IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

giovedì 25 ottobre 2012

E' questa la ripresa di cui parla tanto Monti&C.?

 

Crisi, famiglie italiane in ginocchio
4,5 milioni non arrivano a fine mese

Secondo Censis e Confcommercio nel primo semestre 2012 il 18% dei nuclei familiari non è stato in grado di coprire tutte le spese con il proprio reddito. In crescita il credito al consumo e in calo la propensione al risparmio. Istat: -1% le vendite al dettaglio anno su anno e dato invariato rispetto a luglio

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 MILANO - Un periodo di grandi difficoltà per le famiglie italiane. Nei primi sei mesi del 2012, il 18% dei nuclei, ovvero 4,5 milioni, non è riuscito a coprire per intero le spese con il proprio reddito. Lo rivela un'indagine congiunta di Censis e Confcommercio, da cui emerge anche un forte ritorno al credito al consumo, sintetizzato nell'espressione "me la segni sul conto". Rispetto a sei mesi fa è aumentata dal 13,3 al 21% la quota di chi posticipa i pagamenti.

Secondo Censis e Confcommercio, si è deteriorata la capacità di risparmio delle famiglie ed è aumentato il numero di quelle insolventi, che pur restando una minoranza nel panorama complessivo, sono sintomatiche di un quadro negativo. Dall'indagine emerge che il 65% dei nuclei familiari è andato sostanzialmente in pari fra entrate e uscite nel primo semestre, mentre soltanto 17% è riuscito a risparmiare qualcosa. Fra coloro che non riescono ad arrivare a fine mese, il 56 % ha fatto ricorso ai risparmi in banca. In crisi soprattuto le famiglie del Mezzogiorno, quelle con un solo genitore e le coppie con un figlio.

Le difficoltà investono anche le famiglie con a carico un mutuo immobiliare. A settembre 2012 è aumentata la quota di chi ha dichiarato notevoli difficoltà nella restituzione della rata (14,7% rispetto all'8,3% di giugno 2011) e di chi non è proprio riuscito a rispettare le scadenze (4,7% contro il 2,2%).

Sul fronte dei consumi, la percentuale di chi prevede di effettuare spese per la ristrutturazione della casa o acquisti di elettrodomestici, mobili o di auto è nettamente inferiore a chi vorrebbe fare tale tipo di spesa ma per il momento è costretto a rinunciare.

La conferma del momento difficile viene dal fatto che ad agosto le vendite al dettaglio sono rimaste ferme su luglio, mentre su base annua sono scese dell'1% (il quinto calo consecutivo). Lo rileva l'Istat. Guardando ai prodotti alimentari, la crescita è azzerata in termini congiunturali, mentre salgono dello 0,2% a livello tendenziale. Quindi con agosto si archivia un altro mese in negativo, che arriva dopo il forte arretramento di luglio. Sempre con riferimento al valore corrente che include sia la dinamica delle quantità sia dei prezzi, nei primi otto mesi del 2012, le vendite al dettaglio (dato grezzi) risultano su base annua in calo dell'1,6% (-0,1% per gli alimentari e -2,4% per il settore non 'food').

Guardando alla distribuzione, ad agosto soffrono tutte le tipologie, con cali tendenziali più forti per i piccoli negozi (-1,4%) rispetto alla grande distribuzione (-0,4%). In particolare registrano una buona performance i discount (+1,8%). Quanto al settore non alimentare, che scende dello 0,1% su base mensile e dell'1,5% a confronto con l'anno scorso, si registrano diminuzioni in quasi tutti i gruppi di prodotti, ad eccezione di calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+0,6%). I ribassi tendenziali di maggiore entità invece riguardano: supporti magnetici, strumenti  musicali (-4,0%); mobili, articoli tessili, arredamento (-3,6%).

Confcommercio e Censis hanno anche rivisto al ribasso le stime di consumi e Pil calcolando che i primi crolleranno del 3,3% a fine 2012 e dello 0,9% nel 2013. Il Pil sarà in calo del 2,3% nel 2012 e a -0,8% nel 2013. Aumenta invece la pressione fiscale su imprese e famiglie: dal 45,5% calcolata dal governo nel 2013 si passa - dice Confcommercio - a un livello 'reale' del 55,2%, al netto del sommerso. "Un record mondiale" secondo l'organizzazione. (25 ottobre 2012)

Fonte: http://www.repubblica.it

 

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