IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

sabato 9 febbraio 2013

CASTA/ Il Quirinale costa il doppio dell’Eliseo: le spese pazze di Napolitano


Incredibile ma vero: il Quirinale spende più della Casa Bianca e dell’Eliseo. Questo l’amaro verdetto a cui si giunge dopo che la Presidenza della Repubblica ha pubblicato voce per voce le sue spese


I NUMERI DEL QUIRINALE E LE SUE SPESE PAZZE
Il Quirinale riceve ogni anno 228 milioni di euro dal Ministero del Tesoro per le proprie spese. Mai era accaduto finora ma il primo dato choccante è che a Napolitano tutto questo denaro non basta per sostenere le sue spese e quelle del suo staff. Ne spende invece 243,6 milioni di euro con uno sforamento di quasi sedici milioni di euro che pesano sui ricavi dello stesso Palazzo.
Che il Quirinale fosse un’azienda in pochi lo sapevano. Questi i suoi incassi che vanno direttamente nelle casse di Napolitano per pagare non soltanto i dipendenti ma anche alcuni sfizi di cui  non sa fare a meno.
Tutti nelle sue tasche i 90mila euro l’anno incassati per gli ingressi, gli altri 60 mila euro per la vendita di pubblicazioni e i 40 mila euro come proventi dalle formazioni arboree di Castelporziano. Altri 200 mila euro vengono incassati da proventi in attività zootecniche della tenuta di Castelporziano e infine ancora 40 mila dalla vendita esemplari fauna selvatica della stessa tenuta. In tutto sono 430mila euro. E gli altri quindici milioni e mezzo di euro? Non è specificato da dove arrivino ma sono certo uno schiaffo in faccia agli italiani e alla crisi.

NAPOLITANO E GLI STIPENDI MILIONARI DA PAGARE
Il Quirinale nel 2012 pagava al Presidente della Repubblica 240mila euro di stipendio all’anno. Nel 2013 in piena spending review è arrivato un pugno negli occhi degli italiani: mentre migliaia di lavoratori finivano disoccupati o in cassa integrazione Giorgio Napolitano si aumentava lo stipendio di 8.835 euro l’anno passando a un totale di 248.017. Il Palazzo della presidenza della Repubblica oltre ai suoi utili però ha anche i suoi oneri.
E se di utili ci sono solo 430mila euro visibili per il personale si spende 121,5 milioni di euro più 90 milioni di pensioni per 1720 dipendenti e distaccati. Ogni dipendente del Quirinali costa 70.656 euro. La domanda ora è d’obbligo. A chi verranno accollati i costi di questo personale? Anche alle altre amministrazioni pubbliche perché la metà dei dipendenti del Quirinale risultano essere militari. I consulenti del Presidente della Repubblica vengono invece pagati 2,6 milioni di euro.
Per i dipendenti inoltre è prevista la spesa di 400 mila euro per il costo degli alimenti, poi ci sono i costi di pulizia delle stanze e 779 mila euro per la beneficenza.

LE SPESE PRIVATE DEL QUIRINALE: 15.000 EURO PER LE PARTITE DEL CUORE
napolitano-giorgio_spese_pazze_quirinaleFinora abbiamo snocciolato i dati delle cosiddette “spese pubbliche” del Quirinale. Oltre a queste però ci sono anche quelle private. Salta agli occhi la voce televisione. Si tratta di 15mila euro suddivise tra gli abbonati Rai e quelle di Sky.
Una cifra che fa a pugni con i 407,35 euro che ogni ufficio pubblico dovrebbe pagare per ogni stabile di sua proprietà. Arrivare a quindicimila euro non è facile a meno che oltre al classico canone Rai non si decida di istallare anche l’abbonamento alla pay tv per seguire non soltanto i telegiornali che riguardano la presidenza della Repubblica ma soprattutto il calcio e le partite della squadra del cuore del Presidente e dei suoi fedeli collaboratori che dovrebbero affollare il Quirinale anche la domenica sera per vederle.  Napolitano è il presidente che spende meno? Certo che no e lo andiamo a vedere subito.

IL CONFRONTO CON LA FRANCIA: NAPOLITANO PEGGIO ANCHE DI SARKOZY
E’ Napolitano il presidente che spende meno in tutto il mondo? Certo che no visto che il Quirinale costa circa il doppio anche dell’Eliseo. Il palazzo tacciato di essere sprecone ai tempi di Nicolas Sarkozy arrivava a spendere 115 milioni di euro l’anno. Hollande però ha dichiarato che in tempi di austerity ci sarà un taglio significativo del 4% come ha dichiarato sul quotidiano “Il Parisien”.
L’obiettivo di Francois Hollande è quello di spendere 105,3 milioni di euro. Le misure di austerity verranno attivare tagliando gli acquisti delle attrezzature, sui regali che il presidente offre ai suoi ospiti, la vendita di molte auto blu. Hollande taglierà anche sui viaggi e sugli incontri privati utilizzando i videomessaggi. Il confronto col Quirinale non regge proprio perché per arrivare ai 243,6 milioni di euro di cui si parla in Italia anche la Francia di Sarkozy avrebbe impiegato due anni per spenderli.
E parliamo di un governo molto criticato nel  libro “L’Argent de l’Etat” del deputato socialista René Dosiere. Tra le pagine della sua opera era infatti ricordato che in Francia si spendevano quotidianamente 12mila euro per il cibo. Citati anche i 26mila euro spesi per mandare in Ucraina una squadra di medici che soccorresse il figlio di Sarkozy Pierre che mentre faceva il dj aveva accusato un malore.
Rispetto a Chirac aveva raddoppiato le sue auto da 55 a 121 per un costo di 157mila euro per l’assicurazione e 433mila per il carburante. Nel mirino dei francesi anche il viaggio alle grotte di Lascaux fatto insieme alla moglie Carla Bruni al modico prezzo di “131mila euro. Ci dispiace dirlo ma le follie di Carlà nulla sono a confronto di quelle della Napolitano band. Cosa farebbero i francesi davanti allo spreco del nostro Presidente della Repubblica? Spenderebbero, gioco di parole, fiumi di inchiostro per documentarsene.
E non finisce qui: perché Sarkozy che prendeva 21300 euro al mese che all’anno sarebbero 255600 euro prendeva seimila euro all’anno in più di Napolitano e Hollande che prenderà invece 14910 euro al mese che corrispondono a 178.920 all’anno. Il nuovo presidente francese percepirà quindi 60mila euro in meno di Napolitano.


IL CONFRONTO CON GLI USA DI OBAMA
La Casa Bianca è un’altra cosa: gestisce un territorio molto più vasto di quello italiano e deve gestire un sistema federativo da 50 Stati. Certo è che lo stipendio di Barack Obama è superiore a quello di Giorgio Napolitano. Però lì, al contrario dell’Italia, non aumenta. Nel 2009 il Presidente della Repubblica percepiva uno stipendio di 400mila dollari ora tradotto in euro è 275 mila. Solo 30 mila euro in più di Napolitano ma con molte funzioni in più da assolvere.
Gli Stati Uniti restano comunque la prima potenza economica mondiale e Obama, essendo il capo di una Repubblica Federale presidenziale deve assolvere a un maggior numero di compiti rispetto a quelli di Napolitano che, come da Statuto, delega al presidente del Consiglio dei Ministri molte di quelle che negli altri Stati sono compiti del presidente della Repubblica.
E gli stipendi degli altri collaboratori? Alti ma non altissimi. In 21 guadagnano 118.500 euro l’anno. Nessun compenso durante il governo Obama è stato aumentato. Calcolando solo gli stipendi più alti si arriva a vedere che negli Stati Uniti si spendono 2.488.500 euro solo per i dipendenti. Una cifra molto lontana dai 121,5 milioni di euro del Quirinale. Lavorano alla Casa Bianca 454 persone (meno di un quarto dei dipendenti del Quirinale) e lo stipendio più basso è di 41mila dollari pari a 20 mila euro. Arrivare quindi alla cifra astronomica del Quirinale è impossibile anche al Presidente americano più spendaccione.

L’Italia è più austera quindi soltanto nello stipendio del Presidente. Per il resto quello costruito sul colle romano più prestigioso è uno dei palazzi più spendaccioni del mondo. Alla faccia del debito pubblico sforato a 2mila miliardi di euro e della disoccupazione che con la percentuale dell’11,2% ha raggiunto un record storico dal 1999. Ridurre la spesa ai livelli della Francia ossia 105,3 milioni di euro permetterebbe di recuperare 69150 posti di lavoro pagati duemila euro al mese, oppure 138300 pagati mille euro.
Spese quindi che gridano vendetta al cospetto di Dio e contro le quali il popolo può poco: il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in Italia, quasi come un Re che si autonomina senza dover rendere conto al Popolo Italiano. Quindi: spendo come voglio, non rischio l’elezione.


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