La commissione Giovannini “16 mila euro al mese”. Replica Schifani “Non è vero, sono solo 5 mila”.
-Redazione- 4 gennaio 2012- Più di 16 mila euro lordi al mese in tasca. Contro i 13.500 di un deputato francese, i 12.600 di uno tedesco, i poco più di 10 mila euro che guadagna un rappresentante della Camera olandese, i 9.200 di un deputato belga, gli 8.650 di un austriaco, per non parlare dei 4.630 euro che costituiscono il «misero» appannaggio di un deputato spagnolo.
Ma la Camera non ci sta e replica ”Tenendo conto dei differenti regimi fiscali, l’ammontare netto dell’indennità parlamentare, erogato ai nostri deputati, risulta inferiore rispetto a quello percepito dai componenti di altri Parlamenti presi a riferimento”. E’ quanto precisa una nota dell’ufficio stampa della Camera in merito al rapporto della commissione Giovannini sullo stipendio dei parlamentari. L’indennità parlamentare in valori netti dei deputati italiani non è superiore a quella dei colleghi di Francia e Germania. Anzi, secondo dati elaborati dalla Camera, è leggermente inferiore: nel nostro Paese l’indennità è di circa 5000 euro contro i 5030 della Francia, i 5100 della Germania e i 5400 dell’Austria. Inferiore invece nei Paesi Bassi dove l’indennità degli onorevoli si ferma a 4600 euro.
Sembrava cosa da poco applicare la norma voluta da Giulio Tremonti e attesa dai presidenti di Camera e Senato, stipendi parametrati alla media europea, ma in realtà rischia di rivelarsi inapplicabile. Quell’ articolo del decreto di luglio, come scrive la stessa Commissione, presenta infatti «aspetti di ambiguità e talvolta di contraddittorietà». Una legge scritta male per i tempi strettissimi che sono stati concessi alla Commissione e perché la richiesta di una proroga è stata rifiutata da Palazzo Chigi.
In Parlamento c’è una forte irritazione. Il presidente del Senato, Renato Schifani, lamenta l’assenza di «una tempestiva e opportuna trasmissione ufficiale» dei dati da parte della commissione. E, nell’inviare il documento ai capigruppo per una riflessione, puntualizza che le decisioni spetteranno in ogni caso all’ufficio di Presidenza, «unico organo deputato a discutere di status del parlamentare». Mentre Fini al momento tace e festeggia il suo sessantesimo compleanno.
Discordi le reazioni dei leader politici: da Bersani che dichiara “Modifichiamo il sistema senza demonizzare”, a Di Pietro che tuona “abolire tutti i privilegi”, passando a chi contesta il numero dei deputati e senatori, ma non le retribuzioni, vedasi Bocchino.
Fonte: http://www.articolotre.com
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