Ieri sera, lunedì 7 ottobre 2013, è andata in onda la seconda puntata stagionale di Report. La trasmissione d’inchiesta di Rai Tre ha puntato i riflettori sui ritardi della Pubblica Amministrazione che spesso danneggiano commercianti e imprenditori. Come cambieranno le cose con il Decreto del Fare?
Indennizzo da ritardo, cosa prevede il Decreto del Fare
Il testo prevede che chi rallenta i lavori della Pubblica Amministrazione pagherà di tasca sua. Ma è proprio vero? E cosa deve fare l’imprenditore o il commerciante per essere indennizzato? Si parla di 30 euro per ogni giorno di ritardo fino ad un tetto massimo di due mila euro (ovvero circa 60 giorni di ritardo). Non sono mancate le testimonianze dirette. Carlo Brugnoli è un commerciante di calzature che due anni fa ha aperto un nuovo punto vendita in pieno centro a Roma. Per ottenere l’autorizzazione per l’insegna ha fatto regolare domanda ma atteso 16 mesi. La sua pratica è stata seguita da Confcommercio: l’istanza è stata inviata prima alla Sovraintendenza (che aveva un mese e mezzo per rispondere), poi al Comune di Roma che avrebbe dovuto rispettare il termine di 30 giorni e che invece ha risposto dopo 12 mesi. Ritardi così gravi non vengono tenuti nella giusta considerazione dal Decreto del Fare.Ma non è tutto: l’indennizzo da ritardo non è automatico. L’impresa danneggiata ha 20 giorni per azionare il c.d. potere sostitutivo e fare dunque in modo che venga nominato un altro funzionario che chiuda celermente la pratica. Se neanche in questo modo si ottiene il provvedimento si passa al terzo step: la richiesta al tribunale amministrativo. Ma ricorrendo al Tar l’impresa corre un rischio non indifferente: se l’istanza viene considerata inammissibile o infondata i giudici condannano il ricorrente a versare all’amministrazione una somma da due a quattro volte l’importo del contributo unificato. Ne consegue che l’iter farraginoso può rendere questa possibilità addirittura controproducente. Il ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Gianpiero D’Alia, ha giustificato la previsione di tempi come una necessità organizzativa descrivendo l’indennizzo non come un risarcimento del danno ma come una sanzione ai danni di chi rallenta la macchina dello Stato. Ha inoltre precisato che si tratta di una misura sperimentale della durata di 18 mesi.
Zone a burocrazia zero: lo stato dei fatti
Milena Gabanelli in studio commenta il servizio in maniera critica posto che questi ritardi costano ogni anno circa 31 miliardi di euro. La conduttrice pone l’accento in particolare sull’articolo 37, che prevede le zone a burocrazia zero. E qui le cose si complicano perché la disciplina è lacunosa. La prima a candidarsi è stata Lecce, nel quartiere popolare 167. Ma nulla è stato fatto e le prefetture sono rimaste le stesse.Mediazione civile obbligatoria, come funziona
La puntata si è chiusa con un riferimento alla mediazione civile obbligatoria, tornata nuovamente in vigore da poche settimane, esattamente dal 20 settembre scorso. E’ lo stesso strumento voluto da Alfano nel 2010 e poi bocciato dalla Corte Costituzionale.Alessandra De Angelis
Fonte
Commento di Oliviero Mannucci: Voi ci credete? Io no!
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