L'indice grezzo del fatturato diminuisce, in termini tendenziali,
dell'11%: il contributo più ampio a tale diminuzione viene dalla
componente interna dei beni intermedi. L'incremento tendenziale maggiore
del fatturato si registra nel settore delle industrie alimentari,
bevande e tabacco (+1,9%), mentre la diminuzione più marcata riguarda la
metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-15,5%)
Fatturato in calo a settembre per l'industria italiana. Su base
mensile il fatturato è calato del 4,2% rispetto ad agosto, con una
diminuzione del 3,7% sul mercato
interno e del 5,3% su quello estero.
Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati
20 contro i 22 di settembre 2011), a settembre il fatturato totale è
diminuito, in termini tendenziali, del 5,4%, con cali del 7,7% sul
mercato
interno e dello 0,1% su quello estero. Lo ha comunicato l'Istat.
Nella media degli ultimi tre mesi, l'indice complessivo registra una
flessione dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti. Gli indici
destagionalizzati del fatturato segnano cali
congiunturali per
l'energia (-9,6%), per i beni strumentali (-4,7%), per i beni intermedi
(-4,5%) e per i beni di consumo (-1,5%).
L'indice grezzo del fatturato diminuisce, in termini tendenziali,
dell'11%: il contributo più ampio a tale diminuzione viene dalla
componente interna dei beni intermedi.
L'incremento tendenziale
maggiore del fatturato si registra nel settore delle industrie
alimentari, bevande e tabacco (+1,9%), mentre la diminuzione più marcata
riguarda la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo
(-15,5%).
Fonte: http://www.rainews24.rai.it
"LADRI D'ITALIA" E' L'ORGANO D'INFORMAZIONE DEL MOVIMENTO POPOLARE DI LIBERAZIONE NAZIONALE "CULO A STRISCE", CHE SI PREFIGGE DI MANDARE A CASA CON LE BUONE ( o con le cattive, facendogli APPUNTO, il culo a strisce) TUTTI I POLITICI CHE CAMPANO SULLE SPALLE DI MILIONI DI CITTADINI GUADAGNANDO MIGLIAIA DI EURO AL MESE PER NON FARE QUASI UN CAZZO E RENDERE LA VITA IMPOSSIBILE A CHI SI GUADAGNA LA VITA CON IL SUDORE DELLA PROPRIA FRONTE.
IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO
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