute da persone invalide che, a causa della loro
disabilità, sono costrette a rimanere sempre al proprio domicilio”.
LE STRANE COINCIDENZE
L’Agcm contesta anche le pratiche con cui le Poste hanno gestito il
problema. La società si sarebbe limitata a predisporre una lettera
standard di riscontro ai reclami sull’emissione dell’avviso di giacenza
nonostante la presenza in casa del destinatario, che si limita a
ribadire la regolarità del recapito. E in caso di reclami reiterato si
sarebbe limitata a “meri richiami” ai funzionari locali per il
“ripristino della procedura corretta”.
Una prova a campione condotta tra il 12 e il 22 gennaio 2020 ai centri
di distribuzione di Napoli Meridionale, Matteotti, Mergellina, Vomero,
Soccavo e Agenzia esterna GSP confermerebbe la sistematicità della “non
consegna” delle raccomandate. “In un significativo numero di casi -
scrive l’Agcm - i prodotti risultati inesitati da consegnare presso lo
stesso indirizzo (e dunque assegnati allo stesso portalettere) riportano
sotto la casella dedicata alla “data dell’avviso di giacenza”, lo
stesso giorno e lo stesso orario, con grado di precisione al secondo, di
stampa dell’avviso”. Una coincidenza singolare che si sarebbe ripetuto
per 3mila consegne in 10 giorni.
UNA MULTA NON DETERRENTE
Le Poste si sono difese dalle accuse segnalando in particolare il numero
molto basso (rispetto ai volumi totali delle consegne dei reclami) e il
fatto che molti clienti del servizio raccomandate fossero business e
quindi non consumatori in senso stretto. L'antittrust ha comunque deciso
- "data l'estrema gravita' e frequenza della pratica ed i notevolissimi
danni arrecati ai consumatori" - di irrogare alla società la sanzione
massima che "tuttavia non risulta deterrente in rapporto al fatturato
specifico generato da Poste Italiane nel solo anno 2019 pari a 3,492
miliardi di euro".
LA REPLICA DI POSTE
Dura la risposta di Poste secondo cui sono
"inaccettabili i contenuti delcomunicato" dell'Autorità Antitrust", ed è
"sconcertante il riferimento ai gravi danni al sistema Giustizia del
Paese" legato alla sanzione resa nota da oggi dall'Autorità per la
Concorrenza sulla consegna delle raccomandate. Poste italiane
preannunci poi che "tutelerà, con fiducia nel sistema giudiziario
italiano, la propria immagine e reputazione, i propri diritti e la
correttezza delle proprie condotte" con un ricorso al Tar.
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