E’ la causa di questa crisi, si sta riassestando dai propri buchi,
succhiando soldi agli Stati e dunque ai cittadini, è il vero e unico
potere che sta determinando le scelte del mondo, che manovra
completamente anche il “gioco” dell’euro e che ha nelle mani il debito
pubblico degli Stati. Tutti lo sanno ma nessuno ne parla, … non se ne
può parlare … e nemmeno trovo nulla fra le proposte che i nostri
politici oggi fanno per uscire dalla crisi e dare un governo al paese
Capisco che è difficile, perché probabilmente tutti hanno paura
delle manovre di questi colossi finanziari (bancari e privati), ma è
sempre più chiaro che, finchè non si mette decisamente mano a questo
nodo, nulla potrà modificare sostanzialmente. Mi sembra logico chiedere
ciò alla politica affinchè smetta di essere succube dei loro giochi,
chiamandola a scelte coraggiose che coinvolgano i cittadini in questo
momento difficile che purtroppo è destinato a durare ancora molto tempo,
senza più farsi influenzare dalle montagne di soldi che la finanza può
mettere in gioco o scoraggiarsi di fronte al pesante debito pubblico che
è una costante dei paesi occidentali (alcuni, ricordiamolo sempre, con
percentuali ben peggiori del nostro, come Stati Uniti e Giappone).
Monti dichiara che il risanamento del bilancio è completato,
che siamo in equilibrio di bilancio e dunque dentro i parametri
costituzionali, modificati nel silenzio più assoluto e voluti dai
trattati Europei, ma a quali costi? Siamo sicuri che non c’erano altre
strade? Migliaia di aziende chiudono, i risparmi diminuiscono, i poveri
aumentano come la disoccupazione, l’economia si sta distruggendo, il
tessuto produttivo non regge più il mercato per i costi troppo alti, ben
superiori anche a quelli della Germania, ecc… Era questo il prezzo da
pagare? E’ giusto aver distrutto tutto salvando solamente il potere
finanziario? Io credo proprio di no, è un disastro totale a cui stiamo
assistendo e che abbiamo subìto nascondendoci dietro il fatidico “non
c’era altra possibilità!”. Una situazione che vede ora l’Italia
pesantemente indebolita e ad altissimo rischio: se è stato facile
distruggere nel nome del risanamento che poi in realtà non c’è stato,
perchè il debito non è diminuito, ora ricostruire sarà ancora più
drammatico e i costi sociali ulteriormente appesantiti.
Sto aspettando dunque dei politici davvero innovativi
che dicano qualcosa non solo sul rilancio dell’economia, sul risparmio
dei costi della politica, sul reddito di cittadinanza o l’eliminazione
dell’IMU, e altro simile, sacrosanto ma ampiamente insufficiente. Vorrei
che entrassero anche nel cuore del problema ovvero il ruolo delle
Banche, il loro agire quotidiano! Intanto separando le banche di
investimento speculativo da quelle commerciali, che finanziano
l’economia reale, impedendo a queste ultime di fare operazioni
speculative a rischio (com’era una volta), in modo che i risparmi dei
cittadini non finiscano per essere mangiati da cattivi investimenti.
Poi obbligandole a finanziare l’economia reale, a riprendere cioè a fare
il loro mestiere, che non fanno più.
Sull’enorme debito lo dico da tempo: anche qui dobbiamo uscire dall’angolo in
cui la finanza ci ha cacciato. “Diciamo Basta”! La politica dichiari
con coraggio che il debito è congelato, perché la priorità ora è pensare
al bene dei cittadini, a coloro che quotidianamente perdono il lavoro e
all’economia tutta da ricostruire. Dobbiamo dare nuove regole nuove
alla finanza: essa gioca con queste paure per condizionare le nostre
scelte. La finanza è uno strumento, deve solo essere e rimanere uno
strumento: purtroppo invece è sfuggito di mano, complici politici
compiacenti e concordi, ma se vogliamo davvero innovare dobbiamo
riprendere in mano i fili delle decisioni vere che se lasciate alla
finanza non potranno che portare a un peggioramento della situazione.
A farmi dire queste cose è semplicemente la storia di questi ultimi anni.
Purtroppo però, e ripeto una cosa che ho scritto altre volte, non
intravedo al momento un politico o un partito che possa avere la
determinazione di muoversi su questo terreno, tantomeno i “grillini”.
Bisogna perciò che siamo noi cittadini a “gridare forte” ai nostri
eletti quali sono i veri nodi di fondo del problema. Se rimaniamo in
balìa della finanza, Banca Europea compresa, sarà solo e sempre un “pro
domo loro” e sempre meno per noi cittadini.
Giovanni Acquati
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