IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

martedì 12 giugno 2012

Dire ladro al sindaco non è reato Assolto dall’accusa di diffamazione


VETRALLA - «Sei un ladro». Diffamazione? Se detto alla persona sì, ma contro il politico è diritto di critica. Luciano Segatori nel 2003 lo ha spiattellato in faccia al sindaco Sandrino Aquilani attraverso una lettera aperta: denunciato da tutta la giunta e pure dal segretario generale del Comune, l’autore è stato prima dichiarato colpevole, poi è intervenuta la prescrizione, cui ha rinunciato prendendosi una bella rivincita: ha ricorso in appello ed è stato assolto «perché il fatto non costituisce reato». E martedì scorso durante il consiglio ha consegnato copia della sentenza a tutti.
«Lettera aperta al sindaco di Vetralla: Sandrino Aquilani sei un ladro». E questo è solo il titolo.

La lettera. Perché i toni della missiva di Segatori - nelle ultime elezioni in lista con i Radicali per sostenere la candidata a sindaco Teresa Sestito - non sono da meno. «Da quando sei sindaco - si legge - quanto ci sei costato tra sperperi, mancati introiti (sanzioni amministrative insabbiate o annullate agli amici), regalie a benefattori, assunzioni inutili di parenti e affini».

Ma il movente che ha scatenato la penna è un altro. «Il motivo per cui ti dico che sei un ladro - prosegue - è più banale: tu e i tuoi complici Francesco Iacomini, Dario Bacocco, Pietro Lupi, Giovanni Gidari, Giuseppe Ippolitoni, Settimio Cesarini e Pierluigi Martini, il 29 aprile scorso (del 2003, ndr) con delibera vi siete rimborsati 14.636 euro perché altrimenti l’avresti dovuta pagare di tasca tua insieme ai membri della fondazione (Albero dell’umanità, ndr), tra cui i sette assessori appena nominati». Il che, a suo avviso, «è un furto mascherato (male) da delibera. Possibile che il segretario generale Carlo Rossi non abbia ravvisato l’evidente conflitto di interessi e l’illecito?». E giù denunce dai diretti interessati, comunque non ritenuti responsabili dopo una successiva indagine della guardia di finanza.
Per queste espressioni colorite Segatori è stato condannato per diffamazione a mezzo stampa. Poi la prescrizione, alla quale ha rinunciato per arrivare all’assoluzione.

Escluso il mezzo stampa perché la lettera era stata consegnata «ad personam», la Corte di appello di Roma ha depennato anche la diffamazione perché trattasi di «esercizio legittimo - si legge nella sentenza - del diritto di critica». In ballo c’è un’opinione «che, come tale, non può pretendersi obiettiva». E quel «ladro»? «Non era diretto al sindaco inteso come soggetto privato, quanto all’homo publicus». E dunque addio condanna.
Martedì scorso a Vetralla era giorno di consiglio. E Segatori non si è fatto scappare l’occasione di lasciare una copia della sentenza sui banchi, compreso Aquilani che lo scorso anno è diventato di nuovo sindaco. «Non ho diffamato nessuno - dice - e ho rinunciato a una comoda prescrizione assumendomene il rischio». E tanto per non farsi mancare niente, rilancia. «Al tribunale di Roma - conclude - pende una controversia tra la fondazione, il Comune e, dall’altra parte, l’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, per il presunto mancato pagamento di una fattura di circa 73.000 euro relativa alla realizzazione di medaglie ricordo e sculture». Governo ladro.


Fonte: http://www.ilmessaggero.it


Commento di Oliviero Mannucci: Caso mai bisognerebbe fare una legge che punisca chi dice che i politici sono onesti, visto come va l'Italia.


Barzelletta: Un vicino di casa al suo nuovo vicino - La vede quella villa lì.... è la casa di un politico famoso ! - e l'altro - Ah si, ma tanto qui a casa mia ho appena istallato l'antifurto!



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