Pomigliano, rivolta contro Marchionne Sindacati e politica: "No ai licenziamenti"
Coro di critiche, da politica e sindacati alla decisione della Fiat
di mettere in mobilità 19 operai per fare spazio alle riassunzioni
ordinate dal tribunale. Bonanni (Cisl): "Pronti a ricorsi legali".
Palombella (Uilm): "Chiediamo incontro all'azienda per bloccare la
mobilità". L'ipotesi di un intervento di Monti
NON si fermano le polemiche sul caso Fiat. Da sindacati e politici
piovono critiche sulla decisione dell'azienda di mettere in mobilità 19
operai per fare spazio alle riassunzioni ordinate dal tribunale. Sulla
vicenda interviene il leader della Cisl, Raffaele Bonanni.
"Penso che si sia gonfiata - dice Bonanni a Tgcom24 - seppur su basi
concrete la notizia sui 19 licenziamenti per nascondere la notizia
importante degli investimenti. E' un gioco al massacro portato avanti da
tempo. Tuttavia la Fiat ha sbagliato a fare autogol continuando il
testa a testa con la Fiom dopo un'affermazione così importante come
quella di proseguire con gli investimenti, ingaggiando una competizione
forte con Audi e Bmw costruendo auto di lusso".
E poi sul caso
di Pomigliano ribadisce: "Faremo ricorsi legali perché per noi non c'è
fondamento e si tratta di lavoratori che hanno sottoscritto un accordo.
Il presidente della Repubblica farebbe bene a interessarsi del problema
della Fiat, ma il problema vero è che il sindacato deve trovare armonia.
Se Marchionne avrà avuto facile gioco nel dividere il sindacato, la
Fiom gli ha dato un grande aiuto in materia di governabilità sindacale
delle aziende".
Uilm. Insieme ai sindacati
firmatari di accordi con Fiat e del contatto specifico, la Uilm chiederà
di incontrare l'azienda per bloccare l'avvio delle procedure per la
mobilità di 19 addetti di Pomigliano d'Arco. Lo ha detto Rocco Palombella, segretario generale della Uilm,
su Radio1Rai. "Oggi, insieme ai sindacati firmatari di accordi con Fiat
e del contatto specifico, chiederemo di incontrare l'azienda per
bloccare l'avvio delle procedure per la mobilità di 19 addetti dello
stabilimento produttivo di Pomigliano d'Arco. Ci vogliono 45 giorni per
l'espletamento delle procedure di mobilità e nei primi 7 giorni è
possibile arrestarle. Tenteremo di farlo".
"Siamo contrari - ha
continuato il leader della Uilm - a qualsiasi forma di licenziamento,
perché danneggerebbe i lavoratori che stanno lavorando al ciclo
produttivo della 'Panda'. I provvedimenti annunciati dal gruppo
automobilistico si ritorcerebbero proprio contro di loro". Poi un
riferimento alla Fiom: "Stigmatizziamo il comportamento strumentale di
un sindacato che ha rinunciato a fare accordi per rivolgersi alla
magistratura. Cercheremo di evitare la lotta tra lavoratori nel medesimo
luogo in cui prestano la loro opera. Ma desidero ricordare che tra le
quasi due migliaia di addetti che devono essere ancora assunti nel sito
campano, ci sono tanti iscritti Uilm e non per questo abbiamo deciso
di andare dal giudice, perché facciamo sindacato".
Ed è proprio il responsabile della Fiom, Giorgio Airaudo,
a intervenire spiegando che è necessario "tornare all'unità sindacale".
"Il comportamento di Marchionne è contradditorio perché il
licenziamento di 19 operai rischia di preludere al mancato trasferimento
di 2300 nei prossimi mesi, come invece la Fiat aveva detto - spiega - .
Sono scettico anche sugli investimenti, Marchionne di piani ne ha
cambiati otto".
Bersani. Attaccano la decisione della Fiat anche i vertici del Pd. Il leader del partito Pierluigi Bersani
critica la mossa di aver messo i 19 lavoratori in mobilità. "La
decisione della Fiat - osserva - è un caso morale. Non si possono
scaricare errori e colpe sui lavoratori". Dello stesso parere Cesare Damiano,
capogruppo Pd nella commissione Lavoro di Montecitorio definendo la
scelta "un atto di ritorsione che deve essere respinto anche perché crea
un pericoloso precedente".
Ieri per criticare la mossa di Marchionne anche il ministro del Welfare, Elsa Fornero, e quello dello Sviluppo, Corrado Passera.
L'ipotesi di un lodo. Sul
nodo Fiat ieri è spuntata l'ipotesi di un lodo. L’idea è quella che
sia il governo a convocare azienda e sindacati non per una trattativa,
ma per un prendere o lasciare. L’unico esponente del governo sembra
essere Mario Monti. Nei giorni scorsi si è addirittura ipotizzato che il
rinvio di tagli drastici agli stabilimenti italiani del gruppo Fiat
sia stato deciso da Marchionne per non mettere in difficoltà il
premier. Difficile prevedere il contenuto del lodo che il premier
imporrebbe alle parti. Fra le ipotesi, spiega una fonte sindacale,
quella di proporre lo scambio tra l’adesione della Cgil agli accordi e
la riammissione in fabbrica dei suoi rappresentanti.
Fonte: http://www.repubblica.it
Commento di Oliviero Mannucci: Io dico, non bastava già Monti, la Fornero & C. a danneggiare i lavoratori italiani, ora ci si deve mettere anche "MARPIONNE" che ha definito FIRENZE, una delle città più visitate al mondo e più ricche di cultura " piccola e povera". Invece la FIAT, che in 30 anni ha succhiato allo stato italiano ( e quindi ai cittadini che pagano le tasse ) 7.6 miliardi di Euro a "Babbo morto" per l'incompetenza del suo amministratore delegato è grande e ricca, vero? "Marpionne" io e tanti altri "piccoli e poveri", auto FIAT non ne compreremo più ( fino a qualche anno fa per guidarle era obbligatoria l'antitetanica) , ultimamente con le tue dichiarazioni ti sei fatto un sacco di amici, che se t'incontrano di notte da qualche parte ti dovrai mettere in "mobilità"da solo molto velocemente per non prendere una sacrosanta scarica di calci nel culo.
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