La
questione economica è diventata il centro di ogni interesse politico e
mediatico. Tutto, ormai, ruota attorno all'informazione economica e al
molok del famigerato “debito pubblico”, cioè il debito che un intero
stato contrae con un terzo a fronte di un prestito di danaro,
solitamente un'istituzione bancaria a partecipazione privata, tipo la
Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, la Federal Reserve e
la Banca Centrale Europea.
Se
un governo ha la facoltà di emettere moneta per conto proprio, perchè
normalmente chiede in prestito i soldi di cui ha bisogno, gravati con un
tasso di interesse e determinando un indebitamento nei confronti di un
terzo?
La
questione nasce nel momento in cui i governi occidentali hanno ceduto
la facoltà di creare la moneta ai banchieri, i quali, sotto le mentite
spoglie di istituti di diritto pubblico (cioè di proprietà dei
cittadini), hanno creato le cosiddette Banche Centrali, istituti bancari
che, grazie ad un gioco di scatole cinesi, sono di proprietà privata.
Per
esempio, l'azionariato della BCE è composto dalle Banche Centrali sia
dei paesi dell'area euro, che da altri stati. Se però andiamo a vedere
chi sono gli azionisti delle Banche Centrali Nazionali, scopriamo una
serie di istituti bancari privati che di “diritto pubblico” non hanno
proprio nulla.
Nel
caso dell'Italia, l'azionariato della Banca d'Italia, uno dei maggiori
soci della BCE, è composto da istituti di credito che hanno come oggetto
sociale il profitto e non il bene della comunità nazionale.
Ciò
significa che ogni volta che la BCE presta denaro all'Italia,
l'interesse applicato al prestito servirà a creare un utile che verrà
diviso tra i vari azionisti. Ecco, allora, che una parte delle tasse
pagate al governo servirà ad arricchire i banchieri che partecipano al
capitale delle Banche Centrali. Diabolico!
Ma
il problema è molto più profondo e richiede di esaminare almeno due
conseguenze estremamente nefaste di questo assurdo sistema monetario:
l'incongruità tra il valore materiale e valore nominale della moneta, e
l'inestinguibilità del debito pubblico.
1. Incongruità tra valore materiale e valore nominale
Attualmente,
la materia di cui è fatto il denaro è di tipo cartaceo per le banconote
e di metallo per le monete. Per come è concepito attualmente il sistema
monetario, il valore del denaro non è determinato dal tipo di materiale
utilizzato per il conio, ma dal valore nominale, cioè dal numero di
crediti segnato sulla banconota o sulla moneta. Per esempio, una
banconota vale 5 euro non per la quantità e la qualità della carta
utilizzata per fabbricarla, ma per il numero “5” scritto su di essa.
In
passato, invece, il valore del denaro era determinato dal materiale
utilizzato per coniare le monete, solitamente oro o argento, metalli
riconosciuti unanimemente come “preziosi”. La rottura del legame tra
“valore materiale” e “valore nominale” del denaro è avvenuta nel 1971,
con il definitivo superamento degli accordi di Bretton Woods. Operazione estremamente diabolica. Perchè?
Mettiamo
che il governo italiano, per far quadrare il bilancio del 2013, abbia
bisogno di 100€. Non potendolo emettere autonomamente, lo chiede in
prestito alla BCE. La BCE, dopo aver chiesto per l'ennesima volta le
riforme strutturali per garantire il ritorno del debito, decide di
concedere il prestito di 100€ all'Italia, con un aggravio di interesse
pari al 2%.
La
BCE, magia delle magie, creerà dal nulla i 100€, stampandoli (così come
avrebbe potuto fare il governo). Per stampare la banconota da 100€, la
BCE spenderà tra carta, inchiostro, elettricità, trasporto e manodopera
circa 0,01€ (un centesimo di euro). Essendo un ente privato, ci si
aspetta che la BCE venda la banconota all'Italia ad un prezzo ottenuto
dalla somma del costo di produzione (0,01€), più un lecito ricarico di
guadagno (un altro 0,01€, per esempio). Quindi, in un mondo logico e
sano, la banconota costerebbe all'Italia 0,02€.
Invece,
la BCE che fa? Ecco la diabolicità dell'operazione: la Banca Centrale
Europeascriverà nelle voci in uscita del suo bilancio “100€” e non
“0,01” come ci si aspetterebbe. Mentre nelle voci in entrata scriverà
“102€” e non “0,02€” come sarebbe giusto. Ciò significa che i banchieri,
a fronte di una banconota costata 0,01€, guadagneranno la bellezza di
101,99€. Sì, perchè l'Italia si indebiterà per il valore nominale della
banconota, invece del suo valore materiale.
Infatti,
a fine anno, l'Italia dovrà sborsare 102€ reali spremendo i suoi
cittadini con le tasse. Questo meccanismo, in termini tecnici, si chiama
“Signoraggio Bancario”, mentre in termini sociali si chiama “truffa”!
2. Inestinguibilità del debito
Oltre
alla truffa appena descritta, c'è una conseguenza ancora più grave, che
poi è il vero fine di tutto questo meccanismo perverso. Come detto in
precedenza, i governi nazionali hanno rinunciato, grazie alla
compiacenza di politici corrotti dai banchieri, alla loro sovranità
monetaria, consegnandola definitivamente nelle mani dei banchieri
privati. Quali sono le conseguenze di questa consegna?
Torniamo
al nostro esempio. L'Italia, entro la fine del 2013, dovrà estinguere
il suo debito con la BCE di 100€, più il 2% d'interesse, quindi dovrà
pagare un totale di 102€. Domanda: se l'Italia non ha la facoltà di
emettere autonomamente la propria moneta, da dove prenderà i 2€ in più
che serviranno ad estinguere il debito?
Di
fatto, si tratta di un debito inestinguibile, di un sistema fondato sul
debito. E' un debito sistematico. Questo meccanismo, in termini
tecnici, si chiama “Moneta Debito”, mentre in termini sociali si chiama
“Schiavitù Monetaria”, fenomeno che porta tutti noi, grazie ad un
sistema legale creato ad hoc, a diventare di proprietà dei banchieri.
Infatti, l'Italia per risolvere la questione ha davanti a sé tre
possibilità:
A.
Chiedere un altro prestito: per l'esercizio del 2014, l'Italia chiederà
100€ per quadrare il bilancio in corso, più 2€ per il debito del 2013.
In tutto chiederà 102€ a cui aggiungere un ulteriore interesse di 2€.
Totale: 104,04€. Ora, il debito inestinguibile è diventato di 4,04€.
Questa
è la via normale sulla quale si avvitano gli stati occidentali,
incrementando esponenzialmente il cosiddetto “debito pubblico”, un
debito praticamente eterno. Infatti, in questo diabolico circolo
vizioso, per quanti tagli si facciamo allo stato sociale o per quanto
patrimonio pubblico venga venduto, il debito pubblico è destinato ad
aumentare per sempre.
B.
Vendere proprietà pubbliche ai privati: è un pò quello che recentemente
è successo alla Grecia. Ad un certo punto, la Banca Centrale decide che
un paese sovrano è troppo indebitato per poter accedere all'ennesimo
prestito. Così, i banchieri sollecitano lo stato debitore a trovare i
soldi per rientrare del debito, vendendo parti di patrimonio pubblico.
Solitamente, queste operazioni vengono acclamate dagli ignari cittadini
che non sanno quale grande “pacco” si sta consumando alle loro spalle.
Nel
momento di massima difficoltà per la Grecia, fu addirittura prospettata
la possibilità che il governo ellenico vendesse pezzi di territorio,
tipo qualche isola delle Cicladi, per esempio! Ciò significa che, a
lungo andare, con l'aiuto di un sistema legale creato ad arte, le banche
e le corporations diventeranno proprietarie di tutto, compresi i nostri
territori, il nostro lavoro e le nostre vite.
Verrà
il giorno in cui anche i governi verranno privatizzati, o
commissariati. In Italia ne abbiamo avuto un assaggio con l'avvento di
Mario Monti, burocrate massone e uomo delle banche (ex Goldman Sacks),
che ha fatto l'ultimo danno all'Italia prima di andare via [Leggere
assolutamente: Modifica dell'art. 81 della Costituzione Italiana: un altro pezzo di sovranità che se ne va].
C.
Emettere moneta autonomamente: questa strada, benchè risulti risolutiva
definitivamente, è assolutamente la più osteggiata e boicottata dai
banchieri (che perderebbero il controllo totalitario del sistema
economico e sociale), dai politici (i quali, o non si rendono conto del
funzionamento del sistema, o fanno finta di non capire rendendosi
complici dei banchieri, consolandosi con le briciole che cadono dalle
loro ricche tavole) e gli economisti (formati nelle Università nelle
quali le società segrete hanno creato la giusta mentalità). Se l'Italia
emettesse moneta autonomamente e se la BCE non fosse mai esistita, oggi
il suo debito pubblico sarebbe pari a 0,00€. [Leggi: Una bambina di 12 anni dà una lezione di economia equa ai Banchieri Illuminati].
Quale sistema ci piacerebbe?
Quando
i soldati degli illuminati devono trovare un modo per difendere il
sistema attuale, tendono ad usare l'argomento dell'inflazione
incontrollata, secondo il quale, se uno stato emettesse moneta senza
nessun limite, il denaro perderebbe di valore, poichè ce ne sarebbe
talmente tanto in giro, da far aumentare i prezzi a dismisura.
Questo
problema è reale, ma costoro non dicono che il sistema attuale è una
soluzione falsa e truffaldina, poichè la BCE e la Federal Reserve
immettono indiscriminatamente denaro liquido nel sistema, non facendo
altro che aumentare il debito pubblico degli stati e, di conseguenza,
alimentare l'inflazione, in quanto i prezzi dei prodotti sono gravati
dalle tasse che servono a rientrare nel debito.
E
allora, quale possibile sistema alternativo? Come trovare una soluzione
reale ad un problema reale? Un sistema a “sovranità monetaria” deve
basarsi su tre punti fondamentali:
1)
Lo stato deve emettere la moneta nel nome del Popolo Italiano. Sulla
banconota dovrebbe esserci la firma del Presidente della Repubblica e la
dicitura “di proprietà del portatore”. In questo modo, la banconota non
viene “prestata” al cittadino, ma viene “accreditata”, cioè è sua; non è
più una moneta-debito, ma una moneta-credito.
Attualmente,
invece, sulla banconota c'è la firma del governatore della Banca
Centrale (un privato cittadino), volendo significare che quella
banconota non è del cittadino, ma che gli è stata prestata dietro
interesse, e che, prima o poi, dovrà ridarla al suo proprietario, cioè
la banca.
2)
Lo stato deve emettere una quantità di moneta pari al valore del PIL,
cioè a quanto prodotto dai cittadini in un anno Esempio: se lo stato
fosse composto da due persone, Mario, che in un anno ha prodotto due
mele, e Giorgio, che in un anno ha prodotto due pere, sarebbe necessario
avere in circolo una quantità di denaro minima da consentire a Mario e a
Giorgio di scambiarsi i relativi prodotti.
In
questo modo, il valore sarebbe attribuito al lavoro dei cittadini e non
al danaro in quanto tale, che per sua natura è uno strumento di
scambio. La vera ricchezza risiede nel lavoro e non nella moneta.
Quest'ultima è solo un'illusione.
Il
paradosso che ci troviamo a vivere è assurdo, in quanto ci troviamo
magazzini e negozi pieni zeppi di prodotti che, però, non possiamo
scambiarci per scarsità di moneta, cioè dello strumento di scambio.
Naturalmente si tratta di una scarsità studiata a tavolino, con
l'intento di indebitare sempre più i governi e porre il valore sulla
moneta e non sul lavoro.
3)
La tassazione statale non deve servire a finanziare i servizi pubblici,
ma a regolare la quantità di moneta, in base a quanto si è prodotto in
un anno. Naturalmente, questo tipo di tassazione non mette al riparo
dall'ingiustizia sociale, in quanto rimarrebbe nella sensibilità delle
singole forze politiche promuovere una vera progressività fiscale,
secondo la quale chi guadagna di più partecipa in misura maggiore alla
stabilità del sistema rispetto a chi guadagna meno.
Riusciremo
mai a vedere una cosa del genere? Non posso e non voglio escluderlo!
Non possiamo arrenderci a diventare proprietà di un manipolo di
manigoldi che non hanno nessun altra capacità umana se non quella del
raggiro, dell'avidità e dell'individualismo bieco.
Non
a caso, per rendere ancora più invasivo il sistema economico, uno dei
prossimi progetti di questi “illuminati” è la riduzione progressiva
dell'uso del denaro contante, rispetto ad un'espansione del denaro
elettronico, così da poter risparmiare anche quel centesimo per stampare
una banconota e controllare sempre di più la vita dei cittadini
occidentali.
http://freeondarevolution.blogspot.it/2013/01/leconomia-attuale-e-una-truffa.html
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