IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

giovedì 8 novembre 2012

Finocchiaro (Confedercontribuenti): "Dal 2013 Equitalia costerà 100 milioni in più agli italiani"

di Michael Pontrelli 
 
 
 
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"Lo Stato pensa di introdurre una norma che spremerà ulteriormente i contribuenti italiani. Se non sarà modificato il Decreto Cresci Italia, che introduce l’Iva del 21% sulla riscossione delle imposte, il costo finale dell’aggio anziché diminuire, come promesso, dal 9 all’8% salirà al 9,68%”. Questo l’allarme lanciato dal presidente nazionale di Confedercontribuenti Carmelo Finocchiaro che abbiamo sentito per chiarire una vicenda che complica ulteriormente i rapporti tra Equitalia e i contribuenti italiani.

Come mai il governo Monti ha deciso di introdurre l’Iva sull’aggio di Equitalia? Cosa è successo? 

"L’articolo 10 del dpr 633/72 che regola l’Iva stabilisce che è esente dall’imposta tutto ciò che non costituisce una prestazione di servizi. L’aggio è sempre stato esente dall’imposta ma con il decreto Cresci Italia l’esenzione è venuta meno e questo comporterà per i contribuenti un costo aggiuntivo di 100 milioni di euro che non potrà essere detratto. Evidentemente da parte dell’esecutivo si è trattato di un altro modo per fare cassa”.

Il governo è stato obbligato da una qualche direttiva europea o è stata una decisione autonoma?
"Effettivamente c’è stata una azione dell’Unione Europea sull’Italia affinché fosse introdotto un sistema concorrenziale nell’affidamento dei servizi di riscossione. Il governo ha preso spunto da questa azione per considerare la riscossione una prestazione di servizi e giustificare quindi l’introduzione dell’Iva. Come sappiamo però nel nostro Paese la realtà è ben diversa perché l’attività è affidata ad Equitalia automaticamente senza nessuna gara. L'applicazione dell'imposta sull'aggio è chiaramente una forzatura".

Volendo il governo può quindi decidere di fare marcia indietro ed eliminare l'Iva? 

“Assolutamente si. E infatti il nostro appello è quello di una bocciatura della norma da parte del Senato affinché si lasci l’esenzione stabilita dall’articolo 10. Bisogna tener presente inoltre la vicenda relativa alla Tariffa di igiene ambientale, il cui assoggettamento all’Iva è stato bocciato dalla Corte costituzionale. Si tratta di un precedente importante che ci dice che sulle tasse non si applica l’imposta sul valore aggiunto”.

A partire dal 1 gennaio i comuni, volendo, possono non avvalersi di Equitalia per la riscossione dei tributi. In molti però hanno espresso preoccupazione perché molti enti locali non si sono ancora attrezzati per cercare un sostituto. Questa vicenda non è paradossale considerando le feroci critiche contro la società pubblica di riscossione?
“Il problema non è trovare dei sostituti privati ad Equitalia. L’esperienza dimostra che con queste micro società l’aggio sulla riscossione può arrivare anche al 18-19%. Il problema è cambiare totalmente il sistema e tornare alla vecchia gestione senza intermediari. La nostra proposta è che la riscossione torni agli enti impositori affinché non ci siano più costi di intermediazione. In questo modo l’aggio potrebbe notevolmente abbassarsi con grandi benefici per i contribuenti in un momento di grave crisi economica”.

La riforma da voi suggerita non pone però un problema d risorse? Come fanno i comuni a strutturarsi per gestire il processo di riscossione
?
“ A nostro avviso gli enti locali possono farsi carico dell’attività perché gli uffici tributi sono pieni di impiegati e funzionari. Il problema è razionalizzare le attività e far lavorare queste persone. Bisogna poi tener presente che la normativa sulle semplificazione ha ridotto le funzioni di altri uffici, come per esempio quello dell’anagrafe. Da questi settori potrebbero essere reperite risorse per potenziare gli uffici tributi”.

Pochi mettono in discussione gli eccessi di Equitalia. Molti però affermano che dietro la campagna di protesta contro l’agenzia si nascondono anche i soliti furbetti evasori a cui farebbe comodo un sistema di riscossione meno duro. Cosa ne pensa?
“Non c’è dubbio che in questo Paese l’evasione c’è stata e continua ad esserci. Ci si dimentica però che se uno è nelle liste di Equitalia non è un evasore perché si è dichiarato al fisco. Gli evasori sono quelli che in realtà non risultano nelle liste dell’agenzia di riscossione. Il problema non è solo quello di scovare gli evasori ma anche quello di mettere il contribuente nelle condizioni di pagare. C’è bisogno di una riforma complessiva che finalmente ponga fine agli estremismi cui si è arrivati e consenta ai contribuenti debitori di rientrare in maniera sostenibile. Se una multa da 100 euro diventa 500 nell’arco di qualche anno il problema del rientro non si risolverà mai. L’amministrazione finanziaria conosce bene chi non ha potuto pagare e chi invece non ha voluto pagare".
 
Fonte:  http://notizie.tiscali.it
 

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