IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

lunedì 28 gennaio 2013

Scuola, spunta l'ipotesi di ferie più corte
e contro Monti scoppia subito la polemica

 

Il Professore promette tagli fiscali ma minaccia un intervento correttivo sulla finanziaria: "Dipende dal voto". E rilancia la proposta di un'alleanza allargata dei riformisti.  Bersani: "Stanco di manovre come credo tutti gli italiani". La Cgil contrattacca con Camusso: "Premier chiarisca sui conti"

 ROMA - A poche settimane dalle elezioni, il premier uscente - e candidato - Mario Monti sgancia la sua promessa sul Fisco, mettendo sul tavolo misure che complessivamente potrebbero valere quasi 30 miliardi. Rilancia l'idea di una grande coalizione per le riforme, ma al tempo stesso minaccia l'ipotesi di una manovra correttiva in primavera: "Dipende dal voto", sentenzia a Omnibus su La7.

In serata, la secca replica di Pierluigi Bersani: "Io sono stanco di manovre come credo tutti gli italiani, non si può inseguire la recessione con delle manovre e quindi sono contro", premette il segretario del Pd e candidato premier del centrosinistra, che poi invita il Prof a fare esercizio di umiltà. "Mi pare di aver capito che la manovra non si fa se c'è lui: un po' di modestia sarebbe consigliabile. Detto questo - aggiunge Bersani - qualche problemino c'è da affrontare, lo sa anche Monti".

Più a caldo era giunta la risposta della Cgil: "Benché dimissionario, dovrebbe ricordarsi di essere il presidente del Consiglio - ribatte Susanna Camusso -  quindi dovrebbe rispondere su come lascia i conti del Paese e non può sostenere che la manovra ci può essere o no a seconda di chi vince, anche perché appare un messaggio minaccioso per gli elettori".

Imu. "L'Imu sarà ridotta nel 2013, accrescendo la detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro - dice Monti -. Ci saranno anche detrazioni legate agli anziani", mentre raddoppieranno quelle per "i figli a carico, da 100 a 200 euro, fino a un totale di 800 euro". Secondo Monti, il costo stimato della riduzione della tassa che più di ogni altra è legata al suo nome, è di "due miliardi e mezzo e la copertura viene dal contenimento della spesa corrente primaria per circa 3 miliardi". Nello spiegare le sue proposte di modifica alla tassa sulla casa il Professore non tralascia una stoccata al Pdl: "C'è chi propone semplicemente di abolire l'Imu, poi magari deve intervenire un governo tecnico...". L'Imposta municipale unica, nel progetto del premier uscente, deve essere "un'imposta più progressiva e più equa". La stessa indicazione, sul balzello introdotto proprio dall'esecutivo del Professore, era arrivata dall'Ue.

La grande coalizione. Per realizzare queste riforme secondo Monti potrebbe esserci bisogno di un'alleanza allargata. Per il premier uscente, se nella prossima legislatura "ci fosse una grande coalizione su alcuni temi di riforma oltre che su quelle costituzionali, non so se avrebbe il sapore della vecchia politica. Forse avrebbe il sapore della politica necessaria".

A scuola solo un mese di vacanze. "Le vacanze estive durino solo un mese". E' quanto si legge nella bozza sulla riforma del mercato del lavoro redatta da Mario Monti e dal pool di economisti candidati nella lista 'Scelta civica' e di cui è in possesso l'Agi. "Va ipotizzata - si legge nel documento preparato sabato mattina durante una riunione nello studio del giuslavorista ex Pd Pietro Ichino - una riforma del calendario scolastico in modo da limitare ad un mese le vacanze estive, sulla base della partecipazione volontaria delle famiglie".  "Questa misura - prosegue il documento - non vuole andare ad aggravare il lavoro degli insegnanti, ma modernizzare un sistema che penalizza i genitori lavoratori. Le attività sportive, di recupero, alternative e per la comunità possono trovare più spazio se la scuola rimane aperta per 11 mesi l'anno, incoraggiando ogni istituto ad essere autonomo nella scelta dell'impiego per il tempo in più".

Smentita e polemiche. Ricostruzione che è stata però smentita da Mario Sechi, responsabile della campagna elettorale di Scelta civica. "Non è prevista nessuna limitazione a un mese delle vacanze estive delle scuole", ha sottolineato ricordando che la riforma del mercato del lavoro alla quale lavora un gruppo di economisti insieme a Pietro ichino, sarà presentata nei prossimi giorni. Da quanto è stato possibile ricostruire, la bozza contiene effettivamente la proposta di vacanze più brevi, ma non era ancora stata sottoposta al vaglio dei vertici del partito. Appena circolata, l'ipotesi aveva comunque subito suscitato reazioni negative dai sindacati. "Evidentemente Monti ha confuso la scuola con un parcheggio dove le famiglie potrebbero lasciare i propri figli", ha commentato il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. Accuse di segno opposto arrivano invece dai democratici. Monti, dice Francesca Puglisi, responsabile scuola del partito, "ripropone ricette Pd respinte dal suo governo". "Il programma della scuola approvato nel 2010 dall'assemblea nazionale del Pd - dice - propone 'scuole aperte tutto il giorno, tutto l'anno e per tutta la vita'".

Sul lavoro più flessibilità. La bozza prevede poi una riforma del lavoro che non guarda ad una revisione della nuova disciplina dei licenziamenti individuali, ma che punta a sperimentare soluzioni più flessibili, partendo da quanto è consentito dall'articolo 8, quello sulle deroghe contrattuali, che ha effetti anche sul recesso dal rapporto di lavoro. Sempre in tema di occupazione il piano del premier propone un piano straordinario per dare l'opportunità  di lavoro ad ogni giovane che esce da un ciclo scolastico, mentre a chi non ha opportunità di lavoro, deve essere offerta un'opportunità "dal servizio pubblico, in collaborazione stretta con organizzazioni private imprenditoriali e no, entro il termine massimo di 4 mesi".

Manovra-bis? Dipende dal voto. Quanto alla possibilità di una manovra correttiva in primavera, il premier uscente la esclude, ma aggiunge che "dipende dall'esito del voto".  "Anche se nel 2013 il Pil andasse peggio di quanto previsto tempo fa, e se fosse negativo - spiega a Omnibus -  questo non porterebbe di per sè la necessità di una manovra, perché l'obiettivo di bilancio è in temini strutturali, non per ciclo. Quindi io escludo la manovra, ma non escludo niente in certi casi di esiti del voto".

Bersani: "Monti, un po' di umiltà". Il leader del centrosinistra replica al Prof da Padova. "Io sono stanco di manovre, come credo tutti gli italiani. Non si può inseguire la recessione con delle manovre e quindi sono contro", attacca Bersani. "Detto questo qualche problemino da affrontare c'è, lo sa anche Monti. Vediamo se si fa pari e patta, ecco abbassamento dei tassi e problemi che abbiamo, tipo gli ammortizzatori da coprire", prosegue il segretario del Pd, che poi invita Monti a essere più modesto: "Mi par di aver capito che la manovra non si fa se c'è lui. Un po' di modestia sarebbe consigliabile".

"Oggi le tasse son già calate di una trentina di miliardi, fra Berlusconi e il nuovo Monti" dice Bersani, aprendo con una battuta il capitolo fisco. Per il candidato premier del centrosinistra, nel 2013 bisogna certo pensare "a un abbassamento del carico fiscale a vantaggio di lavoratori, pensionati e chi investe per dare lavoro. "Noi siamo per la progressività sulle imposte - spiega Bersani -, come l'Imu fino a 500 euro, e da quel che ricavi dalla fedeltà fiscale, dal controllo della spesa pubblica e dalla dismissione del patrimonio si deve pensare a un abbassamento del carico fiscale".

Ma non c'è solo il fisco: "Credo che serva subito rileggere il patto stabilità e mettere in moto un piano per le piccole opere per dare un po' di lavoro. Dobbiamo mettere occhio alla fase economica e sociale. Subito - aggiunge Bersani -. Ci sono fratelli e sorelle italiane esposti. Vogliamo partire da chi non è a posto, come quelli che non hanno lavoro o gli esodati".

Bersani in conferenza stampa a Padova replica a Monti anche sull'esclusione del dialogo con chi parte dalle posizioni della Cgil e di Vendola. "Chi pensa che coesione e cambiamento siano degli ossimori è fuori come un balcone - risponde Bersani -. Io ho detto che quando governi sono tutti figli tuoi, perché questo Paese ha bisogno di tutti e se si comincia iscrivere i buoni e i cattivi, chi sta fuori e chi sta dentro, non si arriva da nessuna parte".

La reazione di Camusso. Le affermazioni di Monti sull'ipotesi di una manovra correttiva non sono piaciute neanche a Susanna Camusso: "Devo dire che appare un messaggio minaccioso agli elettori - spiega la leader di Cgil - anche se non si capisce quale sia la minaccia: i conti sono in ordine o non sono in ordine? Delle due ci dovrebbe dire qual è, visto che i conti non possono essere in ordine o in disordine in ragione del voto, che deve comunque essere libero". Rispetto al  programma del Professore "credo che sia il modello che abbiamo visto tante volte in questo Paese: abolirò questo, abolirò quell'altro, un milione di posti di lavoro... Salvo poi dimenticarsi cosa si è fatto fino al giorno prima e che cosa succederà un momento dopo. Se il presidente Monti pensa che ci siano nel giro di due anni 30 miliardi di risorse disponibili, vorrei chiedergli - prosegue Camusso - come mai non sono investite sul lavoro e per fare politiche che ci permettano di uscire dalla crisi adesso, invece di aspettare il dopo elezioni".

Irap e Irpef. Nella promessa fiscale c'è spazio anche per "l'Irap, che sarà dimezzato entro la fine della legislatura". Il conto prevede "11 miliardi di imposta in meno in 5 anni, con priorità alle piccole e medie imprese", ha aggiunto Monti. Quanto all'Irpef, infine, la scommessa è di diminuirne l'incidenza dal 2014: "Vogliamo ridurre significativamente l'Irpef a partire dai redditi medio bassi, con l'aumento delle detrazioni per i carichi familiari e la diminuzione delle aliquote a partire da quelle più basse. Complessivamente nella legislatura si tratta di un gettito di 15 miliardi e mezzo in meno, corrispondente ad una riduzione del rapporto tra gettito e Pil del 2%". Secondo un recente rapporto di Prometeia, l'incidenza del Fisco sul prodotto interno lordo nazionale arriverà nel 2013 al 45%.

Taglio delle tasse è miracolo elettorale. Sulla promessa di riduzione delle imposte interviene il Pd: "Miracolo delle elezioni: ancora a dicembre il presidente Monti si opponeva alla riduzione delle tasse - scrive su Facebook Vannino Chiti, vice presidente del Senato e candidato in Piemonte- affermando che non lo consentiva la situazione finanziaria del Paese. I primi di gennaio raccomandava una campagna elettorale seria, sobria, senza promesse al vento e demagogia. A fine gennaio annuncia senza freni riduzione di Imu, Irpef, Irap etc. Domanda: anzichè annunciare che lo farebbe dal prossimo aprile, non poteva ascoltarci e farlo lo scorso dicembre?".

Spesa pubblica. Per il momento Monti ha solo indicato progetti di massima, ma ha aggiunto che a breve "uscirà una nostra proposta, coerente con gli impegni in Europa". La base per gli impegni sarà "bloccare la spesa pubblica corrente al netto degli interessi: lo Stato non spenderà un euro in più rispetto al 2012. Significa -4,5% nell'arco dei cinque anni". Per il presidente del Consiglio uscente "è un obiettivo credibile, non sono promesse ma impegni seri".

Zone terremotate. A poche ore dalla contestatissima visita nelle zone terremotate dell'Emilia, Monti ha infine promesso agevolazioni anche per quest'area particolarmente disagiata del Paese: "Per quanto riguarda i differimenti delle tasse ho notato che viene chiesto il pagamento dell'abbonamento Rai a chi ha perso la casa. Mi occuperò oggi stesso di questi aspetti" e ricorda che "la settimana scorsa è stato adottato il provvedimento che aumenta dall'80 al 100 per cento il rimborso" per le imprese che ne avevano diritto. (28 gennaio 2013)

Fonte: http://www.repubblica.it 

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