Per venti anni il Parlamento si è
dovuto occupare dei fatti privati di un individuo e non di governare il
paese, che abbandonato e depredato delle sue risorse senza che nessuno
si occupasse di impedirlo, è stato trascinato sull’orlo di un baratro. Un
paese di cinquanta milioni di abitanti lasciati alla deriva, perché il
governo doveva occuparsi dei problemi giudiziari di un individuo e
studiare il modo di salvarlo dalla galera. Questa gente che aveva
giurato sulla Costituzione di servire il paese, essendo venuta meno al
giuramento andrebbe giudicata da ben altre corti, perché colpevole di
alto tradimento. A questa gente, che curava gli interessi del “padrone”
piuttosto di chi pagava loro gli stipendi, i "cittadini", non può essere
permesso di continuare ad occupare le istituzioni e la ridicola scusa
che una parte degli italiani li abbia votati non regge più. Necessita
che chi è preposto a far rispettare le leggi ne prenda atto e si adoperi
affinché la guida di questo paese venga affidata a gente capace,
onesta, al di sopra di ogni sospetto. I risultati per non essere
intervenuti in tempo ricadono sulla popolazione purtroppo, che
impoverita, nauseata e demoralizzata subisce passivamente questa
violenza da troppi anni. Un paese nobile e ricco di risorse
intellettive, non può continuare ad essere schiacciato da una degenerata
gestione della cosa pubblica. Un paese che sta gridando aiuto da anni
ed è arrivata l’ora che qualcuno raccolga le sue urla e ponga fine al
massacro politico, economico e morale di cui è vittima.
Maria Pia Caporuscio
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