IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

giovedì 4 aprile 2013

Obama si riduce lo stipendio, Napolitano invece se lo alza


Anche Obama si riduce lo stipendio



Non sarà tanto – ventimila dollari – ma siccome di questi tempi certi atti simbolici hanno valore, la decisione annunciata da Barack Obama di rinunciare al cinque per cento del suo stipendio è una notizia di rilievo, tanto più che proprio recentemente si era parlato della possibilità opposta, cioè che il presidente democratico potesse decidere l’aumento dell’assegno presidenziale – 400.000 dollari l’anno – seppure non a suo favore, ma a beneficio del suo successore.
Importante anche il perché della decisione: presa, ha fatto sapere la Casa bianca, in solidarietà con i dipendenti pubblici, oltre un milione di lavoratori, che nelle prossime settimane perderanno decine di giornate lavorative pagate a causa dei tagli automatici al bilancio pubblico, il sequestration, che costringe il governo federale a ridurre di 85 miliardi di dollari le spese nell’anno in corso, anche se non sarà raggiunto al Congresso il necessario accordo bipartitico.
Il presidente ha già versato al Tesoro nei giorni scorsi un primo assegno e continuerà a riconsegnare il cinque per cento – la stessa percentuale che è stata applicata nei tagli operati a tutti i programmi federali non di difesa – dei suoi guadagni fino arrivare appunto a ventimila dollari entro dicembre.
Il gesto di Obama in realtà segue l’annuncio del nuovo segretario alla difesa, Chuck Hagel, che nei giorni scorsi aveva detto che avrebbe restituito l’equivalente di quattordici giorni del suo salario, 10.750 dollari, in segno di solidarietà con i 750mila dipendenti civili del Pentagono che quest’anno perderanno, appunto, quattordici giorni di lavoro pagati. Anche il titolare dell’agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa), Bob Percisepe, prima ancora di Obama, aveva fatto sapere di voler donare 32 ore dei suoi emolumenti a un fondo che sussidia i dipendenti federali per prestiti d’emergenza, programmi per l’infanzia e vsri tipi di assistenza finanziaria. Così il segretario per lo sviluppo edilizio e urbano Shaun Donovan e otto suoi vice doneranno sette giorni lavorativi, restituendoli al Tesoro o a gruppi non profit che aiutano le famiglie a basso reddito con problemi di abitazione.
Il gesto del presidente è stato ridicolizzato dall’opposizione repubblicana con un comunicato di questo tenore: ciao a tutti, non preoccupatevi cari contribuenti di tutta questa cosa dei tagli, tanto Obama restituisce il cinque per cento… E poi sale a bordo dell’Air Force One che costa 180 dollari per chilometro l’ora per andare a tirar su soldi dagli stessi ricconi e miliardari contro cui sta conducendo la sua campagna».
In realtà, la decisione di Obama ha poco a che fare con l’entità dei suoi guadagni o delle sue spese, ma serve ad attirare l’attenzione sul tema dei tagli che colpiscono intanto chi prende lo stipendio, i dipendenti federali, ma non vanno a toccare i redditi alti per via dell’intransigente opposizione repubblicana. I sindacati che rappresentano i lavoratori federali hanno apprezzato il gesto, definendolo «positivo», un modo «per unirsi alla nostra sofferenza».
I redditi del presidente in carica derivano solo in minima parte dallo stipendio che riceve. Già oggi con i diritti sulle due autobiografie, best seller in tutto il mondo, Barack e Michelle Obama hanno dichiarato guadagni per 750mila dollari nel 2011. Nel 2010 erano di 1.8 milioni di dollari e nel 2009 di 5.5 milioni di dollari.
C’è da aspettarsi che anche Joe Biden comunichi una decisione analoga. Ma anche dai parlamentari ci si attende qualcosa del genere. Individualmente, sono già in diversi a compiere atti di solidarietà con il pubblico impiego. Lo scorso febbraio la rappresentante democratica dell’Illinois Tammy Duckworth, una veterana della guerra in Iraq con entrambe le gambe amputate, ha annunciato che donerà l’8,4 per cento della sua indennità parlamentare (174.000 dollari l’anno).
La deputata Eleonor Holmes North, del Delaware, ha deciso di devolvere, per ogni giorno di congedo forzato dei dipendenti federali, metà della sua indennità al fondo di assistenza dei dipendenti pubblici e l’altra metà ai membri del suo staff.
Il Congresso ha congelato al 2009 gli aumenti automatici dei compensi parlamentari, sapendo di essere sotto osservazione da parte dell’opinione pubblica che, anche in America, è da tempo nel gorgo dell’antipolitica. Eppure la leader dell’opposizione democratica, Nancy Pelosi, ha fatto sapere pubblicamente che non ci sta a vedere ridotti gli emolumenti parlamentari. «Non credo che dovremmo farlo, ha detto, dovremmo anzi rispettare il lavoro che facciamo. Penso che sia necessario per noi avere la dignità del lavoro che abbiamo meritato».



IL PRESIDENTE GIORGIO NAPOLITANO SI AUMENTA LO STIPENDIO DI CIRCA 9000 EURO | BUON 2013, ITALIANI 

 

La crisi economica non accenna a diminuire ed invece aumentano i dubbi sull'efficacia della cura del governo Monti. Il tasso di disoccupazione continuerà a crescere nel 2013 e il Pil (prodotto interno lordo) continuerà a rimanere in rosso.

La diretta conseguenza è che il prossimo anno crolleranno ancora di più i redditi e, ovviamente, i risparmi già praticamente nulli delle famiglie italiane, secondo quello che è il quadro tracciato dall'Istat nel rapporto sulle «prospettive dell'economia italiana».

Da tutte le parti non si sente parlar altro che di "rigore", di "sacrifici" per il bene del Paese, di "orgoglio e dignità" degli italiani, un popolo che sa soffrire e sa essere unito anche nella difficoltà: probabilmente, questi punti verranno toccati anche nel consueto messaggio di fine anno che il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano invierà il prossimo 31 Dicembre 2012 nelle case degli italiani attraverso l'ausilio di tutte le Reti televisive.
 
Sono frasi e parole che già possiamo immaginare, perchè dette e stradette, anzi si potrebbe consigliare al nostro Capo dello Stato di tenere "buono" il manoscritto dello scorso anno con piccole variazioni sul tema.
Peccato, però, che sicuramente in quel messaggio "augurale" per il 2013 non verrà detto dal "diretto interessato" che lo stipendio di Giorgio Napolitano, proprio in coincidenza con l'inizio del nuovo anno, verrà "leggermente" aumentato di circa 9 mila euro....evitiamo ogni commento al riguardo perchè suonerebbe come estremamente retorico... 

Infatti, il Capo dello Stato che attualmente percepisce la modica cifra di 239,192 euro annui si vedrà aumentare il proprio compenso di altri 8.835 euro.

Il famoso giornalista di Libero, Franco Bechis ha scritto in merito all'argomento: "Il bel gesto ovviamente non è arrivato. Dopo anni di tagli ai costi della politica l'unico a non aver tirato la cinghia nelle istituzioni italiane è Napolitano. Fa impressione scoprire che il suo stipendio sarà l'unico in tutto il comparto pubblico ad aumentare nel 2013. La notizia è nascosta tra i trasferimenti del ministero dell'Economia sui costi della politica raccontati nella tabella 2 allegata alla legge di stabilità".
Perciò, quando a fine mese di Dicembre, lo sentirete elogiare il popolo italiano per la grande dignità con la quale sta affrontando questa grave crisi economica europea e mondiale....beh, ognuno di noi avrà la sua "reazione"...molti di noi però non avranno nemmeno in mano la bottiglia di spumante per festeggiare...
 

 

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