di Velentina Arcovio
ROMA - I malati di sclerosi laterale amiotrofica (Sla) non sono disposti
a soprassedere ai tagli all’assistenza. E promettono battaglia qualora
il Governo Monti non intenda emendare il disegno dilegge di Stabilità,
prevedendo che 350 dei 900 milioni del Fondo cosiddetto «Catricalà»
vengano destinati per la non autosufficienza.
«Il Comitato aspetterà il 20 novembre, se non avremmo risposte 100
malati riprenderanno la protesta con azioni eclatanti ed estreme»,
assicura il Comitato 16 Novembre, l’associazione dei malati di Sla che
la scorsa settimana avevano messo in atto uno sciopero della fame per
protestare contro i tagli.
Al centro della protesta c’è il trasferimento, stabilito dalla «spending
review», di 658 milioni per il 2013 destinati ai disabili gravi nel
fondo gestito dalla Presidenza del Consiglio per finanziare altre
attività sociali non meglio precisate. I malati, però, non mollano:
vogliono i fondi, o almeno parte di essi, anche a costo di mettere in
gioco la propria vita. La scorsa settimana i malati avevano iniziato lo
sciopero della fame, sospeso dopo le rassicurazioni che il ministro
della Salute, Renato Balduzzi, e il ministro del Lavoro e del Welfare,
Elsa Fornero, hanno dato loro nel corso di un incontro svolto il 31
ottobre. I ministri hanno chiesto 20 giorni di tempo per cercare di
trovare una soluzione, ma la questione sarebbe tutt’altro che facile. E i
primi segnali non sono positivi. Pare che premier Mario Monti e il
ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, non siano propensi a stanziare
le risorse per i malati di Sla. Decisione, questa, che avrebbe portato
alle lacrime, ancora una volta il ministro del Welfare, e che getta
nella disperazione i malati, già in estrema difficoltà economica. Le
spese per i malati sono davvero insostenibili: dalle medicine alla spesa
elettrica fino all’assistenza 24 ore su 24, il conto è davvero salato.
«Questo governo è una totale vergogna, trova 2 miliardi di euro per la
banca dei Monti dei Paschi di Siena e niente per le persone che vivono
una condizione di vita tra le più difficili in assoluto», dice Paolo
Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista. Rincara la dose
Stefano Pedica, capo della Segreteria Politica dell’Italia dei Valori.
«È incivile dice abbandonare al proprio destino chi vive in un letto e
può comunicare solo con il movimento degli occhi attraverso un computer.
Ed è assurdo che questi malati debbano ricorrere allo sciopero della
fame per sollecitare l’attenzione del governo».
Fonte: http://www.ilmessaggero.it
"LADRI D'ITALIA" E' L'ORGANO D'INFORMAZIONE DEL MOVIMENTO POPOLARE DI LIBERAZIONE NAZIONALE "CULO A STRISCE", CHE SI PREFIGGE DI MANDARE A CASA CON LE BUONE ( o con le cattive, facendogli APPUNTO, il culo a strisce) TUTTI I POLITICI CHE CAMPANO SULLE SPALLE DI MILIONI DI CITTADINI GUADAGNANDO MIGLIAIA DI EURO AL MESE PER NON FARE QUASI UN CAZZO E RENDERE LA VITA IMPOSSIBILE A CHI SI GUADAGNA LA VITA CON IL SUDORE DELLA PROPRIA FRONTE.
IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO
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