Protesta in Regione: 200 "normali terremotati" ricevuti da Errani
E' in corso una manifestazione davanti ai palazzi di viale Aldo Moro per mettere in luce le problematiche legate alla ricostruzione dopo il sisma dello scorso maggio
Sono circa 200
cittadini "normali terremotati" dell'Emilia-Romagna stanno manifestando
di fronte alla sede della Regione per portare il disagio che stanno
vivendo a quasi nove mesi dal sisma di maggio.
La protesta, senza insegne politiche, è nata dall'iniziativa del
comitato 'Finale Emilia terremotata protesta' ma ha aggregato cittadini
da quasi tutti i paesi del cratere: "La manifestazione è organizzata da
normali terremotati, l'adesione di eventuali personaggi
pubblici deve essere vista come protesta dei signori stessi verso un
immobilismo istituzionale talmente marcato da far alzare in piedi un
popolo laborioso e tranquillo come quello Emiliano .Tanto dovevamo"
fanno sapere i manifestanti su Facebook.
ANCHE IL SINDACO DI FINALE EMILIA. Tra loro anche il primo cittadino di Finale, Fernando Ferrioli,
e di Sant'Agostino, Fabrizio Toselli. Una delegazione é stata ricevuta
dal presidente della Regione e commissario straordinario per la
ricostruzione, Vasco Errani.
"Comunque andrà sarà un successo! - scrivono sempre su Facebook - Il 21 gennaio ci siamo trovati in 10, senza forza e speranza, ora alla vigilia della manifestazione di Bologna grazie a voi, gente comune come noi che ci avete dato fiducia da subito ed in breve tempo siamo diventati tanti, abbiamo lavorato molto, girato in molte piazze e preparato insieme a validi tecnici un documento che consegneremo domani al commissario, che è il nostro vanto . E' chiaro e sintetico, ma punta nella direzione giusta: sbloccare la macchina infernale burocratica che ha fermato tutto. Noi delle proposte ne abbiamo diverse. L'unico rammarico è quello di non essere riusciti a coinvolgere Rovigo e Mantova province terremotate come le nostre".
"Comunque andrà sarà un successo! - scrivono sempre su Facebook - Il 21 gennaio ci siamo trovati in 10, senza forza e speranza, ora alla vigilia della manifestazione di Bologna grazie a voi, gente comune come noi che ci avete dato fiducia da subito ed in breve tempo siamo diventati tanti, abbiamo lavorato molto, girato in molte piazze e preparato insieme a validi tecnici un documento che consegneremo domani al commissario, che è il nostro vanto . E' chiaro e sintetico, ma punta nella direzione giusta: sbloccare la macchina infernale burocratica che ha fermato tutto. Noi delle proposte ne abbiamo diverse. L'unico rammarico è quello di non essere riusciti a coinvolgere Rovigo e Mantova province terremotate come le nostre".
Fonte
Fondi sociale, 110 mila euro mai arrivati a L'Aquila. Durante e Di Nicola: "Gatti faccia qualcosa"
"Siamo tornati a sollecitare l'attenzione e l'iniziativa dell'assessore regionale alle Politiche sociali Paolo Gatti in merito alla gravissima questione della mancata erogazione, da parte dell'ente regionale, dei fondi per la non autosufficienza".
Lo annunciano i consiglieri comunali dell'Aquila Adriano Durante e Giuliano Di Nicola.
"Si tratta di circa 110mila euro relativi all'annualita' 2012, che riguardavano circa 100 cittadini aquilani in condizioni di non autosufficienza che non sono stati trasferiti al Comune, senza una spiegazione e senza ulteriori chiarimenti circa il futuro di questi contributi".
"Ricordiamo - rilevano i consiglieri - che si tratta di fondi essenziali, destinati a persone in gravi difficolta', rese ancora piu' aspre dal terremoto, spesso sole, anziane e con redditi bassi. Cittadini lasciati soli, con le rispettive famiglie, e gettati nella piu' totale incertezza circa il futuro. Alle precedenti sollecitazioni non abbiamo avuto risposta, per questa ragione, come presidente e come vice presidente della Commissione consiliare Politiche sociali, siamo tornati a segnalare in una nota la questione all'assessore, cui abbiamo chiesto un incontro, da convocare con cortese sollecitudine. Confidiamo, data la delicatezza e l'urgenza del problema, in un'adeguata attenzione da parte della Regione Abruzzo".
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Abruzzo/Terremoto, alberghi aquilani in ginocchio: «niente rimborsi, rischiamo chiusura»
Da loro gli sfollati ma le fatture non sono state ancora saldate
L'AQUILA. Gli alberghi aquilani che hanno ospitato e ancora ospitano i cittadini terremotati sono «a rischio chiusura a causa degli ormai annosi ritardi nel pagamento delle fatture».
A lanciare l'allarme è Federalberghi Confcommercio L'Aquila sottolineando come ad oggi risultano sospesi il saldo di dicembre 2010, il saldo dell'intero anno 2011 e del mese di gennaio 2012 e, nonostante le rassicurazioni, non è stato fatto alcun passo in avanti per venire incontro alle esigenze degli albergatori che si trovano ad affrontare gravissime difficoltà economiche causate, nella maggior parte dei casi, da forzate anticipazioni, anche a mezzo di fidi bancari, per poter sostenere le spese quotidiane.
«Ci erano stati preannunciati i pagamenti al 28 febbraio - si legge nella nota di Federalberghi locale - ora abbiamo saputo che forse arriveranno nel mese di marzo e a questo punto ci chiediamo se la ragione del ritardo sia dovuto a un rimbalzo di responsabilità o alla mancanza di fondi. Siamo ormai giunti al limite e chiediamo con forza che il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, dia una immediata risposta, in termini concreti, alle molte aziende che chiedono semplicemente il rispetto degli impegni assunti e la possibilità, una volta per tutte, di poter uscire da un circolo vizioso che mette in serio e imminente pericolo la loro stessa sopravvivenza».
Gli albergatori chiedono quindi «chiarezza». «Pretendiamo, perché ne abbiamo il diritto - dicono - di sapere con certezza i termini entro i quali la Regione effettuerà la liquidazione dei pagamenti dovuti».
L'ultimo accordo siglato dalle Associazioni di categoria risale al 2 Luglio 2012 in base al quale sarebbero stati erogati: saldo dei mesi di settembre, ottobre e novembre 2010, anticipo del 75% delle mensilità di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2011, anticipo del 75% del mese di gennaio 2012, riferisce l'Associazione di categoria.
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CARCERI: CUCCO, DATI DENOTANO SITUAZIONE GRAVE E POLITICA ASSENTE
(AGENPARL) - Roma, 20 feb - "I dati
diffusi dal Garante regionale dei detenuti del Lazio insieme a CGIL FP
confermano, purtroppo, una situazione ben conosciuta dai radicali che da
tempo visitano le carceri italiane e denunciano assenza di politiche,
di interventi e di scelte da parte di chi ha potere di intervenire a
tutti i livelli, da quello nazionale a quello locale. Questo vale
anche per la situazione delle persone lgbt, ed in particolare per la
situazione delle persone transessuali detenute, che vivono, molto
spesso, situazioni di degrado ed emarginazione anche maggiori degli
altri".
Questo il commento di Enzo Cucco,
presidente Associazione radicale Certi Diritti, al rapporto sulla
situazione delle Carceri nel Lazio firmato dal Garante dei Diritti dei
Detenuti e la Cfil Fp.
"In particolare - prosegue il presidente
di Certi Diritti - i principali problemi esistenti sono quelli connessi
alle difficoltà di continuazione delle terapie necessarie per le
persone transessuali in transizione (ma spesso anche per le persone
sieropositive) e situazioni di pericolo per la sicurezza personale. Da
molto tempo le associazioni lgbt e la nostra chiedono interventi mirati e
concreti. Ma nulla è stato realizzato. Presso il Dipartimento
dell'Amministrazione penitenziaria giace da almeno due anni uno studio
proprio sulla situazione delle persone transessuali nelle carceri
italiane, che documenta situazioni ben conosciute dalla nostra
associazione. Studio che avrebbe dovuto generare Linee guida di
intervento specifiche per le persone transessuali, indicazioni perchè la
sanità pubblica risponda alle necessità sanitarie e interventi
strutturali per gli spazi. Nulla di tutto questo è stato fatto, ne dal
Governo e dai suoi organismi ne dalle Regioni che, lo ricordiamo, sono
responsabili per la sanità. Anche i cosiddetti reparti speciali sono
chimere, e laddove sono stati realizzati veri e propri ghetti che hanno
solo isolato le persone transessuali dal resto della vita carceraria".
"Quando le istituzioni si decideranno ad intervenire su questa vicenda sarà sempre troppo tardi", conclude la nota.
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