La decisione dopo la sentenza del tribunale che imponeva il reintegro dei dipendenti cacciati ingiustamente. Il Lingotto: abbiamo le mani legate
TORINO - È stata avviata oggi alla Fiat di Pomigliano la procedura di
mobilità per la riduzione di personale di 19 unità. Lo annuncia una nota
del Lingotto in cui si precisa che la decisione fa seguito
all'ordinanza della Corte d'Appello di Roma che obbliga la Fip di
Pomigliano d'Arco ad assumere i 19 dipendenti di Fiat Group Automobiles
iscritti alla Fiom che hanno presentato ricorso per presunta
discriminazione.«È una vergogna, Marchionne non perde occasione per
cercare di dividere i lavoratori», afferma Mario Di Costanzo, iscritto
Fiom, che dovrebbe entrare il 28 novembre.
La nota. «L'azienda - spiega la nota - ha da tempo sottolineato
che la sua attuale struttura è sovradimensionata rispetto alla domanda
del mercato italiano ed europeo da mesi in forte flessione e che, di
conseguenza, ha già dovuto fare ricorso alla cassa integrazione per un
totale di venti giorni e altri dieci sono programmati per fine
novembre». Pertanto «Fip non può esimersi dall'eseguire quanto disposto
dall'ordinanza e, non essendoci spazi per l'inserimento di ulteriori
lavoratori, è costretta a predisporre nel rispetto dei tempi tecnici gli
strumenti necessari per provvedere alla riduzione di altrettanti
lavoratori operanti in azienda».
«Peraltro la società è consapevole della situazione di forte disagio che
si è determinata all'interno dello stabilimento, sfociata in una
raccolta di firme con la quale moltissimi lavoratori hanno manifestato
la propria comprensibile preoccupazione», conclude la nota rilevando che
«l'impegno dell'azienda è quello di individuare la soluzione che
consenta di eseguire l'ordinanza creando il minor disagio possibile a
tutti quei dipendenti che hanno condiviso il progetto e, con grande
entusiasmo e spirito di collaborazione, sono stati protagonisti del
lancio della Nuova Panda».
I sindacati. «È una procedura chiaramente ritorsiva,
antisindacale e cillegittima - ribatte Giorgio Airaudo, segretario
nazionale della Fiom - perché i motivi addotti non giustificano nessun
licenziamento. Forse è un pretesto per non assumere i 2.200 lavoratori
per i quali a luglio scade la cassa integrazione». Il segretario della
Cisl, Raffaele Bonanni, parla invece di «gioco al massacro» condotto
dalla Fiom. La Fim chiede alla Fiat di ritirare i licenziamenti, mentre
Giovanni Sgambati, numero uno Uilm Campania, sostiene che il
provvedimento «è la conseguenza di chi pensa di fare relazioni sindacali
nelle aule di Tribunale. La Fiat risponde alla legge con la legge». La
Fismic avverte che non firmerà la procedura di licenziamento, l'Ugl
esprime «seria preoccupazione sul futuro di Pomigliano».
La posizione della Fiom. «Un atto contro la
Costituzione del nostro paese, illegittimo e grave a cui tutti i
sindacati devono rispondere perchè così si mette in discussione la
libertà delle persone». Così ai microfoni del TgLa7 di Enrico Mentana il
segretario generale della Fiom Maurizio Landini commenta la decisione
di Fiat. «Dentro le motivazioni dello sciopero generale proclamato dalla
Cgil il 14 novembre ci deve essere anche il reintegro di questi
lavoratori e di tutti i lavoratori della Fiat: noi proponiamo di
manifestare a Pomigliano - chiede Landini - e chiediamo anche alle altre
organizzazioni sindacali di sostenere e chiedere il ritiro dei
licenziamenti».
Reazioni politiche. Duri Stefano Fassina, responsabile
Economia e lavoro del Pd che definisce la decisione del Lingotto «una
ritorsione inaccettabile» e Nichi Vendola che accusa Marchionne di
considerare i lavoratori «ostaggi Fiat». Il sindaco di Napoli, Luigi de
Magistris, invita l'ad del Lingotto a «rispettare la Costituzione, la
democrazia, le leggi» e a non comportarsi da «miope padrone». Per l'Idv
«è un ricatto, il governo deve intervenire».
Fonte: http://www.ilmessaggero.it
Alla Fiat 7,6 miliardi
di soldi pubblici in 30 anni
Alla Fiat sono andati più di sette miliardi e mezzo in trent’anni: dal 1977 al 2009. Gli anni ’80 sono stati il periodo d’oro per la casa automobilistica che ha ricevuto 5,1 miliardi di aiuti dallo Stato.
Gli anni ’90 invece sono stati quelli degli investimenti per la costruzione degli impianti di Melfi e Pratola Serra con una voce in lista pari a 1,279 miliardi di euro.
Si aggiungono le ristrutturazioni di Melfi datati 1997-2000 e Foggia 2000-2003. Nei due casi Fiat ha avuto rispettivamente 151 milioni di euro e 121,7 mln.
Lo Stato poi si è fatto carico degli incentivi alla rottamazione e i dati parlano di 465milioni elargiti.
Fonte: http://pubblicogiornale.it
Commento di Oliviero Mannucci: AUTO FIAT? NON NE ACQUISTERO' PIU' IN TUTTA LA MIA VITA!
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