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domenica 25 dicembre 2011

A 10 anni dal terremoto in Umbria si ricostruisce senza criteri anti-sismici

PERUGIA – Distrutte dal terremoto le case le ricostruiscono senza adottare misure anti-sismiche: è un reato e un’offesa all’intelligenza. Stavolta non si parla del martoriato Abruzzo. Un caso di speculazione edilizia ai danni dei terremotati è stato sollevato dai pm di Perugia Mario Formisano e Paolo Abbritti che accusano la società Novatecno di falso in atto pubblico, truffa allo Stato, frode in pubbliche forniture e violazione delle disposizioni normative previste per l’edificazione in zona sismica nella ricostruzione di Giove, frazione di Valtopina distrutta dal terremoto del 26 settembre 1997.

Dopo oltre 10 anni di ristrutturazione e quasi 5 milioni di euro le 55 case del borgo di Giove sono ancora inagibili, perché costruite con violazione dei criteri antisismici previsti dalla legge, e lo scorso luglio sono state sequestrate dalla guardia di Finanza per ordine del Gip di Perugia. In una regione come l’Umbria ad alto rischio sismico la ricostruzione assume i contorni di una vera truffa ai danni dello Stato che ha pagato per i lavori, ma soprattutto ai danni di quei cittadini, per lo più anziani che vivono di pensione, dopo 14 anni ancora confinati nei container di latta.

Le perizie eseguite su richiesta della Procura da Bernardino Chiaia, docente di Scienze delle costruzioni del Politecnico di Torino, e l’architetto Cristina Zannini hanno evidenziato delle “rilevanti criticità”, quali “probabile mancata realizzazione della parete di intonaco armato su alcuni muri ove essa era stata prevista in progetto” e “assenza o totale inefficacia di alcuni interventi di miglioramento, in particolare dell’intervento di iniezione nelle murature ai piani terra”.

L’avvocato Giuseppe Innamorati, legale della Novatecno, ha richiesto il dissequestro degli immobili, sostenendo che la ditta è subentrata allaricostruzione nel 2006 ad un altra impresa che dichiarò fallimento: “ il mio cliente si è strettamente attenuto al nuovo progetto che ha avuto l’incarico di eseguire. Le mancate iniezioni di malta cementizia probabilmente appartengono al periodo precedente. Sono magagne pregresse di cui è ingiusto incolparci. Produrremo, comunque, una consulenza dettagliata per dimostrare l’idoneità statica e antisismica delle case di Giove”.

L’arte della speculazione sui terremotati italiani sembra arricchirsi sempre di nuove beffe per coloro che da anni vivono nei container e sono sfortunati protagonisti delle catastrofi naturali, ma non è dato sapere se anche in questo caso ci sarà qualche imprenditore che, come nel caso della ricostruzione di L’Aquila, avrà accolto con “grosse risate” la notizia del terremoto che devastò il borgo di Giove.

Fonte: http://www.blitzquotidiano.it

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