In quattro mesi ha sottratto all'agenzia oltre 50.000 euro. Ora dovrà risarcire la somma (più le spese legali)
 
 
BOLOGNA - Si appropriava dei 
soldi dei contribuenti: fingeva di fare il versamento del denaro che i 
cittadini gli mettevano in mano per pagare tasse e imposte, consegnava 
loro una ricevuta, ma subito dopo annullava il pagamento e si intascava i
 soldi. Con questo sistema un cassiere e operatore di retro-sportello di
 Equitalia (prima a Parma, poi a Reggio Emilia e infine a Guastalla, nel
 reggiano), in soli quattro mesi (giugno-ottobre 2007), ha sottratto a 
Equitalia almeno 56.500 euro: nelle scorse settimane, la Corte dei conti
 dell'Emilia-Romagna lo ha condannato a risarcire Equitalia di tutto il 
denaro rubato, ovvero 52.500 euro (gli altri 4.000 gli erano già stati 
trattenuti dallo stipendio). La tecnica truffaldina è venuta a galla 
dopo che un contribuente, anni fa, si è presentato ad Equitalia 
inferocito perchè aveva trovato un sollecito di pagamento di una cifra 
che era certo di aver già saldato: ha portato la ricevuta del versamento
 effettuato il 26 luglio 2007 allo sportello di Reggio Emilia e 
protestato con la società di riscossione. Equitalia non ha aspettato 
altro, a maggior ragione considerando che l'operatore che aveva ricevuto
 il pagamento sparito, all'epoca era stato trasferito da poco a Reggio 
Emilia dopo una serie richiami guadagnati nel primo semestre 2007 quando
 lavorava alla sede centrale di Parma: erano emerse irregolarità e 
disfunzioni nel suo lavoro e così era stato richiamato e trasferito. 
Poco dopo il suo arrivo a Reggio Emilia, si scoprì il resto: Equitalia 
avviò un'ispezione interna che portò alla luce le malefatte del 
cassiere. Poi nel marzo del 2008 mandò i documenti alla Procura 
contabile per denunciare il danno erariale subito.  
LA TECNICA -  Il sistema 
utilizzato  per intascarsi i soldi era quasi sempre lo stesso: 
solitamente annullava dei pagamenti appena effettuati, di cui aveva 
consegnato ricevuta al cittadino, senza denunciare alcuna eccedenza di 
cassa. Qualche volta, però, potendo contare sulle autorizzazioni 
informatiche, il cassiere infedele ha anche compiuto operazioni 
inesistenti sul conto che Equitalia metteva a disposizione dei 
contribuenti per i versamenti tramite bollettini postali, oppure ha 
contraffatto i pagamenti fatti tramite il modulo F24.  Per i giudici 
della Corte dei conti, è accertata la sua «condotta volontaria e 
cosciente», dimostrata anche tramite la «scaltra dissimulazione delle 
deficienze di cassa». Il suo atteggiamento- la finta promessa di 
restituzione e poi la fuga- la dicono lunga sulla sua colpevolezza. Ora 
dovrà risarcire 52.500 euro (più rivalutazione monetaria e interessi) e 
752 euro di spese legali.
Fonte:  http://corrieredibologna.corriere.it
 
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