IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

mercoledì 2 ottobre 2013

Il grido delle imprese «La politica uccide l’Italia che produce»

Confindustria, Confartigianato e Confcommercio sono pronti a scendere in piazza uniti per protestare

 di Paola Dall’Anese

BELLUNO. Gli imprenditori bellunesi dicono «basta a questa politica che pensa solo ai propri interessi e non al bene del Paese». E si dicono pronti a scendere in piazza, uniti e compatti, per far sentire il loro grido di disperazione, ma anche di rabbia, contro chi a Roma agisce senza tenere in minima considerazione le reali condizioni e i bisogni dei territori e dell’impresa.
La pazienza degli imprenditori (industriali, artigiani e commercianti) è quindi terminata e lo dichiarano apertamente i presidenti delle associazioni di categoria.
«Quanto accaduto negli ultimi giorni è a dir poco inconcepibile», ha detto ieri mattina Paolo Montagner, presidente di Confindustria Belluno delle Pmi, «e dimostra chiaramente che la politica non vuole aiutare le imprese, ma fare soltanto i propri interessi. Ciò che mi fa imbestialire è che, nello stesso momento in cui il capo del governo, Enrico Letta era negli Stati Uniti per cercare nuovi investimenti e investitori per creare così posti di lavoro, in Italia gli stupidi giochi della politica gli hanno messo i bastioni tra le ruote, con le dimissioni in massa dei ministri del Pdl. Per noi questo è inconcepibile, tanto che come piccole e medie imprese siamo pronte a scendere in piazza assieme ai colleghi del Veneto, ai lavoratori, agli artigiani e ai commercianti. Dobbiamo dire ai nostri politici che siamo stufi di questi giochetti, non ne possiamo più. Siamo arrivati ormai alla frutta: le aziende se ne vanno all’estero, perché qui la politica non fa niente per loro».
Un grido di disperazione, ma anche di esasperazione, è quello del presidente di Confartigianato Belluno, Giacomo Deon: «Fermiamo l’irresponsabilità della politica. Come imprese chiediamo rispetto, visto che siamo noi che tutti i giorni alziamo la serranda dell’azienda per far girare l’economia. A questa politica, che oggi impone un aumento dell’Iva e il Sistri, diciamo “basta”. Servono stabilità e scelte responsabili, non i giochetti politici a cui assistiamo quotidianamente. Le imprese di tutto hanno bisogno tranne che di una crisi di governo o di elezioni anticipate. Questi sono scenari che, come imprese, non vogliamo neppure immaginare, le ricadute in termini di maggiori costi e di perdita di competitività sarebbero troppo pesanti da sopportare. Governo, parlamentari e partiti devono tornare a occuparsi di Paese ed economia reale. Vogliamo una politica che metta al centro degli interessi l’Italia e il suo futuro, non gli interessi dei politici».
Sono parole dure che rivelano una tensione molto alta quelle di Deon, che aggiunge: «È ora di finirla che le responsabilità non siano mai di nessuno. È una follia e qualcuno dovrà rispondere di quello che è accaduto». Il presidente di Confartigianato pensa alle elezioni: «Si accorgeranno di quanto hanno fatto, quando andremo al voto e gli imprenditori non si lasceranno incantare. Qui ormai non c’è più niente da raschiare, siamo alla fine. Ma da come si comportano, anche i politici a Roma hanno capito che per loro è arrivata la parola fine».
E sull’idea di una manifestazione di protesta contro il governo, Deon precisa: «L’avevo lanciata già questa estate, ma poi, visto che la situazione politica sembrava essersi stabilizzata, non se n’era fatto più nulla. Se questi parlamentari vogliono andare a casa che vadano pure, ma che non si facciano più vedere».
«Non riesco a dar conto dell’impotenza che ci pervade», commenta sfiduciato Franco Debortoli presidente di Confcommercio Belluno. «Io posso pure manifestare se serve a qualcosa, ma la situazione è tale che entro breve in piazza ci scenderò perché non avrò altro posto dove andare».

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