Per Pasqua sono in partenza il 14,1% di italiani in meno dello scorso
anno. Secondo l'indagine effettuata dall Istituto ACS Marketing
Solutions per Federalberghi, andranno in vacanza, dormendo almeno una
notte fuori casa, 8,2 milioni di persone, contro i 9,5 milioni del 2012,
di preferenza in casa di amici e parenti
Per Pasqua sono in partenza il 14,1% di italiani in meno dello scorso
anno. Secondo l'indagine effettuata dall Istituto ACS Marketing
Solutions per Federalberghi, andranno in vacanza, dormendo almeno una
notte fuori casa, 8,2 milioni di persone, contro i 9,5 milioni del 2012,
di preferenza in casa di amici e parenti.
"I dati previsionali
di Pasqua sono l'ennesima conferma di come l'Italia stia purtroppo
vivendo una crisi epocale, che rischia di far tornare l'economia
turistica ai livelli post Seconda Guerra Mondiale", commenta il
presidente di Federalberghi, Bernabo' Bocca.
Il sondaggio mostra
un sorpasso storico delle case di parenti e amici (scelte dal 28,1% del
campione) rispetto alle strutture alberghiere (preferite dal 27,6%). Le
presenze in hotel calano dello 0,8% mentre aumentano quelle in B&B
(dal 2al 6,1%); in flessione anche l'agriturismo (-1%).
La spesa
media pro-capite (comprensiva di trasporti, cibo, alloggio e
divertimenti) si attestera' sui 317 euro rispetto ai 329 del 2012 (con
un calo del 3,6%) generando un giro d'affari di 2,59 miliardi (rispetto
ai 3,13 miliardi del 2012) per un decremento del 17%. L'88% di chi
andra' in vacanza restera' in Italia, mentre il 12% all'estero.
Chi
restera' in Italia spendera' in media 272 euro (rispetto ai 288 del
2012), mentre chi andra' oltreconfine spendera' una media di 631 euro a
persona (rispetto ai 682 del 2012). La durata media, infine, della
vacanza si attestera' sulle 3,2 notti rispetto alle 3,5 notti del 2012.
Gli
italiani che non faranno nemmeno un giorno di vacanza a Pasqua sono
circa 52 milioni (rispetto ai 51 milioni del 2012). Di questi, il 45,2%,
pari a oltre 23 milioni ha dichiarato di non potersi permettere una
vacanza per "mancanza di soldi".
"La perdita di oltre il 14% di
italiani che partiranno per Pasqua (rispetto a Pasqua del 2012) - fa
notare Bocca- e il parallelo decremento del 17% del giro d'affari,
costituiscono due percentuali senza precedenti per una ricorrenza tanto
importante per un Paese cattolico.
"E non puo' essere una
scusante credere che la Pasqua celebrata a fine marzo possa influire sui
consumi turistici -aggiunge il presidente degli albergatori italiani-
in quanto dalla nostra indagine risulta come addirittura il 45,2% di chi
dichiara che non fara' vacanze indichi nei motivi economici tale
scelta. A questo punto e' indispensabile che Governo, Parlamento e
sindacati provino a ragionare con le imprese a un piano di emergenza per
salvaguardare i lavoratori e le aziende del settore se non vogliamo che
nel giro di pochi mesi alcune migliaia di alberghi e centomila
dipendenti cessino la propria attivita', privando l'economia nazionale
di una delle poche attivita' in grado da sola di condizionare lo
sviluppo del Paese".
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