IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

domenica 17 marzo 2013

Grillo: Pd impresentabile, governo breve M5S spaccato, i grillini sfidano il leader Vacciano ammette: ho votato Grasso



ROMA - «Il Pd ha giocato l'unica carta rimasta, quella della "foglia di fico", visto che Franceschini e la Finocchiaro erano indigeribili» scrive oggi Beppe Grillo sul proprio blog in un post dal titolo "D'Alema presidente della Repubblica?". Il tutto all'indomani delle polemiche che hanno spaccato il M5S sul voto per la presidenza del Senato che ha visto prevalere Grasso anche grazie ai voti dei grillini. Il leader del movimento, ieri aveva invitato alle dimissioni quei senatori del M5S che al Senato, a suo dire, non hanno rispettato il «codice di comportamento degli eletti».

Grillo: Pd impresentabile. «Sanno di essere impresentabili - scrive oggi Grillo sul proprio blog riferendosi al Pd - e quindi devono presentare sempre qualcun altro. Per loro ci vuole del conservatorismo compassionevole. Le cariche alla Camera e al Senato sono archiviate, dureranno lo spazio di una legislatura che si annuncia breve. Il pdmenoelle ha giocato l'unica carta che gli è rimasta, quella della "foglia di fico". Franceschini e la Finocchiaro erano indigeribili per chiunque, anche per gli iscritti. Boldrini e Grasso continuano così la linea già tracciata da Doria e Ambrosoli. È fantastico! I parlamentari del pdmenoelle non riescono a esprimere un loro candidato. Non si fidano di sè stessi, soprattutto di sè stessi. Sanno di essere impresentabili e quindi devono presentare sempre qualcun altro. Per loro ci vuole un po' di conservatorismo compassionevole».

«D'Alema al Quirinale? No a sette anni di inciucio». «Ora c'è l'elezione del nuovo Capo dello Stato che è fondamentale per il futuro dell'Italia: il presidente della Repubblica rimane infatti in carica per sette anni (travalica le legislature) con poteri da monarca. Il candidato di pdl e di parte (gran parte?) del pdmenoelle è Massimo D'Alema. Non è ufficiale e nemmeno ufficioso, ma è molto plausibile. Non ci credete? Non ci credevo neppure io. Super Maxpoteri a D'Alema? L'articolo 87 della Costituzione dà al presidente il comando delle Forze armate, di presiedere il Consiglio Superiore della Magistratura (anche da articolo 104), di concedere la grazia e di commutare le pene. L'articolo 88 gli consente di sciogliere le Camere. Grazie all'articolo 90 non è responsabile di atti compiuti durante le sue funzioni, tranne che per alto tradimento o attentato alla Costituzione. Può eleggere cinque senatori a vita e alterare la volontà delle urne. Per l'articolo 92 nomina il presidente del Consiglio. In virtù dell'articolo 126 può sciogliere il Consiglio regionale e rimuovere il Presidente della Giunta. Può inoltre nominare un terzo della Corte Costituzionale (articolo 135). Infine, per l'articolo 278 a norma di codice penale è comparabile a un'entità ultraterrena "Chiunque offenda l'onore o il prestigio del Presidente della Repubblica è punito con la reclusione da uno a cinque ann". La candidatura di D'Alema sarebbe irricevibile dall'opinione pubblica. Un fiammifero in un pagliaio. Il Paese non reggerebbe a sette anni di inciucio. Un passo indietro preventivo e una smentita, anche indignata per le "voci infondate", sarebbero graditi».

Molinari: meno reazioni isteriche e più fiducia. «Meno reazioni isteriche e più fiducia!»: è questo il messaggio che Francesco Molinari, senatore del M5S lancia da Facebook a Beppe Grillo. «Leggo stamattina il post sul blog di Grillo sul voto di ieri al Senato - scrive - Mi sento di dirgli di stare sereno, non c'è nessun traditore Il M5S al Senato è unito: nessuna alleanza nessuna fiducia. Solo un consiglio a chi ha scritto il post. Studiare le differenze fra Cariche Istituzionali e Ruoli politici non farebbe male».

Di Battista: Grillo non è dittatoriale, sulle regole ha ragione. «Definire "esempio dittatoriale" il post nel quale Beppe in modo duro (giustamente) invita al rispetto di alcune regole che abbiamo accettato liberamente è una stronzata megagalattica (scusate il turpiloquio ma a volte solo certe parole rendono l'idea)». Lo scrive su Facebook il deputato del M5S Alessandro Di Battista, a proposito della richiesta di Grillo di "trarre le dovute conseguenze" a chi ieri ha votato Grasso al Senato. «Le regole del codice comportamentale io le ho accettate perché le condivido, non per rimediare una poltrona - sottolinea Di Battista - Si può discutere sulle scelte che vengono prese, per carità (per questo rispetto il pianto dei nostri senatori, per me un pianto bellissimo) ma quel che non si può discutere nel 5 stelle è la sovranità popolare. Noi siamo portavoce e basta e i cittadini devono conoscere per filo e per segno quel che succede nelle Istituzioni. È vero, umanamente c'è differenza tra Grasso e Schifani (per lo meno per me c'è) ma c'è molta più differenza tra quel che vogliamo costruire con questo meraviglioso progetto a 5 stelle e quello che invece costruiremo se non verranno rispettate le regole e se ragioneremo con la logica del 'meno peggiò. Vi invito sempre a ragionare per processi a lunga gittata e non soltanto per scelte giornaliere. Abbiamo la possibilità di cambiare il mondo ma occorre coraggio e occorre non sottostare ai ricatti dell'emergenza (alla lunga tutte le scelte "emergenziali" si dimostrano errate perchè tolgono energia alla battaglie di sistema). Errori ne faremo, siamo umani (lo siete anche voi) quindi d'accordo, "siate duri, ma senza perdere la tenerezza"».

L'ammissione di Vacciano

«Lunedì e martedì sarò a Roma per discutere l'opportunità delle mie dimissioni». Lo scrive su Facebook Giuseppe Vacciano, senatore del M5S, che dichiara di aver votato Pietro Grasso, contravvenendo alle indicazioni del gruppo. «Se si cercano i colpevoli di 'alto tradimento ai principi del M5S', ecco, uno l'avete trovato».

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