IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

giovedì 7 giugno 2012

"L'Italia arretra, imprese a rischio"

Nuovo allarme di Confindustria:
in 3 anni l'Italia passa dal quinto all'ottavo posto tra le economie

roma

L’Italia «soffre» e «arretra», avverte Confindustria: «la ricaduta in recessione mette a repentaglio l’industria italiana». Mentre sul fronte della crisi tornano a correre le ore di cassa integrazione chieste dalle aziende: a maggio, dati Inps, le aziende ne hanno chieste 105,5 milioni di ore con un aumento del 22,5% rispetto ad aprile e del 2,7% rispetto a maggio 2011. Toccando così il valore più alto da luglio 2010. Sono 1.339 gli scioperi effettuati nel 2011, su 2.219 proclamati, nel solo settore dei servizi pubblici essenziali, secondo i dati della Commissione di garanzia.

È il centro studi di Confindustria a rilanciare l’allarme crisi, con il rapporto di giugno sugli scenari industriali che rileva tre preoccupanti passi indietro: sorpassato da India, Brasile e Corea del Sud, il nostro Paese scivola dal quinto all’ottavo posto nella classifica delle grandi economie per produzione manifatturiera. Così gli economisti di viale dell’Astronomia avvertono: con le imprese «soffocate» da «nuova recessione, un feroce credit crunch, bassa redditività» è a rischio «la stessa sopravvivenza» di «parti importanti dell’industria». Ne emerge un «quadro periglioso» che diventa oggi ancora «più impegnativo» per gli effetti del Sisma in Emilia che ha colpito «un’area ad altissima vocazione manifatturiera, cruciale per lo sviluppo industriale del Paese». Un quadro «piuttosto preoccupante», commenta il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi: «l’Italia sta perdendo terreno, in termini assoluti, rispetto ai paesi emergenti, ma anche nei confronti dei paesi più avanzati». Ma, avverte il leader degli industriali, «questo non deve assolutamente significare che ci dobbiamo rassegnare, anzi, al contrario, dobbiamo lottare».

Il «cambiamento» deve diventare «la bussola dell’intero paese con l’obiettivo di fare rotta verso la crescita, che deve essere la nostra stella polare», dice. «Altri interventi verranno presi, a breve», garantisce il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, «per fare in modo che le aziende possano trovare un più chiaro e più stabile sostegno alle loro attività»: il governo è determinato a mettere in campo nuove misure «nella ferma convinzione che il primo motore di crescita risiede proprio nella forza competitiva del nostro sistema produttivo». «Far ripartire la nostra economia», commenta Fulvio Conti, il nuovo vicepresidente di Confindustria per il Centro Studi (a.d. di Enel), presentando il rapporto sugli «scenari industriali» delineato dagli economisti di viale dell’Astronomia, «è una sfida che richiede di tornare a pensare in maniera strategica, puntare sugli investimenti di lungo periodo, soprattutto in infrastrutture e innovazione, e di riequilibrare il carico fiscale per favorire investimenti e una ripresa dei consumi». Il nostro, avverte Conti, è un «Paese lento», «manca una visione di lungo periodo», «manca un progetto Paese che identifichi le priorità e le linee di sviluppo». In Emilia, avverte Squinzi, dopo il sisma potrebbe esserci «uno stop produttivo di almeno 4-6 mesi», con una perdita di Pil per l’Italia di «qualche frazione di punto»; il «bilancio ancora provvisorio» conta «almeno 500 aziende con gravi lesioni, oltre 10mila posti di lavoro a rischio, la minaccia che si perdano filiere distrettuali importanti».

Fonte: http://www3.lastampa.it

GRAZIE MONTI, GRAZIE "CASTA" DEL CAZ....

di Oliviero Mannucci


Il vero terremoto di questi ultimi anni non è ne quello di l'Aquila, ne quello Emiliano, il vero terremoto ha avuto l'epicentro a Montecitorio, dove i politici di ogni schieramento, impegnati in sterili contrapposizioni hanno, con il loro immobilismo, portato l'Italia, sull'orlo della catastrofe. Così mese dopo mese mentre lavoravano poco, ma pensavano bene solo a riempirsi le saccoccie di denaro pubblico ( fra appartementi regalati da non si sa chi, o ristrutturati da non si sa chi, scandali vari, bunga bunga e tutto il repertorio che ben conosciamo, l'ITALIA è arrivata vicinissima al baratro. Alla fine chi hanno chiamato? In America avrebbero chiamato uno strafigo come Capitan America. Qui invece, chi si va a svegliare dal sarcofago ? Superstracchino, al secolo prof. Monti, che ancora intorpidito dal lungo letargo, non ancora svegliatosi bene ( avete visto come parla), circondato dalla sua aura a tante stelle gialle su fondo blu, inizia ad applicare le sue "soluzioni.... finali", per rimettere in ordine i conti , dice lui, e fare contenta la sua amica culona tedesca mangia crauti. E così, Superstracchino, rimette in ordine i conti, eccome se li sistema....nei primi tre mesi del 2012 chiudono 26000 imprese ( contro le 11000 dell'intero 2011), riforma l'articolo 18 per licenziare prima ( anche se non ce ne era bisogno, perchè per licenziare prima bisogna assumere) e quando la disoccupazione arriva a tassi elevatissimi ha un altro un lampo di genio, l'IMU ( l'IMUrtacci suoi) . L'imposta municipale sugli immobili, che però incasserà quasi tutta il governo. I municipi, ne vedranno ben pochi di quei denari. Ah,, che bella Italia è questa! La classe politica totalmente incapace di governare, porta l'Italia allo sfascio e poi comincia ad esigere gabelle su gabelle, ma vedrete che presto arriverà ROBIN HOOD, che ruberà ai politici ( i ricchi) per dare ai poveri ( il popolo sovrano). E solo questione di tempo ormai, le misure prese sono così impopolari che presto ci sarà una sollevazione popolare. Presto Superstracchino & Company dovranno andare a lavorare per davvero. Infatti se continua così il mondo imprenditoriale italiano sarà azzerato totalmente, poi alla voglia a mandare quei cani di Equitalia a destra e a sinistra a riscuotere le ingiuste gabelle, nessuno potrà pagare più un solo centesimo, e pensate che disgrazia, ai politici gli toccherà andare a lavorare! Ma ci pensate che disgrazia per loro. Prima di tutto dovranno andare a vedere sul vocabolario il significato preciso di quella parola. Ma ci pensate che onta per loro, abituati alle auto blu, ai jet di stato, alle aragoste, a prendere 60 000 000 di euro di tangenti, ad avere chi gli regala le case senza dirgli neanche il nome etc. etc. doversi veramente sporcare le mani per 1000 euro al mese ( sempre se qualcuno li assumerà). Con il nuovo art.18 però, se non lavoreranno duro si potranno mandare a cagare anche da subito, meno male!

Oliviero Mannucci

Movimento Popolare di Liberazione Nazionale " Culo a Strisce"

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