IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

venerdì 1 giugno 2012

Banca d'Italia: è necessario tagliare le tasse tagliando le spese

di Giuseppe Turani




Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha parlato chiaro. Soprattutto sulle tasse. E ha detto quello che dovrebbe essere chiaro a chiunque: le troppe tasse impediscono la crescita. Si tratta di una verità fondamentale, nota forse fin dai tempi di Aristotele. Ma ha voluto ribadirla, e ha fatto molto bene. Ha anche aggiunto che, proprio per questo (perché sono un impedimento alla crescita) il loro aumento deve essere solo temporaneo. Insomma, prima se ne vanno gli aumenti di tasse e meglio è per tutti.


Resta il fatto che, con un bilancio in passivo, non ci sono molti modi per arrivare a far scendere le tasse. Anzi, ne esiste uno solo, da quando è stata inventata l’algebra: bisogna diminuire le spese. Bisogna, cioè, ridurre, rendere sottile, lo Stato e tutti i vari servizi (a partire dalle banche, ha spiegato il governatore, che sono piene di consiglieri ben retribuiti e in gran parte inutili).


Ma questo è appunto il dramma italiano. Tutti sanno che cosa si deve fare per ridurre le spese. Il ministro Giarda ha detto pochi giorni fa che si possono tagliare 100 miliardi di spese, in fretta, e 300 più avanti. Questo su un totale di 800 miliardi di spesa pubblica. Si tratta di stime enormi e molto interessanti, che consentirebbero un clamoroso abbassamento delle tasse e quindi un decollo a razzo dell’economia italiana. Ma, per ora, non si riesce a fare queste operazioni. E le ragioni sono due.


Da una parte, c’è il fatto che la politica è immischiata in modo molto stretto con tutte queste vicende (perché controlla appunto le spese, e quindi ha un potere non irrilevante: se riduci la spesa, riduci il potere dei partiti). Dall’altra parte, giocano un ruolo anche burocrazia e sindacati, tutti interessati a che la pubblica amministrazione non riduca le proprie dimensioni. In sostanza, mentre il paese ci perde, moltissima altra gente guadagna da un apparato pubblico elefantiaco e che chiaramente non possiamo più permetterci.


Però, il Governatore ha parlato abbastanza chiaro e bisogna dargli ragione. Con questo Stato e con queste spese, abbiamo portato il paese a avere un a pressione fiscale altissima, insensata, e insopportabile. E, soprattutto, che impedisce ogni tipo di sviluppo. Non a caso sono quindici anni che l’Italia non cresce. La battaglia, in sostanza, è questa: inventarsi uno Stato che costi 200-300 miliardi in meno rispetto agli 800 di oggi.

Fonte: http://rubriche.finanza.tiscali.it

Commento di Oliviero Mannucci: Sono mesi che lo dico su questo blog, se si vuole rimettere in moto l'economia italiana e si vuole diminuire l'evasione fiscale bisogna abbassare le tasse alle imprese. Se questo verrà fatto, le imprese torneranno a crescere, staranno meglio suol mercato globale, creeranno condizioni di lavoro più sicure e assumeranno di più. I lavoratori potranno essere quindi di più e pagati meglio, di conseguenza per vivere spenderanno tutti un pò di più e questo rimetterà in moto l'economia italiana. Purtroppo in Italia abbiamo una classe politica, che oltre ad essere ladra, non vede al di là del proprio naso. Ai politici italiani interessa sempre e solo il culo della gallina, ma mai il becco. Basta che stanno a posto loro, e per loro stanno bene tutti! Che vergogna, che schifo!!!!

Oliviero Mannucci

Movimento Popolare di Liberazione Nazionale " Culo a Strisce"

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